veglia di preghiera
di Francesco Agnoli
E’ stato papa Francesco di ritorno dal suo viaggio in Africa a dichiarare che le critiche possono essere benvenute, se sono fatte per amore della Chiesa. Ha detto tra l’altro: “Le critiche aiutano e quando uno riceve una critica, subito deve fare autocritica. Io sempre delle critiche vedo i vantaggi. Delle volte ti arrabbi, ma i vantaggi ci sono”.
Nella medesima occasione ha raccontato un interessante aneddoto: “è stato il popolo di Dio a salvare dagli scismi. Gli scismatici sempre hanno una cosa in comune: si staccano dal popolo, dalla fede del popolo di Dio. E quando nel Concilio di Efeso c’era la discussione sulla maternità divina di Maria, il popolo – questo è storico – era all’entrata della cattedrale quando i vescovi entravano per fare il concilio. Erano lì con dei bastoni. Li facevano vedere ai vescovi e gridavano “Madre di Dio! Madre di Dio!”, come per dire: se non fate questo vi aspettano… Il popolo di Dio sempre aggiusta e aiuta”.
Ecco le tante persone semplici, del popolo di Dio, che si stanno organizzando per una preghiera pubblica, il 5 ottobre, alle ore 14.30, in largo Giovanni XXIII a Roma (vedi qui), hanno proprio questo spirito di critica costruttiva: rendere pubblico, senza bastoni, ma con un “semplice rosario”, il loro scoramento, la loro confusione, la loro paura… La barca di Pietro barcolla, “sembra quasi affondata”, come ha dichiarato recentemente Benedetto XVI, e il fatto che si parli spesso, anche pubblicamente, di scisma, lo dimostra.
Alla gente comune lo scisma fa paura, perché è sinonimo di lacerazione, di divisione, di confusione. All’epoca di Lutero l’Europa si divise religiosamente, e da qui sorsero tanti mali, guerre comprese. Da una parte il monaco eretico, violento, quasi selvaggio, precursore del nazionalismo germanico, ma dall’altra la corruzione di tanti uomini di Chiesa, soprattutto della gerarchia, papi compresi. Fu un papa avverso a Lutero, alle sue eresie e al suo “libertinaggio”, papa Adriano VI, a riconoscere che “in questa santa sede alcuni anni fa accaddero cose abominevoli, abusi nel campo spirituale, eccessi nel comandare e alterazione e perversione di tutto… Tutti noi, vale a dire prelati ed ecclesiastici, ci siamo allontanati dal retto cammmino”, generendo così grande corruzione “a tutti gli inferiori” (Federico Rossi di Marignano, Martin Lutero e Caterina von Bora, Ancora, Milano, 2013, p. 229).
Non era la prima volta che succedeva. Anche in un passato più lontano, all’epoca dell’eresia ariana, la gerarchia aveva tradito Cristo, ad eccezione di un vescovo, Atanasio, e dei fedeli laici. A quel tempo, scriveva il cardinale beato J. Henry Newman, “la tradizione divina, affidata alla Chiesa infallibile, fu proclamata e mantenuta molto più dai fedeli che dall’episcopato”, “molto più dalla Ecclesia docta che dalla Ecclesia docens”, al punto che “la totalità dell’episcopato come corpo non è stata fedele al suo ministero, mentre il laicato nel complesso è rimasto fedele alla sua grazia battesimale” (Citato in AAVV, “Chiesa cattolica dove vai?” (Fede & Cultura, verona, 2018).
Anche oggi sembra a molte persone del popolo che stia accadendo qualcosa di “cattivo”. Per fare un solo esempio vi sono cardinali potenti, come Theodore Edgar McCarrick, colpevoli di abusi sessuali, altri, come Donald Wuerl, costretti ad abbandonare la loro diocesi perché travolti dagli scandali… eppure i loro “amici” e collaboratori (Blase Joseph Cupich, Joseph William Tobin, Kevin Joseph Farrell) sono stati nominati cardinali e ne approfittano per gettare confusione, per modificare la dottrina cattolica sulla sessualità. Un altro esempio? Si distrugge sistematicamente il Pontificio Istituto teologico Giovanni Paolo II per le scienze del matrimonio e della famiglia , e nessuno risponde alle legittime richieste di spiegazione che vengono da centinaia di docenti universitari cattolici nel mondo.
E’ allora chiaro che è gunto il momento che il popolo di Dio faccia come ai tempi di Ario e Atanasio, come quei fedeli laici che gridavano “madre di Dio! Madre di Dio!” a pastori che avevano smarrito la via. Con la nostra preghiera, il 5 ottobre, diremo soprattutto una cosa:
la povertà vera di oggi, è quella di un mondo senza Dio! Parlateci di Lui, pastori, ci renderete davvero ricchi. E lasciate la sociologia, la politica, l’economia, a chi se ne deve occupare. A chi se ne intende di più. E’ di Dio che il mondo a bisogno. Con Lui si può fare tutto, senza di Lui, nulla. Parafrasando Nanni Moretti: dite qualcosa di cattolico: parlateci di Dio, della Madonna, dei santi… ”!
https://www.sabinopaciolla.com/la-poverta-vera-di-oggi-e-quella-di-un-mondo-senza-dio-parlateci-di-lui-pastori-ci-renderete-davvero-ricchi/

Gotti Tedeschi: “Il vero incendio di cui preoccuparsi è quello che brucia la fede”

Cari amici di Duc in altum, vi propongo una lettera di Ettore Gotti Tedeschi nella quale l’economista e banchiere cattolico, da tempo impegnato sul fronte della difesa della retta dottrina e della fede, spiega con quali intenzioni si unirà in preghiera alle persone che si daranno appuntamento il prossimo 5 ottobre a Roma.
A.M.V.
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La notizia riferitami da alcuni amici che il 5 ottobre ci sarà a Roma (ore 14:30, in largo Giovanni XXIII) un’iniziativa pubblica di preghiera per la Chiesa mi ha molto rallegrato. In un modo o nell’altro, non potendo fisicamente,  sarò spiritualmente con loro per qualcosa che ritengo importante: mostrare, con grande parresìa, che ci sono uomini e donne che tengono  ancora molto  alla salvezza  e alle cose sante, preoccupati che queste vengano loro tolte. Poiché hanno esaurito tutti i tentativi di trovare orecchie umane disposte ad ascoltarli, hanno deciso di ottenere udienza direttamente dal Fondatore, Capo e Padrone, certi (anche se non c’era il registratore) di una garanzia data: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20).
Nella comune preghiera per la salvezza della Chiesa e delle anime sono certo che saranno convogliate molte preghiere particolari. La mia sarà rivolta a preservare la Chiesa da un’antica minaccia, mai sopita e oggi rinvigorita come non mai, quasi apparentemente trionfante : la gnosi. È la lusinga di poter giungere a una conoscenza che rimuove la natura del creato e fa della creatura il creante; un creante più lungimirante e più misericordioso del Creatore della Genesi divina, che  sta cercando di sostituire con una genesi gnostica. Questa genesi gnostica  vorrebbe  ribaltare  completamente la volontà del Creatore e modificare tutte le leggi naturali della Creazione. Queste leggi  stabilite dal Creatore  sembrano  oggi venir  considerate  da molti nella Chiesa troppo rigide e poco misericordiose.  Ecco così che alcuni, che hanno iniziato a praticare il loro  superamento, si sono ora impegnati per accantonarle ufficialmente e, a meno di un intervento dal Cielo, parrebbe proprio che i loro sforzi siano destinati ad avere successo. L’ utilizzo  strumentale  del problema ambientale, non affrontato adeguatamente nella necessaria ricerca  scientifica delle cause, ma solo negli effetti,  sembra voler  deporre  l’uomo dal piedistallo su cui Dio lo ha posto, per degradarlo a minaccia della “casa comune” , quasi facendolo sentire “cancro della natura”. Il rischio di questa gnosi umanitaria è l’approdo a una nuova formula di fede:  “Credo l’uomo, creatore del cielo e della terra,  anche se credo che non sappia custodirla, perciò  occorre imporre  nuovi  comandamenti …”. Ma questo è il capolavoro del grande “pensionato “, quel signore che dopo essere caduto dalle stelle del cielo alle stalle degli inferi ha oggi così tanti e solerti collaboratori da non sapere più cosa fare nel cantiere infernale da cui, annoiato, si assenta sempre più spesso. È così che ormai c’è chi, pur lavorando con grande zelo in quell’opificio, lo considera niente più che un simbolo.
Ecco, il 5 ottobre io farò una preghiera ecologista, pregherò perché nella Chiesa venga spento l’incendio che sta distruggendo il polmone che dà respiro al mondo: la fede. E naturalmente pregherò perché il riscaldamento globale, grazie alla ripresa della fede, si riduca  conseguentemente . E sono certo che ciò avverrà  poiché il riscaldamento globale davvero pericoloso  è dovuto al numero elevato, e in crescita esponenziale, di tante povere creature che finiscono a bruciare nell’inferno, elevando così le temperature terrestri, grazie al fatto che non si insegna più la dottrina, ma altro.
Ettore Gotti Tedeschi