ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 5 gennaio 2020

La Chiesa del Nuovo Ordine Mondiale

LA FINE DELLA STORIA (n. 6 – Epifania del Signore: PASSIONE o PRIMAVERA DELLA CHIESA?)


Maria ai piedi della Croce (ROGIER VAN DER WEYDEN 1399-1464)

  1. La Passione della Chiesa
Gioacchino da Fiore – tralasciando le sue idee sulla perfetta concordia tra Antico e Nuovo Testamento, in termini di corrispondenze molteplici e secondo più piani di lettura, di nomi, fatti, periodi, libri – crede che la Storia, divisa in sei età, come nella prospettiva patristica classica, NON ammetterà nessuna fase millenarista. In queste sei età, tuttavia, è possibile delineare il culto reso a Dio-Trinità, come PADRE, nell’Antico Testamento da parte degli ebrei – durante quindi le prime cinque età, sintetizzabili come “età del Padre” –; il culto reso a Dio, come Trinità e in particolare come FIGLIO, dopo l’Incarnazione – durante quindi l’ultima età, la sesta, che corrisponde alla “età del Figlio”. All’interno di questo tempo del Figlio, sesta età, età della Chiesa, si possono distinguere le due sezioni di cui abbiamo detto sopra (LA FINE DELLA STORIA § 5). Il periodo interno e ultimo, dentro alla età del Figlio, corrisponde alla “età dello Spirito Santo”, nel senso che una particolare irruzione dello Spirito Santo consolerà i cattolici, che saranno perseguitati fuori e dentro la Chiesa proprio perché cattolici, nel tempo della apostasia generale e dell’Anticristo.
A essere precisi, Gioacchino vede due figure anti-cristiche propriamente dette: l’Anticristo in senso stretto, che apre il periodo della grande persecuzione (dentro l’età del Figlio e “all’inizio dell’età dello Spirito Santo”), poi un brevissimo periodo di quiete per la Chiesa rimasta fedele, quindi un’ultima persecuzione da parte di ciò che il profeta Ezechiele aveva indicato come Gog e Magog, quindi il ritorno di Cristo. Questa ultima precisazione è una sua idea, su cui possiamo anche discutere. Ma al di là di questo dettaglio, resta il fatto che Gioacchino da Fiore abbia inserito l’età dello Spirito Santo, all’interno dell’età del Figlio, PRIMA del ritorno di Cristo. Quindi, senza nessuna velleità utopica, millenarista, ecclesiologico-spirituale o ecclesiologico-anarchica. Il tempo spirituale è il tempo della consolazione, sotto il tempo dell’Anticristo, durante l’apostasia, prima del Giudizio Universale. Il popolo spirituale è il popolo di cattolici fedeli, che per la loro perseveranza saranno perseguitati nel tempo dell’Anticristo e avranno come consolazione l’azione particolare dello Spirito Santo. Non si tratta di nulla di diverso rispetto a coloro che oggi – giustamente – insistono per una presenza particolare della Madonna, a partire dalle apparizioni nell’Ottocento e a Fatima, proprio nel tempo della Passione della Chiesa. Proprio Gioacchino da Fiore insiste fortemente sulla analogia tra la vita di Cristo e quella della Chiesa.

  1. La primavera della Chiesa

La distanza tra Gioacchino da Fiore e l’utopia moderna del Nuovo Ordine Mondiale è la stessa distanza che intercorre tra coloro che credono che la Chiesa si trovi nel tempo della Passione e coloro che hanno profetizzato e sperano nel tempo della Primavera della Chiesa.
Il punto determinante fu la ricezione strumentale di Gioacchino da Fiore, a qualche decennio dalla sua morte nei primissimi anni del 1200. Se all’inizio fu un uomo ascoltato dalle autorità politiche ed ecclesiastiche di prim’ordine, per aver risvegliato la coscienza cristiana dell’Anticristo, poi fu “utilizzato” ad uso e consumo di coloro che avevano bisogno di legittimare se stessi, come realizzatori di tempi nuovi, spirituali, definitivi. Molti ebbero la necessità di legittimare “spiritualmente” se stessi e le proprie iniziative. Ebbero necessità di sentirsi i creatori dell’ordine nuovo, della Chiesa pura e spirituale. Per logica desunta, contro l’Anticristo.
Nei primi tre secoli, dopo Gioacchino, la strumentalizzazione gioachimita fu a carattere religioso, cristiano. Vale a dire, “l’autore” dell’età spirituale fu creduto essere lo Spirito Santo; la prospettiva rimase ecclesiologica, sia perché si pretese di realizzare una “chiesa spirituale”, sia perché lo si fece contro l’Anticristo.
Dal 1600 in poi si conobbe la laicizzazione di questa struttura mentale di auto-legittimazione: si conservò la terna delle età, si collocò la propria opera all’inizio della terza età definitiva. Tuttavia “l’autore” divenne l’uomo, senza Dio o direttamente contro Dio. In questo processo di secolarizzazione, il carattere religioso venne inizialmente meno: l’esigenza di richiamarsi alla figura dell’Anticristo e il punto temporale del ritorno di Cristo non avevano più senso, in una prospettiva sempre più atea e anti-clericale. Nei tempi contemporanei l’unica volta in cui è tornato in auge – a carattere religioso – il concetto di età spirituale, è stato quando si è creata l’illusione della primavera della Chiesa e coloro che restavano fedeli a Fatima venivano tacciati di essere “profeti di sventura”!
Tuttavia, nel panorama rivoluzionario, mondano, de-cristianizzato, colui che non è scomparso – per quanto solo apparentemente può sembrare un paradosso – è stato proprio l’Anticristo. Oggi il mondo si appresta sempre più a vivere secondo la sua dottrina. La dottrina gnostica dell’uomo divino. Proprio l’Anticristo oggi è il profeta del Nuovo Ordine Mondiale, osannato come profeta di pace e tolleranza. Messia di fratellanza universale. Colui che emancipa l’uomo dalla colpa, perché non esiste più nessun peccato e nessuna colpa.
Non solo. È successo anche di più. Quando i francescani Spirituali del XIII secolo si videro osteggiati dal Papa, legittimarono la loro resistenza e radicalità, in nome di san Francesco, contro il papa-Anticristo, in nome dello Spirito Santo che in loro creava l’ordine nuovo, spirituale, definitivo. La vera Chiesa.
Lutero fu più “democratico”: Anticristo non era per lui il singolo papa (ad esempio Leone X che lo scomunicava). Era l’intera Chiesa di Roma. E la Riforma era il ripristino spirituale della vera Chiesa di Cristo, secondo la terna: Vangelo e comunità delle origini / Medioevo / Riforma. Lutero non faceva altro che confermare i “cugini gnostici” dell’Umanesimo: Storia Antica / Storia Medievale / Storia Moderna. La Storia Moderna era la storia dell’homo faber fortunae suae. L’uomo ora finalmente raggiunge la verità e l’essenza della sua divinità, in nome del suo illimitato arbitrio, in nome di Dio, nel mondo pensato come dimora di Dio stesso e luogo di affermazione infinita dell’umanità.
I Giuristi del XVII secolo e gli illuministi del secolo successivo secolarizzarono la prospettiva. L’uomo non afferma più nel mondo la propria divinità, in nome di Dio. Ma in nome di se stesso. In nome dell’uomo-divino. Realizza in se stesso e da se stesso l’ordine nuovo. Come se Dio non esistesse. E qualora dovesse esistere, allora il progresso dell’umanità dovrà inevitabilmente essere contro Dio. In questo concordo con l’ottimo lavoro di Voegelin, La Nuova Scienza politicaProgresso e utopia rivoluzionaria come fenomeni di laicizzazione dell’escatologia cristiana e dell’idea cristiana di linearità della storia.
I Francescani spirituali prima e i luterani poi, conservarono quindi una prospettiva religiosa: erano gli alfieri dello Spirito Santo e utilizzavano il contro-altare dell’Anticristo (a diverso titolo la Chiesa di Roma) a piene mani. La natura anti-cristica della Chiesa di Roma era il segno della loro legittimazione, era il senso stesso del loro agire. Per i francescani spirituali si trattava di singoli papi. Per Lutero si trattava della intera Chiesa, da Costantino a lui. Quella Chiesa cattolica che avrebbe confermato se stessa a Trento, secondo la perenne e immodificabile dottrina di fede.

È bene notare quanto anche oggi, molti cattolici, importanti uomini di chiesa e noti teologi (ritenuti maestri accademici), legittimano se stessi e personali quanto arbitrari  “nuovi cristianesimi” in nome dello Spirito Santo, contro la stessa identica Chiesa che Lutero voleva distruggere. È quasi paradossale aggiungere il dato che, a differenza dei cattolici contemporanei, Lutero aveva la “bontà cristiana” di vedere ancora contrapposti diavolo e Cristo, spirito di questo mondo (l’Anticristo) e Spirito Santo. Lutero era, rispetto a questi nuovi cattolici, un “conservatore”. Lui si riteneva ispirato dallo Spirito Santo contro la Chiesa di Roma, contro lo spirito del mondo, contro l’Anticristo.
Alcuni cattolici odierni sono andati oltre, identificando l’uno con l’altro, ricavando – o credendo loro di ricavare e imponendo agli altri – i dettami o i soffi dello Spirito Santo dalle suggestioni mondane dello spirito di questo mondo. Non si coglie più, cioè, la differenza tra Dio e Satana, sia perché Satana è al massimo creduto come una “ispirazione negativa”, sia perché chiamano “Spirito Santo” proprio quello spirito del mondo che per verità biblica si contrappone a Dio e quindi alla Terza Persona della Trinità. Pretendono di ricavare una rivelazione evolutiva di Dio, dal mondo e dalla mentalità del principe di questo mondo. Senza soluzione di continuità. Senza più cogliere l’irriducibilità e il conflitto tra città di Dio e città di Satana. In nome di una sorta di umanizzazione e mondanizzazione di uno pseudo-cristianesimo che non ha più nulla di Cristo, ma tutto del mondo e in ultima battuta dell’Anticristo.
Nel caso di Lutero ciò che si è prodotto è una immane eresia. Nel caso odierno – in una perfetta congiuntura tra luteranesimo e umanesimo gnostico -, si ha tutta l’impressione di una perfetta apostasia: la Chiesa spirituale è una chiesa secondo lo spirito del mondo. La primavera di questa chiesa spirituale sembra essere a tutti gli effetti quella della religione dell’uomo divino.
Una sorta di Oltre-Uomo Nietzschiano in versione religiosa e collettiva. Una Chiesa che va oltre ogni legge, principio, dottrina, liturgia sacra. E rappresenta da una parte il recupero della Chiesa delle origini (intesa in senso gnostico come spirituale-anarchica e a-dogmatica), dall’altra la Nuova Chiesa post-Trento. La Chiesa del mondo, della gente, dei cristiani e dei pagani in un unico rito e unica fede, dei redenti tutti. Perché lo sono tutti – forse pure gli alieni – anche se non lo sanno! E perché, in fondo, non sussistono più né peccato, né legge, né Sacrificio, né Altare, né Giudizio.
Una Chiesa del Mondo, che ormai non solo include ogni fede, ma la stessa prospettiva internazionalista del Nuovo ordine Mondiale. La Chiesa del Nuovo Ordine Mondiale.

di Pierluigi Pavone

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