ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 22 settembre 2019

Delirio di onnipotenza

I guardiani della rivoluzione custodi dell’ideologia




Alt ! al tempo, mettiamo le cose bene in chiaro !

Ogni rivoluzione che si rispetti ha i suoi guardiani, istituiti a guardia dell’ortodossia rivoluzionaria. Nella rivoluzione francese erano i “cittadini” giacobini, spietati macellai del clero e dell’aristocrazia, nemici mortali del Cattolicesimo (le stragi dei vandeani ne sono la  conferma storica inoppugnabile). Nella rivoluzione bolscevica vi erano i “commissari del popolo”,  i Narkom,  anche’essi nemici mortali del clero ortodosso, dell’aristocrazia e della borghesia di Santa Madre Russia (responsabili dei più grandi eccidi della storia recente); nella rivoluzione cinese, nella fase della cosidetta “rivoluzione culturale” (1966-’69) c’erano le guardie rosse, col loro libretto rosso, icona della Cina maoista, periodo che si concluse nel 1976, alla morte di Mao Tse Tung, con l’arresto dei componenti della famigerata “banda dei quattro”, tra i quali  spiccava la moglie di Mao, Jiang Qing; nella rivoluzione iraniana degli Ayatollah, infine, ci sono  i cosidetti “pasdaran”,  il braccio violento del regime.

Ora, poiché è ampiamente riconosciuto che  nella storia recente della Chiesa Cattolica il Concilio Vaticano II sia stato una vera e propria rivoluzione (cfr “1962 – rivoluzione nella Chiesa”, di don Andrea Mancinella, nonché gli “Appunti critici sul C.V.II” di don Luigi Villa, voll. 1,2,3,4,5, tutti editi dall’ Editrice Civiltà,  Brescia) se ne deduce, per analogia, che anche  questa rivoluzione debba aver avuto, e continui tuttora ad avere, i suoi guardiani.

Per chi non fosse ancora convinto dell’idea che nella Chiesa Cattolica sia in corso una rivoluzione, anzi si sia  instaurato un vero e proprio regime rivoluzionario ormai da un sessantennio, consideri solo l’ultima uscita di Bergoglio, che parlando ai vescovi d’Oriente  ha detto  “per l'emergenza umanitaria non esiste territorialità né giurisdizione”.
Del resto, nell’immediato postconcilio diverse personalità di spicco affermarono esplicitamente che il CV II era stato una rivoluzione. Il card. Suenens affermò testualmente che il Concilio (ovviamente l’unico riconosciuto vincolante, cioè il Vaticano II) era stato l’89 della Chiesa, mentre il perito mons. Ratzinger sosteneva che con il Concilio la Chiesa si era riconciliata con lo spirito dell’Illuminismo e della rivoluzione francese. Inoltre, sempre Ratzinger, a proposito del documento Gaudium et Spes, ha affermato che “è una revisione del Sillabo di Pio IX, una sorta di contro Sillabo” :  più chiaro di cosi. Un altro grande pilastro su cui poggia la rivoluzione attuata dal clero modernista è rappresentato dall’abbandono della lingua bimillenaria della Chiesa, il latino (che ha frantumato l’universalità dei riti) e dalla sciagurata riforma liturgica di Montini-Bugnini, che ha trasformato la Messa cattolica in un ibrido rito catto-protestante,  poco cattolico e molto protestante (la cd “cena”).

Tornando ai tempi nostri, vediamo che l’attuale papa regnante (in modo legittimo? c’è più di qualche dubbio in proposito…) già nel suo primo discorso dal palazzo apostolico, la sera dell’elezione, manifestò apertamente le sue intenzioni rivoluzionarie, dichiarando di aver l’ambizione di attuare integralmente il Concilio, trasformando la Chiesa in modo tale che non si potesse più tornare indietro (analoga affermazione era già stata fatta dai papi preconciliari, riguardo alla citata  riforma liturgica, il Novus Ordo Missae).

Vediamo quindi di  individuare quali siano i guardiani della rivoluzione modernista attuata all’interno di quella che fu, un tempo ormai lontano, la gloriosa Chiesa Cattolica, Una, Santa, Romana ed Apostolica. La prima risposta che viene in mente riguarda ovviamente i vescovi, i “commissari” diocesani, custodi del nuovo paradigma elaborato dai teologi della “nouvelle théologie”, eretici condannati dai papi preconciliari e poi ripescati da Roncalli e Montini per dettare le  linee guida della Chiesa  conciliare.
Alcuni nomi tra i più significativi: mons. Corrado Lorefice, il vescovo di Palermo,  che si esibisce in bicicletta davanti all’altar maggiore con i sacri paramenti, responsabile della scomunica a don Minutella; il vescovo di Ferrara, mons.  Gian Carlo Perego, immigrazionista fino al midollo e responsabile della cacciata dei sacerdoti della Famila Christi, benvoluti ed amati dai loro parrocchiani, ma colpevoli di essere amanti della Tradizione; il vescovo di Genova, card. Angelo Bagnasco, che vieta le processioni in riparazione del gay pride, dopo aver dato pubblico scandalo amministrando la Santa Comunione al noto trans Vladimir Luxuria; il vescovo di Napoli, card. Sepe, che trasforma il duomo in una pizzeria, mettendosi a servire pizze ai tavoli; il vescovo di Bologna, Zuppi (ora cardinale) che trasforma la basilica di San Petronio in un ristorante.

Oltre a loro, vi sono poi i cosidetti “preti di strada” e i “preti dei salotti televisivi radical chic”: don Mazzi, don Ciotti, don Biancalani (il prete pistoiese che porta i migranti in piscina), il defunto don Gallo (che portava le donne ad abortire e si esibiva col pugno chiuso), don  Antonelli (il prete di Avezzano che dice che Salvini “deve scomparire”), ecc..
Tutti quanti, gli uni e gli altri, sembrano accecati spiritualmente e razionalmente da un fideismo fanatico che ha sostituito in loro la  fede cattolica;  tale e tanta è la somiglianza degli slogan, delle idee che esprimono, da apparire come dei cloni, dei replicanti di un’unica volontà superiore,  preternaturale, che ha oscurato la loro volontà ed il loro libero arbitrio.
Se però, per avventura o improvvisa illuminazione, potessero guardare con occhio critico e vigile  le immagini seguenti dei loro papi e cardinali, forse si risveglierebbe in loro la voce della coscienza, il ben dell’intelletto, e capirebbero che chi si presenta in cotal maniera non può esser fatto oggetto di un cieco fideismo idolatrico.






Nuove forme di saluto di papi e cardinali


… e dell'araldo della “chiesa Lgbt”

La parola d’ordine del clero ribelle modernista, al potere da 60 anni nella Chiesa di Nostro Signore Gesù Cristo, è dissacrare ! dissacrare, inventando qualsiasi scusa, purché risulti credibile agli occhi del popolo bue; emarginare, demonizzare ed espellere qualsiasi voce dissenziente, qualsiasi presbitero recalcitrante (don Alessandro Minutella, don Massimiliano Pusceddu, don Angelo Mello de Carvalho, Francescani/e dell’Immacolata, Famila Christi, ecc.). La marea rivoluzionaria non conosce limiti, non ha nessun argine di contenimento:




Mons. Corrado Lorefice crede di essere al Velodromo Vigorelli,



a Bologna, tutti  a tavola in San Petronio,





a Napoli, in duomo, … pizza a go go col cardinal Sepe,



don Massimo Biancalani, a Pistoia, fa l’albergatore in Chiesa,



anche in Sicilia però non si è da meno.

  

Il destino finale di tutti i  dissacratori

Intimidazioni, rappresaglie, terra bruciata, questo ciò che succede nel basso clero, tra la truppa, ma negli alti gradi, tra gli ufficiali superiori, quale aria si respira? Ce lo spiega Vittorio Messori :
E’ sconcertante che solo due o tre cardinali quasi novantenni parlino e protestino. Tanti vescovi ed anche cardinali con i quali dialogo in privato si mettono le mani nei capelli e dissentono, ma hanno paura, tacciono, stanno zitti….. Si dice che questa è la Chiesa della misericordia, ma quando mai. Chi comanda è insofferente ad ogni voce critica. Ho scritto sul Corriere un garbato articolo in cui ponevo delle domande e delle riflessioni e sono stato subissato da improperi, specie da certi media cattolici..…. E allora, con quale coerenza si afferma che questa è la  Chiesa della misericordia, del dialogo aperto e leale, della parresia? Sono preoccupato, come le dicevo, ma non disperato. Cristo non lascia sola la sua Chiesa”.
http://www.lafedequotidiana.it/vittorio-messori-la-chiesa-non-e-di-bergoglio/

La tanto sbandierata “Chiesa della misericordia” sembra una replica delle “repubbliche popolari democratiche” comuniste : etichette messe lì per confondere e depistare le masse beote e credulone, ma dietro le quali si nascondono regimi spietati e crudeli, intolleranti ed insofferenti di ogni minima critica. Così è la Chiesa bergogliana.


Un clero ribelle ed anticattolico, impadronitosi del comando della Chiesa, da 60 anni a questa parte, lavora per cambiare natura, strumenti ed obiettivi (il cosidetto “paradigma”, ultima trovata degli indottrinatori vaticani) della Chiesa Cattolica, però senza fare in modo che il popolo se ne accorga, fingendo di rimanere cattolico e di volersi solo aggiornare al mondo moderno (il “liet motiv” di Roncalli), di trovare altri modi di annunciare il Vangelo,  più consoni alla mentalità moderna, illuminista, scientifica, storico-esegetica.
Compito facile quando si ha l’appoggio di tutti i media (controllati dai poteri forti, massonici, anticattolici, mondialisti), quando si controlla tutto e tutti, attuando un vero e proprio lavaggio del cervello di massa. Grazie a Dio, però, gli italiani iniziano a destarsi dal sonno ipnotico indotto da questi imbroglioni, nonostante i continui complotti, raggiri, trasformismi,  posti in atto per marciare contro la volontà della maggioranza del popolo e continuare a tenerlo schiavo delle oligarchie massoniche, tese a realizzare un governo mondiale affiancato da una religione mondiale, entrambi di schietta origine ed ispirazione luciferina.
In questo si sostanzierebbe, infatti, il cosidetto Nuovo Ordine Mondiale (NWO), che altro non è se non il Regno dell’Anticristo, alla cui realizzazione lavorano legioni di politici e falsi ecclesiastici, commedianti  che recitano la parte dei buonisti e dei misericordiosi.
Un’oligarchia mascherata da democrazia, con governi manovrati sottobanco dai reali detentori del potere; una Chiesa  misericordiosa, che spaccia per misericordia la sua autodemolizione (dottrina, liturgia, pastorale, papato, ordini religiosi, episcopati, parrocchie).

Le élite globaliste e mondialiste, intenzionate ad attuare il famigerato “piano Kalergi”, hanno creato ad hoc le primavere arabe, cioè la destabilizzazione di stati sovrani con regimi tutto sommato abbastanza tranquilli (Iraq, Libia, Siria), in modo da creare flussi enormi di  profughi,   finti profughi,  migranti economici, da dirigere verso l’Europa (in primis verso l’Italia) per destabilizzare anche la società europea, attuando una sostituzione etnica, culturale, sociale, politica e religiosa. A tal fine, però, avevano bisogno di avere il pieno controllo della Chiesa Cattolica, arma vincente per convincere le masse obbedienti al papa che l’accoglienza dei migranti fosse dovere ineludibile di ogni buon cristiano.
Perciò hanno obbligato papa Ratzinger a farsi da parte e a lasciare il posto a Bergoglio, l’uomo “per tutte le stagioni” (sia per il regime dittatoriale argentino di destra, quello responsabile di migliaia di “desparecidos”, che per il regime cattocomunista italiano ed europeo), costruendogli, con i mass media sotto il loro controllo, un’immagine pubblica di bonaccione,  pacioccone, amante delle folle ed accogliente verso tutti e tutto (esclusi i pochi, rari cattolici residui e gli odiati sovranisti e populisti), capace di conquistare le simpatie della gente ed ottenere facilmente obbedienza al  piano rivoluzionario massonico.

Nonostante le masse siano ormai indottrinate e col cervello lavato dagli slogan sessantottini politici ed ecclesiastici, vi sono state alcune ammissioni del complotto ordito per costringere Ratzinger a farsi da parte; lo ha dapprima riferito il cardinal Daneels, rivelando di aver fatto parte della cd “mafia di San Gallo”, il club di prelati massoni che tanto ha fatto e brigato per raggiungere l’obiettivo prefissosi, insediare cioè l’uomo giusto al posto giusto.
Anche il cardinal Turan ha rilasciato analoga dichiarazione, affermando che si era reso necessario metter fuori gioco papa Ratzinger per poter attuare il piano dell’invasione islamica afroasiatica dell’Europa e sconfiggere al contempo le forze politiche di destra, sovraniste e nazionaliste.
A tal fine i padroni del vapore cercano di imporre ai giornalisti di tacere sui crimini commessi dagli immigrati clandestini, per non creare allarmismi tra la popolazione. Grazie a Dio, però, non tutti i giornalisti si lasciano tappare la bocca, e qualcuno rivela le pressioni di cui è stato fatto oggetto. Lo ha fatto, ad esempio, una femminista, giornalista de “Il fatto quotidiano”, una testata tutt’altro che sovranista e populista, così come le femministe non possono certamente essere considerate di destra. Due stelle al merito, quindi, a questa onesta e coraggiosa professionista. Questo il link:
https://www.essere-informati.it/giornalista-confessa-nascondiamo-
crimini-degli-immigrati-la-gente-non-deve-sapere/

Questo il piano dei massoni presenti nel collegio cardinalizio, ormai venuto alla luce del sole, e che l’usurpatore residente a Santa Marta cerca in tutti i modi di attuare il prima possibile (si è visto con i maneggi e le pressioni esercitate per far cadere il governo giallo-verde, sostituendolo con un governo giallo-rosso), ed alla cui attuazione vigilano schiere di legionari di Satana, guardiani della rivoluzione modernista.

Cosa fare dinanzi a questo scenario apocalittico? come combattere e  sconfiggere le forze del male coalizzatesi contro la civiltà cristiana, italiana ed europea? La questione si presenta veramente ardua, umanamente sembra impossibile opporsi alla marea modernista, un vero tsunami; non appena sentono odore di dissenso, di critica, ecco che subito passano al contrattacco: dileggiano, emarginano, demonizzano, rifiutano di rispondere “punto su punto”, dimostrando così che la tanto declamata “Chiesa della misericordia, del dialogo, dell’accoglienza” altro non è che una bufala, una “fake news”.  Sembra di essere  in una morsa a tenaglia, con ai due lati il potere politico e quello ecclesiastico, che mirano a renderci schiavi economicamente, culturalmente, politicamente e religiosamente. In questo dovrebbe sostanziarsi il Regno dell’Anticristo, che appare sempre più imminente, prossimo a svelare  tutta la sua diabolica natura. Il padrone di questo mondo, principe delle tenebre, sa  bene infatti che gli rimane poco tempo per condurre le anime all’inferno, per provare a distruggere l’opera della Redenzione.

Secondo don Curzio Nitoglia Montini e il Vaticano II, con il “culto dell’uomo” e  “la religione dell’uomo che si fa Dio”,  pilastri della rivoluzione conciliare,  contraddicono apertamente la Sacra Scrittura (San Paolo) e la Tradizione patristica (S. Agostino),  le due fonti della Divina Rivelazione. Per San Pio X il famigerato “culto dell’uomo”, di cui si dichiarò orgoglioso Montini, altro non sarebbe che l’essenza del regno dell’Anticristo.  Pio XII rincara la dose, affermando che ”il satanismo più profondo e capillare è l’apoteosi dell’uomo”.  Con queste premesse  don Nitoglia arriva ad affermare che “la dottrina del Vaticano II è la stessa dell’Anticristo”, che il culto dell’uomo conduce inevitabilmente al culto di Lucifero, che  la pretesa di farsi simili a Dio è la stessa di Lucifero e del suo “non serviam” :
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV3161_Nitoglia_teologia_Vaticano_II.html

Dalla Chiesa del culto dell’uomo e della religione dell’uomo che si fa dio, di cui al citato discorso di Paolo VI a conclusione del CV II,  all’attuale Chiesa degli sciamani, degli stregoni amazzonici, dei rituali pagani, guidata da un papa che dice di non essere cattolico, che la Chiesa non è cattolica, che Dio stesso  non è cattolico, un papa che sottoscrive un blasfemo documento in cui si afferma che  la pluralità delle  religioni (quella Rivelata e quelle false, di esclusiva origine umana…) è voluta da Dio, e tutte  conducono gli uomini alla salvezza.
Tutte prodezze sintattiche e verbali del grande riformatore, come è stato subito definito Bergoglio dai media di regime, quando ha affermato di avere l’ambizione di attuare integralmente il Concilio Vaticano II, cambiando la Chiesa in tal modo che non si possa più tornare indietro.
https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2019/09/jose-antonio-ureta-comunione-con-dio-o.html
https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2019/09/crisi-della-chiesa-la-questione.html

Ormai i progressisti, o modernisti,  sono arrivati alla fase del delirio di onnipotenza, sia i politici che gli ecclesiastici, in realtà anch’essi politici mascherati da religiosi, commedianti che recitano la parte loro assegnata; pensano di avere il mondo in pugno,  la vittoria in tasca, e non sanno invece che la loro sconfitta è già stata scritta e depositata “a futura memoria” nel libro dell’Apocalisse, e richiamata in numerose apparizioni e profezie (La Salette, Fatima,  le Tre Fontane, Katharina Emmerick, Maria Valtorta, Teresa Neumann, ecc.).
Saranno sconfitti entrambi assieme, sia i politici sia gli ecclesiastici,  poiché assieme si sono posti al servizio del demonio, il loro nuovo signore e padrone; anche se ottenessero l’appoggio di tutti i dèmoni dell’inferno, ad essi non arriderebbe mai la vittoria finale, sarebbero egualmente sconfitti,  poiché “ vuolsi così  Colà dove si puote ciò che si vuole” (Divina Commedia, Inferno, III 95-96,  V 23-24).


di Catholicus

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