ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 8 novembre 2019

Islamisti si diventa..

Quei martiri di cui non si dà notizia. Una testimonianza dal Burkina Faso



L’uccisione del capo dello Stato islamico Abu Bakr al-Baghdadi non consente affatto di abbassare la guardia sull’aggressività delle innumerevoli unità armate che si ispirano al fondamentalismo islamista.
Aiuto alla Chiesa che Soffre, la fondazione di diritto pontificio impegnata nel sostegno ai cristiani perseguitati in tutto il mondo, ha pubblicato pochi giorni fa un aggiornamento sui venti Paesi nei quali la persecuzione religiosa è oggi più pesante.

Sono i Paesi dipinti di rosso nella mappa riprodotta qui sopra. In sedici su venti, a imperversare è il terrorismo di matrice musulmana. E in otto di questi sedici Paesi l’aggressione ai cristiani si è fatta nell’ultimo anno ancor più implacabile.
Questi otto Paesi sono Burkina Faso, Niger, Nigeria, Camerun, Repubblica Centroafricana, Eritrea, Sri Lanka, Filippine.
Non è in Medio Oriente, quindi, che si scatena oggi di più il terrorismo islamista, ma in Asia e più ancora nell’Africa subsahariana. Esattamente come predicato da Abu Bakr al-Baghdadi nell’ultimo suo video del 29 aprile scorso, nel quale egli rivendicava allo Stato islamico l’ecatombe in Sri Lanka di pochi giorni prima, con 258 morti e 500 feriti in tre chiese cristiane, la mattina di Pasqua.
Notizie più dettagliate, su ciascuno dei venti Paesi, sono nel dossier messo in rete da Aiuto alla Chiesa che Soffre:
L’amara novità di questa mappa del terrore è data, appunto, dalla sua espansione in Africa, come prova anche quest’altro rapporto del direttore di “Analisi Difesa”, il web-magazine specializzato in teatri di guerra e questioni militari:
E tra i Paesi africani, l’ultimo che è stato invaso da armate jihadiste è il Burkina Faso, con un crescendo di aggressioni, quest’anno, quasi tutte mirate contro le comunità cristiane.
Ma lasciamo la parola a un testimone diretto di questo martirio ai più sconosciuto, Roger Kologo, sacerdote della diocesi di Dori, tipica terra di missione, con una soverchiante maggioranza di musulmani e una piccola minoranza di cattolici.
Roger Kologo ha reso questa toccante testimonianza lo scorso 24 ottobre in un incontro promosso da Aiuto alla Chiesa che Soffre, nella basilica romana di San Bartolomeo all’Isola, dedicata ai martiri cristiani di oggi.
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“Era Venerdì Santo. E hanno mescolato il loro sangue a quello del Crocifisso”
di Roger Kologo
La diocesi di Dori è una delle quindici diocesi del Burkina Faso. A causa della sua collocazione geografica, al confine con il Mali e il Niger, e di fattori endogeni, a partire dal novembre 2015 è stata la prima ad essere colpita dal terrorismo islamista e quella che ha subito il maggior numero di attacchi.
Nel 2018 alcuni cristiani furono uccisi nel villaggio di Tabramba e si capì subito che il loro omicidio era motivato dal loro ruolo di leadership nella locale comunità.
Seguì il rapimento di una coppia di catechisti – Matthew Sawadogo e sua moglie – nonché di un pastore evangelico sequestrato con tutta la sua famiglia nel giorno di Pentecoste, il 20 maggio 2018, nel villaggio di Basneere. Saranno rilasciati quattro mesi dopo, con l'eccezione di due giovani figli che furono trattenuti per farne dei combattenti della jihad.
Da lì in poi le irruzioni di uomini armati nei villaggi, con l’imposizione di osservare un Islam rigoroso, si fecero più frequenti. Il 1° gennaio 2019 scoppiò un violento conflitto intercomunitario che segnò la svolta che ha portato all’attuale situazione.
Sottoposti a minacce ed attacchi, alcuni villaggi della provincia di Soum si sono svuotati dei loro abitanti. In questi villaggi vivevano le principali comunità rurali della diocesi. Il vescovo, alla fine di gennaio, ha dovuto chiudere la parrocchia di Arbinda, mentre nelle parrocchie di Gorom-Gorom e Djibo l'animazione pastorale si è dovuta ridurre a poche località.
Con coraggio, tuttavia, il parroco di Djibo, don Joël Yougbare, continuò a recarsi in alcuni villaggi per fare visita alle comunità di fedeli. Si intuì che fosse stato seguito più di una volta dai terroristi. E purtroppo il 17 marzo 2019 verso le 17, mentre tornava da una di queste visite, fu intercettato e condotto in un luogo sconosciuto. Ero arrivato anch’io nella sua parrocchia la sera prima, il 16 marzo, per un incontro della Caritas e mi ero preoccupato quando durante la cena mi aveva riferito che il giorno seguente si sarebbe spostato per incontrare un’altra comunità di fedeli. Don Yougbare era un sacerdote “Fidei Donum”, votato all’impegno missionario. La crescita delle comunità cristiane era la sua prima preoccupazione (2 Cor 11, 28). Continuiamo a pregare il Signore affinché possiamo ritrovarlo in vita.
La persecuzione dei cristiani è divenuta ancor più evidente dallo scorso 19 aprile, Venerdì Santo. Nel villaggio di Djika la comunità si era radunata alle 16 per celebrare la Passione del Signore. Un quarto d’ora dopo la cappella fu circondata da uomini armati che interruppero la celebrazione e bruciarono gli addobbi dell'altare e i libri dei canti. Poi fecero uscire i fedeli, separarono gli uomini adulti dalle donne e dalle persone anziane prima di sparare al gruppo degli uomini adulti, uccidendo quattro di loro e mescolando così il loro sangue a quello del Crocifisso. La comunità seppellì i suoi morti prima di abbandonare il villaggio in cerca di un luogo più sicuro.
Dieci giorni dopo, domenica 28 aprile, a Silgagji, un altro attacco colpì una chiesa protestante. I terroristi seguirono la medesima procedura, uccidendo il pastore e cinque fedeli. Due settimane dopo, domenica 12 maggio, fu attaccata la chiesa parrocchiale di Dablo, nella diocesi di Kaya. Il sacerdote che celebrava la messa fu assassinato assieme a cinque dei suoi fedeli. Il giorno successivo nella vicina città di Zimtanga, nella diocesi di Ouahigouya, fu interrotta una processione, quattro cristiani furono uccisi e una statua della Vergine fu distrutta. Tutto questo in 24 ore e in un raggio di 40 chilometri. Lo stesso scenario si ripeté poi a Toulfe, ancora nella diocesi di Ouahigouya, cento chilometri più lontano, dove quattro persone persero la vita il 26 maggio.
Sfortunatamente, siamo arrivati a uno stadio in cui i cristiani sono divenuti degli obiettivi di caccia e i fedeli vengono perfino raggiunti nelle loro case e giustiziati. Nella diocesi di Dori, il delegato della comunità di Essakane è stato ucciso proprio così: una sera degli uomini gli chiesero perché non avesse digiunato o pregato come loro durante il mese del Ramadan. Poi andarono a casa sua e lo uccisero. Nella diocesi di Ouahigouya questo tipo di esecuzioni sono ancor più numerose. Nei villaggi caduti ormai nella più totale insicurezza, i nostri fratelli nella fede sono degli obiettivi chiaramente identificati e vengono uccisi semplicemente perché cristiani. Dall’inizio dell'anno sono più di sessanta, in Burkina Faso, i fedeli uccisi per la loro fede.


Non posso finire senza ricordare don César Fernandez, missionario salesiano di origine spagnola, ucciso il 15 febbraio al confine con il Togo. E assieme a lui è anche giusto ricordare tutti coloro. non battezzati, che sono stati uccisi perché appartenenti a leadership locali o perché si sono opposti alla violenza terroristica, come i 16 musulmani uccisi nella loro moschea l'11 ottobre.
Settimo Cielo
di Sandro Magister 08 nov

NOBILE: MEMORANDUM SULL’ISLAM. UN’ANTOLOGIA UTILE….


Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Agostino Nobile ci ha inviato – e invita i lettori di Stilum Curiae a copiarlo e a tenerlo pronto, un memorandum sull’islam. Una breve raccolta di citazioni dal Corano e dalla Vita di Maometto di un grandissimo esperto di mondo arabo, Francesco Gabrieli.  In calce ci permettiamo di aggiungere un piccolo completamento di questa antologia, che ha un’importanza particolare nel momento in cui centinaia di migliaia di musulmani si riversano in Europa, e si parla tanto di dialogo e comprensione reciproca…
 Memorandum sull’Islam
 Corano
(trad. F. Peirone – ed. Mondadori)
Sura 2:244: Combattete nella via di Allah e sappiate che Egli conosce ogni pensiero umano, palese e nascosto.
Sura 4:89: Vorrebbero fare di voi dei kafiruna (non musulmani) come loro, vorrebbero che voi vi abbassaste al loro livello. Fate attenzione a non crearvi tra loro degli amici, se prima non emigrano nel sentiero di Dio. Se si girano, prendeteli, fateli morire ammazzati ovunque essi si trovano.
Sura 5:33:”Quella sarà la ricompensa dovuta a coloro che fanno guerra al Dio e al suo Profeta (Maometto): Moriranno di morte violenta. Saranno crocefissi: Gli sarà tagliata una mano e amputata la gamba della parte opposta alla mano. (…) Vergogna qui in terra, tremendo castigo nell’aldilà”.
Sura V: 38: Il ladro maschio e la femmina abbiano recisa la mano, questa sarà la ricompensa per quanto hanno fatto e punizione da parte del Dio, poichè Dio è potente e sapiente.
Sura 8:65: “Esorta i musulmani a combattere nella via di Allah. Sappi che venti di noi saldi nella fede, saranno in grado di sconfiggere duecento miscredenti e cento musulmani sconfiggeranno mille di quelli che non capiscono i nostri segni”.
Sura 9:29: (…) Combattete tra le genti della scrittura (Antico e Nuovo Testamento) quelli che non praticano la religione verace (Islam). Combatteteli pure fino a che non abbiano pagato, uno ad uno, il tributo e non siano umiliati”.
Sura 9:39: “Se non vi lanciate in campo di battaglia (Dio) vi castigherà con doloroso castigo (…) Dio può davvero tutto”.
 La vita e le opere di Maometto
Secondo la cronaca di Tabari (testo sacro)
Da “Maometto” di Francesco Gabrieli, ed. DeAgostini
Francesco Gabrieli (Roma 27 aprile 1904 – 13 dicembre 1996) il più grande arabista del Novecento, docente di lingua e letteratura araba prima a Napoli poi a Roma. Oltre l’arabo parlava il persiano, turco, francese, inglese, tedesco e russo. Fece parte del Consiglio Scientifico dell’Istituto della Enciclopedia Italiana (Treccani) e curò la seconda edizione dell’ Encyclopaedia of Islam/Encyclopédie de l’Islam (Leida-Parigi). Autore di innumerevoli saggi, articoli e recensioni, le sue opere sono state tradotte anche in lingua inglese, francese e tedesca.
 Dal capitolo: Maometto lascia la Mecca
“Sei tu quel Maometto di cui parla l’Evangelo, dove si dice che Dio t’invierà agli abitanti della Mecca che ti cacceranno dalla loro città. Ma Dio ti ricondurrà per sottometterli con forza e la tua religione regnerà sul mondo?”. “Certamente!” disse il Profeta.
Capitolo: L’emigrazione del Profeta
Il Profeta fece loro ripetere lo stesso giuramento. L’impegno di combattere i suoi nemici, di proteggerlo come se stessi, di sacrificare la loro vita e i loro beni fino a che la loro religione non fosse diffusa dappertutto. Essi accetteranno la clausola del giuramento che è chiamato il “Giuramento della guerra”.
Capitolo: Le prime spedizioni
Il Profeta fece legare loro le mani e confiscò i loro beni. (…) I giudei rimasero legati per tre giorni finchè i loro beni non furono trasportati a Medina. Poi il Profeta fece scavare una fossa sulla piazza del mercato, si sedette ai margini della medesima, fece chiamare Alì figlio di Abu Talib, e Zubair figlio di Al-Awwan, comandò loro di prendere le sciabole e di sgozzare, uno dopo l’altro, tutti gli ebrei, e gettati nella fossa. Fece grazia a donne e bambini, ma fece uccidere tutti i ragazzi che avevano raggiunto la pubertà. (…) I beni dei giudei furono suddivisi. Il Profeta ne prelevò un quinto e prese anche per sè una fanciulla molto bella chiamata Rihana.
(Il massacro fu deciso perchè gli ebrei non rinnegarono la propria fede per seguire Maometto, autodefinitosi ultimo e più grande profeta).
 Capitolo: La grande battaglia di Badr
I fedeli non trovandosi daccordo sulla divisione del bottino di guerra, chiesero al Profeta come dovevano fare. Il Profeta aspettò la rivelazione divina. Finalmente Dio gli rivelò il seguente versetto: “Essi t’interrogheranno circa il bottino, tu dirai: La spartizione del bottino appartiene a Dio e al suo Profeta. Temete Dio e mettetevi d’accordo”. (Si trova anche nel Corano, sura 8:1)
 Maometto e società
Sura XVI: 71: Il Dio ha favorito con doni di fortuna alcuni rispetto agli altri. Coloro che sono stati preferiti non devono riversare ciò che è stato donato sui loro schiavi fino al punto di farli salire sulla scala sociale e renderli eguali. Negheranno i benefici di Dio?
Sura XVI: 75: Dio propone un esempio ed è questo: ci sono due uomini, uno è incapace di tutto, è schiavo di un padrone, un altro ha mille risorse che gli abbiamo provveduto, può fare elemosine segrete o anche pubbliche. Forse saranno uguali? No, no, lodato sia Dio. Ma la maggior parte di essi non lo sa.
Sura XLIII:32: (…) Siamo noi che provvediamo al loro sostentamento, in questo basso mondo, siamo noi che eleviamo in dignità alcuni sopra gli altri, affinchè alcuni di essi rendano altri schiavi, obbligati al lavoro senza salario. E la misericordia del Signore è meglio assai di quello che accumulano!
Matteo 18:6:” Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare”.
Maometto e le donne
Oltre a una ventina di concubine, il Profeta sposò 15 donne. Dopo la morte della prima moglie Khadigia, più vecchia di Maometto e ricca commerciante, sposò A’isha. Dato che la bambina aveva solo sei anni (il Profeta aveva superato i 50), il matrimonio fu consumato dopo tre anni.
Sura IV:15: Se ci sono femmine vostre che si rendono colpevoli di scandalo, cercate fra voi quattro testimoni contro di esse. Se in realtà la loro testimonianza è vera, tappatele in casa, nei recessi segreti, fino a che morte non sopravvenga, o che Dio porga loro una via di uscita.
Sura IV:16: Se si tratta di due maschi, sotto con la tortura!
Sura LXVI: 5: S’egli vi darà il libello del ripudio, è molto probabile che il Signore lo faccia innamorare di altre donne, certamente migliori di voi. Saranno musulmane, piene di fede, devote, col cuore pentito (…).
 Paradiso musulmano
Sura LXXVIII: 31-34: Ma per gli osservanti ci sarà il successo! Parchi e vigne, vergini dal seno turgido, coetanee, e calici ricolmi.
 Hadith -Pensieri e opere di Maometto (testi sacri)
Se durante il namaz (preghiera) un cane o un asino, un maiale o una donna passa davanti a voi, il namaz viene interrotto.
(Buhari II Vol. / Muslim III vol., 242)
Nella guerra di Banu Mustalik, dopo la vittoria, i fedeli chiesero al Profeta il permesso di poter abusare le donne dei soldati sconfitti. Maometto dette loro il consenso, ma chiese loro di non ingravidarle altrimenti sarebbe stato difficile venderle come schiave.
(Buhari I vol., 13 / Muslim, hadith 1438)
E’ meglio avere in casa un tappeto di paglia che una donna sterile. E’ meglio avere una donna nera fertile che una donna bianca sterile.
(Gazali vol. 2, hadith 61)
Abdullah ibn Abbas riferisce: L’Inviato di Dio (Maometto) ha detto “Ho veduto l’inferno e mai fino ad oggi avevo visto nulla di così orribile. Era popolato in gran parte da donne”.
(Buhari LXVII cap. 88, 1)
Sentenze e massime di Maometto
Martire è colui che dà la propria vita per una causa che non sia quella delle proprie ricchezze.
Gettate pietre al leone e alle adultere.
Il paradiso è all’ombra delle spade.
Onorare le donne che non si tolgono il velo.
La menzogna è vicina alla fede.
Il Corano racconta che Dio fece crocifiggere un sosia di Gesù, o che il Cristo chiese ad un discepolo simile a lui, di morire sulla croce al Suo posto. Teoria di alcuni gruppi eretici preislamici tra i quali i docetisti.
San Paolo I lettera Corinzi
15:14 “Ma se Cristo non è resuscitato allora è vana la nostra predicazione ed è vana pure la nostra fede”.
Breve sintesi cronologica delle incursioni islamiche
Subito dopo la morte di Maometto. 632 – 33: Guerra contro gli “apostati”; 634: inizia la campagna militare contro gli imperi bizantino e persiano; 636: i bizantini perdono la Siria; 639 – 642: conquista dell’Egitto; 644: califfo Omar assassinato; 653: fissazione dei testi coranici sotto il califfo Othman.; 656: califfo Othman assassinato. Alì, cugino e genero di Maometto, viene eletto quarto califfo; 656 – 657: guerra civile tra i seguaci di Alì e di Aisha, vedova di Maometto. I musulmani si dividono in sunniti, shiiti e kharigiti; 661: Califfo Alì assassinato. 668 – 673: primo assedio a Costantinopoli; 670: espansione nel nord Africa; 680: Massacro a Karbala di Hussein, figlio di ‘Alì. Tra il 711 ed il 713 conquista della Spagna. In Francia nel 720, conquistata di Narbonne, nel 725 tocca a Carcassonne, nel 735 Arles, nel 737 Avignone. In Italia, già nel 650 l’onda musulmana si abbatte per la prima volta sulla Sicilia. Nell’806 viene conquistata Pantelleria, i monaci che vi si trovarono vengono venduti come schiavi (poi riscattati da Carlo Magno); nell’810 è la volta della Sardegna: nell’8l2, vengono saccheggiate Lampedusa, Ponza ed Ischia; nell’831 è presa Palermo; nell’838, Brindisi e Taranto; nell’840, Bari; nell’841, Ancona e la costa Dalmata; nell’843, Messina; nell’846 i musulmani entrano a Roma e distruggono le basiliche di S. Paolo e S. Pietro, il che indurrà ad edificare le mura leonine, che cinsero il Vaticano (Civitas Leonina, 848-852); nell’878, dopo una strenua ed eroica resistenza viene conquistata Siracusa; nell’883, Montecassino e l’abbazia vengono saccheggiate e distrutte.
Nel 732 i musulmani sono bloccati da Carlo Martello a Poitiers; intorno all’anno 1000 prime conversioni di capi dell’Africa nera; 1000- 1021 inasprimento delle misure contro i cristiani; 1061 -1092 gli arabi lasciano la Sicilia, conquistata dai Normanni; 1453 i turchi ottomani conquistano Costantinopoli; 1492 gli arabi perdono Granada; XVI sec. distruzione dell’ultimo Stato nubiano cristiano; 1506 jihad dell’imam al-Ghazali contro i cristiani d’Etiopia; 1526 gli ottomani conquistano l’Ungheria; 1529 assedio di Vienna da parte degli ottomani; 1571 sconfitta della flotta ottomana nella battaglia di Lepanto. L’assedio di Vienna, nel 1683, che segnò la disfatta dei Turchi. Le incursioni saracene in Italia sono continuate fino all’inizio del 1900. Gli abitanti delle coste, se non massacrati, venivano rapiti e venduti nei mercati musulmani degli schiavi. 1930, scoperta del petrolio nei paesi arabi; Nel 1947 dopo 17 anni di guerre, i musulmani dell’India creano lo stato del Pakistan; negli anni ’70 inizia il terrorismo globale e migrazione.

§§§

A questo ci permettiamo di aggiungere l’Hadith 14 della raccolta di AnNawawii, che ha come fonte due raccolte eccellenti, Bukhari e Muslim, che recita: “Il messaggero di Allah (pace e benedizione di Allah sia su di lui) disse: “Non è permesso versare il sangue di un musulmano se non in tre casi: una persona sposata che commette adulterio, una vita per una vita, e chi abbandona la sua religione e si separa dalla ‘Umma, la comunità dei credenti”.
Gli hadith hanno un’importanza grandissima nella vita dell’islam. Anche se non vengono considerati al pari del Corano parola increata di Allah, costituiscono un modello da seguire per ogni musulmano. Anche per questo motivo – vedi il terzo esempio – la conversione dall’islam ad altre fedi è una vicenda spesso drammatica. Anche nel mondo occidentale, anche in Italia, chi si converte dall’islam è costretto a farlo di nascosto, spesso per timore per la sua vita.

Marco Tosatti
8 Novembre 2019 Pubblicato da  10 Commenti --

Quella parrocchia che ogni venerdì il parroco trasforma in moschea

Alla periferia di Roma un sacerdote ha messo a disposizione della comunità musulmana una sala parrocchiale. Il parroco assicura: "Pregano senza toccare i nostri simboli". Ma l'iniziativa fa discutere


Centocinquantotto musulmani pregano all’ombra di un crocefisso d’oro, circondati da icone religiose e simboli cristiani. Una scena difficile da immaginare ai tempi d’oggi.
Tempi in cui i simboli dell’Occidente sono sotto attacco. Non solo in Medio Oriente, dove i jihadisti hanno devastato centinaia di chiese, ma anche al di qua del Mediterraneo.
All’ormai storica battaglia anti-crocifisso nelle aule si è unito anche il ministro grillino dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti che, di recente, ha dichiarato: “Ritengo che le scuole debbano essere laiche e permettere a tutte le culture di esprimersi non esponendo un simbolo in particolare”. È questione di rispetto e sensibilità, dicono. Eppure da Montespaccato, popolosa periferia multietinica a nord est della Capitale, arriva una lezione diversa. Da quasi quattro anni, infatti, nella parrocchia di Santa Maria Janua Coeli è in corso un esperimento di dialogo interreligioso che smonta le tesi propagandate dai crociati del laicismo.
È iniziato tutto nel 2016 da un sequestro, quello della moschea abusiva di via Montenovesi, a Boccea. Che fare? L’idea viene all’imam, Nafea Ahmmad, che un bel giorno decide di bussare alla porta di padre Antonio Sconamila. La richiesta è da non credere: “Possiamo venire qui a pregare?”. Il sacerdote lì per lì rimane spiazzato. Temperamento cagliaritano e un trascorso da missionario alla periferia del mondo, dopo poco il don accetta la sfida. Da allora, ogni venerdì pomeriggio, la saletta parrocchiale al pianterreno accoglie centinaia di islamici. Ma ad una condizione: quella di non levare i simboli cristiani che ornano lo spazio. Una richiesta irricevibile per alcuni musulmani. “Qualcuno - confessa il leader religioso - si è allontanato dalla comunità, ma si è trattato di una minoranza”.
L’essenza del Corano raccontata da quest’uomo barbuto è ben diversa da quella degli estremisti. “Siamo figli dello stesso Dio”, è la sintesi. Dal canto suo, anche padre Antonio, ha dovuto combattere con la diffidenza di parrocchiani e residenti. Non tutti ancora hanno accettato questa situazione. “Si sono presi i nostri negozi, le nostre case, adesso anche la chiesa? Non è giusto”, tuona un’ottantenne. C’è chi teme che la parrocchia si trasformi in un moschea e chi, invece, si pone il problema della sicurezza. “La polizia è al corrente di quello che accade qui e i controlli sono frequenti”, assicura il padre. Rassicurazioni che non sono servite a spegnere le polemiche. Anzi, sui gruppi Facebook dedicati al quartiere gli utenti si sono sbizzarriti a suon di meme e commenti. “Hanno pubblicato un fotomontaggio che mi raffigura accanto ad un kebab e uno della parrocchia sormontata da una mezzaluna”, spiega il religioso.
La replica? “Sono contento di queste reazioni negative, Gesù Cristo ha detto con molta chiarezza: Beati voi quando vi insulteranno...”. Duro sulla questione il consigliere municipale della Lega, Daniele Giannini: “Sarebbe meglio che il parroco pensasse a fare proselitismo più che esperimenti sincretisti”. E ancora: “Il rischio è che in parrocchia, da qui a qualche anno, ci saranno più musulmani che cristiani”. Ma il sacerdote ha la risposta pronta. Ed è una vera e propria rivelazione: “Ci sono due musulmani che attraverso la frequentazione della parrocchia e della attività caritatevoli si sono avvicinato alla nostra religione". La conversione è vicina.

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