Glastonbury, dove si formano le sacerdotesse della Pachamama
Su Internet è facile imbattersi in preghiere alla Madre Terra, compresa una che scimmiotta e offende il Padre Nostro, attribuita all’argentina Sandra Ramón, che si definisce «sacerdotessa di Avalon». Luogo che, secondo la leggenda, corrisponderebbe alla città inglese di Glastonbury, culla del cristianesimo britannico e trasformatasi nei secoli in centro di propagazione di studi di genere, magia e culti pagani, incluso quello alla Pachamama.
Nelle ultime settimane si è molto discusso a proposito della cosiddetta “Pachamama”, la “Madre Terra”, venerata e adorata dai popoli dell’Amazzonia. Si è discusso se le immagini di legno raffiguranti una donna gravida, portate a Roma in occasione del Sinodo sull’Amazzonia da una delegazione indigena, rappresentino la stessa “Pachamama”, la vita, la maternità o - addirittura - la Vergine Maria raffigurata coi tratti somatici e coi costumi tipici di una donna india.
Le discussioni (a suon di articoli e di proclami ufficiali non sempre allineati, spesso contraddittori) si sono accese dopo il controverso episodio del “ratto delle pachamamas” condannato fermamente da papa Francesco che ha chiesto perdono a chi si fosse sentito offeso dall’oltraggio inflitto alle statue amazzoniche. A difesa della tradizione e della venerazione della Madre Tierra, sono intervenuti giornalisti e teologi, alcuni chiamando in causa (a sproposito) il santo inglese John Henry Newman, altri parlando di inculturazione di simboli pagani e ricollegandosi agli albori del cristianesimo o alle esperienze dei primi missionari in terre asiatiche o africane.
Forse sarebbe stato necessario (e auspicabile nel contesto di un “mese missionario” passato completamente in sordina a causa del Sinodo sull’Amazzonia) approfondire le radici di un culto locale che facilmente sfocia in espressioni e credenze in netto contrasto con la fede cristiana. Un processo di inculturazione della fede in terra di missione (nello specifico in terra sudamericana) può forse esimersi dal compito di correggere le storture presenti nei culti locali per puro rispetto umano, per paura di ferire i sentimenti dei nativi o di apparire eccessivamente “impositivo” nell’annuncio del Vangelo e nella proposta della fede cristiana?
Girando su Internet è facile imbattersi in immagini, preghiere e rituali alla Madre Terra che difficilmente potrebbero venir accolte dalla fede cristiana senza le dovute precisazioni o correzioni. In questo senso sono molti i testi (destinati alla preghiera personale o alle cerimonie comuni del mese di agosto, “mese della Pachamama”) che presentano non poche difficoltà per i credenti cristiani.
Basti vedere la preghiera alla Pachamama composta da una nota sciamana (strega, maga… a seconda di come si definisce o viene definita), di cui è molto facile reperire materiale e informazioni su Internet. In questa preghiera (una libera interpretazione, per non dire un plagio, del Padre Nostro) la Pachamama è adorata come una divinità, una “dea”, che ha creato il mondo e che se ne prende cura; padrona del mondo, guida per gli uomini, questa dea ascolta le preghiere e… perdona e assolve chi sbaglia.
La preghiera, oltre che offensiva nei confronti della più importante preghiera cristiana, l’unica insegnata da Gesù nella sua vita pubblica, è in netto ed evidente contrasto con l’insegnamento biblico e teologico, in contrasto con la Genesi e con l’idea di Dio trasmessa dallo stesso Gesù Cristo, dagli Apostoli e in duemila anni di Chiesa Cattolica. Ecco il testo tradotto in italiano (maiuscole come nell’originale):
Madre Nostra che sei nella Terra
sulla quale viviamo e ci muoviamo e otteniamo il nostro Essere.
Siano lodati i tuoi Mille Nomi Sacri
Te onoriamo e te serviamo
impegnandoci nuovamente ad essere Guardiani della tua Natura
amando e conservando tutto quello che Tu hai creato.
Dacci oggi come sempre i frutti della tua generosità.
Perdona le nostre colpe
come noi perdoniamo agli altri
e a noi stessi per i nostri errori.
Guidaci nel nostro Viaggio attraverso la Vita
su questo tuo bel pianeta.
Proteggici da ogni male e pericolo.
Perché questo è il tuo mondo.
Riflesso della tua Bellezza e Abbondanza.
Nei Secoli dei Secoli.
Benedicici, Santa Madre e sii Benedetta
Per tutta l’Eternità
La preghiera viene attribuita all’argentina Sandra Román che si definisce «sacerdotessa di Avalon, scrittrice, ricercatrice, artista, istruttrice di kundalini e yoga, addestratrice, lettrice di tarocchi e terapista di vite passate… una donna rinascimentale!».
Autrice di numerosi libri (come “Dee e sciamane”, “I rituali della dea: altari, incantesimi e meditazioni”, “Da Avalon alla croce del sud”, “Dee nella tua vita quotidiana”, “La benedizione del Graal”) e di carte-tarocchi (dove si trova anche la carta di “Pachamama, Nostra Madre Terra” e quella di Maria Maddalena “sacerdotessa della grande Dea”), Sandra Román è molto attiva sui social dove conduce numerose sessioni di addestramento, conferenze, corsi e seminari a distanza, per formare nuove sacerdotesse o semplicemente per condurre le persone all’equilibrio spirituale e a camminare “sulla via delle dee”.
Sandra Román è stata formata e iniziata come “sacerdotessa di Avalon” a Glastonbury, in Inghilterra, “durante l’Equinozio di Autunno del 2000”. Gli amanti del genere fantasy e i cultori del mondo della magia considerano Avalon un’isola leggendaria (chiamata anche “Isola delle mele”) ormai scomparsa. Si dice che l’isola sorgesse nei pressi dell’attuale città di Glastonbury. Proprio questa città (situata a 45 km a sud di Bristol) è considerata la culla del cristianesimo britannico; a Glastonbury sorgeva una maestosa abbazia medievale la cui costruzione risale all’VIII secolo dopo Cristo. Secondo la tradizione fu costruita sul luogo dove lo stesso Giuseppe d’Arimatea fondò la prima chiesa in terra britannica nel I secolo d.C. Colpita da un incendio nel 1184 e ricostruita e riconsacrata dai benedettini, la celebre abbazia (che secondo la leggenda ospitava le spoglie del Re Artù e di sua moglie) venne definitivamente distrutta nel 1539 dalla furia iconoclasta del re Tudor, Enrico VIII, autoproclamatosi capo supremo della chiesa inglese col suo Atto di Supremazia che separò l’Inghilterra da Roma e costò la vita al vescovo John Fisher, a Tommaso Moro e molti altri cristiani fedeli alla tradizione e al papa. Si legge nel sito dell’abbazia:
Nel 1536, in Gran Bretagna, durante il 27 ° anno del regno di Enrico VIII c'erano oltre 800 monasteri e conventi. Nel 1541 non ce n'era neanche uno. Più di 10.000 monaci e monache furono dispersi e gli edifici sequestrati dalla Corona per venire venduti o affittati a nuovi occupanti laici. L'abbazia di Glastonbury fu una delle principali vittime di questa azione da parte del re, durante lo sconvolgimento sociale e religioso noto come Dissoluzione dei monasteri.
Oggi Glastonbury, da centro spirituale del cristianesimo inglese e scenario della più furente persecuzione e del martirio di molti cristiani, è diventato luogo di culto pagano alle “dee” di Avalon, sede di scuole di magia dove vengono addestrate e “consacrate” sacerdotesse come l’argentina Sandra Román che oggi da Buenos Aires proclama il suo credo nella Dea Madre, creatrice e padrona del mondo, che identifica con la Pachamama. Avalon è oggi un vivace centro di spiritualità pagana, dove magia bianca e magia nera si mescolano e dove numerosi sciamani, maghi e aspiranti tali si riuniscono per partecipare a corsi di formazioni, riti iniziatici e atti di culto a divinità femminili.
Ad Avalon/Glastonbury si è formata anche l’italiana Anna Bordin, anche lei “Sacerdotessa della Dea e di Avalon”, fondatrice del Cerchio Italiano di Avalon e presidentessa in carica dell’Unione Comunità Neopagane. A Glastonbury hanno studiato molte donne che guidano l’associazione “Il tempio della Dea”, con diverse sedi nel territorio italiano: tra i loro scopi ci sono: la decostruzione della società patriarcale, il ritorno a una società che promuove una tradizione matricentrica e il culto femminile, incentivare gli studi di genere, approfondire la conoscenza delle culture indigene, la difesa e il rispetto dell’ambiente e degli animali come beni appartenenti alla Dea.
Se è certamente curioso che nel luogo più sacro dell’Inghilterra cristiana sorga oggi un centro internazionale di culto a divinità pagane e in particolare alla cosiddetta “Dea Avalon” (ma sappiamo che il demonio scimmiotta Dio e gioca a capovolgere tutto ciò che è “dritto”) è altrettanto curioso che in questa scuola si addestrino e si consacrino delle donne al ruolo di sacerdotesse e che queste sacerdotesse sentano il dovere di diffondere nel mondo il culto alla Dea Madre, che tutto ha creato e che tutto governa, la Madre Terra, altrimenti conosciuta come “Pachamama”.
È lecito domandarsi se si tratta proprio della stessa Pachamama portata trionfalmente a Roma e introdotta nei Giardini Vaticani e nella Basilica di San Pietro, centro spirituale del cristianesimo, in occasione del Sinodo sull’Amazzonia, mentre sono in tanti a parlare della Madre Terra come una realtà spirituale degna di onore e di rispetto e – allo stesso tempo – a chiedere ministeri ordinati per donne anche nella Chiesa Cattolica.
Pachamama, Madre Terra, sacerdotesse, sacro rispetto per la natura… tutti temi sui quali si è molto discusso in queste ultime settimane anche in campo cattolico. Da parte della Chiesa (che è Mater et Magistra), distinguere, chiarire, spiegare, sono atti di carità sia nei confronti di chi – anche fosse di buona volontà – per ignoranza segue un percorso spirituale lontano dalla Verità rivelata, sia nei confronti di chi – da parte cattolica – assiste, senza comprenderne il significato e non senza scandalo, a prostrazioni, incensazioni e processioni (partecipate anche da religiosi, sacerdoti e vescovi) in onore di una figura femminile da molti considerata una dea creatrice e provvidente che nulla ha da spartire con la fede in Nostro Signore Gesù Cristo.
Miguel Cuartero
- GLI IDOLI E L'INSEGNAMENTO DEL NABUCCO, di Massimo Scapin
https://lanuovabq.it/it/glastonbury-dove-si-formano-le-sacerdotesse-della-pachamama
LIMA, CATTEDRALE, IN PROCESSIONE PREGANDO LA PACHAMAMA. UN ECZEMA.
Il culto della Pachamama si sta spargendo come un eczema all’interno della Chiesa cattolica. Qualche giorno fa un’amica ci aveva mandato il foglietto della preghiera pronunciata a Verona.
Poi c’è stata in un altro luogo dell’Italia il testo ben preparato e impaginato.
Delle Pachamama romane avete letto e sentito a volontà…E uno dei maggiori esponenti dei coricanti (corifei e sicofanti, N.d.R.) cercava di giustificare le prostrazioni così:
“Nessuno si è inchinato a statue idolatriche. Erano dei cattolici amazzonici che pregavano la Madre Terra. Le statuette la canoa ecc. erano là perché sono simboli della loro cultura”.
E non senza logica il suo interlocutore gli ha fatto notare che pregare la Madre Terra è esattamente quello che possono fare pagani e idolatri, non dei cattolici…
§§§
Ma adesso ci mandano da Lima un video, in cui si vede come nella cattedrale si cammini processionalmente invocando la Pachamama. “Madre mia, pachamama”. Ma no, tranquilli, non ci sono intenzioni idolatriche.
Quello che stupisce è che poi esistano persone – non faccio nomi, ma i frequentatori di questo blog possono capire facilmente – così supide, o così faziose, da affermare che la colpa del disagio e della confusione è di coloro che ne parlano, e non dei responsabili e della gerarchia che non mette un punto fermo a questi gesti, parole e opere che confondono e feriscono la fede dei piccoli.
Marco Tosatti
29 Ottobre 2019 44 Commenti --
Ecco perché la vera voce del popolo amazzonico è stata disprezzata dai padri sinodali
Cari amici di Duc in altum, il documento finale del sinodo pan-amazzonico sostiene di parlare a nome dei popoli di quella regione, ma non è così. Ne è prova il testo che vi propongo, elaborato dall’Istituto Plinio Corrêa de Oliveira sulla base di un sondaggio fatto tra migliaia di residenti amazzonici. Quella che traspare dal documento finale del sinodo non è la voce del popolo amazzonico, ma una visione ideologica e politica svincolata dalla realtà.
A.M.V.
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Il 4 ottobre, alla vigilia dell’apertura dell’assemblea speciale del sinodo dei vescovi per la regione pan-amazzonica, rappresentanti dell’Istituto Plinio Corrêa de Oliveira (IPCO) hanno ufficialmente consegnato alla segreteria del sinodo una Richiesta ai padri sinodali: per un’Amazzonia cristiana e prospera (e non una immensa “favela verde” divisa in ghetti tribali).
Il documento recava le firme di oltre 20 mila residenti dell’Amazzonia brasiliana e peruviana, raccolte da giovani volontari dell’IPCO durante le vacanze scolastiche, in campagne pubbliche sulle strade delle principali città amazzoniche.
Nessuna delle richieste rispettosamente formulate da questa popolazione amazzonica è stata recepita dal documento finale dell’assemblea sinodale, mentre sono state accolte le rivendicazioni di ambienti internazionali promotori della psicosi ambientalista e di una minoranza di militanti indigenisti portati a Roma dalla Rete panamazzonica (REPAM).
L’influenza di tale lobby ideologico-propagandistica viene riconosciuta subito nel primo paragrafo dello stesso documento finale, in cui i padri sinodali si compiacciono per la “notevole presenza di persone provenienti dal mondo amazzonico che hanno organizzato atti di sostegno in diverse attività” e per la “massiccia presenza dei media internazionali” (n.1).
Mentre i firmatari della petizione dell’IPCO avevano chiesto al sinodo di “ringraziare Dio per l’evangelizzazione dei missionari e per l’azione civilizzatrice dei colonizzatori che hanno portato i benefici del progresso” (Petizione n. 1), i padri sinodali hanno ritenuto di dover denunciare “la colonizzazione militare, politica e culturale” motivata dalla “avidità e dall’ambizione dei conquistatori” (n. 15), hanno ritenuto negativa “l’influenza della civiltà occidentale” (n. 14) e, peggio ancora, hanno dichiarato che “spesso l’annuncio di Cristo è stato fatto in collusione con i poteri che hanno sfruttato le risorse e le popolazioni oppresse” (n. 15), il che è assolutamente contrario alla verità storica ed è una ingiuria nei confronti degli eroici missionari che, secondo Papa Pio XII, hanno compiuto una epopea della Fede senza pari, dopo la fondazione della Chiesa.
Inoltre i padri sinodali hanno praticamente rinunciato a convertire i nativi ancora pagani dichiarando che “il dialogo ecumenico, interreligioso e interculturale deve essere assunto come un modo indispensabile della evangelizzazione” (n. 24) e che la Chiesa deve operare su se stessa una “conversione culturale”, limitando l’annuncio della buona novella all’ “essere presenti, rispettare e riconoscere i loro valori, vivere e praticare l’inculturazione e l’interculturalità” (n. 41). I padri sinodali sono categorici nel proposito di abbandonare la missione tradizionale: “Rifiutiamo un’evangelizzazione di stile colonialista. Annunciare la buona novella di Gesù implica riconoscere i germi della Parola già presenti nelle culture. L’evangelizzazione che oggi proponiamo per l’Amazzonia è l’annuncio inculturato che genera processi interculturali” (n. 55).
Invece di ascoltare il “grido di angoscia per il pericolo che l’Amazzonia si trasformi in una immensa favela verde” (Petizione IPCO, n. 5), i padri sinodali, intervenendo in modo improprio su questioni di natura scientifica per le quali mancano di qualsiasi mandato divino e competenza tecnica (il che rappresenta una chiara manifestazione di “clericalismo”), hanno erroneamente dichiarato che la deforestazione “è vicina a quasi il 17 % della foresta amazzonica totale e che minaccia la sopravvivenza dell’intero ecosistema” (n. 11); che “la regione amazzonica è essenziale per la distribuzione delle precipitazioni nelle regioni del Sud America” (n. 6) e che “è urgentemente necessario lo sviluppo di politiche energetiche che riducano drasticamente l’emissione di anidride carbonica (CO2) e altri gas legati ai cambiamenti climatici” (n. 77).
Inoltre il documento finale parla di una presunta “drammatica situazione di distruzione che colpisce l’Amazzonia”, che si troverebbe “in una corsa sfrenata verso la morte”, provocando così “la scomparsa del territorio e dei suoi abitanti, in particolare delle popolazioni indigene” (n. 2), risultato della “appropriazione e privatizzazione di beni naturali” e di quelli che vengono chiamati “mega-progetti non sostenibili”, ovvero “progetti idroelettrici, concessioni forestali, disboscamento massiccio, monocolture, infrastrutture viarie, infrastrutture idriche, ferrovie, progetti minerari e petroliferi” (n. 10), frutto del “modello economico di sviluppo predatorio ed ecocida” (n. 46) e dell’ “estrattivismo predatorio che risponde alla logica dell’avidità, tipica del paradigma tecnocratico dominante” (n. 67).
Per i padri sinodali, al contrario, è necessaria una “una conversione ecologica individuale e comunitaria che salvaguardi un’ecologia integrale” (n. 73), attraverso l’adozione di “una vita semplice e sobria” (n. 17) e “modificando le nostre abitudini alimentari (consumo eccessivo di carne e pesce/frutti di mare) con stili di vita più sobri” (n. 84).
Invece di “ripudiare con energia le ideologie neo-pagane” che diffondono “un concetto deformato di rispetto della natura” (Petizione IPCO n° 2), il documento finale del sinodo afferma la necessità della preservazione “dei fiumi e delle foreste, che sono spazi sacri, fonte di vita e di saggezza” (n. 80) e che la vita delle comunità amazzoniche “si riflette nelle credenze e nei riti sull’azione degli spiriti della divinità, chiamati in innumerevoli modi, con e nel territorio, con e in relazione alla natura” (n. 14). Al contempo, il “buon vivere” dei popoli indigeni (sic!), sarebbe caratterizzato da una esistenza “in armonia con se stessi, con la natura, con gli esseri umani e con l’essere supremo, poiché c’è un’intercomunicazione tra tutto il cosmo, dove non ci sono né escludenti né esclusi (…).Tale comprensione della vita è caratterizzata dalla connessione e dall’armonia dei rapporti tra acqua, territorio e natura, vita comunitaria e cultura, Dio e le varie forze spirituali” (n. 9).
Anziché “rifiutare l’utopia comuno-tribalista” della Teologia della liberazione (Petizione IPCO, n°3), i padri sinodali hanno dichiarato che “la teologia india, la teologia dal volto amazzonico e la pietà popolare sono già ricchezze del mondo indigeno, della sua cultura e spiritualità” (n. 54) e che “ecoteologia, teologia della creazione, teologie indie, spiritualità ecologica” devono essere incluse nei contenuti accademici di formazione per un sacerdozio con volto amazzonico (n. 108).
L’Istituto Plinio Corrêa de Oliveira si rammarica del fatto che, invece di chiedere alla Santissima Vergine di preservare l’unità cattolica e la vocazione delle nazioni amazzoniche, i padri sinodali siano stati molto più sensibili agli effluvi preternatuali emanati dalla figura della Pachamama presente nell’aula sinodale e nelle cerimonie di culto idolatrico celebrate in suo onore nei giardini del Vaticano e nella chiesa di Santa Maria in Traspontina e che abbiano ignorato il profondo choc causato ai fedeli di tutto il mondo da tutto ciò, senza dire nemmeno una parola per deplorarlo inequivocabilmente.
L’IPCO auspica che, nella già annunciata esortazione apostolica post-sinodale, Papa Francesco rifiuti gli errori sopra denunciati, così come la vera e propria rivoluzione ecclesiologica sollecitata dal documento finale del sinodo, con le relative proposte di concedere numerosi ministeri ecclesiali ufficiali e a turno a laici di entrambi i sessi, di aprire i ministeri del lettorato e dell’accolitato alle donne e di autorizzare l’ordinazione sacerdotale dei capi delle comunità sposati.
San Paolo, 30 ottobre 2019
https://www.aldomariavalli.it/2019/10/30/ecco-perche-la-vera-voce-del-popolo-amazzonico-e-stata-disprezzata-dai-padri-sinodali/
Quale impressione hanno ricavato i Cristiani non Cattolici dal Sinodo dell’Amazzonia? Sui social sono apparse molte testimonianze di sconcerto da parte di convertiti al Cattolicesimo che hanno visto con dispiacere se non con vergogna, l’utilizzo delle statuine “indigene” all’interno di liturgie durante il Sinodo per culti mai ben spiegati. Il giornalista di Peter One Five ha raccontato con un tweet la testimonianza di un uomo che, ad un passo dal riuscire a ricondurre la sorella nel seno della Chiesa aveva visto annientato il suo tentativo a causa del Sinodo, e ha ricevuto molte altre risposte amareggiate.
Il noto scrittore Rod Dreher, Ortodosso statunitense autore de l’Opzione Benedetto, ci dice la sua impressione con questo articolo sul sito The American Conservative.
(introduzione e traduzione a cura di Annarosa Rossetto)
Bene, per la Messa finale del Sinodo amazzonico di papa Francesco nella Basilica di San Pietro non c’erano le statuine di pachamama. Siamo grati per questo, suppongo. Tuttavia, ciò che è accaduto questo mese a Roma fa presagire una vera rivoluzione nella Chiesa cattolica. Il giornalista vaticano Marco Tosatti, sul suo blog (in italiano), scrive:
Così, l’ha fatto di nuovo. Ma questa volta con ancora maggiore arroganza della precedente. In poche parole: ha organizzato un sinodo locale – che avrebbe dovuto svolgersi localmente, per esaminare localmente eventuali problemi locali di una situazione che coinvolge pochi milioni di fedeli sul miliardo e trecento milioni dell’orbe terracqueo – per far passare come la punta del cuneo cambiamenti che verranno afferrati rapidamente da vescovi interessati qui e là, ovunque, e che non sarebbero stati approvati se fossero stati sottoposti all’esame di un “vero” sinodo mondiale.
Tosatti afferma che il sinodo è stato finanziato dai vescovi tedeschi, che vogliono vedere questi cambiamenti. E ora, dice Tosatti, entro la fine dell’anno i cattolici vedranno Francesco confermare tutto ciò che il Sinodo ha approvato. Tosatti termina con queste parole:
Chiudiamo con quello che scrive un sacerdote, già anglicano e ora cattolico, a commento del Sinodo: “Per la prima volta dopo la mia conversione alla fede cattolica, non credo che se fossi un anglicano ora mi sarei preso la briga di convertirmi. Non fraintendetemi, non tornerei mai più all’anglicanesimo … ma non credo che se fossi un anglicano ora vedrei il punto di essere cattolico. Al momento la Chiesa cattolica sta semplicemente offrendo ciò che gli anglicani stavano promuovendo 20 anni fa … poco prima che collassassero … è imbarazzante”.Eh sì, è imbarazzante, Santità. E anche tragico.
Mi chiedevo se quel prete anglicano diventato cattolico potesse essere stato padre Dwight Longenecker. Ho cercato sul suo blog la sua interpretazione di Pachamama. Non contiene le righe citate da Tosatti, ma p. Longenecker dice questo su quello che chiama “il problema Pachamama” :
Le statue erano in realtà idoli che rappresentano la dea madre terra Pachamama. È venerata con rituali pagani in tutto il Sud America. Il modo in cui la adorano è pagano. Le presentano offerte, accendono candele e fanno preghiere a lei chiedendo protezione, prosperità, pace e buona fortuna. Il rituale nel giardino del Vaticano e in Santa Maria Transpontina mostrava tutte le prove delle cerimonie pagane. Ciò è in diretta contraddizione con la fede cattolica e avrebbe dovuto essere corretto ed escluso da una chiesa cattolica. Se le cerimonie non fossero pagane nelle loro intenzioni e nella loro pratica, avrebbero dovuto essere forniti chiarimenti e spiegazioni in modo che i fedeli che non capiscono la cultura amazzonica non sarebbero scandalizzati.
Questo è ciò che il biografo inglese di Papa Francesco ha detto:
Nobody bowed down to idolatrous statues. They were Amazonian Catholics praying to Mother Earth. The statuettes, the canoe, etc. were there because they are symbols of their culture. Call me a liar again, and you’re blocked.
176 utenti ne stanno parlando
trad: “Nessuno si è prostrato a venerare idoli. Erano Cattolici amazzonici che pregavano la Madre Terra. Le statuine, la canoa, ecc. erano là perché sono simboli della loro cultura. Datemi ancora del bugiardo e verrete bloccati”
“Pregavano la Madre Terra”? Così vi suona meglio? È sempre idolatria.
Se Francesco adotterà formalmente ciò che il Sinodo dell’Amazzonia ha approvato – sulle donne diacono, sull’ordinazione sacerdotale di uomini sposati e, soprattutto, sull’adozione di un nuovo rito liturgico amazzonico che incorpori la spiritualità locale (che può significare solo sincretismo del tipo della Santa Pachamama) – allora questo Papa avrà fatto un regalo spettacolare agli Evangelici e ai Pentecostali dell’America Latina. Non con le donne diaconi e i sacerdoti sposati, ma con il sincretismo.
Sabato sera dopo i vespri nella mia parrocchia ortodossa, il nostro sacerdote ha parlato di San Demetrio, uno dei santi più amati nella chiesa orientale, di cui era la festività. (È anche un santo occidentale, come lo sono tutti i santi pre-scisma.) San Demetrio era un alto funzionario militare romano che si convertì al cristianesimo e che portò alla fede un gran numero di pagani.Fu imprigionato e infine ucciso all’inizio del IV secolo per ordine dell’Imperatore. Ascoltando il nostro sacerdote parlare della vita e della morte da martire di San Demetrio, mi chiedevo come i cattolici possano tenerlo insieme con ciò che oggi sta facendo questo sincretizzante successore di San Pietro.
Non ho mai preso in considerazione di tornare all’ovile di Roma, che ho lasciato nel 2006, anche se ho sentito forte il dolore della separazione quando sono stato a Norcia e in compagnia di cari amici cattolici. Come sanno i miei abituali lettori, venero Benedetto XVI e lo considero addirittura il secondo Benedetto dell’Opzione Benedetto. Ho sempre pensato a me stesso come una persona all’opera, in qualunque modo pur piccolo io possa fare, per la riconciliazione tra Roma e l’Oriente ortodosso.Ho sempre pensato che sia improbabile prima della Parusia, ma noi possiamo almeno impegnarci per raggiungere l’obiettivo di riconciliare i fratelli, no?
Lavorerò ancora per costruire ponti, ma dopo quello che Francesco ha fatto questo mese, sono certo che non c’è assolutamente modo in cui l’Oriente ortodosso possa mai tornare in unione con Roma. Il sincretismo amazzonico in mostra a Roma, benedetto da questo Papa, è un anatema assoluto per gli ortodossi. Mi spezza il cuore vederlo per via dei Cattolici che conosco e amo, e perché come uomo che vive e ama l’Occidente, ho creduto a lungo che il destino di questa civiltà dipende dalla forza e dalla stabilità del Chiesa Cattolica. La crisi della Chiesa Cattolica non riguarda soltanto i Cattolici.
Mi chiedo, tuttavia, che effetto avrà sull’evangelizzazione cattolica in questo Paese. Se Roma fosse diretta a Canterbury, come sembra, chi la considererebbe un approdo sicuro? A tale proposito, Francesco ha probabilmente fatto un favore non solo agli Evangelici, ma anche alle Chiese Ortodosse. Qualunque altro problema abbiano gli Evangelici o noi Ortodossi, non ci saranno preghiere alla Madre Terra nei nostri templi. Ciò che Francesco ha permesso e benedetto a Roma questo mese è qualcosa che sembra un sogno delirante di Jack Chick (noto fumettista evangelico americano, ndt) – ma che invece è successo davvero.
E permettetemi di chiarire: e anche se le chiese ortodosse e alcune chiese evangeliche (e conservatrici riformate e conservatrici luterane) potrebbero vedere aumentare il loro numeri a causa di Cattolici delusi che cercano un’altra dimora, non conosco un solo Protestante o Ortodosso che trovi piacere nel guardare quello scandaloso spettacolo di Pachamama visto a Roma lo scorso mese. Una cosa è essere in disaccordo sul sacerdozio uxorato, sul diaconato femminile o su qualsiasi altra cosa seria che separa le nostre comunioni. Ma questo? Questo chiaro paganesimo, benedetto dal pontefice romano e portato nella Basilica di San Pietro, e successivamente installato in un altare laterale in una parrocchia di Roma – sembra che il nemico abbia sfondato la cinta di una città fortificata e stia dilagando.
Per capire dove sta andando a parare tutto questo, date un’occhiata alla storia di “Sister Jaguar”, un’anziana suora domenicana americana di nome Judith Bisignano. È andata nella giungla ecuadoriana, ha visto un giaguaro nero, ha presa l’ayahuasca e … beh, lasciamolo dire al lei:
“Mentre riposa su un terreno sacro sotto il baldacchino di un universo pieno di stelle, Pachamama (Madre Terra) mi ha invitato a prendere il mio posto nella sua rete di vita che è iniziata con la prima esplosione del Big Bang.Sapevo di essere stata chiamata a fondere la mia storia di perdono in una nuova storia della creazione. Sapevo che dovevo vivere e dire la mia verità.”
Ha scritto una preghiera a Pachamama, che include queste fantastiche frasi:
“Pachamama, celebro il cambio; il cambiamento radicale che sta emergendo nella coscienza umana. Questa trasformazione trascende i confini nazionali, culturali e religiosi e crea un terreno comune per l’emergere di una singola comunità terrestre. Mentre allungo la mia visione e immaginazione, vedo che sono collegata ad una famiglia molto più grande di quanto avessi mai immaginato possibile. Questa nuova comunità sfida i miei vecchi modi di percepire la coscienza e mi dà nuove visioni che includono tutte le persone, tutta la creazione e l’intero universo.”
“Sister Jaguar” è una suora radicale che si è sparata l’ayahuasca ed è diventata del tutto una nativa. Mi direte: la chiesa che Papa Francesco sta creando è più compatibile con la spiritualità di Suor Giaguaro o con la fede di un piccolo ordine di monache francesi conservatrici? Roma ha distrutto un piccolo ordine francese all’inizio di quest’anno, facendo andare via 34 suore perché erano troppo tradizionaliste … ma Pachamama trionfa nel cuore del Vaticano.
Imbarazzante, sì … ma anche tragico. Non c’è bisogno di un meteorologo per sapere da che parte soffia il vento a Roma.
Concluderò con questo. Il blogger cattolico conservatore padre John Zuhlsdorf scrive che si aspetta che arrivino presto gravi conseguenze spirituali. Attingendo all’esplicito rimprovero che il vescovo Athanasius (nome davvero appropriato) Schneider ha indirizzato al Vaticano per questa idolatria, padre Z confronta il disastro di Pachamama con l’episodio del vitello d’oro in Esodo 32, che ebbe ripercussioni terribili per gli Israeliti infedeli e idolatri. Estratto:
Ecco il punto: cose gloriose e orribili derivano dal culto dell’idolo e dal rovesciamento della falsa religione.Ripeterò quello che ho scritto prima.Dio ci ha scelti prima della creazione dell’universo per vivere in QUESTI giorni. È un onore essere testimoni delle cose folli che stanno avvenendo. Ma spetta ora a tutti noi allacciare l’armatura spirituale che Dio offre e prendere posto nelle fila della Chiesa militante di cui siamo membri.Rivedi il tuo stato di vita. Apporta correzioni se devi.Fai buon uso dei sacramenti.Aumenta le mortificazioni e gli atti di riparazione.Rivedi la tua fede e sii pronto a dare ragione di ciò in cui credi.Sii attraente, sii gioioso e sii fiducioso.Se qualcosa di veramente terribile deriverà alla Chiesa da ciò che stiamo vedendo, sappi che Cristo Re e Maria, Regina del Cielo, trionferanno.Sii dalla parte vincente, anche se costa caro.Serriamo i ranghi come mai prima d’ora di fronte alle sfide interne ed esterne che verranno.
AGGIORNAMENTO: Ecco l’ex prete anglicano, ora cattolico:
At the moment the Catholic Church is simply offering what Anglicans we’re promoting 20 years ago... just before they collapsed.... it’s embarrassing.
105 utenti ne stanno parlando
trad: Ok. Io (come semplice prete) posso fare ben poco per ciò che sta accadendo oggi nella Chiesa …. chi sono io? Ma per quello che vale denuncio con forza e rifiuto con forza di accettare l’idolatria che ho visto al Sinodo dell’Amazzonia … anche se era “non intenzionale”.
Al momento la Chiesa cattolica sta semplicemente offrendo ciò che gli anglicani stavano promuovendo 20 anni fa … poco prima che collassassero … è imbarazzante.
AGGIORNAMENTO nr.2: Un lettore ortodosso mi ricorda che noi ortodossi statunitensi non siamo nella posizione di sentirci trionfalisti:
“Credo che tu sia una parrocchia ortodossa composta in gran parte da convertiti molto seri e impegnati in una forma tradizionale di fede.Quello che dici di quelle parrocchie è abbastanza corretto, credo.Ma potremmo anche essere nei guai in questo paese. In molte parrocchie c’è parecchia agitazione per riforme simili, in particolare per avere donne sull’altare. Credo che succederà in molte parrocchie nei prossimi 10 o 20 anni.L’unica cosa che la ferma è il fatto che le sedi patriarcali di queste chiese sono in culture più tradizionali, e straniere. Quindi per ora non si può spingere molto avanti..Ma come hai detto una volta, il problema degli Ortodossi in America è che siamo Americani.”
Ha poi continuato dicendo che senza i patriarchi stranieri (che non sono sotto la giurisdizione della Chiesa Ortodossa Americana), l’Ortodossia in America si trasformerebbe in una forma esotica di episcopalismo.
Di Annarosa Rossetto
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