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lunedì 4 novembre 2019

Non v’è dubbio

Chivasso: bene l’idolatria, male il contestarla. 



E’ accaduto a Chivasso, in provincia di Torino e nella diocesi di Ivrea, che il parroco, durante la Messa nel Duomo di Santa Maria Assunta, il 27 ottobre 2019, ha negato la Comunione ad un fedele.

Questa la notizia, come riportata dal Quotidiano Canavese
http://www.quotidianocanavese.it/politica/chivasso-un-anziano-fedele-
papa-francesco-e-un-eretico-il-parroco-gli-nega-l-ostia-consacrata-23876
CHIVASSO - Un anziano fedele: «Papa Francesco è un eretico», il parroco gli nega l’ostia consacrata

28 ottobre 2019 | Le parole pronunciate dal parroco durante l’omelia nel Duomo di Santa Maria Assunta devono aver innervosito non poco un pensionato, tanto da farlo inveire contro il Papa in piena liturgia...

«Papa Francesco è un eretico!». Una voce squillante si è levata ieri durante la predica di don Davide Smiderle, lasciando tutti allibiti. A recitare la frase è stato un uomo settantenne, nel Duomo di Santa Maria Assunta di Chivasso, affollato per la Santa Messa delle 10,30. Il parroco ha proseguito senza scomporsi, fino a quando quel fedele si è presentato di fronte all’altare per farsi consegnare l’Ostia consacrata, dove don Davide gli ha negato la comunione.

Le parole pronunciate dal parroco durante l’omelia devono aver innervosito non poco il pensionato, probabilmente contrario all’apertura della Chiesa su temi quali i “preti sposati” e il “ruolo femminile”; Don Davide stava invitando i fedeli presenti a pregare per la Chiesa e per Papa Francesco, impegnato in queste settimane in un delicato confronto durante il Sinodo per l’Amazzonia.
L’aver negato l’Eucarestia ha però turbato Don Davide profondamente: in 18 anni di sacerdozio non aveva mai impedito a un fedele di ricevere l’ostia consacrata. Ha preso questa decisione perché chi contesta il Papa deve prima conciliarsi con la Chiesa, parole che ha usato anche ieri al termine della messa.

Dopo la decisione del parroco, molti fedeli gli hanno tributato un lungo applauso, partito grazie a Pietro Nolli, presidente della Sezione Bersaglieri di Chivasso. Vedendo Don Davide provato, ha spontaneamente agito col cuore: è stato un piccolo omaggio dei fedeli per dimostrare l’affetto della comunità. (F.b.)

Tale notizia, nonostante trattasi di un caso accaduto in provincia, riveste un valore emblematico circa lo stato d’animo di tanti fedeli cattolici posti di fronte al fatto compiuto dal comportamento, volutamente pubblico e pubblicizzato, di papa Bergoglio in occasione del recente Sinodo sull’Amazzonia.
Evidentemente, non ha lasciato indifferenti – e meno male – il fatto che Bergoglio abbia pregato davanti a degli idoli, insieme ai cardinali, nella Basilica di San Pietro, il 7 ottobre 2019, dopo aver presieduto allo spettacolo di adorazione idolatrica da lui voluto nei giardini vaticani, lo scorso 4 ottobre 2019.




don Davide Smiderle


Circa quanto accaduto a Chivasso, non meraviglia il comportamento del parroco, visto che ha dimostrato innanzi tutto di essere uno strenuo difensore di Bergoglio e delle sue malefatte.

Non v’è dubbio che il fedele, settantenne, ha usato un modo eclatante per esprimere la sua indignazione, del tutto giustificata, e avrebbe potuto, forse, farne a meno; ma in realtà egli non ha interrotto la celebrazione eucaristica, che sarebbe stato un atto grave e blasfemo, si è limitato a reagire durante la predica del parroco, che ha invitato tutti a sostenere Bergoglio e a pregare per lui proprio in occasione del Sinodo per l’Amazzonia.

Ci sono due punti di vista dai quali guardare questo accaduto.
Dal punto di vista strettamente canonico, la pubblica dichiarazione del fedele comporta una dichiarazione di separazione dal Papa regnante: non si può affermare pubblicamente che il Papa è eretico e pretendere nel contempo di essere in comunione con lui. Ne consegue che il parroco aveva il diritto formale di negare la Comunione ad un pubblico scismatico dichiarato.
Dal punto di vista pastorale e pratico, il fedele è stato istigato dalla predica del parroco a reagire inveendo contro un papa che ha dimostrato a più riprese e volutamente di essere un apostata e un idolatra.

Col negare la Comunione a questo fedele, il parroco ha voluto indicare a tutti i fedeli che non si può contestare il Papa pubblicamente, perché così si commette un “peccato grave”, tale da impedire la Comunione. Egli ha dato per scontato che i gravi peccati di idolatria, di blasfemia e di apostasia compiuti da Bergoglio, non sarebbero tali e li ha perfino sostenuti ed elogiati. Secondo lui, dichiarare apertamente il proprio sostegno a tali peccati e perfino invitare i fedeli a pregare a favore di chi li commette, non dovrebbe comportare alcuna reazione da parte dei fedeli cattolici.
E’ evidente che prima ancora di poter esprimere una valutazione sul comportamento del fedele indignato, va valutato il fatto che questo parroco dimostra di condividere pubblicamente l’idolatria e la blasfemia ed esorta perfino i fedeli a fare altrettanto.
Questo è decisamente inaccettabile, soprattutto perché il parroco abusa del suo ascendente sui fedeli e, al pari di Bergoglio, li spinge a negare la loro stessa Fede. 

Dal canto suo, il comportamento dei fedeli che hanno applaudito il parroco per questa sua bravata, dimostra che il male è penetrato in profondità nell’animo degli odierni fedeli cattolici, così che il magistero di Bergoglio – perché di vero e proprio magistero si tratta, benché espresso con i gesti e i comportamenti – risulta essere tristemente e diabolicamente efficace: l’apostasia e l’idolatria praticate pubblicamente da Bergoglio stanno deviando tanti fedeli e li stanno spingendo verso la perdita della propria anima.
Se ci trovassimo in una situazione normale, avrebbero dovuto essere tutti i fedeli a protestare contro il parroco, ma ci troviamo in una situazione anormale che continua ad aggravare la crisi nella Chiesa, che Bergoglio spinge fino alle più estreme conseguenze, seguito purtroppo da cardinali, vescovi e preti che, seppure non sentono di essere apostati – almeno crediamo – di fatto lo sono e portano anche i fedeli ad esserlo.

Il parroco, noto per la sua sovraesposizione mediatica, ha anteposto ad ogni preoccupazione sacerdotale il piacere di farsi notare come sostenitore di Bergoglio, non solo imbastendo una predica sull’elogio di un papa che si compiace di praticare l’idolatria, ma compiendo in chiesa, pubblicamente, un gesto punitivo contro chi non intende condividere tale idolatria e lo esprime altrettanto pubblicamente nella medesima chiesa e in contemporanea con la predica sovversiva del parroco.
Noi non giudichiamo le intenzioni di questo parroco – ci penserà il Giudice Supremo -, ma abbiamo il dovere di condannare il suo comportamento che, oltre ad essere scandaloso per l’ostentazione, è chiaramente causa della perdita della Fede di molti fedeli, fuorviati proprio dal loro parroco.








di
 Belvecchio


http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV3242_Belvecchio_Bene_l-idolatria_male_contestarla.html

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