Burke: «Evangelizzare non è proselitismo. La Chiesa urge testimoni»
Il cardinal Burke sulla missione della Chiesa oggi: «Noi nella Chiesa abbiamo tutto quello che è bene per il mondo e dobbiamo testimoniare questo Bene nel mondo. L'evangelizzazione è nostro dovere, gli altri rimangono liberi di rifiutare o accettare, ma noi cristiani non siamo mai nel giusto se non diamo testimonianza». E poi: «Oggi si diffonde l'idea erronea che la Chiesa debba andare in cerca della fede presso culture pagane».
L'imam che la diocesi ha "trasformato" in teologo
Si dice orgogliosamente musulmano, lavora per un'agenzia aerospaziale e vive in una comune cristiana. Il giovane imam di Firenze che la Diocesi ha sostenuto negli studi teologici dice di restare musulmano e di essere innamorato di Gesù. Ma le due cose sono inconciliabili. E il battesimo non è un optional.
Eccallà! Pare si tratti di un’espressione romanesca, per dire: ci risiamo... Ma qui dovremmo scrivere “ecc’Allah”! Sperando che qualche musulmano non mi accusi di blasfemia. Perché stavolta a salire in cattedra è un imam. Proprio in cattedra, nell’ora di religione. Non è un’iniziativa estemporanea per l’inizio del Ramadam; no, no... Il signor Hamdan Al Zeqri, 33 anni, yemenita, dal prossimo 15 ottobre potrà insegnare Religione cattolica nelle scuole italiane, dopo cioè aver discusso la sua tesi presso la Facoltà teologica dell'Italia centrale a Firenze. I primi buoni frutti del documento di Abu Dhabi, in attesa della reciprocità...
Pare che per l’evento si preveda il tutto esaurito: roba da far impallidire il comunale Artemio Franchi.
«Ho scoperto che Islam e Cristianesimo hanno tantissimo in comune sul piano umano e sociale. Resto un musulmano ma sono innamorato di Gesù». Glissiamo sul tantissimo in comune, e magari facciamo appena notare al nostro laureando che per la fede cristiana – che sicuramente non è quella che ha studiato nei corsi universitari – l’amore tende all’unione e tale unione principia con il sacramento del Battesimo. E pare anche che Gesù abbia sostanziato questo innamoramento in modo molto concreto: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama» (Gv. 14, 21).
Se già il fatto vi sembra un tantino bizzarro, aspettate di capirne i dettagli. Perché è stata la Curia fiorentina a pagare le tasse universitarie di Al Zeqri. “Vabbè, penserete voi, era disoccupato, senza tetto e così la Curia gli ha pagato gli studi e gli ha trovato un lavoro. Tanto, per quello che è il livello dell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole”. E invece Hamdan lavora in un’azienda di aeronautica interspaziale, mica raccoglie pomodori. Però la Curia fiorentina ha voluto comunque dar prova della propria generosità, quella stessa Curia che aveva venduto un proprio terreno di oltre 8000 mq, perché vi si possa costruire una moschea, per poi comprare dall’Università di Firenze un terreno di 2500 mq per edificarvi una chiesa.
Di generosità in generosità, anche il Preside e gli insegnanti hanno dimostrato il loro cuore interreligioso: «Quando arrivava l’ora, il professore interrompeva la lezione perché lui doveva pregare. Usciva dal parcheggio e s’inchinava verso La Mecca. Poi rientrava in classe e si riprendeva». Normalmente, nessuna Facoltà pontificia o cattolica interrompe le lezioni a mezzogiorno per la preghiera dell’Angelus, e si fa persino fatica a trovare un piatto vegetariano di venerdì, incluso il tempo quaresimale. E se un prete cerca di celebrare rivolto ad Orientem, il suo destino è di trovarsi in poco tempo di fianco ad Hamdan, in un parcheggio...
La solita ipocrisia clericale.
Ed in effetti lo zampino clericale c’è. Al Zeqri non è infatti un musulmano qualunque: lui vive da anni nella comunità Il Mulino di Vicchio, vicino al “santuario” di Barbiana (dev’essere l’aria); si tratta di una comunità cristiana di famiglie che vivono insieme, mettendo tutto in comune, come i primi discepoli, dicono loro. Per carità, ognuno può vivere la penitenza come meglio crede, ma appare un tantino esagerato pensare che tutti i primi discepoli abbiano lasciato case e beni per vivere tutti insieme appassionatamente; gli Atti non testimoniano la vita della totalità dei primi cristiani, ma di coloro che avevano lasciato tutto per seguirlo. E Paolo non ringrazia Aquila e Priscilla per averli ospitati nella loro “comune”, ma a casa propria...
Dicevamo dello zampino clericale. Da oltre dieci anni, punto di riferimento della comunità è Mons. Paolo Bizzeti, Vicario Apostolico dell’Anatolia, che con proprietà di linguaggio e scolastiche distinzioni definisce “religione incartapecorita” (vedi qui) il cattolicesimo pre-conciliare. Chissà che non c’entri qualcosa in questa vicenda...
Ah, Bizzeti è gesuita; ma forse non c’era bisogno di dirlo...
Luisella Scrosati
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