IL DELIRIO DELLA SINISTRA CON LE SUA ULTIMA TROVATA: LA “COMMISSIONE CONTRO L’ODIO”
Si poteva prevedere che, nel loro tentativo di imbavagliare sempre di più le opinioni, prima o poi gli esponenti della sinistra globalista ci sarebbero arrivati ed infatti , due giorni fa, è nata presso il Senato della Repubblica la “commissione Segre”, diretta contro odio, razzismo e antisemitismo. Naturalmente la stessa commissione ha voluto rendere la nozione di “odio” molto ampia ed in essa vengono incluse molte manifestazioni del pensiero che possono essere semplicemente riconducibili nell’ambito del pluralismo delle idee.
A giudizio discrezionale della Commissione, una sorta di “Tribunale Orwelliano” delle idee, si potrà stabilire quali idee o espressioni di pensiero siano riconducibili all’odio.In particolare, secondo quanto prescritto dal Consiglio d’Europa (una sorta di Tribunale supremo che giudica ogni condotta) si vogliono reprimere “tutti quei fenomeni di odio riconducibili a intolleranza, razzismo, antisemitismo e neofascismo, fatti in pubblico o accompagnati atti e manifestazioni di esplicito odio e persecuzione contro singoli e intere comunità, sia con una capillare diffusione attraverso vari mezzi di comunicazione e in particolare sul web».
Non è difficile capire che l’Istituzione di questa “suprema commissione” nasce allo scopo di limitare le manifestazioni di pensiero che siano contrarie all’indirizzo corrente, ovvero quello del pensiero unico, politicamente corretto che deve necessariamente essere globalista, progressista, liberista, antirazzista, omologato e mirato allla integrazione di tutte le minoranze e delle religioni, a prescindere da quale sia il loro contenuto.
Sarebbe facile obiettare l’incostituzionalità di questa commissione, visto che nella Costituzione italiana esiste l’art. 21 che recita:” Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.»
Di conseguenza non vi potrebbero essere limitazioni o censure preventive nelle manifestazioni di pensiero qualora queste siano ravvisabili come manifestazioni di odio o di altri sentimenti (invidia, gelosia o accidia). Questo anche perchè la discrezionalità nell’interpretare cosa sia odio e cosa non lo sia è molto ampia e soggettiva. Potrebbe esere classificato come “odio” una affermazione di odio razziale contro razze o religioni diverse, e questo sarebbe ovvio ma come la mettiamo qualora ci sia una opinione manifestata che vuole ad esempio individuare nelle migrazioni un tentativo di invasione dell’Italia e di sostituzione etnica della popolazione? Sicuramente questa sarebbe considerata tale da parte degli scrupolosi membri della Commissione.
A giudizio discrezionale della Commissione, una sorta di “Tribunale Orwelliano” delle idee, si potrà stabilire quali idee o espressioni di pensiero siano riconducibili all’odio.In particolare, secondo quanto prescritto dal Consiglio d’Europa (una sorta di Tribunale supremo che giudica ogni condotta) si vogliono reprimere “tutti quei fenomeni di odio riconducibili a intolleranza, razzismo, antisemitismo e neofascismo, fatti in pubblico o accompagnati atti e manifestazioni di esplicito odio e persecuzione contro singoli e intere comunità, sia con una capillare diffusione attraverso vari mezzi di comunicazione e in particolare sul web».
Non è difficile capire che l’Istituzione di questa “suprema commissione” nasce allo scopo di limitare le manifestazioni di pensiero che siano contrarie all’indirizzo corrente, ovvero quello del pensiero unico, politicamente corretto che deve necessariamente essere globalista, progressista, liberista, antirazzista, omologato e mirato allla integrazione di tutte le minoranze e delle religioni, a prescindere da quale sia il loro contenuto.
Sarebbe facile obiettare l’incostituzionalità di questa commissione, visto che nella Costituzione italiana esiste l’art. 21 che recita:” Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.»
Di conseguenza non vi potrebbero essere limitazioni o censure preventive nelle manifestazioni di pensiero qualora queste siano ravvisabili come manifestazioni di odio o di altri sentimenti (invidia, gelosia o accidia). Questo anche perchè la discrezionalità nell’interpretare cosa sia odio e cosa non lo sia è molto ampia e soggettiva. Potrebbe esere classificato come “odio” una affermazione di odio razziale contro razze o religioni diverse, e questo sarebbe ovvio ma come la mettiamo qualora ci sia una opinione manifestata che vuole ad esempio individuare nelle migrazioni un tentativo di invasione dell’Italia e di sostituzione etnica della popolazione? Sicuramente questa sarebbe considerata tale da parte degli scrupolosi membri della Commissione.
Non si tiene conto che questa commissione sarebbe superflua, per quanto riguarda le posizioni che vogliono escludere o dicriminare qualsiasi individuo sulla base della razza, della religione, sesso o delle opinioni politiche, visto che già in Costituzione troviamo l’art. 3 che recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Quindi è ovvio che colui che dovesse incitare a tale discriminazione sarebbe, anche oggi come ieri, passibile di sanzione.
La pretesa di voler giudicare sulla base di sentimenti potrebbe un domani facilmente allargarsi: oggi si giudica cosa sia l’odio, un domani si potrebbe decidere di giudicare cosa sia l’invidia e magari, subito dopo la gelosia. Una sorta di farsesco tribunale incaricato di spiare i sentimenti a cui neppure Orwell era arrivato.
La pretesa di voler giudicare sulla base di sentimenti potrebbe un domani facilmente allargarsi: oggi si giudica cosa sia l’odio, un domani si potrebbe decidere di giudicare cosa sia l’invidia e magari, subito dopo la gelosia. Una sorta di farsesco tribunale incaricato di spiare i sentimenti a cui neppure Orwell era arrivato.
Si accosta il neofoascismo (altra categoria sanzionabile) con l’odio e l’intolleranza ma, a parte che ci sono le famose norme transitorie nella Costituzione contro la ricostituzione del Partito Fascista, per non parlare della legge Reale e le altre norme, quale dovrebbe essere una manifestazione d’odio, forse il saluto romano fatto in pubblico? Le foto di Mussolini nei calendari e nei gadget esposti a Predappio o in qualche edicola o sul web? Siamo evidentemente nella farsa.
Sembra ovvio poi che la denominata lotta all’antisemitismo appare lo specchietto per le allodole per allargare il novero dei punti di vista messi al bando e per censurare opinioni di vario tipo, tutte catalogate come “hate speech”. Non è prevista alcuna sanzione per chi volesse esaltare altre forme di estremismo come ad esempio quello islamista salafita, intollerante e discriminatorio verso le altre fedi, come non sono menzionate altre manifestazioni estremiste e radicali che sono ispirate al comunismo, anarchismo, leninismo, poujadismo, ecc..
Per catalogare quali di queste forme sia individuabile come manifestazione di odio e intolleranza verso gli altri, occorrerebbe fare una classificazione seria ed allora si avrebbero delle notevoli sorprese.
Ad esempio il fanatismo ultra sionista è perfettamente catalogabile come forma di odio, di razzismo e di intolleranza e ne sanno qualche cosa i palestinesi che vengono visti, da questa dottrina fanatica, come”non umani” (vedi testo ebraico del Talmud). Gli stessi autori israeliani (scrittori, storici, artisti ) hanno preso le distanze da questa forma fanatica di sionismo; vedi Isaac Asimov, Noam Chomsky, Miriam Margolyes, Gabriel Kolko, Uri Avnery, Roseanne Barr, Richard Falk, ecc.. Che vorrebbe fare la commissione Segre, vorrebbe forse accusare di antisemitismo anche questi esponenti ebrei della cultura che hanno criticato il sionismo di Israele e la discriminazione verso i palestinesi?
Che dire poi dell’ideologia primatista e razzista USA, di derivazione anglosassone, quella del WASP (White Anglo-Saxon Protestant) ? Bene questa è esattamente quella a cui si ispira il presidente Trump ed i suoi sostenitori, la Commissione Segre vorrà sanzionare anche loro? La commissione si vorrà forse occupare anche delle manifestazioni di odio dei filo americani wasp che dimostrano odio verso i palestinesi, verso gli iraniani e gli altri popoli ostili alla dominazione Statunitense ? I riferimenti e gli articoli che trasudano odio contro questi popoli la commissione potrà trovarli presso i più paludati giornali e TV del sistema Mainstream. Basta cercarli.
Tutto questo, assieme ad altri preoccupanti fenomeni, come la chiusra arbitraria di pagine e profili da parte dei miliardari di Facebook, Twitter e altri social media, dimostra che le società italiana, analogamente ad altre società europee, si dimostra sempre più intollerante verso chi manifesta idee difformi e che la stessa Unione Europea, come sosteneva il buon Bukowskij, il dissidente russo, da poco scomparso, che fuggì dall’URSS per rifugiarsi in Europa, appare sempre più simile alla vecchia Unione Sovietica. “Bisogna fermare il mostro prima che ci inghiotta”,diceva Bukowskij.
Uno stato di “polizia del pensiero” e i manicomi dei dissidenti saranno soltanto l’ultima tappa di un percorso già segnato. La Commissione Segre ne è un primo anticipo.
Che dire poi dell’ideologia primatista e razzista USA, di derivazione anglosassone, quella del WASP (White Anglo-Saxon Protestant) ? Bene questa è esattamente quella a cui si ispira il presidente Trump ed i suoi sostenitori, la Commissione Segre vorrà sanzionare anche loro? La commissione si vorrà forse occupare anche delle manifestazioni di odio dei filo americani wasp che dimostrano odio verso i palestinesi, verso gli iraniani e gli altri popoli ostili alla dominazione Statunitense ? I riferimenti e gli articoli che trasudano odio contro questi popoli la commissione potrà trovarli presso i più paludati giornali e TV del sistema Mainstream. Basta cercarli.
Tutto questo, assieme ad altri preoccupanti fenomeni, come la chiusra arbitraria di pagine e profili da parte dei miliardari di Facebook, Twitter e altri social media, dimostra che le società italiana, analogamente ad altre società europee, si dimostra sempre più intollerante verso chi manifesta idee difformi e che la stessa Unione Europea, come sosteneva il buon Bukowskij, il dissidente russo, da poco scomparso, che fuggì dall’URSS per rifugiarsi in Europa, appare sempre più simile alla vecchia Unione Sovietica. “Bisogna fermare il mostro prima che ci inghiotta”,diceva Bukowskij.
Uno stato di “polizia del pensiero” e i manicomi dei dissidenti saranno soltanto l’ultima tappa di un percorso già segnato. La Commissione Segre ne è un primo anticipo.
N.B. Nella foto in alto la senatrice Liliana Segre, promotrice della commissione con Emma Bonino.
di Luciano Lago
CIVICA DELAZIONE ALLA SPETT. KOMMISSARIA ALL’AMORE
Ammirevole senatrice Sacra Segre, da cittadino zelante e (non lo nego) desideroso di mettersi in luce di fronte alla nascitura Kommissione contro l’Odio (che spero, al contrario di quel che non auspica il magistrato Carlo Nordio) diventi “un organo investigativo capace di operare coi poteri dell’autorità giudiziaria, escutere testi e disporre acquisizioni documentali e sollecitare incriminazioni”, provvedo sollecitamente a cominciare l’opera di delazione che viene così autorevolmente richiesta dalla UE , e segnalo alcuni crimini d’odio che sono stai perpetrati nel nostro Paese.
Confesso che si tratta di notizie di reato raccolte in mezz’ora sul web, senza alcuna pretesa di originalità; un approfondito lavoro ricaverebbe ben altro. Ma intanto accolga questo modesto sforzo come segno della gratitudine per l’Impero del Bene che, grazie al suo sforzo, e a quello di David Sassoli, sta diventando l’Europa.
Poi ci sarebbero questi delitti, segnalatimi da un lettore: crimini d’odio razziale e suprematista, aggravati dal palese intento antisemita.
CITAZIONI DI VARI LEADERS E PERSONALITA’ SIONISTE
Una citazione di Menachem Begin (Mieczyslaw Biegum), terrorista-capo dell’Irgum e per sei volte Primo Ministro – nonché, pure lui, Premio Nobel per la pace:
“La nostra razza è la razza padrona. Noi siamo gli unici semi-dei,con qualità divine,di questo pianeta.Noi siamo tanto diversi di tutte le altre razze inferiori quanto loro lo sono degli insetti.Di fatto quando le comparate alla nostra,tutte le altre razze sono composte da bestie,nel migliore dei casi loro sono i nostri ovini e bovini.Noi possiamo considerare le altre razze come i nostri escrementi umani. …il nostro destino naturale è il dominio delle razze inferiori, il nostro regno qui in terra dovrà essere comandato con l’uso del bastone di ferro.Le masse di razze inferiori dovranno sempre leccare i nostri piedi e servirci come schiavi”
DAVID BEN GURION
PRIMO MINISTRO D’ISRAELE, 1949 – 1954, 1955 – 1963
“Noi dobbiamo espellere gli arabi e prenderci i loro posti.”
— David Ben Gurion, 1937, Ben Gurion and the Palestine Arabs, Oxford University Press, 1985.
”Dobbiamo usare il terrore, l’assassinio, l’intimidazione, la confisca delle terre e l’eliminazione di ogni servizio sociale per liberare la Galilea dalla sua popolazione araba”.
— David Ben-Gurion, Maggio 1948, agli ufficiali dello Stato Maggiore. Da: Ben-Gurion, A Biography, by Michael Ben-Zohar, Delacorte, New York 1978.
“Ci sono stati l’anti-semitismo, i nazisti, Hitler, Auschwitz, ma loro in questo cosa centravano? Essi vedono una sola cosa: siamo venuti e abbiamo rubato il loro paese. Perché dovrebbero accettarlo?”
– Riportato da Nahum Goldmann in Le Paraddoxe Juif (The Jewish Paradox), pp. 121-122.
“I villaggi ebraici sono stati costruiti al posto dei villaggi arabi. Voi non li conoscete neanche i nomi di questi villaggi arabi, e io non vi biasimo perché i libri di geografia non esistono più. Non soltanto non esistono i libri, ma neanche i villaggi arabi non ci sono più. Nahlal è sorto al posto di Mahlul, il kibbutz di Gvat al posto di Jibta; il kibbutz Sarid al posto di Huneifis; e Kefar Yehushua al posto di Tal al-Shuman. Non c’è un solo posto costruito in questo paese che non avesse prima una popolazione araba.”
— David Ben Gurion, citato in The Jewish Paradox, di Nahum Goldmann, Weidenfeld and Nicolson, 1978, p. 99.
“Tra di noi non possiamo ignorare la verità … politicamente noi siamo gli aggressori e loro si difendono … Il paese è loro, perché essi lo abitavano, dato che noi siamo voluti venire e stabilirci qui, e dal loro punto di vista gli vogliamo cacciare dal loro paese.”
— David Ben Gurion, riportato a pp 91-2 di Fateful Triangle di Chomsky, che apparve in “Zionism and the Palestinians pp 141-2 di Simha Flapan che citava un discorso del 1938.
“Se avessi saputo che era possibile salvare tutti i bambini della Germania trasportandoli in Inghilterra, e soltanto la metà trasferendoli nella terra d’Israele, avrei scelto la seconda soluzione, a noi non interessa soltanto il numero di questi bambini ma il calcolo storico del popolo d’Israele”.
— David Ben-Gurion (Citato a pp 855-56 in Ben-Gurion di Shabtai Teveth).
GOLDA MEIR
PRIMO MINISTRO D’ISRAELE, 1969 – 1974
“Non esiste una cosa come il popolo palestinese … Non è come se noi siamo venuti e li abbiamo cacciati e preso il oro paese. Essi non esistono.”
–Golda Meir, dichiarazione al The Sunday Times, 15 giugno 1969.
“Come possiamo restituire i territori occupati? Non c’è nessuno a cui restituirli.”
— Golda Meir, 8 marzo 1969.
“A tutti quelli che parlano in favore di riportare indietro i rifugiati arabi devo anche dirgli come pensa di prendersi questa responsabilità, se è interessato allo stato d’Israele. E bene che le cose vengano dette chiaramente e liberamente: noi non lasceremo che questo accada.”
— Golda Meir, 1961, in un discorso alla Knesset, riportato su Ner, ottobre 1961
“Questo paese esiste come il compimento della promessa fatta da Dio stesso. Sarebbe ridicolo chiedere conto della sua legittimità.”
— Golda Meir, Le Monde, 15 ottobre 1971
YITZHAK RABIN
PRIMO MINISTRO D’ISRAELE, 1974 – 1977, 1992 – 1995
“Uscimmo fuori, Ben-Gurion ci accompagnava. Allon rifece la sua domanda, ‘Che cosa si doveva fare con la popolazione palestinese?’ Ben-Gurion ondeggiò la mano in un gesto che diceva ‘cacciateli fuori!”
— Yitzhak Rabin,versione censurata delle memorie di Rabin, pubblicata sul New York Times, 23 ottobre 1979.
“[Israele vorrà] creare nel corso dei prossimi 10 o 20 anni le condizioni per attrarre naturalmente e volontariamente una migrazione dei rifugiati dalla striscia di Gaza e dalla Cisgiordania verso la Giordania. Per ottenere questo dobbiamo arrivare ad un accordo con Re Hussein e non con Yasser Arafat.”
— Yitzhak Rabin (un “Principe di Pace” secondo Clinton), spiega il suo metodo di pulizia etnica dei territori occupati senza sollevare scalpore nel mondo. (Riportato da David Shipler sul The New York Times, 04/04/1983 citando i commenti di Meir Cohen al comitato affari esteri e difesa della Knesset del 16 marzo.)
MENACHEM BEGIN
PRIMO MINISTRO D’ISRAELE, 1977 – 1983
“[I palestinesi] sono bestie che camminano su due gambe.”
Discorso alla Knesset di Menachem Begin Primo Ministro israeliano, riportato da Amnon Kapeliouk, “Begin and the ‘Beasts’,” su New Statesman, 25 giugno 1982.
“La divisione della Palestina è illegale. Non sarà mai riconosciuta … Gerusalemme è e sarà per sempre la nostra capitale. Eretz Israel verrà ricostruito per il popolo d’Israele. Tutta quanto. E per sempre.”
— Menachem Begin, il giorno dopo il voto all’ONU sulla divisione della Palestina.
YIZHAK SHAMIR
PRIMO MINISTRO D’ISRAELE, 1983 – 1984, 1986 – 1992
“I vecchi dirigenti del nostro movimento ci hanno lasciato un chiaro messaggio di prendere Eretz Israel dal mare al fiume Giordano per le future generazioni, per un’aliya di massa (=immigrazione ebraica), e per il popolo ebraico, che tutto quanto sarà radunato in questo paese.”
— Dichiarazione dell’ex primo Ministro Yitzhak Shamir al ricordo funebre dei primi dirigenti del Likud, novembre 1990. Servizio locale di Radio Gerusalemme.
“Determinare la terra d’Israele è l’essenza del sionismo. Senza determinazione, noi non realizziamo il sionismo. E’ semplice.”
— Yitzhak Shamir,su Maariv, 02/21/1997
“(I palestinesi) saranno schiacciati come cavallette… con le teste sfracellate contro i massi e le mura.”
— Yitzhak Shamir a quel tempo Primo Ministro d’Israele in un discorso ai coloni ebrei, New York Times, 1 aprile 1988
BENJAMIN NETANYAHU
PRIMO MINISTRO D’ISRAELE, 1996 – 1999
“Israele avrebbe dovuto approfittare dell’attenzione del mondo sulla repressione delle dimostrazioni in Cina, quando l’attenzione del mondo era focalizzata su quel paese, per portare a termine una massiccia espulsione degli arabi dei territori.”
— Benyamin Netanyahu, allora vice ministro degli esteri, ex Primo Ministro d’Israele, in un discorso algi studenti della Bar Ilan University, dal giornale israeliano Hotam, 24 novembre 1989.
EHUD BARAK
PRIMO MINISTRO D’ISRAELE, 1999 – 2001
” I palestinesi sono come coccodrilli, più gli date carne, più ne vogliono”….
— Ehud Barak, a quel tempo Primo Ministro d’Israele – 28 agosto 2000. Apparso su Jerusalem Post, 30 agosto, 2000
“Se pensassimo che invece di 200 vittime palestinesi, 2.000 morti metterebbero fine agli scontri in un colpo, dovremmo usare più forza….”
— Il Primo Ministro israeliano Ehud Barak, citato dall’Associated Press, 16 novembre 2000.
“Sarei entrato in un’organizzazione terroristica.”
–risposta di Ehud Barak a Gideon Levy, giornalista del quotidiano Ha’aretzr, quando chiese a Barak che cosa avrebbe fatto se fosse nato palestinese.
ARIEL SHARON
PRIMO MINISTRO D’ISRAELE, 2001 – AD OGGI
“E’ dovere dei dirigenti d’Israele spiegare all’opinione pubblica, chiaramente e coraggiosamente, un certo numero di fatti che col tempo sono stati dimenticati. Il primo di questi è che non c’è sionismo, colonizzazione, o Stato Ebraico senza lo sradicamento degli arabi e l’espropriazione delle loro terre.”
— Ariel Sharon, Ministro degli esteri d’Israele, parlando ad una riunione di militanti del partito di estrema destra Tsomet, Agenzia France Presse, 15 novembre 1998.
“Tutti devono muoversi, correre e prendere quante più cime di colline (palestinesi) possibile in modo da allargare gli insediamenti (ebraici) perché tutto quello che prenderemo ora sarà nostro… Tutto quello che non prenderemo andrà a loro.”
— Ariel Sharon, Ministro degli esteri d’Israele, aprendo un incontro del partito Tsomet Party, Agenzia France Presse, 15 novembre 1998.
“Ogni volta che facciamo qualcosa tu mi dici che l’America farà questo o quello…devo dirti qualcosa molto chiaramente: Non preoccuparti della pressione americana su Israele. Noi, il popolo ebraico, controlliamo l’America, e gli americani lo sanno.”
— Ariel Sharon, Primo Ministro d’Israele, 31 ottobre 2001, risposta a Shimon Peres, come riportato in un programma della radio Kol Yisrael.
“Israele può avere il diritto di mettere altri sotto processo, ma certamente nessuno ha il diritto di mettere sotto processo il popolo ebraico e lo Stato d’Israele.”
— Ariel Sharon, Primo Ministro d’Israele, 25 marzo 2001 citato dalla BBC News Ondine.
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