ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 22 aprile 2020

Il Barbaro Verticale

IL CARABINIERE IN CHIESA, AVANGUARDIA DELL’ORDA


Palesemente, il giovane carabiniere che ha interrotto la Messa a  Gallignano presso Cremona, non capiva cosa stava avvenendo lì  dentro.  Nemmeno la minima consapevolezza che si stava muovendo davanti alla Presenza Reale.   Né perché quell’ometto grassottello era  vestito in quel modo strampalato, e pronunciava  bizzarre  parole : a chi poi? All’aria. E  non capiva  perché  l’ometto mascherato  non volesse interrompere quella cosa incomprensibile (quindi  gà sospetta) , del tutto priva di senso, che stava  facendo.  Gli ha anche offerto il telefonino, durante la consacrazione: “Guardi, parli col sindaco…”.  Il povero don Lino: “Ora non posso, sto pregando”.

Abbiamo visto in azione il Barbaro Verticale di  cui tante volte abbiamo paventato l’avvento: quei figli nostri che ad ogni generazione invadono la società da dentro, dalle culle,  a cui la nostra società dovrebbe insegnare   la sua lingua, la sua storia,   il suo diritto,   il patrimonio di saggezza accumulato nella comunità, gli elementi-base  della suacultura, di rispetto del prossimo, di senso dell’onore militare (non si è nemmeno tolto il basco e anche del galateo, la sua religione  almeno come fatto culturale.  Insomma educarlo alla civiltà in cui è entrato senza nulla sapere di questo splendido artefatto costruito nei secoli dagli antenati.
Abbiamo tante volte paventato che  la società progressista e trasgressiva non sa civilizzare questi suoi barbari verticali  – anzi non vuole:  proprio perché è progressista, ha come programma la rottura col passato,  quindi spregia la “consegna”  (traditio) ai suoi figli della  cultura ricevuta dalle generazioni precedenti.  Adesso, nella chiesetta,  abbiamo visto coi nostri occhi  il risultato di quella pedagogia: un trentenne che nulla sa del cristianesimo, né ha la minima idea che il prete stava esercitando  un diritto costituzionale garantito, superiore alla direttiva del sindaco.  Un  mongolo, un tartaro,  un unno venuto dalle steppe asiatiche (i barbari orizzontali)  non si sarebbe  comportato altrimenti: un po’ stranito da quel  che vede e non capisce, perché viene da  un’altra storia, e non si sente parte di quella che si esplica nella chiesa. Non sa nemmeno che deve rispettarla come   libertà. Libertà di culto? Libertà di religione?  Sì, ne avrà sentito parlare  in qualche  breve corso:  ma come una libertà che bisogna riconoscere agli ebrei, ai musulmani  – gente con cui il neo-barbaro ha imparato a essere prudente perché reagiscono, la difendono la loro libertà.  Ma a noi italiani, evoluti, sviluppati, moderni? C’è gente  fra noi ancora a questo punto, che crede a queste cose? Non è oscurantismo, senza alcun diritto di fronte alle norme sanitarie? “Parli col sindaco, lei, don…”
E sono tanti i barbari verticali in azione in questi  giorni,  sicurissimi di esercitare un dovere  impedendo le libertà primarie de loro simili, perché lo ha ordinato il sindaco,il governo, i suoi esperti con dei decreti che non sono leggi, ma lui non sa la differenza. Non conosce il tema della “gerarchia delle fonti del diritto,  nemmeno capirebbe di cosa si parli.
A quel magistrato che ha spiegato d’essere uscito per andare  in chiesa, il barbaro verticale  in divisa, dopo essersi rabbonito davanti alla tessera  dell’interlocutore  (“Una istituzione, come me..”),  non ha potuto fare a meno di chiedergli: “Ma non può pregare a casa sua?”.   Non ha la minima idea di  cosa servono (servivano) le chiese; quegli edifici insoliti che punteggiano il paesaggio  in cui è cresciuto, senza chiedersi perché  sono lì,  senza alcuna curiosità che  vada oltre l’assoluto e momentaneo presente – “oggi” c’è il virus  da combattere “col distanziamento sociale” e non andando “per strada”, e tutto il resto non conta.
Diciamo subito che non è colpa loro,  dei barbari verticali che la inciviltà  ha messo in divisa  senza civilizzarli prima. Quelli in azione sono  in modo evidente barbari figli di barbari, anzi nipoti di barbari verticali: non civilizzati di terza generazione. Il che significa:    anime “depurate” da ogni briciola del  passato, ossia  del  minimo sospetto che possano esistere dei valori superiori   alla salute sanitaria,  diritti anteriori e  più fondamentali  di quelli concessi dalle “normative vigenti”  dettate dalle Regione;  ovviamente, nessuna distinzione sanno fare tra diritto naturale e diritto “positivo”;   e peggio,   sono privi  delle nozioni più elementari  di cristianesimo,   ossia di educazione se non alla  carità,   alla  compassione per il  povero e  l’oppresso,  per l’innocuo cittadino  e dei suoi diritti.
“Diritti”? Ha imparato, il barbaro, che si devono rispettare “i diritti dei gay”,  i diritti dei Rom (attenti, perché quelli vi denunciano e  il magistrato vi fa’ passare  i guai), i diritti degli “Immigrati” (attenti a come li trattate, ha detto il capitano)  –  sì, nella sua testa i diritti  è qualcosa che spetta agli  LGBT, zingari, negri  – che vanno trattati con prudenza, perché i loro diritti sono difesi dai procuratori e dai media e dalle ONG. Ma non ci sono “diritti”  speciali  per quelli come  noi, che parlano la nostra lingua. Devono capire che c’è il virus,e   le “leggi” che vietano di uscire.
Così i barbari hanno fermato la famigliola che tornava da Pisa perché la  figlia di 8 anni, col cancro,  aveva fatto una visita di controllo, e multato il padre in  cassa integrazione a 500 al mese con 500 euro di ammenda.  Hanno   guardato cosa aveva comprato un vecchietto  che si giustificava d’essere uscito per  fare la spesa: due bottiglie di liquore e solo una scatoletta di tonno?  Multa!   Hanno multato uno che era uscito dal paese  per andare da suo padre morente:  urgenza non giustificata, a giudizio dei barbari verticali.  Multato un sessantenne a Torino perché sedeva su una panchina….
Sono  nel modo più radicale   extracomunitari,  estranei   alla civiltà e  ai suoi valori –  che la loro divisa gli ordinerebbe di proteggere.
Chiunque  dovrebbe capire la pericolosità di questi neo-barbari non civilizzati in uniforme. Robotici esecutori di qualunque “direttiva” sempre più atroce, pronti a calpestare diritti fondamentali che nemmeno conoscono, privati di ogni luce superiore. Se arriva l’istruzione del “team di esperti”  del governo, il carabiniere ci mette niente  a  sparare a don Lino,  colpevole  di  aver agevolato l’epidemia. E dar  la caccia agli untori indicati dal governo: i vecchi che devono avere il  bracciale elettronico,   ma anche i bambini: non si ammalano,   dunque sono portatori  sani  del virus – toglierli  alle famiglie,  sono untori.  “Untori”, avete detto? E da dove viene questa parola?  Anategli a spiegare di Manzoni e dlla peste di Milano.   Non   esiteranno  di fronte a nessuna repressione.
Tanto più   che sono  mobilitati da neo-barbari non civilizzati che hanno occupato il governo, calpestando ogni diritto dell’opposizione (diritti? L’opposizione? Non  ne hanno nemmeno idea), e che “per la salute”  stanno applicando  – per indicazione di padroni   di cui manco sospettano  l’esistenza  –   un programma di ingegneria sociale e di oppressione mai visto, di manipolazione totale delle coscienze   attraverso un terrore  fantasmatico,  e non cessano di escogitare misure sempre più oppressive delle libertà: i bambini non devono uscire di casa,  le scuole non si devono aprire, sarete tutti promossi, ognuno dovrà avere un’app per farsi tracciare, e chi non la vuole dovrà avere il braccialetto elettronico.   Calpestatori dei diritti di libertà iscritti nella Costituzione “Più bella del mondo”, stanno attuando “un massacro sociale, e i responsabili li vediamo in tv mattina e sera, a spiegarci quanto sono buoni e bravi, con giornalisti complici e ruffiani che battono loro le mani invece di inchiodarli alle loro responsabilità”.
Non solo:  nella loro azione   di devastazione di quel che resta(va) della civiltà, sono   approvati da un 30-40 per cento di opinione pubblica autodefinita “progressista”:   barbari verticali di terza generazione anche loro,  senza un briciolo di cristiana pietà nel cuore,  che nemmeno sanno  che quella che approvano è una dittatura  totalitaria. Nessuno gli ha insegnato   se non che  i dittatori vengono con la divisa, stivali e baffetti,  e si vincono cantando Bella Ciao  –  quindi che sono queste fisime  sui diritti? Bisogna bloccare l’epidemia, fino a quando non ci sarà il vaccino  obbligatorio che ci rende liberi.
Per questo sono convinto che il giovane carabiniere entrato in chiesa come  un  tartaro di Genziz Khan, è solo l’avanguardia della  persecuzione della fede che sta per venire:  appena si rendono conto di essere orda, cancelleranno e vieteranno quelle “cerimonie”, un culto del passato  perciò  vergognoso e da abolire “per  la salute”.   “E’ vietato essere  cristiani”,  dirà la normativa di Conte-Zingaretti senza sospettare di stare applicando un antico giurisconcsulto del Senato Romano: Non licet esse christianos: . E loro, i robot, cominceranno a  bastonare, e sparare.
Perche la gerarchia eclesiastica, avendo interrotto il rito e la Eucarestia al popolo,   ha dato dimostrazione di considerarla  non tanto importante da meritare la difesa, come di un diritto e di  una libertà costituzionale. I diritti dei gay,  dei musulmani, degli zingari  non si devono calpestare; ma  quelli dei cristiani, nemmeno El Papa li ha difesi;  guardate come ha obbedito alle “leggi”  delle “istituzioni”;    lui per primo ha vietato   “gli assembramenti”  di quelle cose che chiamate Messe, quindi .. Dunque siano interrotti.  L’interruzione del culto?  Ma che dite?   potete pregare a casa, guardare in tv la messa di Bergoglio e di Del Pini. Che differenza fa?  Presenza Reale? Ma basta con queste superstizioni!
Così, a cominciare dal Papa,   ha privato tutti noi de “la sola cosa necessaria”  (1),  palesemente mostrando di crederla superflua.  Il buio che seguirà, senza il necessario Pane, sarà una carestia  piena di sangue.  Da cannibali, da unni, da barbari verticali.
Nota 1)
Luca 10, 42:  Marta, Marta, tu ti affanni e ti preoccupi di troppe cose!  Una sola cosa è necessaria. Maria ha scelto la parte migliore e nessuno gliela porterà via”.
Sui Barbari verticali, riposto  uno scritto di Ortega y Gasset da me  esplicato:
Ogni generazione nuova è questa invasione “verticale”; i nostri figli sono barbari nelle culle e la società deve compiere  uno sforzo incessante  per civilizzarli, adeguarli ai suoi usi, alle sue leggi, alla sua “forma”. L’educazione era questo: insegnare ai giovani la civiltà. E non era compito esclusivo dell’istituzione scolastica: la trasmissione delle esperienze dei padri, della cultura elaborata dalle generazioni precedenti, degli errori corretti, delle fatiche nella ricerca della verità e della giustizia sostenute dagli avi e divenute idee, patrimonio intellettuale e morale, saggezza acquisita: tutto ciò era appunto la tradizione. Traditio, ossia “consegna” alle giovani generazioni di ciò che avevano appreso (a loro spese, e spesso col loro sangue) le vecchie. Tradizione era il processo con cui la società civilizzava i suoi barbari verticali.
Il nostro tempo ha   irresponsabilmente  interrotto  molecolare, quotidiano processo civilizzatore, e la sua continuità necessaria. E non per caso, ma per programma: la cultura corrente si vuole “progressista”, e perciò rifiuta di trasmettere la tradizione. Essere “progressista”, nella cultura corrente, significa deliberatamente questo: essere “trasgressiva” rispetto al patrimonio e alla saggezza del passato, spregiare la tradizione come un peso inutile nello slancio verso il futuro; e dissiparla totalmente.
Ma così la società trasgressiva lascia crescere i giovani, i barbari tra noi, senza civilizzarli. E i barbari diventano adulti non civilizzati, acquistano forza e potere, senza conoscere i moventi profondi della civiltà; ogni nuova generazione deve ripartire da zero, riscoprire a sue spese (e a prezzo di sangue) il patrimonio di saggezza che le avrebbe risparmiato la fatica e il sangue. Questo ripartire da zero, questo ripetere gli stessi errori e rifare le stesse esperienze sulla propria carne generazione dopo generazione, è il contrario del progresso. Si può dire che il “progressismo” ha avuto questo esito: di non trasmettere più il progresso…” (opera citata, pag. 78/79)


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