ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 14 novembre 2019

Le interpretazioni di Amoris Lætitia

Diocesi austriaca conferma che un sacerdote cattolico ha celebrato una liturgia per l’unione civile tra due donne

Le notizie riguardo le interpretazioni di Amoris Lætitia lontane dal Magistero continuano ad arrivare soprattutto dai Paesi germanofoni. La notizia di una coppia di donne lesbiche già unite civilmente che hanno ricevuto una benedizione all’interno di una liturgia più complessa gira in rete da diversi giorni. Dorothy Cummings McLean, di LifeSiteNews, ci ragguaglia sulla risposta della diocesi interessata.
La traduzione è a cura di Annarosa Rossetto. 
Prete austriaco benedice coppie lesbiche
Una diocesi austriaca ha confermato che un suo sacerdote ha presieduto una cerimonia in chiesa per due donne unite civilmente.

Una serie di fotografie di p. Michael Kopp con due donne in abiti da sposa in una chiesa cattolica in Austria sta girando sui social media dalla scorsa settimana. Un portavoce della diocesi di Graz-Seckau ha confermato che p. Kopp ha effettivamente tenuto una celebrazione per le donne.
“La domanda di base è se le persone omosessuali possono sentirsi a casa nella Chiesa”, ha detto Thomas Stanzer questo lunedì al sito di notizie cattolico tedesco kath.net.
“Il consulente spirituale per le famiglie, Michael Kopp, ha risposto “sì” a questa domanda”, ha continuato.
Stanzer ha affermato che padre Kopp “ha celebrato una liturgia di ringraziamento per due donne sposate [sic] civilmente, entrambe cristiane credenti e che hanno entrambe trovato con l’aiuto della Chiesa cattolica una via per uscire da crisi personali”.
Il portavoce diocesano ha sottolineato che questa “non è stata una liturgia sacramentale” ed ha citato la controversa enciclica Amoris Laetitia di Papa Francesco .
Stanzer ha detto che l’esortazione apostolica post-sinodale  “Amoris Laetitia (250) afferma  che ‘Ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto’ mentre ‘ogni marchio di ingiusta discriminazione’  deve essere attentamente evitato”.
“Allo stesso tempo si afferma che l’unione tra due omosessuali non può essere equiparata al matrimonio (251). Michael Kopp ha rispettato entrambi questi aspetti.”Prete autriaco celebra liturgia per coppie lesbiche in chiesa (Gloria TV)

























Il Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC 2357) insegna che: “Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che «gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati ». Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.”
Il documento vaticano del 2003 Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali , firmato dall’allora cardinale Joseph Ratzinger (che in seguito divenne papa Benedetto XVI), afferma : “In presenza del riconoscimento legale delle unioni omosessuali, oppure dell’equiparazione legale delle medesime al matrimonio con accesso ai diritti che sono propri di quest’ultimo, è doveroso opporsi in forma chiara e incisiva. Ci si deve astenere da qualsiasi tipo di cooperazione formale alla promulgazione o all’applicazione di leggi così gravemente ingiuste nonché, per quanto è possibile, dalla cooperazione materiale sul piano applicativo. In questa materia ognuno può rivendicare il diritto all’obiezione di coscienza.”.
Le fotografie del servizio, che assomigliano molto alle foto di nozze, sono state inizialmente pubblicate su un account di social media polacco e successivamente pubblicate da Gloria TV . In una fotografia le due donne, una in abito da sposa bianco e l’altra in abito bianco, accendono insieme una candela.  In quella successiva si tengono per mano mentre Kopp tiene la mano su di loro in segno di benedizione. Un’altra foto mostra le donne che insieme entrano in corteo in chiesa, precedute da due bambine che spargono fiori. Due sedie decorate le attendono nella parte anteriore della chiesa.
Kopp è il parroco della chiesa cattolica di Santa Margherita a Wolfsburg, in Austria, ed era stato, fino ad ora, noto per le sue occasionali  esibizioni di cabaret . Secondo il quotidiano austriaco Unkerkaerner, Kopp ha scritto due spettacoli di cabaret da quando è stato ordinato nel 1997. Precedentemente è stato “sacerdote delle famiglie” nella diocesi di Gurk, ed è nella diocesi di Graz-Seckau da gennaio 2019.
La definizione di “famiglia”  secondo Kopp include sia “la radice di ogni esistenza della vita personale” sia anche “ogni forma di relazione tra le persone nelle più diverse costellazioni della vita comune”.
Questa non è, tuttavia, la definizione cattolica di famiglia. Secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica , la famiglia origina dalla piccola comunità di amore, fondata da una coppia sposata, in cui un bambino nasce o viene adottato.
“La famiglia è la cellula originaria della vita sociale. È la società naturale in cui l’uomo e la donna sono chiamati al dono di sé nell’amore e nel dono della vita. L’autorità, la stabilità e la vita di relazione in seno alla famiglia costituiscono i fondamenti della libertà, della sicurezza, della fraternità nell’ambito della società. La famiglia è la comunità nella quale, fin dall’infanzia, si possono apprendere i valori morali, si può incominciare ad onorare Dio e a fare buon uso della libertà. La vita di famiglia è un’iniziazione alla vita nella società.”(CCC 2207).

Prete autriaco benedice coppie lesbiche (Gloria TV)
Prete autriaco celebra liturgia per coppie lesbiche in chiesa 
(Gloria TV)

Di Annarosa Rossetto
https://www.sabinopaciolla.com/diocesi-austriaca-conferma-che-un-sacerdote-cattolico-ha-celebrato-una-liturgia-per-lunione-civile-tra-due-donne/

Diocesi austriaca copre pseudo-matrimonio omosex: Gloria.tv pubblica altre immagini



La diocesi di Graz ha tentato di coprire don Michael Kopp, che ha celebrato uno pseudo-matrimonio tra due lesbiche.

Le immagini shock dello scandalo sono state pubblicate da Gloria.tv e sono diventate virali sui social media.

Ora, Gloria.tv ha pubblicato altre immagini. Mostrano che l'esibizione di don Kopps era una copia del rito matrimoniale, che includeva lo scambio degli anelli (immagine in articolo).

La diocesi di Graz è gestita dal difensore degli omosessuali, vescovo Krautwaschl. Il suo portavoce, Thomas Stanzer, ha detto a Kath.net (12 novembre) che Kopp ha presieduto una “liturgia di ringraziamento” per due donne “sposate civilmente".

Ha affermato che "non era una liturgia sacramentale" e ha fatto riferimento alla Amoris Laetitia (250) che chiede di "rispettare" gli omosessuali e di evitare discriminazioni "ingiuste".

Tuttavia, l'argomento di Stanzer è un uomo di paglia.Qua non si tratta di "rispettare" o di "discriminare ingiustamente", piuttosto, data la simulazione di matrimonio, di mancanza di rispetto per il matrimonio.

Album con tutti gli scatti
#newsIqbcjtxvkn

https://gloria.tv/post/Jr3xGyHyUNGZ3bR8AzztiwY47

Polemiche contro il cardinale di Toronto per l’approvazione della politica ‘gender identity’ per le scuole cattoliche

Proprio ieri abbiamo pubblicato un articolo che dava conto di quanto aveva detto il card. Robert Sarah a proposito della della ideologia di genere e la pressione esercitata dalle lobby LGBT,. Il card. Sarah aveva detto: “La Chiesa dovrebbe essere la prima a combattere le ideologie tossiche”. La Chiesa, ha detto, dovrebbe concentrarsi “sulla crisi antropologica e morale senza precedenti del nostro tempo, che esige che la Chiesa si assuma una maggiore responsabilità e impegno nel proporre i suoi insegnamenti dottrinali e morali in modo chiaro, preciso e fermo”.
E invece, dall’altra parte dell’Oceano, in Canada, un altro cardinale, Thomas Collins, sembra si sia adattato ai dictat del pensiero genderiano propugnato dallo Stato. Ce ne dà conto Lianne Laurence con il suo articolo pubblicato su Lifesitenews. Eccolo nella traduzione di Riccardo Zenobi. 
Thomas Cardinal Collins
Cardinal Thomas Collins di Toronto, CANADA.
Il più grande gruppo pro-life e pro-family del Canada afferma che l’arcidiocesi di Toronto guidata dal cardinale Thomas Collins ha tradito i cattolici approvando l’aggiunta di “identità di genere” e “espressione di genere” nel codice di condotta delle scuole cattoliche e sta chiedendo al cardinale di ritornare sui suoi passi.
Campaign Life Coalition (CLC), insieme ad altri critici, afferma che la mossa costringerà studenti e insegnanti cattolici a sottomettersi all’ideologia LGBT che afferma, contrariamente all’insegnamento cattolico, che i maschi possono “diventare” femmine e le femmine maschi. Argomentano anche che le scuole cattoliche hanno un diritto costituzionale a non aggiungere quelle condizioni, e che facendo così si avranno disastrose conseguenze per gli studenti.
“Vostra eminenza, di nuovo con sincero rimpianto, dobbiamo affermare molto chiaramente che questo è stato un vostro tradimento nei confronti dei genitori e dei figli”, ha detto Jack Fonseca, direttore delle operazioni politiche della Campaign Life, in un appello video al cardinale nel quale il gruppo chiede a Collins di tornare sui suoi passi.
“Sappiamo che l’ideologia gender rappresenta un attacco all’immagine di Dio nella creazione. La Scrittura ci dice molto chiaramente che Dio ha creato l’uomo a Sua immagine. Maschio e femmine, li creò. E, dunque, l’aggiunta dell’ideologia gender al codice di condotta rappresenta un tipo di eresia accettata dal sistema scolastico cattolico”, ha detto Fonseca.

I fiduciary della Toronto Catholic Disctrict School Board (TCDSB) hanno votato otto contro quattro per modificare il codice di condotta dopo un incontro maratona di 7 ore  che è terminato nelle prime ore dell’8 Novembre, e dopo mesi di acceso e amaro dibattito.
I proponenti dell’aggiunta dei termini “identità di genere, espressione di genere, stato di famiglia e di matrimonio” al codice, che governa studenti e insegnanti, sostengono che la commissione doveva conformarsi con il memo PPM 128 del ministro dell’educazione, dell’ottobre 2018.
Il memorandum ordina alle scuole di allineare i loro codici entro il 4 Novembre con il codice dei diritti umani della provincia e dell’Ontario, entrambi includenti i quattro termini.
In aggiunta, un report aggiunto all’agenda appena dopo l’incontro del 7 Novembre diceva che l’arcidiocesi ha concordato di emendare la linea di condotta per aggiungervi le condizioni dopo consultazioni con lo staff del TCDSB (cioè il TORONTO CATHOLIC DISTRICT SCHOOL BOARD, ndr).
“L’arcidiocesi accetterà tutti i motivi di proibizione delle discriminazioni come enumerati nel codice dei diritti umani dell’Ontario, in accordo con PPM 128”, si legge.
Ciò con la condizione che “la linea di condotta contiene raccomandazioni di linguaggio dall’Arcidiocesi che contestualizza che questa politica sarà interpretata attraverso le lenti della fede cattolica come articolata dall’insegnamento della Chiesa e protetto nella legislazione”, afferma il report.
L’arcidiocesi ha rilasciato la sua dichiarazione lunedì, puntualizzando quattro cose:
  • Dobbiamo fare tutto quello che possiamo per favorire un ambiente sicuro per tutti gli studenti, ma, soprattutto, la fede che è il fondamento dell’educazione cattolica richiede che ogni individuo sia trattato con rispetto, dignità, compassione e amore come un figlio di Dio. Chiunque, specialmente chi soffre, è incluso nell’amore di Cristo che siamo chiamati a rendere presente nel mondo.
  • L’arcidiocesi di Toronto è stata invitata dal Toronto Catholic District School Board per dare guida e fonti sull’insegnamento della Chiesa.
  • La politica del Ministero dell’Educazione, PPM 128, impone che la proibizione dei motivi di discriminazione che si trovano nel codice dei diritti umani dell’Ontario sia incluso nell’aggiornato codice di condotta per tutti i consigli scolastici in Ontario. Mentre l’arcidiocesi riconosce che termini quali identità di genere siano inclusi nel codice, non accettiamo la visione della persona umana che sottende questa terminologia, poiché questa prospettiva non è compatibile con la nostra fede.
  • Notiamo che il revisionato codice di condotta del TCDSB include addizionali disposizioni per assicurare che sia interpretato in accordo con la fede cattolica, “come articolato dall’insegnamento della Chiesa…espresso attraverso vari documenti dalla Chiesa Universale, i Vescovi del Canada, i vescovi dell’Ontario e l’arcidiocesi di Toronto”. Facendo ciò, sta esercitando un diritto che rimanda allo stesso codice dei diritti umani dell’Ontario.
La Campaign Life Coalition afferma che l’arcidiocesi ha tradito i cattolici, ed ha chiamato i suoi sostenitori ad un incontro di preghiera fuori degli uffici dell’arcidiocesi a mezzogiorno del 12 Novembre, per pregare che il cardinale Collins “possa tornare sui suoi passi e riconoscere l’intrinseco pericolo del linguaggio dell’’identità di genere’ e dell’’espressione di genere’”.
Ha anche lanciato una petizione chiedendo a Collins di ribaltare il voto del consiglio.
“Adottando l’ideologia gender, le scuole cattoliche saranno complici nella confusione, corruzione e abuso di minori” che saranno “influenzati dalle idee transgender e adotteranno una dannosa e conflittuale immagine di sé”, afferma la petizione.
“Se l’arcidiocesi non accetta la visione della persona umana che sottintende la terminologia, allora non avrebbe dovuto accettare la terminologia”, ha detto Josie Luetke, coordinatore giovanile della Campaign Life, in risposta alle affermazioni di lunedì dell’arcidiocesi.
“Non puoi tenere la torta e allo stesso tempo mangiarla”, ha detto a LifeSiteNews.
“Identità di genere ed espressione di genere sono termini intrinsecamente fuorvianti che non possono essere riscattati”, afferma Luetke.
“Se accettiamo termini che implicano una falsità, siamo colpevoli nella propagazione di questa falsità” ha detto. “In altre parole, se non vuoi propagare un falso concetto della persona umana, non adottare il linguaggio letteralmente inventato per diffondere un falso concetto della persona umana”. “Tutti noi abbiamo già sentito questo argomento delle ‘lenti cattoliche’. È farsesco. Lo stesso ragionamento è stato applicato per accettare la “Strategia educativa equa & inclusiva” dei gay, che ci ha portato ad avere club del gay pride nelle scuole cattoliche, e poi ad accettare il curriculum radicalmente sessualizzato dell’Ontario”, ha detto il presidente nazionale della Campaign Life Coalition Jeff Gunnarson in una mail ai sostenitori.
“Da allora, abbiamo udito storie da orror e le urla da genitori e famiglie. NON ci sono lenti!” ha aggiunto.
“L’ideologia gender non è compatibile in nessun modo con l’insegnamento cattolico. È contrario alla fede cristiana; è contraria al disegno di Dio per l’umanità. Mette in pericolo i bambini, ed è un assalto alla famiglia”, ha detto Gunnarson.
“I termini ‘identità di genere’ ed ‘espressione di genere’ sono intrinsecamente fuorvianti e non possono essere riscattati”, ha aggiunto. “Non possiamo lasciar andare questa cosa senza opporci”.
Fonseca ha anche indirizzato all’arcidiocesi di Toronto il documento Speaking the Truth in Love che appare essere stato emesso intorno al marzo 2019, ed è stato firmato dall’Ufficio del collegamento per l’educazione cattolica dell’arcidiocesi di Toronto.
Fonseca ha detto che mentre il documento contiene alcune buone cose, “rappresenta un pesante tradimento dell’insegnamento cristiano sulla sessualità umana”.
Il documento “sembra dare licenza alle scuole cattoliche di chiamare i bambini con nomi del sesso opposto, usare i loro pronomi preferiti, e addirittura permettere di vestirsi come il sesso opposto, e per la comunità scolastica di affermare la delusione del bambino”, ha detto a LifeSiteNews.
Nel frattempo, il Gruppo dissidente pro-LBGTQ New Ways Ministry ha lodato Collins e gli amministratori fiduciari per avere fatto ciò che loro chiamano la “giusta scelta”, citando l’approvazione dell’arcidiocesi come il passo finale necessario per far passare l’emendamento della politica di condotta.
“Sembra che l’appoggio dell’arcidiocesi sul nominare esplicitamente identità di genere, espressione di genere, stato matrimoniale e stato di famiglia in accordo con le leggi dell’Ontario e le regolamentazioni del Ministero dell’Educazione ha portato i membri del consiglio a cambiare idea rapidamente”, ha notato New Ways Ministry.
“Facendo ciò, gli ufficiali cattolici dall’arcivescovo fino agli amministratori fiduciari hanno fatto veramente la giusta scelta per il più grande sistema scolastico pubblicamente finanziato nel mondo”.
Di Riccardo Zenobi
https://www.sabinopaciolla.com/polemiche-contro-il-cardinale-di-toronto-per-lapprovazione-della-politica-gender-identity-per-le-scuole-cattoliche/

Se il prete si sposa. E perché non la suora? E poi…

Cari amici di Duc in altum, dopo il sinodo amazzonico, e in attesa dei pronunciamenti del papa, il dibattito sull’eventualità di ammettere all’ordine sacro uomini sposati continua senza sosta e chiama in causa la natura stessa del sacerdozio. In proposito ecco una lettera (purtroppo non può essere firmata) che mi è stata inviata e ho trovato molto interessante perché propone un concretissimo, e raro, punto di vista femminile. 
A.M.V.
***
Caro Valli, mi permetta alcune riflessioni in materia di preti sposati.
“Io vorrei che foste senza preoccupazioni: chi non è sposato si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore; chi è sposato invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere alla moglie, e si trova diviso!” (1 Corinzi 7,32-34).
Ora, crediamo che un uomo possa farsi eunuco per il regno dei cieli, decidere di stare da solo anche per dimostrare e testimoniare che si può vivere solo di Dio già su questa terra, in questa vita, senza una donna accanto?
Ma perché, ci si chiede, non si può essere (follemente) innamorati di un uomo e di una donna e, contemporaneamente, di Dio?
Perché Dio è geloso! Ecco perché. E fa bene. Ci ha creati e ci conosce.
Essere prete non è un lavoro da quaranta ore a settimana: una consulenza, un progetto, una prestazione d’opera. La casa di qua, la famiglia di là, la chiesa-bottega a lato… no! Essere prete è un modo totalmente diverso di vivere.
Il prete non timbra il cartellino, ma è prete a tempo pieno, nel suo essere, come molti riconoscono e affermano. E questo suo modo di essere è incompatibile con l’amare una donna, o perlomeno con l’essere amati da una donna. Una donna normale che vuole amare il prete e avere con lui una famiglia normale.
Parlo di cose reali, concretissime.
Un prete, che lui lo voglia o no, si trova in un rapporto incredibile di relazioni, di intimità e di confidenza, e perché no, anche di simpatia, di vicinanza emotiva e spirituale (non so come altro definirla) con la gente che è il suo popolo, la sua famiglia. E quale donna può tollerare qualcosa di così intenso tra suo marito e centinaia di altre persone senza prenderne parte? E se in qualche modo ne prendesse parte, questo sarebbe giusto?
Davanti a Dio alla fine si è sempre soli, certo, ma nel matrimonio si è in due. E il modo di essere coppia nel matrimonio, davanti a Dio, non è compatibile con l’essere uno, da solo, prete, completamente di Dio davanti a Dio.
Essere preti e mariti e padri, o suore e moglie e madri contemporaneamente e a tempo pieno, è qualcosa di incompatibile.
Non è affatto questione di tempo da saper gestire, di cose da fare, o da dare e da dire, oppure di sostegno da ricevere. Quando un prete arriva ad aver bisogno del “sostegno” di una donna per fare il prete, credo abbia già smesso di fare il prete da un po’.
Non dimentichiamo poi che il prete che si innamora e si sposa una volta potrebbe innamorarsi una seconda volta, e una terza; e magari già che c’è potrebbe pure desiderare di divorziare dalla prima moglie per sposarsene un’altra e allora che facciamo? Tra cinque anni si potrebbe porre il problema del divorzio legittimo del prete e della possibilità che continui il suo ministero anche dopo aver divorziato. Oppure che si risposi per poter crescere i figli lasciati dalla prima moglie, perché nessuno ha la garanzia che ci sia qualcuno che possa vivere santo e immacolato per sempre con la sua sposa e i suoi figli o con il suo sposo e i suoi figli.
«Gli dissero i suoi discepoli: “Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi”. Egli rispose loro: “Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca”.»
Ho sempre creduto che qui Gesù parlasse, per tutti quelli che scelgono di rinunziare al matrimonio, di un dono, di una vocazione positiva e feconda, resa possibile dalla presenza misteriosa del Regno di Dio tra di noi, qui sulla terra, e invece da molte parti si evidenziano così tante differenze di genere maschile e femminile, di grado e di intensità dell’essere eunuchi da far girare la testa!
Ci sono quelli che fanno voto di una cosa e si fermano a un certo punto, altri che fanno voto di una virgola in più, e quelli che sì, fanno qualche promessa, ma pretendono di farla con riserva, con la possibilità di rimangiarsela e di ritornare indietro se serve, e di accusare la Chiesa di non essere all’altezza delle Chiese di Oriente!
Ma perché chi vuole sposarsi essendo prete non va a fare il prete nelle Chiese d’Oriente lasciando in pace la nostra Madre Chiesa cattolica? Se altre Chiese sono più comode, perché non andare a fare i preti di là? Se, purtroppo, ci sono differenze tra le Chiese, ci sono anche motivi profondi che le spiegano. E che brutto ragionare in termini di noi e loro, no?
Riassumendo.
Il prete celibe e casto testimonia già da ora il mistero: che si vive di Dio soltanto!
Fare il prete non è un lavoro.
L’uomo sposato, anche senza volerlo, condivide con sua moglie molte cose, anche dettagli del suo lavoro e orari e tempi e luoghi.
Veniamo ora ad alcune questioni aperte riguardanti l’eventuale famiglia del prete, in ordine assolutamente sparso.
L’uomo prete sposato sarebbe esposto a tutto ciò a cui è esposto un uomo sposato: tradimenti, adulteri, tentazioni, divorzi, possibilità di risposarsi, varie situazioni irregolari familiari.
Quali norme governeranno il matrimonio tra il prete e la controparte, uomo o donna che sia. Quelle delle particolari legislazioni nazionali?
Potrebbe il prete sposato divorziare? Potrebbe il prete risposarsi? Potrebbe il prete sposare una suora? Potrebbe il prete sposare un uomo? Potrebbe il prete che ha sposato un uomo avere (in qualche modo) un figlio? Che farebbe il prete in caso di controversie legali di vario genere come affidamento dei figli, divorzio, eredità?
Cosa si farebbe in caso di divorzio e affido dei figli al prete? Il prete potrebbe risposarsi per far crescere i figli in una famiglia con una sorta di aiuto femminile? O potrebbe semplicemente convivere con una nuova “moglie”?
E che fare in caso di moglie del prete atea o appartenente ad altra religione che non vuole far battezzare i figli?
Se il prete aperto alla vita ha sei figli, chi li mantiene questi sei figli fino all’università?
Sarebbe lecito per il prete usare gli anticoncezionali una volta sposato?
Il prete potrebbe battezzare egli stesso i suoi figli?
Se le donne diventassero diaconesse, il prete potrebbe sposare una diaconessa?
Perché le suore o i monaci non potrebbero sposarsi anche loro? (Gesù non ha stabilito sfumature nell’essere eunuchi per il regno, se si sposa il prete potrebbe farlo anche la suora.)
Si parla sempre dal punto di vista del prete, ma la moglie? La moglie del prete che obblighi avrebbe nei confronti di suo marito e della comunità?
La moglie del prete che doveri avrebbe verso il marito e la comunità? La moglie del prete che diritti avrebbe? Può la moglie del prete essere atea o di religione diversa dalla cattolica?
Potrebbe il prete preparare al suo proprio matrimonio la sua futura moglie? Potrebbe il prete confessare sua moglie e i suoi figli?
Sarebbe lecito per la moglie del prete usare gli anticoncezionali? Sarebbe lecito per il prete e sua moglie abortire, oppure lo potrebbero fare solo in certe situazioni (pericolo di vita per la donna o altro)?
Il prete che possiede qualcosa vorrebbe possedere di più per il bene della famiglia e sarebbe naturale. Il prete dovrebbe fare un mutuo, pagare tasse, comprare, vendere, migliorare la sua vita e quella della sua famiglia, investire, indebitarsi, appartenere più al mondo che a Dio.
Tu, suocera, andresti a confessarti dal prete marito di tua figlia? E tu, suocero, lo faresti? Tu andresti a confessarti dal prete padre del tuo amico?
Andreste a confessarvi dal prete essendo la migliore amica/amico di sua moglie?
Scegliereste come direttore/guida spirituale il padre della vostra fidanzata?
Potrebbe il prete diventare rappresentante di classe nella scuola dei figli? Accompagnare la moglie a fare la spesa? Andare a ballare con lei la sera e andare al cinema e al ristorante?
Certo che sì! Dopo le sue otto ore di lavoro giornaliero potrebbe farlo, perché tanto preghiera e spiritualità non servono, e si trae maggiore ispirazione al banco del supermercato o in una sala da ballo.
Ma la domenica il prete va al cinema coi figli?
Quale sarebbe la vita normale quotidiana del prete?
Potrebbero il prete e la moglie andare in terapia di coppia per problemi familiari?!
In tutto questo quanta energia andrebbe impiegata per la famiglia e quanta per il “lavoro” da prete?
Sarebbe pronto il prete sposato alla santità, al martirio, alla testimonianza della verità sapendo di poter mettere in pericolo la sua famiglia o di rischiare di perderli per sempre?
Che credibilità avrebbe questo prete sposato e più che immerso nel mondo?
Fermiamoci qua, per ora basta.
Lettera firmata

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