E’ antica usanza che a Capodanno si cacci via l’anno vecchio con tutte le cose antipatiche che ha portato con sé. I cosiddetti fuochi d’artificio non servono solo ad illuminare il cielo di mille colori per salutare l’arrivo del nuovo anno, che tutti sperano in cuor loro sia portatore di bene, soprattutto di beni spirituali e di serenità; i fuochi, col loro rumore, servono anche a cacciare simbolicamente il retaggio di tutte le brutture dell’anno appena concluso.
Tuttavia, i botti di Capodanno, se usati maldestramente, possono essere pericolosi, dirompenti e forieri di ferimenti, tutto dipende dalla sprovvedutezza di chi li usa.
Il primo gennaio del 2020, alle ore 10,00, nella Basilica vaticana, Papa Francesco ha sparato i suoi botti, incurante di ferire a destra e a manca.
Nel grembo di una donna Dio e l’umanità si sono uniti per non lasciarsi mai più: anche ora, in cielo, Gesù vive nella carne che ha preso nel grembo della madre. In Dio c’è la nostra carne umana!
Si nota subito che il Creatore non ha bisogno della cosa creata per essere Dio: Dio, creando, non muta per niente la Sua essenza, che resta intoccata rispetto alla cosa creata che è soggetta alla mutazione voluta da Dio stesso; ne consegue che in questo modo si fa dipendere Dio dal creato, cosa che è l’esatto opposto della realtà. Dio e il creato restano perfettamente distinti. Unire il Creatore al creato (“Dio e l’umanità si sono uniti per non lasciarsi mai più”), significa trasformare la trascendenza di Dio in immanenza, cosa impossibile peraltro, e significa passare al panteismo.
Se poi si volesse far notare che l’espressione “in Dio c’è la nostra carne umana” corrisponda in qualche modo ad una realtà metafisica, va subito precisato che la cosa è vera solo se si considera che ogni creazione è inevitabilmente nella mente di Dio e cioè è potenzialmente contenuta in Dio stesso… una volta creata, però, essa si differenzia totalmente da Dio che è increato.
Tuttavia, quest’ultimo non è il senso della frase di Bergoglio: in realtà egli si muove immerso in una grande confusione che in qualche modo pretende di trasmettere ai fedeli come fosse un insegnamento della Chiesa.
Tale confusione è però, in perfetto stile bergogliano, chiaramente architettata per servire da preambolo ad un concetto molto dubbio: la donna avrebbe dato inizio alla rinascita dell’umanità. Cosa che è vera solo se si considera che la donna, in Maria Santissima nuova Eva, è stata strumento nelle mani di Dio ed ella stessa si è definita “serva del Signore” messasi a disposizione dello Spirito Santo.
Maliziosamente, Bergoglio mette in primo piano la maternità della donna, dimenticando di sottolineare che in primo piano c’è la sottomissione alla volontà di Dio.
“Ogni violenza inferta alla donna è una profanazione di Dio, nato da donna”.
E invece, Dio non nasce da donna, ma, come dice bene Dante: “Vergine Madre, figlia del tuo figlio, / umile e alta più che creatura, / termine fisso d’etterno consiglio, / tu se’ colei che l’umana natura / nobilitasti sì, che ‘l suo fattore / non disdegnò di farsi sua fattura.” (Paradiso, XXXIII, 1-6)
Il che significa che è la donna a nascere da Dio, ed ella, sottomettendosi interamente alla volontà di Dio, si rende degna di far sì che Dio la usi come strumento per far scendere in terra in forma umana il Suo Figlio.
Non la donna soggetto, quindi, ma oggetto che si lascia adoperare da Dio sottomettendosi interamente alla Sua volontà.
E tanto basta per vanificare l’idea errata di Bergoglio per cui: “quando le donne possono trasmettere i loro doni, il mondo si ritrova più unito e più in pace. Perciò, una conquista per la donna è una conquista per l’umanità intera” al punto che “la donna … va pienamente associata ai processi decisionali”.
Appare chiaramente che perché tutto questo possa essere possibile, è necessario che la donna dimostri di voler compiere la volontà di Dio, ma Bergoglio non dice una parola su questo, e lascia in primo piano solo il mero fatto dell’essere donna: « la Chiesa è donna e madre, e nella Madonna ritrova i suoi tratti distintivi. »
Se riferiamo il discorso alla vita della donna nella società attuale, ci accorgiamo che il prevalere del concetto che la donna è innanzi tutto donna, sposa o madre che sia, porta inevitabilmente all’esaltazione del cosiddetto “io” femminino, inteso in maniera moderna, al punto che la donna oggi percepisce se stessa come indipendente dalla condizione sociale e soprattutto dalla condizione familiare: una donna atomo con la funzione di badare alla sua esistenza, infarcita di pulsioni, emozioni, tendenze e desiderii personali.
Una donna così, non solo non riesce a cogliere il senso della sua esistenza come sposa o madre, ma finisce col relegare la volontà di Dio in un remotissimo angolo del suo essere, cercando di farla perfino scomparire.
Ma cos’è un essere, donna o uomo che sia, senza il punto focale della volontà di Dio che l’aiuta a cogliere il vero senso di se stesso?
Oggi, infatti, la società è in frantumi perché la donna [ma anche l’uomo] non avendo il senso di sé, non riesce o si rifiuta di essere sposa [sposo] o madre [padre].
Oggi la donna, seppur si sposa per convenienza sociale, non ha la minima idea – o si rifiuta di averla – di cosa comporti essere sposa o madre: della funzione innata legata a questi due suoi compiti essenziali. E questo perché, soprattutto, ella non si sente legata alla volontà di Dio, come se fosse nata sotto un cavolo e per un qualche accidenti che non la riguarda. Perfino la sua maternità, che è così intrinseca alla sua natura, ella la rifiuta fino all’estremo di uccidere il figlio nel suo grembo; e quando la vive, quasi subendola, non vede l’ora di allontanarsi dal frutto del suo seno e riprendere la sua indipendenza o libertà di essere solo e semplicemente “donna”.
Ciò nonostante, Bergoglio afferma: “E se vogliamo un mondo migliore, che sia casa di pace e non cortile di guerra, ci stia a cuore la dignità di ogni donna. Dalla donna è nato il Principe della pace.”
Una concezione che prescinde volutamente da Dio, un “mondo migliore” realizzabile solo con le forze umane, per di più tenendo fermo il luogo comune della “dignità” di matrice illuministico-modernista, come se il “migliore” potesse scaturire dall’uomo offeso dal peccato originale e corrotto da secoli di rifiuto di Dio.
Questo stato di cose, infatti, è possibile solo perché il mondo moderno ha prodotto una cesura con Dio e se ne allontana sempre più. Il compito di un papa dovrebbe essere quello di ricordare queste cose, non di paragonare la Chiesa ad una madre in un mondo che non sa più cosa vuol dire essere “madre”.
E anche quando si parla, giustamente, della nostra Madre Chiesa, questo è vero per chi crede veramente in Gesù Cristo e nella Sua Sposa, ma è insignificante per tutti gli altri. Anzi, vi sono di quelli che, imbevuti di suprema indipendenza da tutto e da tutti, considerano la Madre Chiesa una vera e propria oppressione.
Un papa dovrebbe insegnare che vivere fuori dalla volontà di Dio e come non vivere, perché in questo mondo non si muove foglia che Dio non voglia.
Pretendiamo di insegnare al Papa come si fa il Papa? Assolutamente no! Ma a Bergoglio sì… e questo non perché siamo presuntuosi, ma perché siamo cattolici… noi!
di Belvecchio
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV3323_Belvecchio_A_Capodanno_si_sparano_i_botti.html
VIDEO:"A ROMA IL CHRISTIAN DAY"
Un video consigliato per tutti i cristiani e "non" l'appuntamento è a Roma il 25 Gennaio alle ore 15,00 in Piazza Santi Apostoli per difendere l'identità cristiana e protestare contro il continuo profanare dell'immagine di Gesù Cristo e della Madonna
http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/archivi/video/8311-christian-day
VIDEO:"A ROMA IL CHRISTIAN DAY"
Christian day - Roma 25 Gennaio ore 15,00
L'appuntamento è a Roma il 25 Gennaio p.v. alle ore 15,00 in Piazza Santi Apostoli per difendere l'identità cristiana e protestare contro il continuo profanare dell'immagine di "Gesù Cristo e della Madonna"
PER INFORMAZIONI:
Tel. 331-5452388/ 331-1536436 351-6254837
Fonte: Colafrancesco Adriano del 15 Gennaio 2020
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