CHISSÀ - IL CURIOSO CASO DI UN VIDEO DIFFUSO SU INTERNET
Un confratello condannato ai domiciliari mi invia un messaggio su WhatsApp. Allegato al messaggio trovo il link ad un video: lo apro e vedo un tizio vestito di scuro, con la mascherina verde a penzoloni sotto il collo e il microfono in mano. Dev’essere un medico o un infermiere. Siccome il mio cellulare è piccolo, non riesco a veder bene di chi si tratti, ma ascolto quel che dice. Parla della «benedizione del mendicante», ed effettivamente la location è in tema: dev’essere ai giardinetti pubblici, seduto su una panchina e sullo sfondo si scorge un furgone. Da quel che dice, sembrerebbe un predicatore protestante: ormai ce ne sono tanti anche in Italia e non mi stupisce che colga l’occasione per parlare ai suoi adepti, per confortarli in questo difficile momento e soprattutto in prossimità della Pasqua.
«Mi rivolgo a te, come i mendicanti che girano da queste parti, mi rivolgo a te come il mendicante». Forse è il rappresentante di una ONG che chiede contributi per aiutare i poveri... «La benedizione del mendicante ti giunge in un momento di esasperazione per le dinamiche di casa», dice. Parla di «uomini e donne che in casa si aiutano a rendere desiderabile lo stare insieme», e mi chiedo se non sia il rappresentante di un’associazione di badanti, o di assistenza domiciliare.
«Nell’approfondimento di nozioni, teoremi, competenze…". No: dev’essere qualcuno che promuove corsi di recupero, per quegli studenti che durante la pandemia non hanno modo di seguire le lezioni e temono di perdere un esame. Non riesco a capire dove voglia andare a parare. «Forse abbiamo bisogno di un modo di studiare che affronti anche le domande di senso, che possa cercare di rispondere anche alle questioni: ma che senso ha tutto questo? ma perché?» E continua: «Una scienza che possa servire a me, che sono mendicante di significato, qui sulla strada». Intorno ci sono persone in bicicletta, altri che si spostano di fretta, senza degnarlo della minima attenzione. «Ogni grande crisi ci trova impreparati... ecco, forse abbiamo bisogno di un modo di pensare come pensano i mendicanti…» Immagino che adesso inizierà a parlare degli ultimi tempi, o comincerà a snocciolare citazioni bibliche, aprendo un opuscolo nel quale si dimostra che era tutto predetto dal fondatore di una setta americana. E mi chiedo quale sia lo scopo di questo lamentoso discorso. Piatto, senz’anima, senza convinzione. E conclude: «Io non posso fare niente per te; tu non ti aspetti niente da me; però, ecco, ti mando questa parola: che Dio ti benedica, chissà». Potrebbe trattarsi del membro di un circolo di agnostici, che approfitta del disorientamento creato dal Coronavirus per spargere il dubbio in chi ancora si lascia sedurre dalle superstizioni della religione. Davvero, non capisco.
Il video finisce, inforco gli occhiali e leggo la didascalia: l’Arcivescovo rivolge un augurio per Pasqua all’intera comunità universitaria. Immagino che si tratti di un fake, e che qualcuno cerchi di screditare la Chiesa Ambrosiana e il suo Eccellentissimo Pastore, presentando una comparsa che esiterei ad assumere come sagrestano.
D’altra parte, quale Prelato - non dico l’Arcivescovo di Milano, ma anche un pievano di campagna - potrebbe presentarsi in quei panni, con quel viso inespressivo, incapace di articolare un discorso di senso compiuto, e pretendere che una persona normale lo prenda per l’Arcivescovo di Milano? Nemmeno un laico, nemmeno un testimone di Geova, nemmeno un ateo parlerebbero in questo modo. Sarebbe come sentirsi dire da un medico: «Io non so curare, non so cosa sia la malattia; anch’io sono convinto di essere malato e chiedo a te quale sia la cura. Non venire a chiedermi nulla, perché non avrai alcuna risposta, e men che meno una cura. Però ti auguro di star bene, chissà».
Chiedo quindi ai miei Lettori milanesi: ravvisate voi nelle sembianze e nelle parole di costui il vostro Arcivescovo? Il video è pubblicato su YouTube, qui. Magari potete segnalarlo in Curia. Chissà!
RispondiEliminaSiamo nella settimana santa abbiamo bisogno di sentire parlare del signore nostro GESU CRISTO, l'arcivescovo di Milano, su una panchina di un parco con le gambe accavallate ci fa l'omelia del mendicante, mancano tre giorni al venerdi santo e non viene mai menzionato GESU CRISTO. Anche lui ormai è in fila e allineato al Bergoglianesimo, chiese chiuse eucaristia cancellata dopo duemila anni di storia, GESU espulso dalle chiese, ma tra quattro giorni per chi sarà morto GESU CRISTO ? non ce lo dice vergogna