L’8 marzo compirà 80 anni, omaggio a monsignor Richard Williamson uno dei pochi sacerdoti rimasti immuni dal modernismo: sue le parole:"Il Concilio è una nuova religione è la religione dell’uomo al posto della religione di Dio"
di Francesco Lamendola
Il Concilio Vaticano II ha creato una nuova religione, la religione dell’uomo, al posto della vera religione, la religione di Dio: basterebbe questa limpida, trasparente, persuasiva affermazione per farci capire che colui che l’ha pronunciata, monsignor Richard Williamson, è uno dei pochi sacerdoti rimasti immuni dalla pestilenza modernista e che non ha perso la bussola nella voluta, permanente confusione conciliare e post-conciliare, ma ha saputo tenere con fermezza e coraggio la barra del timone sulla rotta di sempre, quella del Magistero perenne, a difesa del Deposito della fede. Anche se ciò è divenuto, umanamente parlando, sempre più difficile.
Il falso clero modernista e massonico e il mondo progressista non hanno esitato a tendergli ogni sorta di trappole e trabocchetti per coglierlo in fallo, anche su questioni non attinenti alla fede, ma alla storia, come l’Olocausto; per poi sbandierare le sue opinioni storiche come prova della sua indegnità ad essere considerato un sacerdote cattolico, il che rientra nel loro disegno di sostituire la religione dei Sei Milioni alla religione di Gesù Cristo. Calunniato, oltraggiato, isolato, espulso da vari Paesi, come l’Argentina, con meno riguardi di quanto si faccia con dei veri e propri criminali, egli non si è mai piegato, non si è mai umiliato, non si è mai scoraggiato, non ha mai tradito la Verità cui si è votato, come tutti i buoni cattolici, che è e rimane quella del Vangelo e non quella che il mondo, di volta in volta, vorrebbe sostituire ad essa. Non ha mai anteposto la sua pace e la sua convenienza alla difesa intransigente del bene delle anime, che dovrebbe essere la preoccupazione principale della vera Chiesa e la cui condizione preliminare è il rispetto della Verità, a confronto della quale ogni altra cosa diventa secondaria.
L’8 marzo compirà 80 anni: Monsignor Richard Williamson, è uno dei pochi sacerdoti rimasti immuni dalla pestilenza modernista!
Nato a Londra l’8 marzo 1940 in una famiglia anglicana, convertito al cattolicesimo mentre viveva in Africa e ordinato sacerdote nel 1976, dopo aver fatto gli studi teologici nel seminario di Ecône, nel Canton Vallese, fondato da monsignor Lefebvre, ora si avvia a compiere gli ottanta anni. Per ringraziarlo della sua opera instancabile e delle sue belle catechesi, consutabili in rete sul sito www.unavox.it, vogliamo dedicargli questo articolo, con l’auspicio che possa ancora illuminare la strada ai fedeli, mediante la parola e gli scritti, e con l’esempio della sua coerenza e della sua fedeltà a Dio nella vita sacerdotale, per molti altri anni. Di lui avevamo già parlato in alcuni articoli precedenti (vedi spec.: Shoah, Concilio, Williamson,: scacco in tre mosse, sul sito dell’Accademia Nuova Italia il 25/12/17; e Il “caso Williamson” fu un complotto per screditare il pontificato di Benedetto XVI, sul sito di Arianna Editrice il 29/07/15 e su quello dell’Accademia Nuova Italia il 26/01/18). Per rendergli omaggio nell’imminenza del suo compleanno, ci è parso di far cosa utile trascrivendo il contenuto della sua intervista esclusiva rilasciata a Radio Spada il 10 giugno 2019 (vedi https://www.youtube.com/watch?v=dyf-vf_CAyk), che qui vogliamo ringraziare in anticipo, limitandoci, per ragioni di brevità, alla sua sola parte iniziale, e mettendo in buon italiano alcune espressioni che risentono della lunga permanenza di monsignor Williamson in un Paese di lingua spagnola e del fatto che parlava a braccio, in maniera informale; piccole modifiche delle quali ci scusiamo sia con Sua Eccellenza, sia coi curatori del sito e dell’intervista.
Il Concilio è una nuova religione: è la religione dell’uomo al posto della religione di Dio!
DOMANDA: Lettere, appelli, suppliche, monizioni e correzioni: c’è qualcosa di buono nella ‘resistenza’ a Bergoglio?:
RISPOSTA: Certo, perché il papa Bergoglio, dal punto di vista cattolico, è incomprensibile. Quello che sta dicendo e quello che sta facendo, azioni e parole… stranissimi. Dunque, bisogna che lui sappia che non tutti lo seguono; che c’è resistenza. È importante, affinché non pensi che tutti accettano quello che dice e quello che fa. Perché è impossibile che la Chiesa fiorisca di nuovo con la sua direzione attuale. È impensabile: è tutto il contrario di quello di cui la Chiesa ha bisogno. Dunque, che ci siano cardinali e vescovi importanti che fanno protesta, è necessario, ed è molto buono. Il disastro della Chiesa è che non ci sia abbastanza protesta che viene dal basso. Essi credono che venga loro tutto permesso, quello che è ridicolo… Hanno perso completamente il buon senso, il papa Bergoglio… Buon senso non c’è. Lui vuole assolutamente allontanarsi dalla Chiesa cattolica, dalla Chiesa di sempre, e che non può non essere di sempre, di oggi e di domani. E lui non vuole. Ha questa mania di rigettare la Chiesa, non so, degli anni ’50. I frati francescani mi dicevano ieri che la svolta dalla Chiesa classica alla Chiesa del Vaticano II si è messa in moto subito. Una mania… Il Vaticano II fu il prodotto di molti secoli di apostasia, la conclusione di molti secoli di apostasia. E la gente della televisione, delle città moderne, delle macchine, degli aerei, delle autostrade… questa gente non vive nel mondo dei campi di ieri e non vuole la religione dei campi di ieri. La religione di ieri non va bene nel mondo di oggi, dunque bisogna modernizzare la Chiesa, altrimenti non sopravvive. Monsignor Lefebvre ha provato che la religione di sempre va sempre bene: bisogna essere fedeli, bisogna salvaguardare la vera fede, che funziona sempre. I prelati, i papi, i cardinali, i vescovi non hanno voluto. È una pazzia collettiva. Passerà; però non passerà senza proteste, senza sforzi contrari. Dunque è bene che il cardinale Burke, monsignor Schneider e gli altri facciano proteste. Il problema è che loro, Schneider e Burke, sono contaminati dal Concilio: non riescono ancora a separarsi, a comprendere quello che è stato il Concilio. Il Concilio è una nuova religione: è la religione dell’uomo al posto della religione di Dio. Questo per i cattolici è insopportabile. Dio per primo, non l’uomo. L’uomo è fallibile, c’è il Peccato Originale… Ha bisogno assolutamente di Gesù Cristo per correggersi, per tenersi. Senza Cristo e senza la grazia di Cristo, senza la vera Chiesa, tutto scivola in basso, all’Inferno, tutto va all’Inferno. Dunque, più sono numerosi i cardinali e i vescovi che fanno delle proteste, con il rispetto dovuto, a colui che tiene l’autorità. Però, salvaguardato il rispetto, bisogna protestare.
Giovanni Battista Montini: il papa che chiuse il Concilio Vaticano II
DOMANDA: Alcune sue dichiarazioni sono state lette come un’apertura al Novus Ordo. Può spiegare?
La Messa montiniana è male, intrinsecamente male; fa parte della religione dell’uomo che rimpiazza la religione di Dio. Però ci sono i principi e ci sono le applicazioni. Con le applicazioni bisogna tenere in conto le circostanze; due circostanze, per esempio. Primo: la Messa montiniana può essere valida; bisogna essere d’accordo su questo. Gente che non crede che sia valida; che esclude la validità della nuova Messa, rifiuta assolutamente l’esistenza. È comprensibile: se la nuova Messa è assolutamente invalida; però non lo è. Ci sono stati, in questi anni della Messa montiniana, dei miracoli eucaristici. Siamo d’accordo lì, sì o no? Se non siamo d’accordo che possano esserci miracoli nella nuova Messa, se non siamo d’accordo su questi fatti, è impossibile discutere. Dunque, suppongo che la Messa è valida e la prova sono alcuni miracoli eucaristici; ostie della Nuova Messa che sanguinano miracolosamente. Se la nuova Messa è male, come è possibile che Dio faccia miracoli con la nuova Messa? Perché ama le sue pecorelle. Il Sacro Cuore non può abbandonare migliaia e migliaia, milioni di pecorelle, che sono state tradite dai loro pastori. Le pecorelle non possono essere esiliate dall’Eucarestia per colpa dei pastori. Dio si occupa di loro; perciò questi miracoli (servono) a mostrare che Dio si occupa tuttora di tutte queste pecorelle tradite; supponiamo questo. E poi, altra circostanza, è la situazione delle pecorelle nel mondo di oggi; perché ogni giorno è più difficile vivere nel mondo di oggi da cattolico. E c’è molta gente che non capisce il discorso del male della nuova Messa, però capisce la necessità dei Sacramenti. Dunque, le circostanze sono tali che bisogna pensare, ponderare l’importanza dei Sacramenti per i fedeli, contro il male della nuova Messa.
Monsignor Marcel Lefebvre
Da questa intervista, che abbiano riportato solo in piccola parte, monsignor Williamson appare come un uomo pacato e riflessivo, che pensa a lungo prima di esprimere un giudizio e lo fa con molto buon senso e sempre illuminato dal sensus fidei, come è giusto e doveroso in un pastore del gregge di Cristo; tutto il contrario di come lo hanno dipinto i mass media, specialmente dopo l’incidente creato ad arte nel 2009, con l’intervista-bomba alla televisione svedese, diffusa pochi giorni dopo l’annuncio che Benedetto XVI aveva rimesso la scomunica a lui e agli altri tre vescovi lefebvriani. In quella occasione, come forse qualcun ricorderà, l’arcivescovo Antonio Franco, delegato apostolico a Gerusalemme e in Palestina, l’8 marzo del 2009 aveva dichiarato che non è possibile essere cattolici e negare l’Olocausto. Strano, molto strano. Si può dire che Gesù si è fatto diavolo e peccato, che le Persone della Santissima Trinità litigano sempre fra di loro, che il diavolo non esiste, che non si sa cosa disse realmente Gesù Cristo, che non si sa che senso abbia la sofferenza, che non si sa se Gesù sia risorto, che Gesù probabilmente era solo un uomo: si può dire tutto questo e molto altro, che Lutero aveva ragione, che Dio vuole l’esistenza delle diverse religioni, che islamici ed ebrei non devono convertirsi, infine che Dio non è cattolico, e tuttavia restare cattolici e restare nella Chiesa cattolica (con alti stipendi e tutti i privilegi connessi all’ordine episcopale, per non parlare dei cardinali e del papa). Però se si nega l’Olocausto non si è cattolici. Monsignor Williamson, peraltro, non aveva negato l’Olocausto bensì l’esistenza delle camere a gas; aveva cioè espresso un’opinione storica, o meglio aveva detto di non essere a conoscenza di prove storiche sufficienti per sostenere che le camere a gas esistevano nei lager nazisti. Questa, ripetiamo, è un’opinione storica; ma nessun esponente del mondo cattolico, allora, è insorto per confutare le parole di monsignor Franco, peraltro confermate e rafforzate dagli esponenti della Conferenza Episcopale tedesca e da numerosi prelati del Vaticano. Eppure, qui non siamo sul terreno religioso e non si fa questione di alcuna verità della dottrina cattolica, né della morale cattolica. Evidentemente il problema non è avere espresso un’opinione storica, ma di aver espresso quella opinione storica. Ci sono persone che negano il genocidio degli armeni; in Turchia una legge apposita punisce col carcere chiunque osi affermare che vi fu un genocidio ai danni del popolo armeno. Non ci risulta che nessun prelato cattolico, e tanto meno il nunzio in Turchia (uno dei quali è stato Angelo Roncalli) abbia mai fatto sentire la sua voce in proposito; non ci consta che nessuno abbia mai detto che se un cattolico, turco di qualsiasi altra nazionalità, nega il genocidio degli armeni, per ciò stesso deve considerarsi espulso dalla Chiesa cattolica. Come mai? Forse che monsignor Williamson, quella volta, mise il dito in una piaga che non deve essere neppure nominata: ossia che un nemico della Chiesa c’è tuttora, è sempre esistito e si serve dell’Olocausto per tenerla perennemente sotto scacco, per stringerla al collo e ricattarla moralmente fino al punto da imporle ciò che i suoi membri possono credere e dire al di fuori del contesto religioso, con una forza di costrizione che essa non osa applicare neppure ai suoi membri che si permettono di parlare in maniera irrispettosa e blasfema di Gesù Cristo, di Maria Vergine, della Santissima Trinità? Per essere ancora più chiari: siamo in presenza di quella stessa forza che ha ispirato al Concilio la Nostra aetate e ha convinto il cardinale Bea ad assumere un atteggiamento di tale acquiescenza verso i rabbini, da mutare la dottrina cattolica e asserire che nessuno deve permettersi di predicare Gesù Cristo ai figli d’Israele?
Il cardinale Augustin Bea, qui nella foto con il rabbi Abraham Joshua Heschel durante il meeting del 1963 con la rappresentanza dell'American Jewish Committee, fu uno dei protagonisti del Concilio Vaticano II, impegnandosi in prima persona alla stesura della dichiarazione Nostra aetate.
Ma torniamo all’intervista su riportata. Colpisce in essa la sollecitudine verso le pecorelle del gregge di Cristo, la tenerezza con cui ne parla, la preoccupazione di tenere accesa in loro la speranza e al tempo stesso la necessità che i pastori, vescovi e cardinali, facciano sentire la loro voce contro l’attentato alla fede che da tempo viene portato avanti. Non dal tempo del Concilio, ma da molto prima: per lui, il Concilio è stato il punto d’arrivo di una lunga penetrazione di dottrine e modi di pensare non cattolici dentro la Chiesa; una lenta apostasia durata molti secoli. Ci conforta poi sentire dalla sua voce quel che abbiamo sempre pensato e scritto, e per cui siamo stati anche criticati dagli esponenti più irriducibili del tradizionalismo, ossia che la Messa di Paolo VI non è un bene, anzi è male, rispetto alla vera Messa di sempre, e tuttavia non deve considerarsi di per sé invalida, perché, nonostante l’errore esiziale di porre al centro l’uomo invece di Dio, nondimeno essa porge ai fedeli i Sacramenti di cui la loro vita spirituale ha assoluta necessità. Monsignor Williamson ricorda i miracoli eucaristici che attestano la Presenza Reale di Gesù anche nella Messa di Paolo VI. Ne deduce che Dio s’impietosisce davanti alle pecore rimaste senza pastore e seguita a offrire loro il conforto della sua Presenza salvifica, benché il contesto in cui si rinnova il suo Sacrificio, la Messa Novus Ordo, sia tutt’altro che ottimale. Dio, ci ricorda monsignor Williamson, è più pietoso di certi cattolici i quali considerano nulli i Sacramenti amministrati dai sacerdoti conciliari, perché Egli non è formalista, legge nei cuori e sa trarre il bene anche dal male, la luce dal buio. Dobbiamo ricordare questo aspetto di Dio; e pregare sempre, specie il Rosario, come monsignor Williamson ribadisce nel corso dell’intervista. Grazie per tutto questo, monsignore; che la pace di Gesù Cristo sia con Lei.
Omaggio a monsignor Richard Williamson
di Francesco Lamendola
Vedi anche:
Shoah, Concilio, Williamson,: scacco in tre mosse - SCACCO IN TRE MOSSE
Il “caso Williamson” fu un complotto per screditare il pontificato di Benedetto XVI - IL CASO WILLIAMSON
Mons. Richard Williamson compie 80 anni
Richard Nelson Williamson è nato a Londra l’8 marzo 1940, in una famiglia anglicana.
Laureato in letteratura all’Università di Cambridge, si è convertito al cattolicesimo ed è entrato nel Seminario di Ecône nel 1972, dove è stato ordinato sacerdote il 29 giugno 1976 da Mons. Marcel Lefebvre.
Trasferito negli Stati Uniti, è stato professore e poi rettore del seminario della Fraternità San Pio X a Ridgefield.
Il 30 giugno 1988 viene consacrato vescovo a Ecône da Mons. Lefebvre e da Mons. de Castro Mayer.
Rimane negli Stati Uniti come direttore del seminario della Fraternità a Winona nel Minnesota. Qui inizia a pubblicare dei brevi scritti settimanali intitolati “Lettere del Rettore”, oggi raccolti in quattro volumi e reperibili tramite il sito St. Marcel Initiative (https://stmarcelinitiative.com/books-conferences/).
Nel 1991 partecipa a Campos, in Brasile, alla consacrazione episcopale di Mons. Licinio Rangel, succeduto, dopo la morte di Mons. de Castro Mayer, alla guida della Unione Sacerdotale San Giovanni Maria Vianney.
Nel 2003 viene designato come Rettore del Seminario della Fraternità a La Reja, in Argentina; da dove deve allontanarsi per volontà del governo argentino in seguito alla pretestuosa accusa di “revisionismo”.
La scomunica emessa da Roma nel 1988, immediatamente dopo la consacrazione episcopale, viene rimessa da Roma stessa nel 2009, ma viene ribadita la sospensione a divinis per tutti i membri della Fraternità San Pio X.
Come già aveva fatto Mons. Lefebvre, le sanzioni comminate dalla Roma conciliare continuano a non essere tenute in conto dai membri della Fraternità, sia per la loro illegittimità sia per l’abbandono della ortodossia dottrinale da parte di Roma, che di fatto ne annulla l’autorità.
Nel 2012, in seguito alle divergenze con il Superiore della Fraternità, Mons. Bernard Fellay, che intende rientrare sotto l’autorità della Roma conciliare, Mons. Williamson viene allontanato e di fatto espulso dalla Fraternità.
Egli rimane a Londra da dove continua ad esercitare le sue funzioni episcopali, fino a costituire il riferimento di tutti i chierici e i laici della Fraternità e di una parte dell'intero mondo tradizionale, che non condividono la politica di riavvicinamento della Fraternità con Roma.
Egli si rende disponibile alle richieste dei fedeli fino a dar vita alla Unione Sacerdotale Marcel Lefebvre, seguendo la linea tracciata da Mons. Lefebvre, insieme a Mons. Jean-Michel Faure, Mons. Thomas de Aquino e Mons. Gerardo Zendejas, vescovi consacrati dallo stesso Mons. Williamson.
Ne consegue la nascita del seminario San Luigi Maria Grignon de Montfort ad Avrillé, in Francia, retto da Mons. Faure, mentre Mons. Williamson continua a pubblicare le sue lettere settimanali “Commenti Eleison”, iniziate nel 2007 e reperibili sul sito Una Vox (http://www.unavox.it/Mons_Williamson.html#COMMENTI).
Domenica 8 marzo 2020, a Londra, è stato organizzato un incontro per festeggiare il compimento degli 80 anni di Mons. Williamson.A lui i nostri migliori auspici e l’augurio ad multos annos!Che il Signore conservi Monsignore per il bene delle anime e della Chiesa.
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV3358_Mons_Williamson_compie_80_anni.html
Laureato in letteratura all’Università di Cambridge, si è convertito al cattolicesimo ed è entrato nel Seminario di Ecône nel 1972, dove è stato ordinato sacerdote il 29 giugno 1976 da Mons. Marcel Lefebvre.
Trasferito negli Stati Uniti, è stato professore e poi rettore del seminario della Fraternità San Pio X a Ridgefield.
Il 30 giugno 1988 viene consacrato vescovo a Ecône da Mons. Lefebvre e da Mons. de Castro Mayer.
Rimane negli Stati Uniti come direttore del seminario della Fraternità a Winona nel Minnesota. Qui inizia a pubblicare dei brevi scritti settimanali intitolati “Lettere del Rettore”, oggi raccolti in quattro volumi e reperibili tramite il sito St. Marcel Initiative (https://stmarcelinitiative.com/books-conferences/).
Nel 1991 partecipa a Campos, in Brasile, alla consacrazione episcopale di Mons. Licinio Rangel, succeduto, dopo la morte di Mons. de Castro Mayer, alla guida della Unione Sacerdotale San Giovanni Maria Vianney.
Nel 2003 viene designato come Rettore del Seminario della Fraternità a La Reja, in Argentina; da dove deve allontanarsi per volontà del governo argentino in seguito alla pretestuosa accusa di “revisionismo”.
La scomunica emessa da Roma nel 1988, immediatamente dopo la consacrazione episcopale, viene rimessa da Roma stessa nel 2009, ma viene ribadita la sospensione a divinis per tutti i membri della Fraternità San Pio X.
Come già aveva fatto Mons. Lefebvre, le sanzioni comminate dalla Roma conciliare continuano a non essere tenute in conto dai membri della Fraternità, sia per la loro illegittimità sia per l’abbandono della ortodossia dottrinale da parte di Roma, che di fatto ne annulla l’autorità.
Nel 2012, in seguito alle divergenze con il Superiore della Fraternità, Mons. Bernard Fellay, che intende rientrare sotto l’autorità della Roma conciliare, Mons. Williamson viene allontanato e di fatto espulso dalla Fraternità.
Egli rimane a Londra da dove continua ad esercitare le sue funzioni episcopali, fino a costituire il riferimento di tutti i chierici e i laici della Fraternità e di una parte dell'intero mondo tradizionale, che non condividono la politica di riavvicinamento della Fraternità con Roma.
Egli si rende disponibile alle richieste dei fedeli fino a dar vita alla Unione Sacerdotale Marcel Lefebvre, seguendo la linea tracciata da Mons. Lefebvre, insieme a Mons. Jean-Michel Faure, Mons. Thomas de Aquino e Mons. Gerardo Zendejas, vescovi consacrati dallo stesso Mons. Williamson.
Ne consegue la nascita del seminario San Luigi Maria Grignon de Montfort ad Avrillé, in Francia, retto da Mons. Faure, mentre Mons. Williamson continua a pubblicare le sue lettere settimanali “Commenti Eleison”, iniziate nel 2007 e reperibili sul sito Una Vox (http://www.unavox.it/Mons_Williamson.html#COMMENTI).
Domenica 8 marzo 2020, a Londra, è stato organizzato un incontro per festeggiare il compimento degli 80 anni di Mons. Williamson.A lui i nostri migliori auspici e l’augurio ad multos annos!Che il Signore conservi Monsignore per il bene delle anime e della Chiesa.
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV3358_Mons_Williamson_compie_80_anni.html
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