Così vogliono mettere a tacere Benedetto XVI
Una riforma del pontificato emerito tesa a legiferare sugli interventi pubblici di chi si è dimesso. Ecco il piano dei progressisti per "silenziare" Benedetto XVI"
Una riforma del pontificato emerito tesa a legiferare sugli interventi pubblici di chi si è dimesso. Ecco il piano dei progressisti per "silenziare" Benedetto XVI"
Perché un libro sul celibato sacerdotale suscita tanto scalpore? La domanda, dopo la querelle sull'opera del cardinal Sarah, quella che dovrebbe essere ormai pubblicata con un "contributo" di Benedetto XVI, è divenuta legittima.
Mentre ci si interroga sul perché mons. Gaenswein abbia comunicato (peraltro ventiquattro ore dopo l'annuncio editoriale) che l'ex pontefice avesse chiesto la rimozione della firma (alcune fonti sembrano pensare che il "non placet" sia arrivato per lo più per volontà del prefetto della Casa pontificia), inizia ad essere discussa la riforma della figura del pontefice emerito. Lo strumento, che è in preparazione, esisterebbe pure. La Costituzione apostolica, nella sua versione rinnovata, non è ancora stata resa nota. Se ne conoscono solo alcuni aspetti, che devono essere confermati. Ora - poiché un "pontefice emerito" prima di Ratzinger non era mai esistito - nulla impedisce di prevedere che il C9, il consiglio ristretto di cardinali voluto da Jorge Mario Bergoglio, possa aggiungere una postilla in grado di definire meglio il ruolo di chi si è dimesso dal soglio di Pietro.
Non è semplice, proprio perché non esistono precedenti, ma quel "Servono nuove regole per il Papa emerito" comparso su La Stampa certifica come almeno un ragionamento sia in fase di elaborazione. Detto in parole povere: qualcuno potrebbe ritenere "invasioni di campo" gli interventi del "mite teologo" di Tubinga, dunque riempire il vuoto persistente nel diritto canonico. La Verità di oggi parla di un "piano alto delle gerarchie per imbavagliare Ratzinger". La riforma, insomma, è ventilata. E potrebbe essere giustificata come un modo di legiferare attorno ad altri eventuali casi futuri di rinunce. Papa Francesco stesso potrebbe, in futuro, prendere la stessa decisione di Benedetto XVI. In Santa Sede ne sono consapevoli. Ma vanno fatte alcune constatazioni.
Nel grande gioco degli "schieramenti vaticani", una riforma presentata o immaginata subito dopo il caso del libro del cardinal Sarah, potrebbe essere letta in maniera strumentale. Spesso si racconta di come il "fronte conservatore" sia solito usare le argomentazioni di Benedetto XVI per contrapporre la figura dell'emerito a quella del regnante. Ecco, se in Vaticano dovessero decidere per "silenziare" Ratzinger, allora l'interpretazione potrebbe invertirsi di valore. Ratzinger "imbavagliato" per evitare le voci dissonanti nei confronti delle intenzioni dei progressisti. E il Papa? Tutto ruota attorno all'esortazione apostolica che verrà pubblicata dopo il Sinodo panamazzonico. Dovremmo essere vicini a conoscere i contenuti avallati dal Santo Padre.
In quella esortazione apostolica potrebbe essere prevista l'istituzione dei "viri probati". Una novità che non verrebbe accettata dai conservatori e dai tradizionalisti.
Caso libro-celibato: «La penosa esibizione del circo conciliare ci dice: “Stare alla larga dai modernisti!”»
GR: Devo dire che, secondo me, pochi di quelli che hanno letto l’articolo di RS 8 punti: perché l’operazione ratzingeriana sul celibato è sostanzialmente inutile, se non dannosa – mentre esplodeva l’entusiasmo dei ratzinger-boy, potevano immaginare che in così poco tempo sarebbe scoppiato il caos generale.
RS: Quali sono le proporzioni del boomerang?
GR: Piuttosto ampie. Vedete voi: se due tra i capofila del fronte (pseudo)conservatore sono implicati – al netto delle responsabilità dei singoli – in un pasticcio di queste dimensioni, immaginate le ripercussioni sulle seconde e terze linee. Dopo la bagarre di questi giorni quel fronte esce delegittimanto e indebolito. Un bergogliano qualsiasi avrebbe gioco facile a dire: “Nemmeno sulla copertina del libro ci sono idee chiare, immaginiamoci sul resto”. Non stupisce che l’ultaprogressista Padre Spadaro abbia twittato all’esito degli eventi: “Finalmente si può tornare a parlare di cose serie”. E “cose serie” scritto da lui è tutto dire.
RS: Non c’era da aspettarsi molto dal tandem in questione.
GR: Certo: l’operazione – ammesso che si sia mai pensato al libro in questi termini – era già in se stessa insufficiente e ai limiti del controproducente, lo abbiamo detto. La confusione di un “Papa Emerito” (definizione che fa già sorridere, o forse piangere) che si discosta dal Papa regnante, del resto, ha dato una mano. Ma ricordiamolo: la confusione è l’anima del modernismo, sia esso conservatore o progressista.
RS: Il circo conciliare non smette di dar spettacolo.
GR: E bisogna tenersene alla larga. Chiunque conosca la storia di Ratzinger sa quanto sia stato un destrutturatore del Cattolicesimo e del Papato. In questo una buona sintesi di chi è, ci è offerta dalla Lettera aperta a Joseph Ratzinger, per il bene di tutti.
RS: Passiamo da Ratzinger a tutti gli altri.
GR: Un supremo squallore animato da promotori orgogliosi dell’errore, dispensatori di mezze verità, accomodatori di tutto e del suo contrario, tiepidi, servi sciocchi e altro di cui mi taccio. Un caravanserraglio patetico in cui entusiasmi un tanto al chilo si alternavano a urla da stadio. Oltre a tutto questo: un numero rispettabile di incerti in buona fede e gente in cerca della verità, rimasti allibiti da questo spettacolo stomachevole.
RS: Come finirà?
GR: Il lancio del libro è già finito (esce oggi) ed è finito male, come abbiamo detto. Le vendite però andranno bene, con tutto questo subbuglio. Ma il tema è un altro: a breve (tra fine gennaio e inizio febbraio) Bergoglio manderà il testo dell’Esortazione post-sinodale ai vescovi.
E con questa pseudo-opposizione può dormire sonni tranquillissimi.
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