03_Il messaggio delle Tre Fontane: l’urgente appello alla conversione, cardine della vita cristiana
La prima sezione dedicata all’approfondimento del messaggio delle Tre Fontane concerne il tema fondamentale della conversione. Già presente in tutti i messaggi delle apparizioni mariane, qui alle Tre Fontane sembra proprio che la Vergine della Rivelazione abbia voluto calcarvi in modo del tutto particolare.
LA CONVERSIONE, CARDINE DELLA VITA CRISTIANA
La prima sezione dedicata all’approfondimento del messaggio delle Tre Fontane concerne il tema fondamentale della conversione. Già presente in tutti i messaggi delle apparizioni mariane, qui alle Tre Fontane sembra proprio che la Vergine della Rivelazione abbia voluto calcarvi in modo del tutto particolare: è tutto il messaggio ad essere scandito dal ritmo di questo richiamo urgente ed impegnativo.
Il richiamo comincia a apparire, in modo velato, sin dalla scelta veggente (un acattolico, membro di una setta protestante, nemico dichiarato della Chiesa Cattolica e del Papa, il quale si sarebbe convertito in seguito all’apparizione) e soprattutto del luogo della manifestazione, quello dove san Paolo, l’Apostolo delle genti, diede la suprema testimonianza di fede con il glorioso martirio. Stiamo parlando di uno dei più grandi e famosi convertiti della storia del Cristianesimo. La vicenda di Bruno appare così strettamente legata a quella di san Paolo).
Diverse circostanze ed alcune espressioni usate Vergine della Rivelazione collegano la conversione di Bruno a quella di san Paolo[1].
Le dinamiche dell’apparizione e alcune parti del messaggio delle tre Fontane indicano un tipo di conversione in particolare, ossia quella del mondo protestante, chiamato da Dio ad « entrare nell’ovile santo, corte celeste di Dio in terra », la Chiesa cattolica; fanno appello, per estensione, alla conversione di chi non è cattolico, che appartenga ad un credo religioso, che professi l’ateismo, che sia musulmano, buddista, ecc.: l’appello, insomma, ad abbandonare « la via dell’errore », vale per tutti coloro che non credono o che credono in maniera erronea, falsa, inautentica. Così si può certamente dire che la conversione alla vera ed unica Chiesa sia uno dei messaggi forti di cui la Madonna si fa banditrice alla Tre Fontane: « la Vergine non mi mandò dal dirigente del mio partito, né dal capo della setta protestante, ma dal ministro di Dio, perché egli è il primo anello della catena che lega la terra al Cielo », raccontò Bruno.
La chiamata alla conversione, però, non si esaurisce a queste categorie. La Vergine Maria non poteva dimenticare la conversione di chi, per così dire, “è già convertito”: è un’appello a tutti i battezzati perché approfondiscano e vivano in totalità la loro fede: « “l’ora basta” della Madonna mise in luce la decisione che occorre prendere dinanzi all’appello della conversione. Come ha raccontato lo stesso veggente, riferendosi alla Bibbia che Maria aveva tra le mani: “il libretto era di color cenere; e sappiamo, come Lei mi spiegò e la Chiesa chiarisce, che è il colore della penitenza. Nessun’altra spiegazione sul colore si può dare, se non l’invito che la Vergine cara fa a tutta l’umanità di compiere atti di penitenza nella carità, per la propria ed altrui conversione” »[2].
Compiere atti di penitenza: sembrerebbero parole sbucate fuori dal Medioevo, un’epoca ormai passata e che non torna più… si, un autentico medievalismo…
Eppure, è evidente, l’apparizione della Vergine della Rivelazione non si colloca nell’età medievale o antica ma in pieno XX sec., in piena età moderna. Pensavamo forse che “l’età dei lumi” avesse seppellito per sempre il richiamo alla penitenza cristiana… contro queste false strutture pseudo-pastorali si erge nientemeno che la Santa Madre di Dio che, senza badare per nulla ai “dictat” del “politicamente corretto” si rivolge a tutta la Chiesa ricordandole ciò che era sulla via di dimenticare e tralasciare colpevolmente, preda ingenua di un falso ottimismo, superficiale che avrebbe, nei decenni a seguire, dimostrato tutta la sua infondatezza perché l’uomo e la società, considerati ormai maturi, dopo le tragedie dei sec. XIX e XX, al contrario, si trovavano e si trovano mai come oggi in una profonda crisi di identità, oltre che di Fede. Gli appelli che il Cielo si degna di inviarci attraverso la Madre celeste, è bene che facciano riflettere tutti profondamente perché ciascuno sappia prendere i rimedi che Ella, misericordiosamente, puntualmente propone.
LA CONVERSIONE COSTA!
La conversione costa. E costa davvero! Questa è l’esperienza di ogni convertito ed è anche l’esperienza del veggente delle Tre Fontane. Dopo la sua conversione non ebbe vita facile, non trovò una strada larga, spaziosa, cosparsa di petali di rosa ma, al contrario, aspra e in salita. Fu Dio stesso a prepararlo per mezzo di un sogno:
« Bruno si trova su un sentiero aspro, ripido, che si restringe sempre di più, man mano che si avvicina alla vetta illuminata da una luce misteriosa. Ogni passo gli costa uno sforzo immane. Il sole batte in modo implacabile. Madido di sudore, teme di non farcela. “Questa strada” – pensa nel sonno – “è veramente impossibile”. Durante questa ascesa si fanno udire voci suadenti e compassionevoli che lo invitano a fermarsi, a rinunciare, a tornare indietro e a prendere un’altra strada vicina, più agevole e spaziosa. Le parole di Gesù riguardo alle due strade in quel sogno si fanno viva realtà. Ma con determinazione e costanza Bruno, sempre nel sogno, continua nel cammino intrapreso fino a giungere alla vetta e allora viene pervaso da una grande gioia »[3].
Quello della strada stretta che conduce alla vita e alla salvezza è insegnamento del Nostro
Signore e Maestro e, di conseguenza, non può che essere verità. Duemila anni di storia del Cristianesimo lo confermano. È necessario animarsi, esorcizzare lo scoraggiamento e l’accidia e rendersi conto, sempre di più, che in Paradiso non si sale in “carrozza” ma lungo la via Crucis che hanno percorso, in primis, Gesù e la sua Santissima Madre. “Per aspera ad astra”, insegnavano gli antichi: sulle vette della santità attraverso le sofferenze e le asperità del cammino di conversione quotidiano:
Signore e Maestro e, di conseguenza, non può che essere verità. Duemila anni di storia del Cristianesimo lo confermano. È necessario animarsi, esorcizzare lo scoraggiamento e l’accidia e rendersi conto, sempre di più, che in Paradiso non si sale in “carrozza” ma lungo la via Crucis che hanno percorso, in primis, Gesù e la sua Santissima Madre. “Per aspera ad astra”, insegnavano gli antichi: sulle vette della santità attraverso le sofferenze e le asperità del cammino di conversione quotidiano:
« Il cammino di conversione è fatto anche di ricordi del passato che diventano purificatori. E questi ricordi si affacciano al veggente non solo nella sua memoria (di Cornacchiola, ndr.) ma anche, e forse soprattutto, nelle persone a cui ha fatto del male. E sono questi i ricordi più vivi e dal dolore più cocente che la Madonna non gli risparmia. Perché la purificazione è necessaria e diventa più intensa quanto più si è messi davanti alle sofferenze vive procurate al nostro prossimo, che di esse sta portando ancora le conseguenze.
Perché il male fatto non si elimina nelle sue conseguenze con il solo pentimento…: le conseguenze rimangono. Non si può compiere il male con leggerezza, perché, messi in moto certi meccanismi, questi non sempre si fermano con la nostra conversione… E la Madonna vuole che i suoi figli si rendano conto di questa terribile realtà »[4].
Quello della conversione è un impegno serio e totalizzante che non ammette assolutamente ritardi o dilazioni di sorta. Nell’omelia del 13 Febbraio 2013 (Mercoledì delle Ceneri) il Papa Benedetto XVI sottolineò come l’esigenza di una’autentica conversione va di pari passo con la disponibilità verso la sofferenza necessaria per realizzarla.
Cristo, spiegava papa Benedetto, per salvarci si fece peccato in nostro favore, prendendo su di se le sue drammatiche conseguenze con lo scopo di bruciarlo nel suo sacrificio redentore. E allora il nostro impegno di ritornare a Dio con tutto il cuore, senso e scopo del cammino di conversione, passa necessariamente attraverso la condivisione della croce di Cristo: « Il “ritornare a Dio con tutto il cuore” (…) passa attraverso la Croce, il seguire Cristo sulla strada che conduce al Calvario, al dono totale di sé »[5].
La conversione comporta sempre questa condivisione delle sofferenze del Signore, suppone una responsabilizzazione riguardo ai propri atti, una presa di coscienza della gravità del peccato, un impegno generoso ad entrare in una dinamica di purificazione sofferta attraverso la penitenza del cuore e del corpo.
Conversione e centralità della Croce nella vita e nell’esperienza cristiana sono fecondamente unite. Chi pensasse di intraprendere questo cammino in maniera allegra e spensierata banalizzando il male proprio ed altrui si illuderebbe perché solo chi si dispone a fare il Cireneo di Cristo sarà in grado di convertirsi e di convertire davvero, riformando a aiutando anche gli altri a riformare la propria vita secondo le esigenze del Vangelo.
« CON QUESTA TERRA DI PECCATO… »
La conversione è essenzialmente un passaggio, con una immagine biblica ci si potrebbe riferire al passaggio del popolo ebreo attraverso il mar Rosso dalla terra di Egitto verso la Terra Promessa. Lasciare l’Egitto, lasciare cioè il peccato, non solo quello di una volta, quello occasionale, ma lasciare uno stato di peccato, lasciare il vizio o i vizi che imprigionano l’anima e imprimono su di essa l’immagine del demonio.
Il passaggio che ciascun battezzato deve compiere è proprio questo: un abbandonare, dopo averlo fatto una volta col Battesimo, quotidianamente e sempre più radicalmente, quei residui del peccato originale e attuale che non gli permettono la trasfigurazione in Gesù e che gli impediscono, così, la propria santificazione.
La Vergine della Rivelazione, alle tre Fontane, fa una promessa degna di nota: « con questa terra di peccato opererò potenti prodigi per la conversione degli increduli ». perché proprio “con questa terra di peccato”? A cosa si stava riferendo?
Bisogna sapere che la grotta in che Ella scelse per la manifestarsi non era un luogo qualunque bensì un luogo dissacrato dal peccato più turpe tanto che gli stessi padri Trappisti che avevano fatto bonificare il terreno lo avevano definito “cova del peccato”. Quella terra era divenuta “di peccato” per due ragioni in particolare: ladruncoli della zona vi nascondevano le loro refurtive e numerose “coppiette” si appartavano per consumare peccati contro il VI comandamento.
Ebbene: la Vergine Maria scelse proprio quella terra di peccato per apparire, con sorpresa dello stesso veggente[6]. La scelta aveva però un significato profondo. Come il Figlio di Dio è venuto a salvare ciò che era perduto, così anche la Regina del Cielo viene per coloro che hanno bisogno del medico, per i malati e non per i sani, altrimenti non le occorrerebbe scomodarsi per rendere le sue visite celesti a noi poveri uomini
Alle Tre Fontane Maria SS. sceglie una terra di peccato perché è immagine, più in generale, di tutta la terra, popolata da uomini peccatori, ed è proprio su questa terra che si è incarnato il Figlio di Dio per redimerla dalla maledizione del peccato[7]. Ogni conversione è sempre un grande miracolo, anzi il miracolo più grande, più grande ancora di quello della creazione del cielo e della terra perché esiste più distanza tra la grazia ed il peccato che tra l’essere ed il nulla. Ecco che si comprende allora l’espressione della Vergine della Rivelazione: « opererò potenti miracoli » per la conversione degli increduli e dei peccatori.
È la potenza misericordiosa di Dio che Ella è venuta a manifestare, a sprigionare su di noi perché il mondo avesse ancora una volta un segno della presenza e della premura del Dio misericordioso che non abbandona gli uomini senza aver fatto tutti i tentativi per ricondurli a sé.
Note:
[1] Si pensi alle parole che rivolse al veggente: “mi perseguiti: ora basta”, oppure all’episodio delle squame che caddero dai suoi occhi dopo che la Vergine gli passò le sue candide dita sul volto. Insomma, sembra che l’Immacolata abbia proprio voluto esprimere e manifestare alla Chiesa questa urgenza, facendo un appello forte e deciso, quello appunto alla conversione.
[2] Padre L. Fanzaga-S.Gaeta, La Firma di Maria, Sugarco, Milano 2007, p. 118.
[3] Padre A. M. Tentori, La Bella Signora delle Tre Fontane, San Paolo, Cinisello Balsamo 2000, pp. 56-57. Questo sogno si fece effettivamente realtà; la Vergine SS. volle proprio mettere alla prova questo suo figlio e farlo passare per la via della purificazione e della riparazione:: « Angoscia e tristezza lo affliggono. Sale in lui una violenza incontrollabile. Pensa al suicidio: “avevo davvero in mente di togliermi la vita. Pensavo di distruggere la mia famiglia, poi me stesso. A volte avevo voglia di gettarmi sotto un tram. Sentivo di stare peggio ogni giorno di più rispetto a quando ero protestante. Stavo diventando pazzo” ». R. Laurentin-P. Sbalchiero, Dizionario delle Apparizioni della Vergine Maria, Ediz. Art, Roma 2010, p. 665.
[4] Padre A. M. Tentori, La Bella Signora delle Tre Fontane, p. 58
[5] Benedetto XVI, omelia, Mercoledì delle ceneri, 13 febbraio 2013. Questo concetto caro a papa Benedetto, quello della condivisione, solidarietà con Cristo paziente per portare a complimento la salvezza da Lui operata, si ritrova anche in uno splendido passaggio della famosa omelia Pro eligendo Pontifice Romano del 18 aprile 2005 in cui affermò categoricamente che « la misericordia di Cristo non è una grazia a buon mercato, non suppone la banalizzazione del male. Cristo porta nel suo corpo e sulla sua anima tutto il peso del male, tutta la sua forza distruttiva. Egli brucia e trasforma il male nella sofferenza, nel fuoco del suo amore sofferente (…). Quanto più siamo toccati dalla misericordia del Signore, tanto più entriamo in solidarietà con la sua sofferenza, diveniamo disponibili a completare nella nostra carne “quello che manca ai patimenti di Cristo” (Col 1, 24) ». Si può affermare, allora, che l’autentico cammino di conversione si configura come una personale via Crucis che ci rende solidali con Cristo Crocifisso e che ci mette in grado di comprendere che il male ha delle conseguenze nefaste su se e sugli altri ed esige sempre riparazione.
[6] Lo stupore di Bruno si trasformò, in seguito, in profonda amarezza e dolore quando scoprì che, dopo le apparizioni, la grotta non smise di essere luogo di peccato: « amareggiato, scrisse sopra un foglio un accorato appello dettatogli dalla Vergine stessa: « Non profanate questa grotta col peccato impuro! Chi fu creatura infelice nel mondo del peccato, rovesci le sue pene ai piedi della Vergine della Rivelazione, confessi i suoi peccati e beva a questa fonte di misericordia. È Maria la dolce Madre di tutti i peccatori. Ecco, che cosa ha fatto per me peccatore: militante nelle file di Satana, nella setta protestante avventista, ero nemico della Chiesa e della Vergine. Qui il 12 aprile 1947 con i miei bambini, è apparsa la Vergine della Rivelazione, dicendomi di rientrare nella Chiesa Cattolica Apostolica Romana, con i segni e le rivelazioni che lei stessa mi ha manifestato. L’infinita misericordia di Dio ha vinto questo nemico, che ora ai suoi piedi implora perdono e pietà. Amate Maria! È la dolce Madre nostra. Amate la Chiesa con i suoi figli! Ella è il manto, che ci copre nell’inferno che si scatena nel mondo. Pregate molto ed allontanate i vizi della carne! Pregate! ». Splendida e vibrante testimonianza! http://profezie3m.altervista.org/ptm_trefontane.htm.
[7] Nel luogo delle apparizioni sono state segnalate numerose prodigiose conversioni, con ritorno alla vita sacramentale, e guarigioni, come attestano anche i tanti ex voto che tutti possono vedere alle spalle della grotta. La terra della Grotta ormai è molto apprezzata e richiesta. Si sono ottenute tante guarigioni, anche miracolose, al contatto con essa. Le richieste di qualche pizzico di questa terra benedetta pervengono da ogni parte del mondo. È stato pubblicato un volume, dal titolo « La Grotta delle Tre Fontane », ove sono esposte le guarigioni più rilevanti all’esame della critica scientifica, con uno studio medico rigoroso dei singoli casi. Ne è autore il Dottore Alberto Alliney (già membro del “Bureau médical des constatations” di Lourdes). All’inizio del volume l’autore attesta: « molti mi chiedono, oralmente o per lettera, se alla Grotta delle Tre Fontane con quella terra avvengono realmente delle guarigioni prodigiose. Dopo quattro anni di serene osservazioni e di rigorosi controlli, posso affermare che sono avvenute molte guarigioni prodigiose, guarigioni che hanno stupito tutti i medici, guarigioni che superano in potenza le conoscenze note alla scienza ». Si, perché a dispiegarsi è la potenza di Dio che opera miracoli e prodigi per la potente mediazione della Vergine della Rivelazione. http://profezie3m.altervista.org/ptm_trefontane.htm.
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