SUPER EX: I DUE ERRORI STORICI DEL PONTIFICATO DI GIOVANNI PAOLO II
Cari Stilumcuriali, Super Ex, che ormai conoscete bene, ci ha inviato una riflessione sul 27 ottobre; oggi ma anche quello di tanti anni fa. Come sempre puntuale, e stimolante. Buona lettura.
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Il Sinodo sull’Amazzonia finisce il 27 ottobre. Nato da una interpretazione eretica di san Francesco, trasformato in un hippy adoratore della Natura, in un pauperista e in un fautore del dialogo ecumenico con l’Islam. E’ evidente a chi si deve questa trasformazione, oggi incarnata da un uomo che ha avuto un coraggio inaudito nella storia: assumere il nome del santo che più di tutti ha imitato il Salvatore!
Però questa data, 27 ottobre, non può non ricordare un altro 27 ottobre, di 33 anni orsono: il raduno interreligioso di Assisi, regnante Giovanni Paolo II. Una ricostruzione seria della storia degli ultimi decenni non può non riconoscere al papa polacco molti meriti: collaborò alla caduta del comunismo, difese la famiglia, la vita, la tradizione popolare… arginando la deriva introdotta da Giovanni XXIII, il vero modello di Bergoglio, e dai tentennamenti ambigui di Paolo VI.
Ma ci furono due errori, in quel pontificato, che hanno segnato la storia: anzitutto proprio quel raduno citato del 1986, che ufficializzò l’indifferentismo religioso, mettendo insieme, nella città del poverello, i culti più disparati. Allora una statuetta della Madonna di Fatima rimase fuori da una chiesa, mentre sugli altari di altre comparvero piccoli Budda ed altri idoli.
La protesta fu forte: ci fu anzitutto il vescovo francese Lefebvre, già pupillo di Pio XII, di cui un giorno sarà bene riconoscere la grandezza (non so se egli sarebbe contento di vedere i suoi successori, oggi, così timidi e inattivi, superati in passione e dedizione da molti che avrebbero ben meno strumenti di comprensione…), ma anche molti altri. Ricordo lo stesso Ratzinger, che espresse i suoi molti dubbi al pontefice, oppure i cardinali Giacomo Biffi, il vescovo Alessandro Maggiolini, il mitico don Divo Barsotti…
Giovanni Paolo II capì l’errore, almeno in parte, anche perché, a differenza di Bergoglio, ascoltava le critiche di persone di cui conosceva l’intelligenza e l’amore per la Chiesa. Infatti, nonostante l’ecumenismo vaticano sia rimasto zeppo di ambiguità, Assisi 1986 non si è più ripetuto con quelle modalità. Sino ad oggi, sino al Sinodo sull’Amazzonia, che riprende quello spirito irenista del tutto contrario, per essere semplici, al I dei comandamenti.
Chi consigliò al papa quel raduno? Il cardinale francese Roger Etchegaray. Sarà sempre lui, nel 2000, a suggerire a Giovanni Paolo II il secondo degli errori di cui si parlava: il pubblico mea culpa sulle colpe storiche della chiesa del 2000. Non perché gli uomini di chiesa e i cattolici in genere non abbiano colpe: per quale uomo è possibile dirlo? Anche i papi, persino i santi ne hanno…
L’errore fu questo: la Chiesa stessa rilanciò e avallò tutte le accuse, a volte esagerate, a volte inventate, sempre strumentalizzate, che le avevano sempre rivolto i suoi nemici, gli eretici, i materialisti, i socialisti, i fascisti, i comunisti, i radicali…
Non servì alla Chiesa, creò grande confusione, e non servì alla storiografia, che non ha bisogno di processi sommari e spettacolari, ma di indagini serie, ponderate e realistiche.
Oggi il cardinale francese ha vinto su tutta la linea: Bergoglio non fa ogni giorno mea culpa, ma non sul suo petto, bensì su quello dei cattolici di tutti i tempi, sempre troppo pelagiani o dottrinari, o farisei, o ipocriti, o…?
Una curiosità. Sempre il 27 ottobre, però del 2001, finiva un altro sinodo, che sembrava sancire la sconfitta dei progressisti. Così lo commentava il sempre arguto Sandro Magister: “Mai, dal Concilio Vaticano II a oggi, i progressisti hanno rimediato una simile disfatta.
Due di loro, i cardinali Roger Etchegaray e Achille Silvestrini, nel sinodo neppure hanno messo piede. Esclusi. Quanto ai presenti, si sono arresi senza combattere. I tedeschi Karl Lehmann e Walter Kasper sono parsi l´ombra di quei ribelli che erano fino a pochi mesi fa, prima che ottenessero in extremis la porpora cardinalizia. E il cardinale Carlo Maria Martini? Non ha neppure parlato. Si è limitato a depositare uno sbiadito intervento “in scriptis”. Nel quale non c´era neppure un briciolo delle sue proposte bomba di due anni prima, quando aveva invocato in aula un Concilio Vaticano III e un´agenda serrata di riforme della Chiesa. All´opposto, i conservatori hanno spopolato. Come loro punte d´attacco si sono dati il cambio il cardinale di Colonia, Joachim Meisner, l´altro tedesco Ratzinger e l´italiano Camillo Ruini”.
Due di loro, i cardinali Roger Etchegaray e Achille Silvestrini, nel sinodo neppure hanno messo piede. Esclusi. Quanto ai presenti, si sono arresi senza combattere. I tedeschi Karl Lehmann e Walter Kasper sono parsi l´ombra di quei ribelli che erano fino a pochi mesi fa, prima che ottenessero in extremis la porpora cardinalizia. E il cardinale Carlo Maria Martini? Non ha neppure parlato. Si è limitato a depositare uno sbiadito intervento “in scriptis”. Nel quale non c´era neppure un briciolo delle sue proposte bomba di due anni prima, quando aveva invocato in aula un Concilio Vaticano III e un´agenda serrata di riforme della Chiesa. All´opposto, i conservatori hanno spopolato. Come loro punte d´attacco si sono dati il cambio il cardinale di Colonia, Joachim Meisner, l´altro tedesco Ratzinger e l´italiano Camillo Ruini”.
Magister affiancava Etchegaray, defunto da poco, al cardinal Silvestrini, anch’egli mancato solo pochi giorni orsono: entrambi diplomatici, forse entrambi vicini alla massoneria, sono sembrati alternativamente vincenti e perdenti. Oggi, da defunti, sembrerebbero aver vinto, ancora una volta. Anzi, forse no: questo sinodo, partito con l’idea di imporre il culto della natura e degli idoli e l’abolizione del celibato sacerdotale, non porterà a termine i suoi scopi. Di più: ha suscitato una tale opposizione nel mondo dei fedeli, che gli effetti si faranno sentire. Oggi Roma è davanti ad un baratro: mancano i fedeli, mancano i soldi, è finito persino il plauso mondano (divenuta insignificante, la Chiesa non interessa più neppure ai suoi nemici, che la credono già sepolta). Bergoglio è un tiranno sempre più solo.
Sta per giungere, dopo la notte, una nuova alba. 12 fedeli, purificati, che hanno vacillato, ma senza perdere la speranza, basterebbero allo Spirito Santo… ma io credo che ce ne siamo molti di più!
Ps l’articolo di Magister citato, va riletto tutto. Interessante per esempio questo passaggio:
Quanto al terzomondismo, hanno fatto colpo, in sinodo, le parole dell´arcivescovo tedesco Paul Josef Cordes, presidente del Pontificio consiglio Cor Unum. «La Chiesa non è la Croce Rossa o l´Onu e basta», ha detto. «Anche Gesù saziava gli affamati, ma per annunciare il regno di Dio». Cordes ha ormai preso il posto del vecchio cardinale Etchegaray come inviato del papa sulle frontiere calde del globo. Era in Pakistan proprio il giorno in cui 18 cristiani sono stati uccisi nella chiesa cattolica di Bahawalpur.
E questo, finale:
Il trionfo dei conservatori peserà sul futuro conclave? Sicuramente. L´Europa e l´Italia hanno dei forti kingmaker, come Ratzinger a Ruini. Ma più nessun vero papabile. Sempre più solide, invece, le chance di un candidato latinoamericano. Con in testa ai pronostici il cardinale Claudio Hummes, arcivescovo di San Paolo del Brasile. È per questa soluzione anche il blocco dei cardinali degli Stati Uniti: nazione dove i cattolici sono in misura crescente di origine e di lingua ispanica.
E’ andata proprio così: prima Ratzinger, e poi Hummes, grande elettore di bergoglio, oggi leader del sinodo panteista
Marco Tosatti
SCHÖNBORN VUOLE SALVARE IL MONDO. PG GLI CHIEDE DI SALVARE LE ANIME.
Carissimi Stilumcuriali, il cardinale arcivescovo di Vienna, Christoph Schönborn ha rilasciato al Corriere della Sera un’intervista di piglio molto ecologico. La potete leggere a questo link. Pezzo Grosso, che come sapete è molto attento su questa materia, ci ha inviato un suo commento. Da cui il porporato viennese, prima ratzinger iano di ferro e ora bergoglista turbo non esce benissimo…ma forse se lo merita, ed è anche poco, visto le acque in cui affonda la Chiesa austriaca, e quella della capitale in particolare. Buona lettura.
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Caro dottor Tosatti, sul Corriere di oggi (ieri per chi legge, N.d.R.) è apparsa una intervista al domenicano card. Chris Schönborn arcivescovo di Vienna, dal titolo “Conversione ecologia per salvare il mondo“. All’inizio il porporato cita il “grande” climatologo Schellnhuber che ha detto al Sinodo: “L’evidenza scientifica è che la distruzione della foresta amazzonica è la distruzione del mondo!”.
Mon Dieu!
Potrebbe dimostrarlo davvero scientificamente?
Mi è venuto da ridere, ma sono andato avanti.
Vediamo ora che dice il nostro amico Schönborn, grande ratzingeriano ai tempi di Benedetto e bergogliano il giorno dopo il conclave di marzo 2013, pertanto esperto massimo di “conversioni”, immediate.
In sintesi dice che l’uomo da solo non ha la forza per evitare la distruzione del pianeta.
E allora? mi son chiesto. Schönborn comincia dando la formula di Papa Francesco, per riuscire nell’alto compito: <la conversione ecologica, culturale, sociale, pastorale…>.
Poi deve aver avuto un raptus, e ha aggiunto qualcosa di suo, non di Bergoglio, spiegando cosa è la quarta conversione (quella pastorale. Immaginavo si riferisse alla prassi). Schõnborn spiega che questa conversione è <al senso di Cristo, alla Sua Croce e Resurrezione> e spiega che senza questa non avremo la forza di cambiare vita.
Bene, mi son detto, adesso quindi ha smentito il Sinodo stesso e Bergoglio e sta scatenando un conflitto mondiale post Sinodo Amazzonico.
Smentisce il Sinodo, che si fonda sullo slogan: <PER UNA CHIESA DAL VOLTO AMZAZZONICO>; attenzione non: <PER UN’AMAZZONIA DAL VOLTO CATTOLICO> (qui va a finire caro Chris, che lei fa arrabbiare qualcuno vicino al Papa…).
Smentisce Bergoglio che, di fatto, dice che non si deve convertire nessuno; anzi che la chiesa deve uscire, non insegnare, ma ascoltare e imparare.
Poi mi son chiesto: chissà a quale senso di Cristo, Croce e Resurrezione, avrà mai pensato Schõnborn?
Lo chiedo perché la teologia di Bergoglio, assimilata da quella di Kasper, a sua volta assimilata da Karl Rahner, spiega che i dogmi e la dottrina evolvono nel tempo secondo la realtà e persino la Genesi va reinterpretata.
Poi siccome siam tutti salvi per natura umana, i Sacramenti sono inutili. Non vado oltre commentando la “battuta” fatta a Scalfari sulla natura umana di Cristo.
Ma la domanda che farei a Schõnborn è la seguente: – Se da soli non riusciremo mai a frenare la distruzione del pianeta e dobbiamo convertirci (anche) a Cristo, ora che cosa pensa di fare?
Convertire Greta? Trump, Clinton, Macron, XI Jinping?
Lo ha detto lei, caro Cardinale, chiaramente: dobbiamo (anche) convertirci a Cristo per salvare il pianeta!
Provi ora a dirlo, per esempio, a Jeffrey Sachs davanti a Bergoglio!
Ma vuole far scoppiare una nuova guerra di religione, caro card. Schõnborn!
Concludo questa analisi ironica di una intervista completamente squilibrata (troppa birra bianca viennese?), ricordando la citazione che il cardinale Schõnborn fa di una frase del profeta Geremia (VII sec. A.C.): <…andiamo dritti verso il disastro, convertitevi, cambiate vita, c’è ancora tempo!>.
E bravo Schõnborn!
Mi permetta di ricordare un altra dichiarazione di Geremia,23: “MALEDETTI I PASTORI CHE DISTRUGGONO E DISPERDONO LE PECORE…ecc. “.
Dopo queste parole i grandi sacerdoti lo imprigionarono.
PG
Marco Tosatti
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