ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 8 marzo 2020

Il dio fasullo, ma moderno, del “Nulla”

LA VERA EMERGENZA
La capitolazione della Fede davanti al coronavirus

Fatto salvo il rispetto e la comprensione per le decisioni dei vescovi, la sospensione delle Messe con il popolo ha fatto passare il messaggio che la Fede, Dio, non sono più all'altezza di rispondere alle nostre necessità.



Cari Amici, un enorme dubbio mi attanaglia fortemente in queste ultime settimane di, posso dire ASTINENZA …. di Gesù?


Forse è lo stesso che turbava Sant’Agostino quando diceva di sentire nella sua anima, nel suo mondo interiore, un abisso che niente e nessuno poteva colmare se non quella Fede in ciò che noi, cristiani, chiamiamo Dio!
Questo, più o meno consapevolmente, avviene per ogni uomo: Lui solo può colmare questo abisso e nessun altro!

I nostri capi politici, i potenti di questo mondo, coloro che dicono di “governarci” per il nostro bene, pensano erroneamente che le cose “SPIRITUALI”, la “RELIGIONE”, il mondo spirituale della persona, non siano strumenti validi per la vita, e perciò sono poco inclini a pensare o ispirarsi alla realtà più vera dell’uomo, la sua interiorità.
Oggi, effettivamente, l’attenzione è rivolta solo al corpo e alle cose materiali.
Ma può essere così per noi?

Sono una suora, lavoro nel campo dei “disagiati” vittime di varie dipendenze che colpiscono la nostra società.  Non vi nascondo che questa “missione” è a volte molto difficile perché le “caverne buie” interiori (caverne e non buchi!) lasciano forti tracce nel vissuto di ogni giovane o ragazza e anche nel loro corpo, segnato dalle loro paure, incertezze, illusioni, delusioni e sconfitte, sono palesi.
Questo è un tempo storico in cui scienza e tecnologia ci moltiplicano le opportunità a una velocità impensabile; ma è pure un tempo carico di fragilità estrema, avendo la gente perso la fede in Dio, pur in continua ricerca di nuovi, facili idoli alternativi.

Cari amici è ora di dare la parola, lo spazio alla Fede, a Cristo, come diceva Don Bosco: “vivete in grazia di Dio, pregate la Madonna, andate pure ad aiutare gli ammalati, e niente vi colpirà…”!!

Certamente sono da rispettare le decisioni dei Vescovi, comprendiamo la preoccupazione per il bene di tutti che ne è all’origine, certo però che non posso non dire che ci manca molto il Sacramento Eucaristico, la privazione della Santa Messa, la Gioia di andare in chiesa, e insieme, all’ascolto della Parola di Dio, il salutarci, abbracciarci e condividere con i fratelli le nostre esperienze!

Dai dai... non fatemi menate dicendomi che lo possiamo fare via radio, tv, internet, o con il telefonino etc...!

L’incontrarci, il guardarci il parlarci, sia con Dio sia con i fratelli, è INSOSTITUIBILE!!!

È chiaro che tutto il mondo sta attraversando oggi una grande crisi dalle mille sfaccettature che, avendo nelle sue origini, la sfiducia in Dio, nella Religione, nella Tradizione, conseguentemente si riversa su se stesso.

E qui, cari amici, i dubbi, grossi dubbi, mi assalgono!

Vuoi vedere che ci è successo di vendere per un piatto del “Politicamente Corretto”, il diritto di esprimere la nostra fede?

Ma che metamorfosi sociale ci è accaduta?

Ma è possibile che il “coronavirus” sia diventato, in queste settimane, Il centro della nostra vita?
INCREDIBILE: tutti dipendiamo, viviamo, esistiamo in base allo sviluppo o meno di questo coronavirus!

Per i “politici” (poverini, cosi impotenti) può essere comprensibile questo allarmismo per la salute, la prevenzione, la prudenza per la collettività. Bene.
Ma è alquanto strano interrompere un rapporto con qualcosa che per noi è Vita: Non è il coronavirus il centro, è Dio il centro!!!

Semmai, il punto è come vivere da cristiani queste circostanze: pregare, confortare, aiutare chi ne è colpito, non isolandoci terrorizzati e staccando dalla nostra vita il vero Centro, sostituendolo con tutti gli aggiornamenti sul Coronavirus!

Ma come è possibile questa nostra dipendenza dal coronavirus quando, storicamente, i cristiani hanno guidato, per secoli, comunità per persone affette da ogni specie di malattia sociale, persone affette da disturbi mentali, possessione demoniaca, etc…. In tutto il mondo monaci e monache, Santi e Sante, hanno sanato e arricchito la vita degli uomini, ad ogni latitudine, nel nome di Gesù e con la forza della loro fede, alla quale dedicavano la loro vita, curando e sanando tutti coloro che accorrevano a loro!

La Fede non è una ideologia; per le persone che la praticano è uno stile di vita, una realtà, è Gesù al quale aggrapparsi non solo quando c’è bisogno. Per il cristiano è una questione di vita o di morte!

Accidenti, in queste settimane mi pare di avere assistito  perlomeno è il mio atroce dubbio - alla capitolazione della Fede di fronte all’inconsistenza del Politicamente “Corretto”!
Sì, perché il messaggio enorme passatoci con la chiusura delle Chiese, la non celebrazione dell’Eucarestia con il popolo, dà la sensazione - per non dire quasi certezza - che la Fede, Dio, non sono più all’altezza di rispondere alle nostre necessità!
Praticamente la Fede fatta di preghiere, suppliche, penitenze, con la certezza che Lui ci ascolta, è come se appartenesse a un modo arcaico e vecchio, non più credibile oggi.

Le attuali esigenze di una società industrializzata e supertecnologica, oggi sono affidate alle scienze moderne, così come anche tutte le responsabilità di curare e occuparsi delle persone!
Ho la brutta sensazione che stiamo precipitando, ad alta velocità, nel dio fasullo, ma moderno, del “Nulla”.

Già Manzoni ce lo diceva: “Quando ti si chiude una porta è per aprire un portone”. Così le situazioni, per noi incomprensibili, Dio le permette non per non privarci del buono e dell’utile, amando Dio tutte le persone, ma semplicemente per proteggerci e così sviluppare in noi, non solo un sano buon senso, ma anche un interesse che ci risvegli “dal torpore attuale”, per ciò che è Vero!

Ho molti ragazzi in comunità, e vi garantisco che la cultura industriale, tecnica, il mangiare e il bere, il vivere nel cosiddetto benessere non bastano alla nostra vita né a guarirci!

Tutti i giorni ho le prove sotto gli occhi… ci vuole Altro, ben Altro… perciò preghiamo, perché i nostri Pastori non siano timidi e insicuri nel guidarci per le vie del mondo, e secondo perché ciascuno di noi recuperi IL CENTRO VERO DELLA VITA: Gesù!

Aveva ragione Isaac, il Siriano quando affermava che per vivere bene: “gli uccelli devono volare, i pesci devono nuotare, e le persone devono pregare”!!!

Un abbraccio a tutti, reale e non simbolico 

Rosalina Ravasio*

* Suora, fondatrice della Comunità Shalom-Regina della Pace di Palazzolo sull'Oglio

https://lanuovabq.it/it/la-capitolazione-della-fede-davanti-al-coronavirus
CONTINENTE NERO
Coronavirus in Africa: le chiese aiutano, non chiudono

Sono saliti a otto gli stati africani in cui si registrano casi di COVID-19. La situazione più preoccupante è attualmente quella della popolosa Nigeria e del Senegal. Fra le istituzioni in prima linea si annovera senza dubbio la Chiesa. Le Messe non sono sospese e anzi servono anche a diffondere informazione sanitaria.


                                     Nigeria, un ospedale

Sono saliti a otto gli stati africani in cui si registrano casi di COVID-19. Dopo l’Egitto il 14 e l’Algeria il 25 febbraio, è stata la volta della Nigeria il 27 febbraio. Successivamente altri casi sono stati individuati in Tunisia, Marocco, Senegal, Sudafrica, Camerun e Togo.

Le situazioni più preoccupanti sono al momento quelle della Nigeria, perché è l’unico paese africano insieme al Rwanda che presenta una elevata densità demografica, e del Senegal, perché i casi sono saliti a quattro in poche ore. Tutto il continente però è in stato di allerta e si sta preparando all’eventualità di una epidemia. Più che i governi, a mobilitarsi dall’inizio della crisi per prevenire la diffusione del virus e ad attrezzarsi per affrontarlo, sono, come di consueto, gli organismi che in tutto il continente rimediano per quanto possibile alle enormi, deplorevoli carenze dei sistemi sanitari nazionali, sia in tempi normali sia all’insorgere di crisi sanitarie. C’è prima di tutto l’Oms, Organizzazione mondiale della sanità, che da sempre, affiancata da altre agenzie delle Nazioni Unite, si incarica delle campagne di vaccinazione che salvano la vita a decine di milioni di persone e interviene quando si verifica una emergenza. In dieci anni ha gestito tre epidemie di Ebola: l’ultima, nell’est della Repubblica democratica del Congo, particolarmente insidiosa, scoppiata nell’agosto del 2018. È notizia recente che forse anche questa battaglia è stata vinta. Il 3 marzo infatti è stato dimesso l’ultimo ammalato. Se per i prossimi 42 giorni, il doppio di quelli di incubazione del virus, non si registreranno nuovi casi, l’Oms dichiarerà conclusa l’epidemia.

Al fianco dell’Oms combattono quotidianamente per la vita degli africani migliaia di organizzazioni non governative finanziate in gran parte, come l’Oms stessa, con fondi pubblici e privati provenienti da altri continenti. Inestimabile, dal 1971, è  il contributo di Medici senza frontiere che, come l’agenzia Onu, è in grado di allestire in pochi giorni, in certi casi in poche ore, presidi sanitari attrezzati e autosufficienti anche nelle regioni più remote, difficilmente raggiungibili e prive di infrastrutture. 

Infine, ma è il caso di dire last but not least, alla salute degli africani, sostituendosi ai governi del continente, provvedono le Chiese, i missionari, le associazioni di ispirazione cristiana diffusi su tutto il territorio africano: una presenza capillare, indispensabile, vitale.

È stato il Lacor Hospital di Gulu, nel nord dell’Uganda, fondato nel 1959 da un istituto missionario, a dimostrare che c’è speranza per chi si ammala di Ebola. Durante l’epidemia del 2000, mentre nel vicino ospedale governativo il tasso di mortalità sfiorava il 70%, al Lacor è stato inferiore al 40% grazie alla dedizione del personale medico e paramedico cattolico e anglicano, guidato dal dottor Matthew Lukwiya che, insieme a 14 altri dipendenti dell’ospedale, ha dato la vita per assistere e curare i malati senza lasciare niente di intentato.

Come tanti altri ospedali diretti da religiosi e missionari disseminati in tutto il continente, il Lacor, oggi è capace di accogliere oltre 250.000 pazienti all’anno, cura anche chi non può pagare ed è l’unica speranza per milioni di persone. Lo stesso fa il Chaaria Hospital, in Kenya, sotto la guida del medico del Cottolengo Beppe Gaido, unico presidio sanitario in un raggio di decine di chilometri, che assiste 65.000 persone all’anno. Non si contano poi gli ambulatori, i minuscoli centri sanitari missionari e parrocchiali che, oltre a prestare assistenza spesso in condizioni critiche, con mezzi sempre insufficienti, consentono di collegare i territori periferici ai grandi centri: una funzione indispensabile per individuare focolai di malattie e monitorare l’andamento delle epidemie.

In queste settimane inoltre, per fronteggiare il COVID-19, sono scese in campo anche le diocesi e le parrocchie. Mentre altrove la direttiva è sospendere Messe, funerali, Rosari per i morti, in Africa le cerimonie religiose si svolgono come di consueto, anche nei paesi già raggiunti dal coronavirus. La raccomandazione delle diocesi ai sacerdoti è dare la comunione nel palmo della mano, evitare lo scambio del segno di pace, togliere l’acqua benedetta. Solo si sospendono i pellegrinaggi e le processioni.

A Lagos, ex capitale della Nigeria con circa 20 milioni di abitanti, una epidemia sarebbe devastante. L’arcivescovo della diocesi, monsignor Alfred Martins, ha proibito anche l’aspersione con acqua benedetta. “Dobbiamo intraprendere azioni per proteggerci dal contagio – ha spiegato – per ridurre le riunioni in chiesa allo stretto necessario incoraggiamo i fedeli a fare la Via Crucis in privato nei giorni di mercoledì e in pubblico solo di venerdì”. Le Messe fanno parte dello “stretto necessario” a cui non rinunciare. Anzi, costituiscono preziosa occasione di sensibilizzazione e informazione. I sacerdoti sono infatti esortati a ricordare ai fedeli, durante le omelie, le precauzioni da prendere, i protocolli da seguire per ridurre il rischio di diffusione del virus.

Anche in Senegal la richiesta è approfittare delle cerimonie religiose per ribadire la necessità di seguire le direttive sanitarie. Nel paese a maggioranza musulmana anche molti imam hanno deciso a loro volta di non sospendere le preghiere in moschea e di illustrare le norme sanitarie. Monsignor Benjamin Ndiaye, arcivescovo della capitale Dakar, ha raccomandato personalmente ai fedeli di obbedire alle autorità sanitarie nel corso di un incontro organizzato per avviare una raccolta di fondi d’emergenza della Caritas. Il ministro della sanità Abdoulaye Douf Sarr ha accolto queste iniziative con favore. Alle autorità religiose ha chiesto un ulteriore aiuto: le loro preghiere, per una rapida vittoria sull’epidemia.

Anna Bono

ESSELUNGA, PROFITTO E BENE COMUNE di Marco Respinti
https://lanuovabq.it/it/coronavirus-in-africa-le-chiese-aiutano-non-chiudono
COVID-19. UNA OCCASIONE UNICA PER LE MISURE DI EMERGENZA E DI “CONTROLLO SOCIALE”


La psicosi scatenata per l’epidemia del Coronavirus (Covid-19) in Italia come in altri paesi non ha precenti che si ricordino a memoria d’uomo, un fenomeno mediatico di grande portata che assorbe tutti i discorsi e le informazioni trasmesse costantemente dai media.

Se si deve indagare su come sia nata l’epidemia, ci sono tante teorie sulla malattia del coronavirus quante sono le persone che ne parlano. È un virus naturale dicono alcuni. No, è un’arma biologica artificiale, dicono altri. È meno mortale dell’influenza normale . No, è peggio dell’influenza spagnola ! Proviene da un pipistrello volante, è una specie di AIDS !! Quante ne vuoi ne metti….
La realtà è quella che, pur non conoscendo la verità su cosa sia veramente questo virus o da dove provenga, il panico che ha fatto scatenare fra la gente è un fenomeno di massa che si presta a varie interpretazioni.

Questa psicosi di massa che si registra nei comportamenti del pubblico e che sconfina in un vero senso di angoscia e di paura, porterà delle conseguenze che saranno molto peggiori di quanto di male la stessa malattia possa causare. Facile previsione.
Come abbiamo rilevato più volte, un attacco di arma biologica (reale o artificiale) è la copertura perfetta per una serie di punti dell’ordine del giorno nella lista di azioni di controllo sociale da parte della elite di potere globale. Quanto più si scatena il panico fra la popolazione, tanto più si possono prendere misure che sarebbero impensabili in una situazione ordinaria. Una occasione così di certo non se la lasceranno scappare.
Non è quindi un caso che, proprio in questi giorni, siano stati varati dal Governo italiano (e presto da altri governi europei) una serie di misure eccezionali:
1) Sorveglianza e controllo senza precedenti della popolazione
Le misure vanno dall’obbligo della quarantena per quanti siano sospetti di probabile contagio al divieto di assembramenti pubblici, manifestazioni politiche, sindacali, artistiche, culturali, ecc…
Oltre a queste misure ci sono molti metodi di controllo e schedatura mediante strumenti innovativi come Skinet ed altre applicazioni tecnologiche che permettono di individuare gli evasori della misura di quarantena.
Non escluso l’utilizzo di droni volanti che possono identificare le persone che contravvengono ai divieti, telecamere che tracciano i movimenti, registrazione e controllo degli spostamenti di ogni persona mediante smartphone, carte di credito, tessere magnetiche ed altro. In aggiunta a questo ci sono la facoltà del governo di espropriare alberghi e strutture private per fornire alloggi provvisori per i soggetti in quarantena e il reclutamento obbligatorio di personale sanitario.
Il punto vero è quello di determinare se, quando tutto sarà finito, il governo accantonerà semplicemente queste tecnologie e sistemi o piuttosto se il controllo non verrà normalizzato.
Facile pensare che accadrà in modo analogo a quanto si era disposto per le misure di sicurezza imposte dopo l’11 Settembre negli aeroporti. Da misure eccezionali, i controlli a scanner, i metal detector, i divieti di portare liquidi, le ispezioni corporali, ecc.. sono divenute ormai misure ordinarie standard valide per tutti i viaggiatori.
Lo stesso sarà per le misure adottate in occasione del Coronavirus.
2) Un grande business per Big Pharma e l’OMS
Non è difficile scommettere su chi trarrà beneficio dal clima di emergenza determinato dall’epidemia: ovviamente i benefici andranno all’OMS e alle grandi corporation dei farmaci. . L’Organizzazione mondiale della sanità, ovvero l’organismo delle Nazioni Unite ha il compito di dirigere la salute internazionale e guidare la risposta alle preoccupazioni per la salute globale, l’OMS accresce sempre il suo potere sulla scia di ogni crisi.
Vale la pena osservare i precedenti che hanno riguardato l’epidemia di influenza suina e la diffusione del virus di Ebola , come anche la zika (il “vengue” in centro America) trasmessa da zanzare, allora l’OMS era guidata dal direttore generale Margaret Chan. Accadde proprio sotto il controllo di Chan, ricordiamo, quando l’OMS aveva dichiarato che l’epidemia di influenza suina del 2009 era una “pandemia globale”, una mossa che aveva innescato automaticamente miliardi di dollari di acquisti di vaccini da parte di vari governi. Si trattava di una palese speculazione finanziaria, tanto che, persino il Consiglio d’Europa è stato costretto a notare che i membri del consiglio dell’OMS che avevano fatto la dichiarazione di pandemia erano anche seduti nei CDA delle grandi case di produttori di vaccini che avrebbero beneficiato di quella decisione.
Come gli osservatori hanno rilevato, per il Covid-19, l’OMS sta giocando la mossa della dichiarazione di pandemia, sembra però che questa volta la sua motivazione è esattamente l’opposto. Nel 2017, la Banca mondiale ha emesso un’obbligazione da $ 425 miliardi a sostegno del suo meccanismo di finanziamento di emergenze pandemiche. Questo spiega , come alcuni dicono , perché l’OMS stia rifiutando di chiamare il coronavirus una pandemia, nonostante ne soddisfi abbastanza chiaramente i criteri. Dichiarare il Coronavirus un pandemia prima della scadenza delle obbligazioni, farebbe rimettere agli investitori il valore delle emissioni.

Tedros Ghebreyesus OMS
Attualmente chi dirige la OMS è un tal Tedros Adhanom Ghebreyesus, un politico e accademico etiope che, come osserva l’analista William Engdahl , è il primo direttore generale dell’OMS che non è neppure un medico. Questo Tedros è un biologo laureatosi ad Asmara, in Eritrea, dove ha ricoperto un ruolo pubblico come ministro della Salute sotto il regime di Mengistu e poi sotto la direzione del Primo Ministro Meles Zenawi.
Tedros ha avuto la fortuna di entrare in collaborazione con i Clinton e con la “Clinton Foundation” e la sua “Clinton HIV / AIDS Initiative” (CHAI). Come non bastasse ha anche sviluppato una stretta relazione con la Fondazione Bill e Melinda Gates. Come ministro della sanità, Tedros avrebbe anche presieduto il Fondo globale per la lotta all’AIDS, alla tubercolosi e alla malaria, che è stato co-fondato dalla Fondazione Gates. Tale Fondo globale è stato contrassegnato da scandali di frode e corruzione . Non è un caso che queste fondazioni sono i maggiori donatori dell’OMS e sono collegati ai complessi del Big Pharma dove si stanno elaborando gli studi per immettere sul mercato i primi vaccini contro il Covid-19.
Quello sarà un business da miliardi di dollari dove tutti i governi si stanno mettendo il lista per prenotare gli acquisti. Si può immaginare il profumo di miliardi che si respira negli uffici dell’OMS dei suoi addetti che non risulta siano dei “buoni samaritani” delle medicina internazionale.
Per non parlare di un altro effetto non secondario che la pandemia globale offre ai governi: un buon pretesto per militarizzare la Sanità Pubblica.
I governi possono, sulla base dell’emergenza, emanare leggi che consentirebbero loro di instaurare la legge marziale in caso di pandemia globale. Questo consentirebbe loro di mettere in quarantena e incarcerare i cittadini sospettati di infezione e permetterebbe al governo di somministrare qualsiasi farmaco (comprese le vaccinazioni) ritenuto necessario per arrestare la diffusione dell’infezione.

Controlli sanitari e di sicurezza
Non è una pura ipotesi ma è alla base di un progetto già inserito nella legislazione USA, si chiama “The Model State Emergency Health Power Act”. Si tratta di un atto legislativo che è stato redatto dal Center for Disease Creation (CDC). Il progetto conferisce al governo il potere di mettere in quarantena, obbligare alla vaccinazione obbligatoria e mobilitare i militari per aiutare ad attuare le procedure di emergenza ritenute necessarie per contenere l’epidemia.
Oltre a questo sarà possibile perseguire ed incriminare tutti coloro che diffonderanno notizie false o atte a turbare l’ordine pubblico e, in questa perifrasi, è contenuta qualsiasi forma di dissenso dalle misure di emergenza che potrà essere interpretata a discrezione dell’autorità.
Non sembra già in buona parte lo scenario a cui stiamo assistendo in questi giorni in Italia?
Attualmente anche la Gran Bretagna, la Francia, gli Stati Uniti e altri paesi stanno rispolverando i loro piani di emergenza e si stanno preparando per entrare nel sistema della legge marziale per “esigenze sanitarie” , naturalmente solo per quelle e, se lo dicono i governi al servizio della elite, ci possiamo ben credere.

di Luciano Lago
https://www.controinformazione.info/covid-19-una-occasione-unica-per-le-misure-di-emergenza-e-di-controllo-sociale/

LE FALSE PANDEMIE (PER VENDERE I VACCINI)

GRAZIE, TV SVIZZERA (quella italiana?)
GRANDE FUGA DA MILANO


Le notizie del decreto predisposto dal governo, quello delle “zone rosse”, lasciati filtrare dal pomeriggio di ieri, 7 Marzo, hanno determinanto una fuga di massa da Milano e da altre provincie lombarde con migliaia di persone che si sono affollate sgomitando alle biglietterie della Stazione Centrale e Garibaldi e che sono salite sui treni diretti verso il sud e altre destinazioni.

Si era diffuso il panico soprattutto dai pendolari che lavorano in Lombardia e che temono di rimanere bloccati a Milano e altrove a tempo indeterminato. Non era difficile prevederlo ma il governo Conte ha gestito la questione come se i decreti fossero di normale amministrazione.
Scndalizzati i virologhi e specialisti sanitari che vedono in questo un sistema sicuro per la diffusione del virus in altre regioni.
Non sono chiare ancora le modalità del decreto che è stato predisposto per bloccare tutte le attività pubbliche e private, assembramenti, manifestazioni pubbliche, eventi sportivi, ricreativi, artistici, con chiusura di tutti i luoghi di socialità, dalle palestre alle discoteche, ai musei, ai circoli culturali, ai centri benessere, sale Bingo, salvo delle eccezioni per gli esercizi di utilità pubblica, come supermercati, farmacie, rivendite alimentari, ecc..con limitazioni nei fine settimana. Vietati del tutto assembramenti e manifestazioni politiche e sindacali.
Stazione Milano
In pratica una grande zona del nord Italia si trova sotto uno stato di polizia per effetto della emergenza del coronavirus. Non si era mai vista una situazione del genere, in particolare a Milano.
Seguiranno aggiornamenti……

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