Vescovi e popstar: chi sceglie Carola
Da monsignor Perego a Emma. Passando per Micromega e la sinistra
Da monsignor Perego a Emma. Passando per Micromega e la sinistra
Un vescovo vuole dedicare il porto di Lampedusa alla «capitana» paragonandola nientemeno che a Garibaldi.
Cantanti, partiti, intellettuali di sinistra «stanno con Carola» fregandosene se è diventata una star violando la legge. Gian Carlo Perego, vescovo di Ferrara-Comacchio, pensa che la giovane tedesca sia come Garibaldi. Ex direttore di Migrantes, la fondazione della Conferenza episcopale italiana, in prima linea nell'aiuto agli immigrati, è convinto che Carola sia un'eroina dei due mondi. «Il porto di Lampedusa propone può esserle intitolato. Garibaldi assassino e brigante contro lo Stato (per gli austriaci, nda), oggi è un eroe. Lasceremo alla storia giudicare chi è il vero eroe: se chi chiude un porto e caccia o chi salva la vita delle persone».
La chiesa, soprattutto tedesca, è in prima linea nella difesa a spada tratta di Carola. Ieri ha tuonato l'arcivescovo di Amburgo, Stefan Hesse, a nome della Conferenza episcopale tedesca giudicando «inaccetttabile» il comportamento italiano nei confronti della capitana. Nei giorni precedenti si era fatto sentire il presidente della Chiesa evangelica, Heinrich Bedford-Strohm. Assieme al cardinale cattolico, Reinhard Marx, finanziano o fanno da testimonial per la raccolta fondi dei talebani dell'accoglienza di Sea Watch.
Micromega, la rivista della «sinistra illuminata» lancia una pugnace raccolta firme con un titolo secco: «Libertà per Carola, subito!». Il direttore, Flores D'Arcais, scrive senza mezzi termini che l'arresto «è stata una scelta di mostri di cui il capo del governo Salvini è stato punta di diamante e di cui gli accucciati Conte e Di Maio sono corresponsabili». Ieri pomeriggio avevano già firmato in 31.750.
Nel fronte solidale a Carola non mancano ex volti televisivi e cantanti. Daria Bignardi scrivendo su Vanity fair ci tiene a fare sapere ai sostenitori della capitana, in inglese che va di moda, «you are not alone» (non sei sola). Emma ha scritto un post in difesa di Carola, che era stata travolta da insulti sessisti a Lampedusa. «Solo una parola: vergogna - recita il testo - Il fallimento totale dell'umanità» ribadiva la cantante ricevendo una valanga di critiche e peggio. «Coglio... canta che ti passa» ha scritto un'utente sotto al post. E ancora: «Emma mi piaci come canti - si legge - Ma non ti permetto di esprimere giudizi contro chi non la pensa come te». Tanti condividono un solo pensiero: «Ma pensa a cantare che a governare ci pensano altri». E poi: «Portateli a casa tu» scrivono in molti riferendosi ai migranti sbarcati da Sea Watch 3. Al fianco di Emma si sono schierati il frontman dei TheGiornalisti, Tommaso Paradiso, Paola Turci e Fiorella Mannoia.
Il polverone sollevato dal caso Carola si sta trasformando in un «affare» per Sea watch. La raccolta fondi in Germania e Italia per le spese legali della capitana, le sanzioni e la nave sequestrata ha superato il milione. I volti noti della tv tedesca, Jan Boehmermann e Klaas Heufer, che si sono offerti come testimonial per aiutare i talebani dell'accoglienza hanno raggiunto 801mila euro. In Italia sono stati raccolti altri 410mila euro. Anche il Pd Lazio si è impegnato con una foto dell'eroina di Sea Watch 3, il simbolo del partito, l'iban e la semplice causale: «Capitano Carola». Nessun problema se ha violato la legge.
I più furbi sono gli ideatori di un sito di commercio in rete che propone ad associazioni no profit e Ong «di realizzare le tue idee, vendendo direttamente sul sito le tue magliette con il tuo design e raccogliere fondi per la tua causa!». Il 27 giugno hanno postato due modelli in maglietta rossa e bianca con il simbolo dei talebani dell'accoglienza tedesca e il titolo: «Sostieni Sea Watch».
PRETE DIFENDE PEREGO: GARIBALDI ERA UNO SCHIAVISTA, IL VESCOVO IRONIZZAVA…
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, abbiamo ricevuto e volentieri pubblichiamo la lettera di un sacerdote, che preferisce restare anonimo per non correre il rischio che si pensi che voglia adulare i gerarchi. Questo santo prete ha scritto per difendere l’operato del vescovo di Ferrara-Comacchio, Gian Carlo Perego. Il presule è un entusiasta di Carola Rackete (lui stesso è stato direttore di Migrantes, la fondazione Cei) e si è espresso in questi termini:
“La capitana della Sea Watch come Garibaldi. A quest’ultimo, braccato dagli austriaci e salvato dai comacchiesi, è stato intitolato Porto Garibaldi, a Carola Rackete potrebbe essere dedicato il porto di Lampedusa. E’ la proposta, lanciata in un’intervista all’Adnkronos, del vescovo di Ferrara-Comacchio Gian Carlo Perego, già direttore di Migrantes, la fondazione Cei in prima linea nell’aiuto dei migranti. Dopo l’arresto di Carola, che ha sfondato il blocco ed è entrata in porto a Lampedusa facendo sbarcare i migranti recuperati dall’imbarcazione (rischiando anche di schiacciare una motovedetta delle Fiamme Gialle), il “vescovo dei migranti” ha dichiarato che “disobbedire alla legge per salvare persone è un principio da una parte cristiano, e fondamentale sul piano umano. Ed è quello che ha fatto questa donna comandante”. Perego ha richiamato per similitudine la vicenda storica di Garibaldi, braccato come brigante e assassino, che approdò assieme ai suoi nel porto di Comacchio, che vennero accolti, curati e protetti, con i comacchiesi accusati di essere complici di un traditore. Ma, dice Perego, i comacchiesi “hanno scelto la vita delle persone e oggi quel porto è intitolato a Garibaldi”. “Domani il porto di Lampedusa – propone – può essere intitolato alla capitana. Garibaldi assassino e brigante contro lo Stato, oggi è un eroe. Lasceremo alla storia giudicare chi è il vero eroe: se chi chiude un porto e caccia o chi salva la vita delle persone”.
Gian Carlo Perego, per altro, con un tempismo inaudito ha deciso di invitare l’Arcigay di Ferrara all’inaugurazione del Consultorio Familiare. Il che, visto quello che sta succedendo in Emilia Romagna con l’inchiesta Angeli e Demoni, i bambini strappati a famiglie normali per essere assegnati a coppie di lesbiche grazie ai buoni uffici di una psicologa gay e con la complicità, o almeno l’ignavia delle amministrazioni di sinistra testimonia di un fiuto e di una sensibilità politica sopraffina. Bravo, vescovo, meno male che c’è un prete che la difende. E leggiamolo…
Χ
Caro Tosatti,
volevo spendere una parola in difesa dell’iniziativa del vescovo di Ferrara mons. Giancarlo Perego, di intitolare il porto di Lampedusa a Carola, la donna comandante. Si tratta di un grandissimo equivoco. Il vescovo ha usato l’arma dell’ironia che non è stata compresa da nessuno, perché ha usato un linguaggio che poteva essere capito solo dagli esperti. A farmi drizzare le orecchie sono stati in modo particolare tre dettagli della sua intervista.
Il primo, il paragone con Garibaldi. Ma vi pare che un vescovo della Chiesa cattolica possa credere seriamente di incensare una persona paragonandola all’eroe dei Due Mondi? L’’ironia di Sua Eccellenza è davvero geniale. Chi era infatti Garibaldi? Lasciamo la parola alla storia ci dice il presule. Ed eccola allora. Sappiamo che nel 1854 capitanava una nave di nome Carmen, che faceva la rotta Callao-Canton; conosciamo i giorni di traversata, l’approdo esatto, il carico di guano. Non sappiamo cosa trasportasse nel tragitto di ritorno: scaricato il guano, con cosa riempiva la nave? Alla perdita del dettaglio rimedia l’amico armatore, il ligure Pedro Denegri, che racconta: “M’ha sempre portato i cinesi nel numero imbarcato e tutti grassi e in buona salute; perché li trattava come uomini e non come bestie”.
Sì, avete letto bene: Garibaldi era uno schiavista!
E cosa dice Salvini? “La sinistra vuole nuovi schiavi e nuovi elettori”; “non ci servono nuovi schiavi”; “il capitano fa battaglia sulla pelle dei migranti”.
Non c’è dubbio: Perego, con sottilissima ironia, per non essere attaccato come un vescovo antibergoglio e via dicendo, sta identificando Carola con quel Garibaldi!
Il secondo dettaglio. Lo sanno tutti: Garibaldi era massone ed appoggiato dai “poteri forti” del tempo. E cosa dice Salvini e con lui chi critica il fenomeno dell’immigrazione incontrollata? Ma la stessa cosa! Che quest’immigrazione è sostenuta dal grande capitale che intende sostituire il popolo con nuovi schiavi.
Infine, il terzo ed ultimo dettaglio? Alle fine della sua intervista dice: “Secondo me la capitana…”. La capitana! Enorme presa in giro della Boldrini e del PD! Ma vi sembra possibile che un vescovo usi seriamente l’italiano in questo modo? Che si pieghi al politicamente corretto in modo così sfacciato?
E poi, parliamoci francamente: vi sembra mai possibile che un vescovo possa insignire di un premio così esagerato, l’intitolazione di un porto, ad una persona che ha infranto ogni regola del mare e che ha rischiato di far morire i cinque finanzieri che le sono venuti ad intimare l’alt, strage evitata solo per la loro manovra dell’ultimo secondo? Santo Iddio, è un Vescovo, non un rivoluzionario di Lotta Continua!
Dai su, siamo seri! La verità è una sola: il presule ferrarese sta dando il suo “endorsement” (ma sì usiamo l’inglese, facciamo vedere quanto è servito l’Erasmus!) nientepopodimeno che al leader della Lega!
Caro Tosatti, questa è l’unica interpretazione possibile, non ve ne sono altre.
Per piacere, non cadiamo nell’errore di prendere tutto troppo seriamente proprio di cristiani chiusi, tristi, intrappolati, sgranarosari, specialisti del Logos, ideologici, mummie da museo, persone senza luce, marci nel cuore, cavillatori moralistici… dal cuore nero!
Un caro saluto
Il migrante di Sea Watch "Carola brava ragazza Ma Salvini ha ragione..."
Khadim Diop è uno dei migranti sbarcati dalla Sea Watch: "Gli altri Stati devono fare di più. Non può accogliere solo l'Italia"
Khadim Diop è uno dei migranti sbarcati dalla Sea Watch: "Gli altri Stati devono fare di più. Non può accogliere solo l'Italia"
"Carola è una brava ragazza, ma Salvini ha ragione". A dirlo è uno dei migranti che sono sbarcati dalla Sea Watch qualche giorno fa.
Khadim Diop, 24 anni, originario del Seneghal è stato intervistato da Euronews proprio qualche ora dopo lo sbarco che così tanto ha fatto discutere e che ha portato all'arresto della capitana della nave, Carola Rackete. Il migrante 24enne conosce bene le dinamiche politiche che vanno a determinare la gestione dei flussi migratori. Di fatto, pur ringraziando la capitana e l'equipaggio di Sea Watch per l'assistenza che gli è stata offerta a bordo della nave, Diop parla anche di Salvini e condivide le ragioni delle proteste del ministro degli Interni che chiede più impegno da parte dlel'Europa per la redistribuzione dei migranti: "Consoco Salvini, in realtà credo che abbia in parte ragione".
Parole chiare che danno un punto di vista diverso su questa vicenda che tanto ha fatto discutrere. Diop ha capito che la questione migratoria non riguarda soltanto l'Italia ma tutta l'Europa. E sa bene che i migranti che spesso vengono salvati in quel tratto di mare che separa il nostro Paese dalla Libia, spesso arrivano proprio sulle nostre coste con l'aiuto delle Ong. E così, lo stesso Diop parla di Salvini e condivide le richieste che fa il titolare del Viminale: "Vuole che l'Europa faccia la sua parte sui migranti. La Germania deve prenderne una quota, così come la Francia e gli altri paesi. Non si può lasciare fare tutto all'Italia. C'è crisi ovunque, non è facile per nessuno". Poi racconta gli ultimi giorni (tesi) a bordo della Sea Watch. Parla anche di Carola e di quelle discussioni con i libici dopo il rifiuto da parte della capitana di approdare a Tripoli. Diop sottolinea il sostegno ricevuto da Carola: "Lei ci diceva sempre di non preoccuparci, che non saremmo tornati indietro ma che ci avrebbe portato a destinazione".
E ancora: "L'Unione europea dovrebbe lodarla". Intanto la Rackete questa mattina è stata trasferita da Lampedusa ad Agrigento dove sarà ascoltata dai magistrati nel corso dell'interrogatorio. Dovrà chiarire tutte le circostanze dello sbarco e soprattutto le manovre psericolate fatte con la nave nel porto di Lampedusa. L'ingresso nel porto ha messo a rischio l'incolumità dei finanzieri a bordo della motovedetta che ha tentato di bloccare l'attracco della nave.
GAULAND (ALTERNATIVA PER LA GERMANIA), STEINMEIER SBAGLIA,ONG AGISCONO COME TRAFFICANTI DI ESSERE UMANI
“Con i suoi commenti, il presidente Steinmeier sta dalla parte sbagliata”. Lo dice Alexander Gauland di Alternativa per la Germania, secondo cui “le Organizzazioni non governative non soccorrono i migranti ma agiscono come trafficanti di esseri umani finanziati dal denaro delle tasse dei cittadini tedeschi.
Sostenerne l’Azione non è né giuridicamente, né moralmente giustificabile,mentre l’Italia l’Italia sta lavorando contro questa tratta criminale e per questo merita elogi”.
Per l’esponente della formazione politica sovranista tedesca “la signora Rackete ha deliberatamente violato le leggi vigenti. Lei era prima stata avvertita. Non ha solo quegli ignorato quegli avvertimenti ma ha anche speronato una barca della polizia e mettendo la sicurezza di molte persone a rischio.
Sostenerne l’Azione non è né giuridicamente, né moralmente giustificabile,mentre l’Italia l’Italia sta lavorando contro questa tratta criminale e per questo merita elogi”.
Per l’esponente della formazione politica sovranista tedesca “la signora Rackete ha deliberatamente violato le leggi vigenti. Lei era prima stata avvertita. Non ha solo quegli ignorato quegli avvertimenti ma ha anche speronato una barca della polizia e mettendo la sicurezza di molte persone a rischio.
Non può essere che ora i politici dalla Germania vedano come buono questo comportamento criminale. La magistratura italiana, conclude Gauland, deve ora assicurarsi che il comandante della Sea Watch 3 sia messa davanti alle proprie responsabilità.
Nota: Questo commento risulta molto diverso da quelli citati dai media italiani, in grande maggoranza schierati con la “capitana pirata” della “Sea Watch”. Evidente che in Germania c’è un ampio settore di opinione pubblica che ha ormai molto chiaro quali interessi si nascondono dietro il traffico dei migranti e chi lo favorisce. Possiamo scommettere che questo ed altri commenti similari non saranno riportati da giornali come Repubblica, La Stampa o il Corriere della Sera.
Otto Schily, ex ministro degli Interni nel governo rosso-verde del cancelliere Gerhard Schroeder: "Il mio Paese non dia lezioni di morale all’Italia"
Otto Schily, ex ministro degli Interni nel governo rosso-verde del cancelliere Gerhard Schroeder: "Il mio Paese non dia lezioni di morale all’Italia"
C'è un giudice a Berlino. O meglio, sul caso della Sea Watch 3, c'è un tedesco che non la pensa come il governo tedesco.
E che ci tiene a mettere i puntini sulle i in merito alla condatta di Carola Rackete. Lui è Otto Schily, ex ministro degli Interni nel governo rosso-verde del cancelliere Gerhard Schroeder. In una intervista al Corriere della Sera, il tedesco spiega: "Non è sicuramente una criminale. E ovviamente non si può che lodare il suo sforzo di salvare delle vite umane. E non si può che esser d’accordo con chi dice che salvar vite umane non è un reato. Ma la questione è un’altra, completamente diversa: e cioè se un privato possa prendere a bordo delle persone in mare per poi costringere un Paese ad accoglierli".
E ancora: "La sua è stata una manovra rischiosa, che ha messo in pericolo di vita l’equipaggio di una motovedetta italiana. Questa cosa non può essere ignorata. E anche se trovo l’arresto della capitana esagerato, credo che l’apertura di un procedimento penale nei suoi confronti sia stata inevitabile, sarebbe successa la stessa cosa in Germania. Non trovo molto intelligente provocare il ministro degli Interni in carica, dicendo che deve “mettersi in fila”. Premesso, è noto che io non sono un sostenitore di Matteo Salvini, anzi mi riconosco nello schieramento che in Italia gli si oppone, quello della sinistra, e considero la politica della Lega sbagliata e pericolosa. Ma azioni come quella di Carola Rackete sono un regalo a Salvini, destinate ad aiutarlo e a far aumentare il suo consenso".
Infine, Schily rifila una bacchettata anche ai suoi connazionali: "Io trovo sbagliato che i tedeschi si ergano a maestri di morale in Europa. In particolare nei confronti dell’Italia, che si trova in una situazione molto problematica sul fronte dell’immigrazione. Da anni la Germania, ma non soltanto la Germania, ha fatto poco o nulla per darle una mano e per favorire un consenso europeo su una ragionevole politica migratoria comune. L’Italia ha una delle maggiori esperienze di migrazioni dell’Unione europea e non può essere certo considerata un Paese ostile agli stranieri".
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