ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 4 novembre 2019

Il Paganesimo di ritorno

I NUOVI "MERCANTI DEL TEMPIO"


Apostati, idolatri, blasfemi: più chiaro di così. Cosa direbbe Gesù Cristo se tornasse sulla terra con questo Vaticano pieno zeppo di cardinali massoni, sodomiti, sozzure morali e un clero che si diletta a pregare idoli pagani? 
di Francesco Lamendola  

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C’è un criterio semplicissimo e infallibile per capire se si è fedeli o no a Gesù Cristo; se gli sono fedeli quelli che si dicono suoi seguaci; se gli è fedele il suo clero, istituito per sorreggere, difendere ed espandere la sua chiesa, al preciso e unico scopo di salvare le anime, strappandole dagli artigli del demonio e conducendole alla beatitudine celeste. Perché questo è il compito della Chiesa, la sua ragion d’essere, il suo fine, e non altro: non mettere in guardia contro la minaccia alla biodiversità; non predicare il dovere di accogliere i migranti, veri o falsi profughi che siano (e assai più falsi che veri); non lanciare crociate contro la plastica o contro il cambiamento climatico o contro l’omofobia o contro il razzismo o contro chiunque altro. 

E tale criterio consiste nel verificare se le parole e i gesti di chi si dice cattolico sono conformi alle parole e ai gesti del divino Maestro; se si ispirano alla sua vita e al suo insegnamento; se prendono a modello Lui, e Lui soltanto. Ora, che dire di un signore che si dice papa ma poi rifiuta di benedire i fedeli? Che fa dei viaggi apostolici nei quali non pronuncia neanche una volta il nome di Gesù? E che dire di vescovi che propugnano il riconoscimento delle coppie omosessuali da parte della chiesa, cioè d’abolire il peccato di sodomia? E che lanciano anatemi contro i politici che si rifiutano di lasciar invadere il proprio Paese da masse strabocchevoli di afroislamici e che hanno la “colpa” d’invocare la benedizione della Vergine Maria mostrando il Rosario? E questo mentre il signore vestito da papa elogia i radicali, gli abortisti, i fautori dell’eutanasia e della libera droga, li chiama  “grandi”, e permette ai suoi vescovi di tesserne l’elogio adoperando i termini più iperbolici, come ha fatto monsignor Paglia commemorando il defunto Pannella?

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Oggi, viviamo un "Paganesimo" di ritorno: invocare la benedizione della Vergine Maria o mostrare il Rosario è diventata una "colpa", elogiare abortisti o idoli pagani un merito!

Per un vero cristiano, fa fede quel che c’è scritto nei Vangeli (del cui contenuti il gesuita Sosa Abascal ha detto di non esser certo, il che ne fa automaticamente un non cattolico e un apostata): e nei Vangeli è scritto che Gesù perdonava molte cose, ma una no: la bestemmia contro lo Spirito Santo. Una sola volta ci dicono che egli si arrabbiò veramente: quando vide i mercanti che profanavano il tempio di Dio. E cosa direbbe oggi, se tornasse sulla terra e trovasse il Vaticano pieno zeppo di cardinali massoni, di vescovi sodomiti, di scandali finanziari, di sozzure morali d’ogni genere; e nello stesso tempo un clero che si diletta a pregare e invocare idoli pagani, celebra le meraviglie delle false religioni e dichiara apertamente che il cristianesimo, ai popoli indigeni, ha fatto solo del male? Perché questo è quanto dicono “missionari” come quelli che insegnano ai cattolici le preghiere all’idolo Pachamama: che i cristiani hanno portato il male a indigeni puri e innocenti, e che le tradizioni di questi, stregoneria e animismo compresi, sono belle e buone, tanto che i cattolici dovrebbero imparare ad accogliere queste nuove forme di religiosità.
Prima di ritornare al Padre, Gesù Cristo aveva dato questa consegna ai discepoli (Mt, 28, 19-20):
Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo.

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Gesù una sola volta si arrabbiò veramente: quando vide i mercanti che profanavano il tempio di Dio. Chiunque oggi, può vedere e toccare con mano che il vertice della chiesa cattolica ha imboccato una strada che si allontana recisamente da quella tracciata con chiarezza da Gesù Cristo!

Ma ecco quel che i fedeli cattolici possono leggere sui foglietti distribuiti nella chiesa del Sacro Cuore di Verona, di cui è parroco don Claudio Castellani, in occasione di una veglia missionaria intitolata, chi sa perché, Buen Vivir; foglietti editi a cura di una fondazione facente capo alla C.E.I., Missio, creata nel 2005 e che in teoria avrebbe lo scopo di favorire l’evangelizzazione, specialmente ad gentes, ma che in pratica non sembra in linea con tale obiettivo, visto che nei suddetti foglietti non si fa neppure il nome del Signore Gesù Cristo, mentre si invitano i cattolici, in compenso, a pregare la dea incaica Pachamama, un idolo della fertilità simile alla Madre Terra del paganesimo antico, con queste precise parole:
Pachamama di questi luoghi, bevi e mangia a volontà questa offerta, affinché sia fruttuosa questa terra. Pachamama buona madre, sii propizia! Sii propizia! Fa che i buoi camminino bene e che non si stanchino. Fa che la semente spunti bene, che non succeda nulla di male, che il gelo non la distrugga, che produca buoni alimenti. A te lo chiediamo: donaci tutto. Sii propizia! Sii propizia.
Ora, si confrontino le parole di Gesù Cristo con la preghiera a Pachamama: perché di una vera preghiera si tratta e non di una formula generica o di uno svolazzo poetico. E pensare che, nei primi giorni, i portavoce della stampa vaticana avevano perfino cercato negare che Pachamama fosse una divinità; poi, in un secondo tempo, che i gesti del clero nei confronti dell’idolo fossero gesti di adorazione: nonostante le immagini che li mostrano chiaramente nell’atto di prostrarsi fino a terra davanti ad essa, con il sedere per aria (e non era un bello spettacolo, questo è certo), come tanti stregoni o indigeni pagani. Qui siamo in presenza di sacerdoti cattolici che pregano, e invitano i fedeli delle parrocchie, a pregare non il Dio di Gesù Cristo, e che è Gesù Cristo, secondo quanto prescrive il Primo Comandamento, bensì un idolo pagano, cioè un demone, chiedendo a lui di esser propizio agli uomini e perciò mostrando di ritenerlo capace d’esercitare realmente un influsso sulla loro vita. Certo, non ci sarebbe motivo di meravigliarsi poi tanto, visto quel che è accaduto durante il Sinodo per l’Amazzonia e visto il comportamento di frati, suore, vescovi, oltre che di semplici fedeli in quella circostanza; per non parlare dei gesti e delle parole del signor Bergoglio, il sedicente papa, che è arrivato a celebrare la santa Messa impugnando una ferula scolpita con teste sataniche, a benedire personalmente la statua di Pachamama e a scusarsi nella maniera più plateale con quanti si fossero sentito offesi per il gesto di chi aveva sottratto le statuette dalla chiesa di Santa Maria in Transpontina e le aveva gettate nel Tevere, donde sono poi state ripescate dai carabinieri (questa, almeno, la versione ufficiale dei fatti). Ma è chiaro che quanto accaduto in Vaticano, se può fare testo per dei singoli parroci, come quello di Verona su citato, costituisce, di per sé, un atto inaudito di profanazione, di apostasia e di idolatria: mai si era vista né udita una cosa del genere, l’intronizzazione di un demone pagano in una chiesa cattolica e l’esortazione a pregarla e adorarla da parte dei fedeli “cattolici”, il tutto alla presenza della massima autorità ecclesiastica e con il supporto unanime di tutti i mass media sedicenti cattolici, oltre che di quasi tutto l’establishment culturale che si dice cattolico.

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Cristo o il Vitello d'Oro? Cosa direbbe Gesù Cristo se tornasse sulla terra con questo Vaticano pieno zeppo di cardinali massoni, sodomiti, sozzure morali e un clero che si diletta a pregare idoli pagani?

C’erano state, in verità, delle avvisaglie, qua e là, dopo le dimissioni di Benedetto XVI e l’illegittima elezione di Bergoglio, qua e là dei parroci scriteriati avevano autorizzato profanazioni idolatriche, come era accaduto nella chiesa cattolica di Nuestra Señora de Africa a Ceuta (un’enclave spagnola sulla costa del Marocco), nell’agosto 2017, allorché il dio Ganesha dalla testa d’elefante, del Pantheon induista, era stato portato in processione fra canti e fiori, in mezzo ai fedeli sbalorditi. Ma quel che è accaduto al Sinodo per l’Amazzonia oltrepassa qualsiasi fantasia e segna realmente un punto di rottura netto e incontestabile: a partire da esso, ogni disquisizione fra continuità e discontinuità, a proposito del Concilio Vaticano II - Concilio che Bergoglio, giustamente, dice di voler “solo” portare a compimento - diventa del tutto gratuita, un mero esercizio retorico. Ora, infatti, chiunque può vedere e toccare con mano che il vertice della chiesa cattolica ha imboccato una strada che si allontana recisamente da quella tracciata con chiarezza da Gesù Cristo, quando ha raccomandato ai suoi discepoli: Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato; e quando ha precisato (Mc, 16, 16): Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E quel che è successo nei Giardini vaticani, poi nella basilica di San Pietro, indi nella chiesa di Santa Maria in Transpontina e nella sala del Sinodo, con l’intronizzazione e l’adorazione di un demone pagano, è coerente con il documento di Abu Dhabi sulla fratellanza umana (massonica) e per la pace mondiale, sottoscritto da Bergoglio e dal Grande Imam il 4 febbraio scorso, nel quale testualmente si afferma:
La libertà è un diritto di ogni persona: ciascuno gode della libertà di credo, di pensiero, di espressione e di azione. Il pluralismo e le diversità di religione, di colore, di sesso, di razza e di lingua sono una sapiente volontà divina, con la quale Dio ha creato gli esseri umani.

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Il documento di Abu Dhabi sulla fratellanza umana e per la pace mondiale, sottoscritto da Bergoglio e dal Grande Imam il 4 febbraio 2019: c’è qualcosa che non quadra!
Sì, avete letto bene, non è uno scherzo, né un’allucinazione: quel signore che si veste da papa e se ne va in giro dicendo di essere il papa, e che pretende di essere ascoltato e obbedito come papa, anzi come padrone assoluto della Chiesa (il che non rientra nelle competenze di un vero papa) afferma concordemente con un alto esponente della falsa religione islamica che è Dio stesso, nella sua sapienza, a volere che sulla terra esistano le diverse religioni: evidentemente quelle false e bugiarde, come le chiamava Dante Alighieri, accanto alla sola vera. Rileggiamo bene le parole messe nero su bianco dal signor Bergoglio e poi confrontiamole con quelle del nostro Signore Gesù Cristo: Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. C’è qualcosa che non quadra, non è vero?Da una parte, Gesù Cristo dice che il compito del cristiano è quello di annunciare il suo Vangelo a tutte le genti che abitano la terra; dall’altra parte, c’è il signore argentino il quale raccomanda di non predicare il Vangelo di Gesù ai seguaci delle altre religioni, perché essi hanno già il loro dio (ma secondo lui, è sempre lo stesso dio). Nei riguardi degli ebrei, poi, l’esortazione ad astenersi da qualunque atto di evangelizzazione – che lo si chiami apostolato o proselitismo, questa è una questione di lana caprina e l‘astuto Bergoglio l’ha sollevata per giocare deliberatamente sulle parole e confondere i concetti – è ancora più esplicita e addirittura imperativa. Nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium del 24 novembre 2013, solennità del Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo, egli afferma testualmente (§ 247):
Uno sguardo molto speciale si rivolge al popolo ebreo, la cui Alleanza con Dio non è mai stata revocata, perché «i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili» (Rm 11,29). La Chiesa, che condivide con l’Ebraismo una parte importante delle Sacre Scritture, considera il popolo dell’Alleanza e la sua fede come una radice sacra della propria identità cristiana (cfr Rm 11,16-18). Come cristiani non possiamo considerare l’Ebraismo come una religione estranea, né includiamo gli ebrei tra quanti sono chiamati ad abbandonare gli idoli per convertirsi al vero Dio (cfr 1 Ts 1,9). Crediamo insieme con loro nell’unico Dio che agisce nella storia, e accogliamo con loro la comune Parola rivelata.

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Il Dio degli Ebrei non è Gesù Cristo, non ha niente a che fare con Gesù Cristo, il quale anzi, per loro, è pur sempre un falso profeta e un bestemmiatore, giustamente condannato a morte per volere del sinedrio: né mai essi hanno speso una sola parola, anche in questi ultimi anni di tanto sbandierato “dialogo”, per deplorare quella decisione dei loro avi!
  
Apostati, idolatri, blasfemi: più chiaro di così…

di Francesco Lamendola

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