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domenica 1 settembre 2019

Rossi di vergogna

Berrette rosse al merito bergogliano


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Si scrive “cardinali”, si legge “amici di Bergoglio”. I nomi dei nuovi porporati annunciati oggi da Francesco (concistoro il 5 ottobre) parlano chiaro.

Tra i tre cardinali ultraottantenni, quindi senza diritto di voto in caso di conclave, spicca l’arcivescovo britannico Michael Fitzgerald. Già principale esperto vaticano dell’Islam ed ex presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, Fitzgerald nel 2006 fu inviato da Benedetto XVI come suo ambasciatore in Egitto. Poiché la mossa  all’epoca fu giudicata da molti come una sorta di punizione, o quanto meno come un ridimensionamento per la linea accomodante di Fitzgerald sull’Islam, la porpora assegnata a Fitzgerald ha tutta l’aria di una riabilitazione.
Allo stesso tempo, anche l’arcivescovo Miguel Angel Ayuso Guixot, successore di Fitzgerald come responsabile  del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, è stato nominato cardinale.
Prima della nomina a capo del consiglio Ayuso Guixot, comboniano, era incaricato di sovrintendere al dialogo tra il Vaticano e la prestigiosa moschea e università Al-Azhar in Egitto, considerata il Vaticano del mondo islamico sunnita. E sappiamo quanta importanza Bergoglio abbia attribuito al discusso Documento sulla fratellanza umana, firmato da lui e dal Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb ad Abu Dhabi, testo nel quale si afferma fra l’altro che “il pluralismo e le diversità di religione”, così come quelle di colore, di sesso, di razza e di lingua, “sono una sapiente volontà divina”, affermazione che ha spinto molti a chiedersi: ma come può Dio volere religioni che neghino la divinità e la resurrezione di Cristo?
Proprio pochi giorni fa, intervistato dai media vaticani, Ayuso Guixot esaltava il documento di Abu Dhabi e, spargendo molto incenso attorno al papa regnante, esprimeva “gratitudine per il suo [di Francesco[ instancabile impegno nella promozione del dialogo”.
Tra i nuovi cardinali c’è poi l’arcivescovo Matteo Zuppi di Bologna, membro della comunità di Sant’Egidio, molto in auge nel Vaticano bergogliano (di Sant’Egidio è, per esempio, anche il nuovo responsabile della sala stampa della Santa Sede).
Zuppi è un paladino dell’accoglienza dei migranti e nel 2017 organizzò la visita di Francesco nel capoluogo emiliano, quando Bergoglio andò ad abbracciare gli ospiti nell’hub dei migranti e pranzò con “le persone in difficoltà” all’interno della basilica di San Petronio, trasformata per l’occasione in un grande ristorante con tavolate imbandite.
Un’altra berretta rossa va al padre gesuita canadese Michael Czerny, vero braccio destro di Francesco per le questioni riguardanti migranti e rifugiati.
Czerny è un funzionario del dicastero vaticano per la promozione dello sviluppo umano integrale ed è la prima volta che un sottosegretario viene levato alla dignità cardinalizia. Evidente la volontà di premiarlo per sottolineare l’importanza che Bergoglio attribuisce non solo al tema dei migranti ma anche al prossimo sinodo amazzonico, per il quale Czerny è stato nominato segretario speciale.
Tra gli altri neo-porporati c’è inoltre il sacerdote-poeta portoghese  José Tolentino Mendonça, già vicerettore dell’Università Cattolica di Lisbona, poi promosso da Francesco archivista e bibliotecario vaticano dopo che l’anno scorso, su incarico dello stesso Bergoglio, predicò gli esercizi spirituali al papa e alla curia romana.
Mendonça è noto per essere un fan di suor Maria Teresa Forcades i Vila, “teologa” ultra-femminista sostenitrice dell’aborto e del “matrimonio” omosessuale.
Proprio nella prefazione a un libro della Forcades il neo-cardinale sostiene  che “Gesù di Nazareth non ha codificato né ha stabilito delle regole”. Inoltre in un’intervista del 2016 ha esaltato Bergoglio contrapponendolo ai “tradizionalisti”.
Da segnalare infine che la nomina di Matteo Zuppi è stata salutata con entusiasmo dal gesuita pro Lgbt James Martin il quale, in un tweet, scrive che Zuppi “è un grande supporter” delle persone Lgbt e ricorda che proprio dell’arcivescovo di Bologna è la prefazione alla versione italiana del libro di Martin Building a bridge, ovvero Un ponte da costruire. Una relazione nuova tra Chiesa e persone Lgbt.
Bergoglio ha fatto il suo annuncio all’Angelus, dopo essere rimasto chiuso per venticinque minuti in un ascensore a causa di un calo di tensione. Per liberarlo c’è voluto l’intervento dei pompieri del Vaticano.
Aldo Maria Valli

Bologna, l'arcivescovo pro migranti sta per diventare cardinale

Monsignor Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e consacrato progressista, sta per diventare cardinale. Il Papa lo annunciato questa mattina


Monsignor Matteo Maria Zuppi sarà creato cardinale nel prossimo concistoro ottobino.
Papa Francescoal termine dell'odierno Angelus, ha reso noto l'elenco dei prelati che entreranno a far parte del collegio cardinalizio. Tra i nomi più in vista, figura quello dell'arcivescovo di Bologna. Monsignor Zuppi si appresta così a far parte di coloro che potrebbero partecipare al prossimo Conclave tanto da cardinale elettore quanto da ecclesiastico eleggibile. Quello dell'arcivescovo metropolita non è un nome nuovo alle cronache.
L'alto ecclesiastico si distingue da tempo per le sue posizioni pro accoglienza dei migranti. Zuppi, che è un progressista, ha anche presentato un libro del pontefice argentino all'interno del centro sociale Tpo. Anche il sostegno ai movimenti popolari accompagna la sua azione pastorale. Ma queste non sono le uniche due priorità individuate dal consacrato nato a Roma nel 1955. Favorevole alla costruzione della moschea bolognese, l'arcivescovo si è anche espresso in maniera nitida e contraria nei confronti del Decreto sicurezza, che è stato approvato per via della volontà della Lega di Matteo Salvini durante l'azione, ormai esaurita, del governo gialloverde. Stiamo parlando, insomma, di un alto ecclesiastico italiano prossimo con l'azione del Papa della Chiesa cattolica. Bologna, dunque, avrà la possibilità d'esprimere un cardinale. Niente da fare, invece, per MilanoVenezia e Torino, che storicamente ne hanno spesso, se non sempre, donato uno alla Chiesa. Jorge Mario Bergoglio continua però a non guardare alla provenienza geografica delle persone che sceglie di nominare.
Secondo quanto riportato dall'Adnkronos, sono dieci le persone destinate ad ottenere la dignità cardinalizia: Zuppi è l'unico italiano della lista. Poi ci sono anche altri tre consacrati che diverranno cardinali ma che, avendo raggiunto la soglia anagrafica prevista, non saranno membri elettoralmente attivi del collegio cardinalizio. C'è almeno un'altra figura evidenziabile: quella di Jean-Claude Höllerich, gesuita lussemburghese, considerato ultra-progressista sia in termini di visione politica sia in termini dottrinali.

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