Chiese aperte, ma chiuse: i vescovi ostaggio del Governo
Ancora fedeli fermati, eppure le chiese sono aperte, ma senza una comunicazione Polizia e Arma non accettano autocertificazioni per ragioni di culto, come dimostra la telefonata della Bussola a un commissario lombardo. Il Viminale non ci sente e la Cei chiede un chiarimento ufficiale, che potrebbe arrivare oggi. Ma i vescovi sono stati tiepidi e ora si trovano a rincorrere le concessioni di un Governo che fa quello che vuole sentendosi in diritto di oscurare la libertà di culto. Quando sarebbe bastata un po' più di determinazione.
L’ultimo in ordine di apparizione è stato un magistrato che ha raccontato la sua disavventura. «Il dubbio, anzi la certezza, è che per questo nostro mondo malato nel corpo e nello spirito, Nostro Signore Gesù Cristo valga meno di una sigaretta», dice il giudice partenopeo Domenico Airoma che si è trovato faccia a faccia con un agente di polizia al quale ha dovuto spiegare – invano – che si stava recando in chiesa per andare a fare visita al tabernacolo. Il magistrato si è sentito rispondere le cose che più o meno tanti italiani in questi giorni stanno sentendo una volta fermati. «Le chiese sono chiuse», «andate a pregare in casa», «qui non potete entrare», «se non ve ne andate vi denunciamo» e altre varianti al tema delle chiese inaccessibili, anche se aperte. «Dovete essere umani», ha detto il capo della Polizia Gabrielli agli agenti. E meno male.
Airoma è in buona compagnia. Da Lecce risalendo fin su a Varese, passando per la Liguria fino ad Ancona le segnalazioni dei lettori che sono stati fermati dalle forze dell’ordine e hanno dovuto “giustificarsi” che la preghiera rientrava in una situazione di necessità, sono state tante. A tutte queste persone ad oggi non sono arrivate risposte rassicuranti circa la possibilità di poter avere accesso alle chiese. Le quali restano aperte anche dopo la sciagurata bozza di decreto del 25 marzo scorso – poi modificata ieri – che prevedeva il lucchetto senza tanti complimenti. Ma, anche se aperte (leggi qui l'articolo di Giacomo Rocchi), nessuno dalle parti del Governo ha mai voluto spiegare che cosa scrivere nell’autocertificazione: ragioni di culto? Necessità spirituali? Niente.
Anche la Nuova Bussola Quotidiana ci ha provato ieri interpellando caserme dei carabinieri e questure (da Bologna a Napoli passando per la Brianza e Bergamo), arrivando fin su all’ufficio stampa del Ministero degli Interni: nessun chiarimento e quando qualcuno dall’altra parte della cornetta rispondeva, è il caso del Viminale, ci siamo sentiti rispondere: «Quando arriva il funzionario vediamo di sottoporgli la questione». E’ chiaro che la questione è politica e non affidata al capriccio di un dirigente.
Ed essendo politica, a risolverla dovevano essere i vescovi. Invece si è proseguito in questi giorni con il rapporto piuttosto problematico, e insolito, tra le forze dell’ordine e i fedeli, che in assenza di un chiarimento tra la Cei e il Governo, hanno dovuto contendersi la piazza vuota davanti alla chiesa come una sfida all’O.K. corral. Umiliante per il diritto al culto e deprimente per l’abuso di potere di quei poliziotti che – senza alcun appiglio legale – hanno fermato i fedeli. «Guardi – ci dice senza giri di parole un comandante di una stazione dei carabinieri lombarda – io se trovo qualcuno che va in chiesa dico che le chiese sono chiuse perché è giusto che le chiese siano chiuse. E se insiste lo multo». Discutibile, se non altro. Ma anche inquietante.
E’ il risultato di un corto circuito che dimostra fondamentalmente due cose: che il governo fa quello che gli pare calpestando bellamente un’altra libertà, quella al diritto al culto, e che i vescovi in questa partita sono stati troppo tepidi. Remissivi, in ostaggio e rincorrendo di volta in volta una concessione da ottenere per grazia ricevuta da Giuseppi, quando semmai doveva essere il contrario perché le limitazioni alle chiese, che godono ancora di extraterritorialità, dovevano essere concesse al Governo dopo una trattativa all’ultimo sangue che salvaguardasse la dignità del culto di cui gli italiani devono continuare a godere.
Infatti, ad oggi – salvo comunicazioni che però potrebbero arrivare nel corso della giornata – la partita non si è ancora sbloccata e questo nonostante la Cei – finalmente – ieri mattina abbia chiesto al governo di chiarire la questione delle chiese aperte, ma inaccessibili.
«Ho scritto al ministero chiedendo che mettano per iscritto le cose che ieri abbiamo definito – spiega alla Nuova Bussola Quotidiana il portavoce della Cei don Ivan Maffeis -. Siamo riusciti a “strappare” un sì alla presenza di uno sparuto gruppo di persone (accoliti, cantori, musici, diaconi etc…) per le celebrazioni del Triduo pasquale. Sulla base di questo ci sembra che sia assodato che un fedele possa entrare in chiesa a pregare purché siano garantite le condizioni di sicurezza».
Il ragionamento di don Maffeis è logico, ma la logica, purtroppo in questa triste vicenda si è scontrata contro il portone di Palazzo Chigi.
«Anche oggi abbiamo insistito per avere una risposta positiva perché è vero quello che anche voi riportate: la gente si vede respinta dalle chiese, non sa che cosa scrivere in autocertificazione e per giunta si ritrova nel decreto che le chiese restano aperte. E’ evidente che c’è qualcosa che non funziona», ci fa sapere pur specificando che i rapporti col governo sono comunque buoni.
In serata qualche timida apertura sembra arrivare: «Il governo, tramite il Viminale, interpreta come noi, ma solo a parole», ci dicono dalla Cei. Manca infatti la conferma scritta che potrebbe arrivare oggi.
Arriverà? Presto per sbilanciarsi. Quel che è certo è che bisognerebbe permettere a tutti i fedeli di scrivere liberamente – come già adesso fanno per la spesa, la farmacia, il lavoro e tutte le nuove situazioni di necessità aggiunte ieri nella 4° ristampa del modulo - «vado a pregare in chiesa perché il culto è uno stato di necessità». Se questa possibilità non verrà riconosciuta e messa nero su bianco, ci troveremo ancora di fronte la paletta rossa del poliziotto che intima l’Alt. E a forza di menarla, cominceranno a scattare anche le prime multe.
Eppure, per risolvere la questione bastava una telefonata del presidente della Cei, Bassetti a Conte più o meno di questo tenore: «Le chiese restano aperte e i fedeli ci andranno esattamente come ora vanno a fare la spesa».
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Andrea Zambrano
- ANDARE IN CHIESA, SENZA VIOLARE LA LEGGE di Giacomo Rocchi
- GESU' CI STA ASPETTANDO di Costanza Signorelli
- ORE 18: IL MONDO IN ADORAZIONE COL PAPA di Nico Spuntoni
https://lanuovabq.it/it/chiese-aperte-ma-chiuse-i-vescovi-ostaggio-del-governo
I cattolici al tempo del coronavirus / 17
Cari amici di Duc in altum, ecco una nuova puntata della serie I cattolici al tempo del coronavirus.
L’illustrazione a corredo della rubrica mi è stata inviata dall’artista Giovanni Guida, che qui sotto ne spiega il significato.
Grazie a tutti voi che mi scrivete sulla pagina Facebook.
A.M.V.
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Sul valore della Messa senza fedeli
Gentile e stimato Valli, la leggo spesso, grato del suo lavoro, e colpito dal vedere riverberata in lei, a dispetto di alcuni anni di distanza, una buona parte del mio percorso di fedele ambrosiano.
Le voglio parlare delle Messe che non si possono celebrare in pubblico. Che sia un fatto terribile, mi pare indubbio. Tuttavia, a scandalizzarmi di più, in questi giorni sono fatti come l’abolizione di Stato della libertà di culto, il silenzio della Cei, le cremazioni obbligatorie.
Ho trovato una foto (si può vedere qui) che mostra una serie di sacerdoti che celebrano Messe senza fedeli.
Se vogliamo, possiamo confrontarla con questa, che mostra un sacerdote mentre celebra la messa davanti ai ritratti e ai selfie dei fedeli.
Grazie al virus, oggi anche noi (come tanti cattolici delle catacombe sia attuali sia di un tempo) scopriamo che la nostra impossibilità di prender parte alla messa, per dolorosa che sia, non è una tragedia.
Più che partecipare al Sacrificio è importante sapere che vi sono ministri che, in questo momento, in ogni angolo del globo, celebrano la messa anche per me e proclamano al mondo, in quello che è un silenzio solo apparente, Ecce Agnus Dei qui tollit peccata mundi. Lo fanno per noi e per molti.
Si potrebbero aggiungere tante considerazioni su come la forma ordinaria della messa ci dia la falsa sensazione che sia necessario un “pubblico” perché la messa stessa abbia senso (perché, lo sa meglio di me, è la predica ciò che conta, giusto?), mentre quella straordinaria mette al centro Cristo, e solo lui. Però è meglio non spingersi troppo in là.
Accettiamo, perdoni se lo ripeto, che non siamo noi, in quanto fedeli, il centro della messa. Saremo profondamente trasformati quando, tremanti, potremo tornare ad assistervi.
In Christo
Federico Zuliani
Milano
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Preghiera a Maria
Caro Valli, le invio questa preghiera che ho composto.
Santa Maria,
Tu alle nozze di Cana hai visto l’anemia di gioia
che ostruiva il corso della festa:
aiutaci, in questo tempo di pandemia, a coltivare il nostro rapporto filiale con Dio.
Santa Maria,
Tu sei beata perché hai creduto nelle possibilità di Dio:
aiutaci a non sciupare la speranza, vivendo con responsabilità il nostro stile civile.
Santa Maria,
Tu quel Venerdì Santo hai accarezzato la Croce:
aiutaci a non ripiegarci sulle angosce del cuore, ma a riannodare il filo delle relazioni.
Santa Maria,
discepola fedele della risurrezione, prega per noi,
perché al più presto possiamo uscire dal cenacolo chiuso per cantare le note dell’Alleluia,
annuncio della Pasqua che non avrà mai tramonto.
Nicola Galante
Caserta
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Il vento impetuoso dell’Onnipotente
Gentile giornalista Aldo Maria Valli, Le scrivo da Cesa, un paese in provincia di Caserta. L’illustrazione che le ho inviato è stata realizzata con le chine, sovrapposte attraverso la tecnica pittorica del grattage. L’opera è ispirata al testo del brano La cura di Franco Battiato. Su uno sfondo di un oscuro cielo è rappresentato Dio che, spalancando le braccia con un gesto solenne e perentorio, smaterializza la struttura molecolare del Covid-19 per impedirne la proliferazione ed evitare così la sua diffusione sulla terra, raffigurata simbolicamente nel registro inferiore della composizione.
L’Onnipotente è colto da un vento impetuoso, simbolo della potenza divina, che gonfia i panneggi del suo mantello: con la mano è pronto a disgregare questa nuova piaga dell’umanità con l’aiuto della corte angelica fluttuante. Questo gesto genera una nuova vita e ci insegna a sublimare tutte le condizioni negative per trarre da esse un insegnamento. L’opera vuole essere un augurio all’umanità per sconfiggere questa pandemia e riscoprire i limiti dell’uomo e il valore della comunità.
Grazie! Con un forte abbraccio
Giovanni Guida
Cesa (Caserta)
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Due appelli
Gentilissimo Aldo Maria Valli, le scrivo perché desidero con tutto il cuore lanciare un duplice appello in un momento così difficile per la nostra Italia e per il mondo intero. Quando si è in grande difficoltà si chiede la grazia al buon Dio di aiutarci, ma la pietà popolare ci ha anche insegnato che è bene, insieme alla preghiera, affiancare una promessa, un voto come atto concreto di amore e di devozione.
Mi rivolgo quindi a tutti i lettori di Duc in altum affinché ognuno nel proprio cuore in questi giorni faccia un voto (piccolo o grande che sia) al Signore, alla Madonna, o a qualche santo del quale è particolarmente devoto.
Ogni voto da solo è un piccolo fiore profumato, ma tutti insieme formeranno un meraviglioso fascio di fiori per il Signore.
Il secondo appello è rivolto ai sacerdoti e, mediante loro, a tutti i vescovi italiani: sarebbe meraviglioso se i nostri vescovi sollecitassero il papa e i cardinali a fare un grandioso voto: 1) onorare la Prima Persona divina istituendo, a partire da quest’anno 2020, una festa liturgica dedicata a Dio Padre dell’umanità; 2) per onorare il Sacro Cuore di Gesù e riparare tutti i sacrilegi contro il Santissimo Sacramento, dar vita in tutte le chiese parrocchiali a un solenne triduo di adorazione eucaristica nei giorni di giovedì, venerdì e sabato precedenti la solennità del Corpus Domini; 3) per onorare il Cuore Immacolato di Maria, istituire fin da subito una commissione che prepari la definizione del quinto dogma mariano con la proclamazione nel 2020 di Maria Corredentrice dell’umanità.
Se i nostri pastori troveranno il coraggio, la fede e l’amore per rendere realtà almeno due di questi voti, una pioggia di benedizioni dal cielo verrà su questa umanità colpita dall’epidemia del coronavirus.
Auguro a tutti di formulare e donare un bellissimo voto a Colui che per noi non solo è morto e risorto, ma ci ha donato la sua reale presenza nel Santissimo Sacramento dell’Eucarestia
Piergiorgio Cesario
Castellammare di Stabia (Napoli)
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Lettera al diavolo
Che sia il tuo giorno, spazzino del paradiso!
Non ho mai conosciuto uno stupido come te.
Tu che ti ritieni chissà chi: non avresti fatto meglio ad ascoltare san Michele Arcangelo?!
Te l’ha detto, che non ce l’avresti fatta!
Ti ha detto che chi si oppone a Cristo si sfracella.
Ma tu, testa dura (sarà per le corna?! 🤔) ancora insisti.
Ti stai scatenando. Sai che ti resta poco da sgangherare.
E continui ad attirare gente con la promessa della libertà e del godimento.
Falso di un demonio, che attendi gli ingannati al tuo seguito, per godere del loro supplizio eterno.
Ci hai provato anche con me, ma ti ho mandato al diavolo… ops! 🙄
Ti dà fastidio Maria Santissima, nel Cuore della quale non hai mai potuto mettere piede, vero?
Pensa quanto sei caduto in basso (si può dire? 😁).
Tu sei un angelo, Ella è una creatura, eppure ti ha sgamato e non la buggeri.
Sai, fetidume, che ben ventiquattro nazioni si sono consacrate al suo Cuore Immacolato?
Come sei stato, in quel momento? Così? 😭😭😭
E come ti brucia il Sangue Preziosissimo di Gesù Cristo, al quale non volesti obbedire, dal momento che decise di assumere natura umana! “Mai! – hai detto – mi sottometterò a creatura umana! Io sono un angelo e sono superiore!”
Superiore un corno! 😆
Invece gli obbedisci eccome, anche contro la tua volontà, servo sciocco! Sei al servizio del Cielo, costretto a portare via chi il Paradiso non lo merita.
Dai, dai, datti da fare e levati dalle scatole! Mamma mia se sei noioso! Sempre la solita tiritera…
Potresti affondare oggi! Preparati!
Viva Cristo Re! Ave Maria!
P.S. Non si accettano risposte. Taci demonio, taci!
Veronica Cireneo
Provincia di Viterbo
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