È guerra tra suore sui migranti "Chi li accoglie fa solo politica"
Ora le suore rimproverano le "sorelle d'Italia" dei porti aperti
Porti aperti "contro" monasteri chiusi: le suore hanno iniziato a replicare alle "sorelle d'Italia", che avevano chiesto porti aperti e accoglienza per tutti
Porti aperti "contro" monasteri chiusi: le suore hanno iniziato a replicare alle "sorelle d'Italia", che avevano chiesto porti aperti e accoglienza per tutti
"Sorelle di… quale Italia? Non sanno queste care sorelle che l’immigrazione è un fenomeno gestito dalle organizzazioni mondialiste per scristianizzare l’Italia e l’Europa? ".
Sembra di rileggere l'opinione di Athanasius Schneider, il vescovo secondo cui esiste un "piano" finalizzato a "cambiare i popoli europei". Non è così. Il dibattito sulla gestione dei fenomeni migratori sta diventando una faccenda da monache. Quelle preoccupate per l'andazzo scrivono al presidente Sergio Mattarella e al premier Giuseppe Conte. Quelle che non assecondano la discesa in campo delle loro consorelle trovano spazio sul blog del vaticanista Aldo Maria Valli. I toni li conosciamo: sono quelli utilizzati per la dialettica tra le alte gerarchie ecclesiastiche. Il ping pong tra conservatori e progressisti sfiora quasi ogni ambito, ormai. Prima di adesso, però, la discussione era stata una prerogativa maschile.
Sul portale del giornalista citato, nel corso della giornata di ieri, sono apparsi quattro contributi. Tre di questi sono stati scritti da consacrate. Il trait d'union è soprattutto questo: la clausura è una opzione esistenziale che non prevede troppe deroghe: "Vi prego, sorelle carissime, di ritornare a vivere una vita di vere claustrali che ci ridonerà anche l’equilibrio umano di farci vedere le cose nella loro realtà e non come ce le presentano gli organi di informazione con forte connotazione politica". Difficile dirlo meglio di questa conventuale. La politicizzazione non deve risiedere nei monasteri. Anche quando si tratta di migranti. Il cardinal Walter Brandmueller avrebbe detto che "La Chiesa tradisce il Vangelo se preferisce la politica a Dio". Siamo da quelle parti. Sono ovvietà, ma è rimarchevole il fatto che qualcuno debba ribadirle: "Quando mai le contemplative sono “scese in piazza” e si sono schierate politicamente dalla parte del pensiero mainstream", ha scritto un'altra. Ma se il dettame è quello della "Chiesa in uscita", è comprensibile che pure le claustrali si sentano in diritto di posizionarsi.
Ma la Ecclesia, e le suore, possono alimentare questa narrativa?, sembrano domandare queste claustrali per nulla persuase dalla discesa in campo. "Ma quale battaglia credete di poter vincere lasciandovi pilotare da chi vuole eliminare la vita contemplativa facendo di noi delle attiviste politiche?". Be', pensandoci bene la questione da dirimere è sempre la medesima: il cattolicesimo verrà traghettato nel futuro grazie a una ritirata strategica, a mo' di "opzione Benedetto", oppure mediante un inevitabile abbraccio con il mondo e con le sue priorità? È questo l'interrogativo di base ed è su questo che persino le suore di clausura hanno iniziato a confrontarsi, senza risparmiarsi troppo.
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http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ora-suore-rimproverano-sorelle-ditalia-dei-porti-aperti-1736837.html
Enzina Pasquali Pubblicato il 6 ago 2019
UE & PD falsi e antiumani lo dice chi l'Africa la conosce: Mouhamed Konaré
LA GUERRA AL GPII. GLI STUDENTI LANCIANO UNA NOVENA. IN TRE LINGUE.
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, abbiamo ricevuto dagli studenti dell’Istituto Giovanni Paolo II un messaggio, con cui si indice una novena di preghiera. Ci sembra interessante e utile diffonderlo; è in tre lingue, inglese, spagnolo e italiano. Buona lettura.
Ο
“Buongiorno,
Volevamo iniziare a pregare una novena. Come sapete, stiamo vivendo tempi difficili nella Chiesa. E’ soprattutto una battaglia spirituale, per cui non vogliamo smettere di pregare insieme alla petizione: “Chiediamo che il Signore protegga l’Istituto Giovanni Paolo II”.
Iniziamo oggi, giorno della Trasfigurazione del Signore, e finiamo nel giorno di San Massimiliano Kolbe, un santo canonizzato da Giovanni Paolo II.
Vi mando un testo e una preghiera che possono aiutarci a pregare insieme.
Che la volontà del Signore sia sempre fatta.
Saluti e buona giornata,
Saluti e buona giornata,
Studenti GP2
Ο
Primo giorno. La trasfigurazione del Signore
Parte dell’omelia di Card. Ratzinger nella messa esequiale di Giovanni Paolo II:
“Seguimi” dice il Signore risorto a Pietro, come sua ultima parola a questo discepolo, scelto per pascere le sue pecore. “Seguimi” – questa parola lapidaria di Cristo può essere considerata la chiave per comprendere il messaggio che viene dalla vita del nostro compianto ed amato Papa Giovanni Paolo II, le cui spoglie deponiamo oggi nella terra come seme di immortalità – il cuore pieno di tristezza, ma anche di gioiosa speranza e di profonda gratitudine.
Seguimi – da giovane studente Karol Wojtyła era entusiasta della letteratura, del teatro, della poesia. Lavorando in una fabbrica chimica, circondato e minacciato dal terrore nazista, ha sentito la voce del Signore: Seguimi! In questo contesto molto particolare cominciò a leggere libri di filosofia e di teologia, entrò poi nel seminario clandestino creato dal Cardinale Sapieha e dopo la guerra poté completare i suoi studi nella facoltà teologica dell’Università Jaghellonica di Cracovia. Tante volte nelle sue lettere ai sacerdoti e nei suoi libri autobiografici ci ha parlato del suo sacerdozio, al quale fu ordinato il 1° novembre 1946. In questi testi interpreta il suo sacerdozio in particolare a partire da tre parole del Signore. Innanzitutto questa: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga” (Gv 15, 16). La seconda parola è: “Il buon pastore offre la vita per le pecore” (Gv 10, 11). E finalmente: “Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore” (Gv 15, 9). In queste tre parole vediamo tutta l’anima del nostro Santo Padre. E’ realmente andato ovunque ed instancabilmente per portare frutto, un frutto che rimane. “Alzatevi, andiamo!”, è il titolo del suo penultimo libro. “Alzatevi, andiamo!” – con queste parole ci ha risvegliato da una fede stanca, dal sonno dei discepoli di ieri e di oggi. “Alzatevi, andiamo!” dice anche oggi a noi. Il Santo Padre è stato poi sacerdote fino in fondo, perché ha offerto la sua vita a Dio per le sue pecore e per l’intera famiglia umana, in una donazione quotidiana al servizio della Chiesa e soprattutto nelle difficili prove degli ultimi mesi. Così è diventato una sola cosa con Cristo, il buon pastore che ama le sue pecore. E infine “rimanete nel mio amore”: Il Papa che ha cercato l’incontro con tutti, che ha avuto una capacità di perdono e di apertura del cuore per tutti, ci dice, anche oggi, con queste parole del Signore: Dimorando nell’amore di Cristo impariamo, alla scuola di Cristo, l’arte del vero amore.
Beato te, caro Papa Giovanni Paolo II, perché hai creduto!
Continua, ti imploriamo, a sostenere dal cielo la fede del popolo di Dio e continua a vegliare sull’Istituto Giovanni Paolo II.
Carissimo San Giovanni Paolo II, ti ringraziamo per tutto quello che ci hai dato e per tutto quello che continuiamo a ricevere per la tua intercessione. Ti ringraziamo per essere testimone della misericordia del nostro Padre celeste. Ti ringraziamo per essere un vero amico e discepolo di Gesù che rivela pienamente l’uomo all’uomo stesso e per essere un eloquente strumento dello Spirito Santo, avendo affidato tutto a Maria, la sposa del Santo Spirito: Totus Tuus.
Finiamo con una preghiera di abbandono a nostra madre:
Vogliamo oggi affidarti il futuro che ci attende,
chiedendoti d’accompagnarci nel nostro cammino.
Siamo uomini e donne di un’epoca straordinaria,
tanto esaltante quanto ricca di contraddizioni.
L’umanità possiede oggi strumenti d’inaudita potenza:
può fare di questo mondo un giardino,
o ridurlo a un ammasso di macerie.
Ha acquistato straordinarie capacità d’intervento
sulle sorgenti stesse della vita:
può usarne per il bene, dentro l’alveo della legge morale,
o può cedere all’orgoglio miope
di una scienza che non accetta confini,
fino a calpestare il rispetto dovuto ad ogni essere umano.
Oggi come mai nel passato,
l’umanità è a un bivio.
E, ancora una volta, la salvezza è tutta e solo,
o Vergine Santa, nel tuo figlio Gesù.
Per questo, Madre, come l’Apostolo Giovanni,
noi vogliamo, prenderti nella nostra casa (cf Gv 19, 27),
per imparare da Te a conformarci al tuo Figlio.
“Donna, ecco i tuoi figli!”.
Siamo qui, davanti a Te,
per affidare alla tua premura materna
noi stessi, la Chiesa, il mondo intero.
Implora per noi il Figlio tuo diletto,
perché ci doni in abbondanza lo Spirito Santo,
lo Spirito di verità che è sorgente di vita.
Accoglilo per noi e con noi,
come nella prima comunità di Gerusalemme,
stretta intorno a Te nel giorno di Pentecoste (cf At 1, 14).
Lo Spirito apra i cuori alla giustizia e all’amore,
induca le persone e le nazioni alla reciproca comprensione
e ad una ferma volontà di pace.
Ti affidiamo tutti gli uomini, a cominciare dai più deboli:
i bimbi non ancora venuti alla luce
e quelle provate dalla fame e dalla malattia.
e quelli nati in condizioni di povertà e di sofferenza,
i giovani alla ricerca di senso,
le persone prive di lavoro
Ti affidiamo le famiglie dissestate,
gli anziani privi di assistenza
e quanti sono soli e senza speranza.
O Madre, che conosci le sofferenze
e le speranze della Chiesa e del mondo,
assisti i tuoi figli nelle quotidiane prove
che la vita riserva a ciascuno
e fa’ che, grazie all’impegno di tutti,
le tenebre non prevalgano sulla luce.
A Te, aurora della salvezza, consegniamo
tutti gli uomini scoprano Cristo,
il nostro cammino nel nuovo Millennio,
perché sotto la tua guida
luce del mondo ed unico Salvatore,
che regna col Padre e lo Spirito Santo
nei secoli dei secoli. Amen.
Marco Tosatti
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