(Simone Ortolani) Il «piccolo resto cattolico» guidato da don Alessandro Maria Minutella è realmente cattolico o è semplicemente diventato, in breve tempo, una delle tante sette di ispirazione cristiana? Cosa sta accedendo al movimento di fedelissimi del prete siciliano, che assicura i suoi oltre 43 mila follower della pagina Facebook Radio Domina Nostra di essere spronato da battagliere locuzioni interiori nell’opporsi alla «falsa Chiesa bergogliana», giudicata «eretica ed apostata»?
Il protagonista della vicenda è nato a Palermo il 13 settembre 1973 ed è entrato nel seminario del capoluogo dell’isola nell’ottobre del 1992. Dopo essere stato ordinato sacerdote il 27 dicembre 1999 dal cardinale Salvatore De Giorgi, è stato nominato parroco di San Giovanni Battista nella zona di Romagnolo nella stessa città. Si è laureato in Teologia sistematica presso la Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia con una tesi sulla mistica del Purgatorio in Santa Caterina da Genova nel 2002 e ha conseguito il dottorato in Storia del dogma cristiano presso la Pontificia Università Gregoriana nel 2007 con una tesi sull’Escatologia cristologico-trinitaria di Hans Urs von Balthasar, diventata un corposo volume presentato a Roma e a Palermo nel marzo 2014. Oratore brillante e facondo, autore di alcune pubblicazioni – fra cui una su San Gregorio Magno -, uomo di forte temperamento, appassionato ed ironico, don Minutella afferma di avere avuto come guide spirituali don Pino Puglisi e don Gabriele Amorth. Grazie ai social network assurge ad ampia notorietà con infuocate catechesi trasmesse online: parla con trasporto di spiritualità, devozioni e mariofanie sia riconosciute sia non riconosciute; si presenta come paladino della sana Dottrina cristiana, si richiama incessantemente al Catechismo e, facendo leva sulle sue qualifiche accademiche, combatte eresie e polemizza con i «modernisti».
I Sinodi sulla Famiglia del 2014-2015 e, nel 2016, la promulgazione dell’esortazione apostolica Amoris Laetitia sono lo spartiacque nei rapporti fra don Minutella e la gerarchia: papa Francesco è accusato pubblicamente ed esplicitamente da lui di avere autorizzato la Comunione ai divorziati risposati, di avere profanato sia il sacramento del Matrimonio che quello dell’Eucaristia e di avere tradito il Magistero. Nel 2017, il sacerdote inizia un tour per l’Italia per la presentazione del libro I tempi di Maria stampato dall’editrice Fede & Cultura, proseguita con convegni in hotel a Verona, Milano e Roma per avvicinare i propri ammiratori e sviluppare nuove relazioni.
Pur avendo celebrato l’Eucaristia per alcuni anni in comunione con papa Francesco seguendo le rubriche del Messale di Paolo VI, don Minutella arriva gradualmente a sostenere che il pontefice «venuto dalla fine del mondo» non è mai stato nemmeno legittimamente eletto, a causa del complotto della «mafia di San Gallo» e della rinuncia di Benedetto XVI, pretesa come del tutto invalida. In seguito, opta per l’uso esclusivo della liturgia ante-conciliare trasmettendo da Radio Domina Nostra le funzioni da lui stesso officiate secondo il Rito romano antico.
L’esibizione costante delle pretese comunicazioni celesti lo aiuta ad accreditarsi presso piccole fasce di sacerdoti e gruppi di laici maggiormente propensi a lasciarsi suggestionare dal racconto di apparizioni, rivelazioni private e profezie. «Eravamo in parte delusi e scandalizzati da una certa deriva modernista e il passo successivo è stato quello di vedere in don Minutella un profeta dei nostri giorni. Ci diceva di essere stato scelto dalla Madonna come Suo inviato dal Cielo e di riceverne locuzioni», spiega un ex attivista del «piccolo resto». «Molti di noi eravamo realmente ispirati dal desiderio di servire il Vangelo, ma altri erano soltanto anticlericali guidati dall’odio verso la gerarchia, pontefice compreso, e vedevano in don Minutella un “liberatore dai cattivi”, il capo di una rivoluzione per liberare Roma dagli apostati».
Il parroco assicura di ricevere queste locuzioni interiori da parte del Cielo e ne fa uno dei suoi principali argomenti di persuasione. In un’occasione, documentata, egli cerca grottescamente, di fronte ad alcuni fedelissimi, di imitare la voce di Padre Pio – che ne starebbe possedendo il corpo – intimando agli stessi la più stretta fedeltà alla sua persona. In un’altra, egli parla in falsetto, cercando di presentare se stesso come medium per conto della «Santa Vergine».
Era stato proprio il ricorso al presunto elemento soprannaturale che aveva contribuito a turbare i rapporti fra questo vivace quanto indocile curato, in precedenza stimato come brillante studioso, e l’arcivescovo di Palermo, il cardinale Paolo Romeo. Il porporato, ricevendolo nel settembre del 2015 in episcopio gli aveva ordinato il silenzio sulle propagandate rivelazioni a causa del turbamento dei fedeli. Questo precetto era coerente con le disposizioni dell’arcivescovo di Monreale, monsignor Michele Pennisi, nell’ambito della cui giurisdizione territoriale, a Carini, sorge, su un terreno di proprietà privata, il centro Piccola Nazareth, gestito da don Minutella: «Le locuzioni sono ingannevoli». Commentando anche la distribuzione a Piccola Nazareth di acqua nemmeno potabile ma spacciata come «prodigiosa», il presule protestava che era «quanto meno strumentale l’invenzione dell’acqua miracolosa, che avrebbe poteri soprannaturali e terapeutici, perché gioca con la sacra sensibilità dei semplici che vivono seri momenti di prova. Corre l’obbligo di avvertire tutti i fedeli che tali pratiche oltre ad essere contrarie al volere della Chiesa, sono fortemente sospette di manipolazione delle coscienze». L’arcivescovo di Monreale si diceva certo della «sicura falsità delle sue affermazioni quando si dichiara “profeta” di messaggi soprannaturali, la cui diffusione mette seriamente a rischio la genuina devozione popolare verso la Madonna, gli Angeli e i Santi».
Questo esibizionismo che mescola con disinvoltura sacre devozioni e profano marketing online irrita alcuni fra i simpatizzanti della prima ora. Per i meno ingenui, sono le stesse catechesi di don Minutella ad apparire ambigue e confuse: egli inizia a citare, senza un vero e proprio criterio, come maestri di ortodossia autori del tutto diversi fra di loro, da Hans Urs von Balthasar a monsignor Marcel Lefebvre, da Giovanni Paolo II a Benedetto XVI, fino ad esprimere apprezzamento per i sedevacantisti di varie correnti, ricercando recentemente contatti con i loro rappresentanti, forse per ottenere una certa legittimazione dal confronto pubblico con i sacerdoti di questo ambiente. Ed è proprio dalle pubblicazioni dell’Istituto Mater Boni Consilii di Verrua Savoia, appartenente a questa costellazione, che don Minutella ricava l’espressione «Una cum», tanto da farne una propria bandiera. L’espressione latina è parte del Canone della Messa in cui è commemorato il nome del Papa regnante: «Una cum famulo tuo Papa nostro Francisco», cioè, «Insieme col Tuo servo nostro Papa Francesco». Per i sedevacantisti non è lecito celebrare i sacramenti in comunione con gli occupanti della Sede apostolica dai tempi di Giovanni XXIII; don Minutella sceglie invece di celebrare «una cum Papa Benedicto».
«Don Minutella ha iniziato a celebrare in comunione con papa Benedetto XVI dichiarando che fosse ancora lui in carica. Ci disse che fu la Madonna a rivelargli che Francesco non fosse il vero papa e che non bisognava assolutamente menzionarlo perché, partecipando alle celebrazioni eucaristiche in unione con Francesco, si rischiava la dannazione eterna delle nostre anime, di tradire Gesù Cristo, di contaminarsi con le eresie», sostiene un gregario ormai deluso. Ma nemmeno la fiducia nei confronti di Joseph Ratzinger è piena. Quando il vescovo bavarese sceso dalla Cattedra di San Pietro ribadisce «ancora una volta», nel contesto dell’intervista contenuta nel libro di Peter Seewald Benedetto XVI. Una vita, la sua «amicizia» con il suo successore, don Minutella appare smarrito ed esclama incredulo che «è in gioco la fede stessa», come in occasione nella catechesi trasmessa da Radio Domina Nostra la sera del 5 maggio 2020. «Dov’è Pietro, chi è Pietro, che fine ha fatto Pietro?», si chiede in diretta su Facebook. Ormai è innegabile una «crepa profonda nei confronti del Romano Pontefice che rimane Benedetto XVI ma che però ci disorienta, ci smarrisce e ci mette alla dura prova. Quest’uomo – denuncia don Minutella – che ha continuato a vestirsi di bianco dopo aver detto che non sarebbe più intervenuto, lì, a 93 anni, scrive questi libri dove dice e non dice, parla e non parla, rendendoci ancora più confusi di quanto fa Bergoglio».
Il preteso campione della «Resistenza cattolica» – affermano alcuni testimoni – «avalla le sue dottrine con autori come San Tommaso d’Aquino stravolgendone i contenuti. Ha esortato tutti a non confessarsi più con altri sacerdoti che non appartengano al suo “piccolo resto”. Ha chiesto di non ricevere la santa Eucaristia da costoro, che se celebrata in comunione con papa Francesco non sarebbe il Corpo del Signore, ma quello di satana; ha ordinato di non far battezzare i propri bambini da costoro, a non farsi nemmeno benedire dai pastori della Chiesa “ufficiale” per non riceverne maledizioni».
Sono diverse le registrazioni audio e video che confermano queste parole, diffuse fra i seguaci su WhatsApp e su Telegram. «Ha detto in modo imperativo di non entrare nemmeno nei Santuari. Molte persone, credendo alle sue tesi, hanno iniziato a nutrire dubbi sulla validità dei propri matrimoni, dei battesimi, delle comunioni ricevute, precipitando nella desolazione più nera. Ma don Minutella si è spinto molto oltre. Ha detto che se fosse morto un nostro caro, non avremmo dovuto accettare funerali da parte di sacerdoti una cum Francisco, ma al più seppellirlo con una semplice benedizione altrimenti avremmo danneggiato l’anima del defunto».
Sono diverse le registrazioni audio e video che confermano queste parole, diffuse fra i seguaci su WhatsApp e su Telegram. «Ha detto in modo imperativo di non entrare nemmeno nei Santuari. Molte persone, credendo alle sue tesi, hanno iniziato a nutrire dubbi sulla validità dei propri matrimoni, dei battesimi, delle comunioni ricevute, precipitando nella desolazione più nera. Ma don Minutella si è spinto molto oltre. Ha detto che se fosse morto un nostro caro, non avremmo dovuto accettare funerali da parte di sacerdoti una cum Francisco, ma al più seppellirlo con una semplice benedizione altrimenti avremmo danneggiato l’anima del defunto».
Sollevato agli inizi dell’aprile 2017 dalla guida della parrocchia di San Giovanni Bosco da monsignor Corrado Lorefice, succeduto al cardinale Romeo come arcivescovo del capoluogo siciliano, il 13 novembre 2018 don Minutella è stato raggiunto dal decreto in cui veniva dichiarata la scomunica latae santentiae nella quale era incorso per eresia e scisma, firmato dallo stesso prelato il 15 agosto 2018, «con tutte le conseguenze derivanti dallo stesso provvedimento».
Affermare che i sacramenti amministrati in comunione con il Papa regnante sono invalidi, sacrileghi e addirittura satanici costituisce senza dubbio un’eresia, e contrasta chiaramente con l’insegnamento dello stesso Concilio di Trento sulla validità degli stessi ex opere operato. Queste spericolate asserzioni sono inoltre espressioni strane e pericolose che richiamano l’antica eresia donatista sull’invalidità dei sacramenti amministrati da sacerdoti reputati indegni, combattuta e confutata da Sant’Agostino. La predicazione costante contro il Romano Pontefice e il vescovo del luogo e la formazione di una congregazione di persone che non ne riconosce l’autorità, costituisce uno scisma nel senso proprio del termine.
Oscillando successivamente fra periodi di silenzio e altri di attivismo, don Minutella – al cui movimento si unisce un don Enrico Roncaglia, già monaco professo benedettino al monastero del Monte di Cesena e in seguito parroco nella diocesi di Belluno – accusa a sua volta monsignor Lorefice di avere «profanato» la «coscienza» di tanti cattolici. Il giro in bicicletta in una navata della Cattedrale di Palermo del nuovo arcivescovo nell’aprile 2016 e la recente sostituzione della parola «inferno» con «esilio» nella giaculatoria «Gesù preservaci dal fuoco dell’inferno» nel corso della recita del Rosario guidata dallo stesso prelato nel Santuario della Madonna della Milicia nell’aprile 2020, nonostante questa preghiera fosse stata insegnata dalla Santa Vergine ai Pastorelli di Fatima, aiutano don Minutella ad utilizzare qualche solido argomento di critica nei confronti del suo ex superiore. Inoltre, le modalità con cui la scomunica è stata in seguito enfatizzata – anche attraverso una “velina” diffusa dalla Cei anche ai giornali diocesani locali e da una nota apparsa su Vatican News – rappresentano per le stesse autorità ecclesiastiche una scelta discutibile: l’esagerata sottolineatura delle censure ha contribuito a fare un’enorme pubblicità ad un marginale segmento dell’«opposizione» al papato di Francesco, e fra i meno seri e culturalmente coerenti. Inoltre questa scelta di comunicazione ha consentito al prete colpito di presentarsi a seguaci e followers come vittima della gerarchia, l’unico fra i tanti che protestano o che dissentono dagli indirizzi dell’attuale pontefice ad avere subito una grave pena canonica. Infine, la stessa sanzione dichiarata sembra smentire, nei fatti, l’icona di una Chiesa della Misericordia che insegue gli ultimi e i colpevoli fin nelle più remoti recessi delle periferie, recuperando, solo in alcuni casi, l’immagine di una Chiesa legalista e pre-conciliare.
Di fronte all’esibizionismo minutelliano sarebbe stato più prudente ricorrere a qualche altra modalità, per avvertire sacerdoti e fedeli della situazione creata nell’ambito del «piccolo resto cattolico», senza conferire una facile palma di martirio all’ecclesiastico disobbediente, tra l’altro in gran parte isolato dal resto del clero. L’eclatante dichiarazione della scomunica «duplice» per altri aspetti, non sembra nemmeno evocare il mito di Themis, la greca dea della giustizia, fredda e imparziale. Coloro che hanno presentata questa censura canonica al pubblico con tanta sollecitudine sembrano aver voluto imitare l’abilità politica e cortigiana di un Machiavelli che si orienta secondo precisi calcoli di opportunità e compiacenza del «Principe». In tanti altri casi anche in Italia, sacerdoti che affermano dall’ambone che «al Credo non ci credo» o che «relativizzano» la Resurrezione di Cristo come un elemento simbolico e non un fatto reale – perfino tramite interventi pubblici diffusi sui social network alla stregua delle catechesi di don Minutella – ma che, al contempo, si dichiarano entusiasti sostenitori di papa Francesco, vengono sostanzialmente tollerati e conservati nel loro ruolo.
Cosa riserverà il futuro per il «piccolo resto» e per il suo capo? La loro totale assenza di contatti fra questa fazione e la gerarchia, la necessità di impartire il sacramento della Cresima ai figli dei suoi componenti e quella di procedere ad ordinazioni sacerdotali fra i candidati «degni» di riceverla, può far ipotizzare lo scenario estremo dell’«episcopato mistico», che cade direttamente dal cielo sulla testa dell’eletto senza passare dall’imposizione delle mani di un valido successore degli Apostoli: non sarebbe una sorpresa se un giorno don Minutella si presentasse come vescovo, insignito del titolo da una «rivelazione». Oppure, se i contatti fra il sacerdote e i vari movimenti sedevacantisti portassero a qualche risultato concreto, al di là delle profonde divergenze sul piano teorico che li separano, egli potrebbe calzare una mitra e brandire un pastorale grazie a qualcuno fra più disinvolti esponenti dell’episcopato dei «Non una cum Francisco».
Infine, un’ipotesi estrema, ma non inverosimile, è rappresentata dall’autoproclamazione a «papa» di don Minutella, seguendo l’esempio dei cinque «vescovi» del cosiddetto «Ordine carmelitano del Santo Volto» di El Palmar de Troya, consacrati dall’arcivescovo vietnamita Pierre Martin Ngô Đình Thục l’11 gennaio 1976, sull’onda di presunte apparizioni della Vergine, mai riconosciute, che sarebbero avvenute fin dal 1968. La località nei pressi di Siviglia è diventata la capitale di una comunità guidata dal leader di questi pseudo-religiosi, il visionario Clemente Domínguez Gómez, scomparso il 21 marzo 2005, che si proclamò «pontefice» il 6 agosto 1978 col nome di «Gregorio XVII» durante un viaggio in Colombia, dopo aver appreso dalla televisione della morte di Paolo VI, durante una delle sue celebri «estasi». In quello specifico momento, una sfortunata farfalla si era posata sulla testa del prescelto nella sua stanza d’albergo, e questo fatto fu ritenuto dai testimoni come una manifestazione plastica del favore dello Spirito Santo sull’eletto: il malcapitato lepidottero fu catturato da uno dei presenti con una retina, infilzato con un ago sopra un’asse di legno per essere conservato come una straordinaria, quanto paradossale, reliquia di quel Paraclito che trascende la materia.
Dominguez nominò poi «cardinali», costruì una cattedrale, «canonizzò santi» (fra cui Francisco Franco, Luis Carrero Blanco e Cristoforo Colombo), «scomunicò» la stessa famiglia reale spagnola e consacrò «vescovi» da affiancarlo nella conduzione della «Chiesa Palmariana». Una collettività che è attualmente composta complessivamente da quasi 2 mila persone, è diretta dal suo successore «Pietro III» ed è diffusa in piccole comunità – oltre che in Spagna – anche in Irlanda, Nigeria, Stati Uniti, Svizzera, Austria e alcuni paesi dell’America Latina. Esistono già testimonianze audio di persone che frequentano l’ambiente «minutelliano» che lasciano presagire a questo come ad un esito del tutto possibile: in una locuzione, la «Santa Vergine» avrebbe già regalato le Chiavi di San Pietro al focoso presbitero. Inoltre, don Minutella ha già intrapreso alcuni viaggi all’estero, in particolare in Argentina, Spagna e Francia, per incontrare sacerdoti e circoli di laici che condividono la sua stessa impostazione ideologica. Fare un po’ di chiarezza, a questo punto è necessario.
https://www.corrispondenzaromana.it/il-caso-minutella-un-po-di-chiarezza/
LA CHIESA CATTOLICA-APOSTOLICA-ROMANA È LA SOLA VERA CHIESA DI GESÚ CRISTO.
«In ipsa item catholica ecclesia magnopere curandum est ut id teneamus quod ubique, quod semper, quod ab omnibus creditum est»
Ciò che è stato creduto dovunque, da sempre, da tutti: questa massima di San Vincenzo di Lerino (Commonitorium, 2) indica quello a cui deve attenersi, comunque e soprattutto nelle situazioni difficili, un vero cattolico; massima che si trova richiamata in innumerevoli documenti ufficiali della Chiesa e in tutti i testi di teologia, e che esprime in maniera lapidaria la “cattolicità” della Chiesa.
Perché ricordare questa massima?
Perché ai giorni nostri si diffonde sempre più l’idea che l’insegnamento e il credo cattolici debbano attingere prevalentemente e attualmente a ciò che dice e fa il Papa, a ciò che dicono e fanno i Vescovi. Idea questa che trova riscontro nella elementare logica che deve informare un cattolico, logica valida peraltro per qualunque persona di buon senso, religiosa o laica che sia: se c’è qualcuno che comanda e qualcun altro che ubbidisce… se c’è qualcuno che parla e qualcun altro che ascolta… se c’è qualcuno che insegna e qualcun’altro che apprende, non v’è dubbio che il minimo che si possa dire è che disconoscere questo rapporto elementare significa essere fuori di senno.
Ne consegue che se il Papa o il vescovo comanda, parla, insegna, il cattolico deve ubbidire, ascoltare e apprendere.
Ma la massima di San Vincenzo di Lerino riguarda il cattolico e quindi riguarda in primis il Papa e i Vescovi, che sono i principali rappresentanti del cattolicesimo, quegli stessi rappresentanti, autorevoli, a cui tutti i cattolici sono tenuti a riferirsi riguardo a ciò che si deve credere. Ragion per cui essi sono i primi a dover dimostrare di credere ciò che è stato creduto dovunque, da sempre e da tutti. Se si discostano da questo imperativo smettono di essere credibili e nessun cattolico è tenuto ad ubbidire, ad ascoltare, ad apprendere.
Tutt’altro. Allorché il cattolico si rende conto che costoro si discostano da questo imperativo, ha il dovere di rifiutare la loro autorità, di riprenderli e, se non si ravvedono, di considerarli non più cattolici, con tutto quello che ne consegue. Se il cattolico non lo facesse, per timore, per incuria o per connivenza, inevitabilmente dichiarerebbe a se stesso e al mondo di aver abiurato la Fede cattolica.
Nessun papa e nessun vescovo possono prescindere da questa cattolicità, se lo fanno, non solo non sono più cattolici, ma non sono più neanche veri vescovi e veri papi.
Nel 1853 a Torino il sac.Giovanni Bosco in una delle sue tante allocuzioni diceva:
"Popoli Cattolici, aprite gli occhi, si tendono a voi moltissime insidie col tentare di allontanarvi da quell'unica vera, unica Santa Religione, che solamente conservasi nella Chiesa di Gesù Cristo.
Questo pericolo fu già in più guise proclamato dai nostri legittimi Pastori, e dai Vescovi posti da Dio a difenderci dall'errore ed insegnarci la verità.
La stessa infallibile voce del Vicario di Gesù Cristo ci avvisò di questo insidioso laccio teso ai Cattolici, cioè che molti malevoli vorrebbero sradicare dai vostri cuori la Religione di Gesù Cristo. Costoro ingannano se stessi, e ingannano gli altri; non credeteli. {5 [167]}
Stringetevi piuttosto di un cuor solo e di un'anima sola ai vostri Pastori, che sempre v'insegnarono la verità.
Gesù disse a S. Pietro: Tu sei Pietro, e sopra questa pietra fonderò la mia Chiesa, e le porte dell'inferno non la vinceranno mai, perchè io sarò coi Pastori di essa tutti i giorni sino alla consumazione dei secoli.
Questo disse a S. Pietro e ai suoi successori, i Romani Pontefici, e a nissun altro.
Chi vi dice cose diverse da quanto vi dico, non credetelo, egli v'inganna.
Siate intimamente persuasi di queste grandi verità: dove c'è il successore di S. Pietro, là c'è la vera Chiesa di Gesù Cristo. Niuno trovasi nella vera Religione, se non è cattolico; niuno è cattolico senza il Papa.
I nostri Pastori, e specialmente i Vescovi, ci uniscono col Papa, il Papa ci unisce con Dio. {6 [168]}
Per ora leggete attentamente i seguenti avvisi, i quali, ben impressi nel vostro cuore, basteranno a preservarvi dall' errore. Quello poi, che qui viene ora brevemente esposto, fra poco l' avrete in apposito libro più diffusamente spiegato.
Il Signore delle misericordie infonda a tutti i Cattolici tanto coraggio e tale costanza da mantenersi fedeli osservatori di quella Religione, in cui noi fortunatamente siamo nati e siamo stati educati.
Costanza e coraggio, che ci faccia pronti a patire qualunque male, fosse anche la morte, anzichè dire o fare alcuna cosa contraria alla Cattolica Religione vera e sola Religione di Gesù Cristo, fuori di cui niuno può salvarsi".
TORINO, 1853 Sac. BOSCO GIOVANNI.
Fondamenti della cattolica religione, tutto quello, che è stato creduto ed osservato in tutti i tempi
I.Idea generale della vera Religione.
D. Che cosa s' intende per religione?
R. Per religione s' intende una virtù ovvero una serie di azioni buone, con cui l'uomo rende a Dio l'ossequio e l'onore a lui dovuto.
D. Come deve l'uomo praticare la religione?
R. L' uomo deve praticare questa religione col credere le verità da Dio rivelate, e coll'osservare la sua santa legge cioè coll'osservanza de' Comandamenti di Dio e della Chiesa dal medesimo Iddio stabilita.
D. A chi fu rivelata la vera religione?
R. La vera religione fu primieramente da Dio rivelata ad Adamo, che fu il primo {9 [171]} uomo del mondo; quindi dallo stesso Dio, e talvolta col ministero degli Angeli, venne rivelata ai santi Patriarchi che la praticarono, ai Profeti, i quali coi loro miracoli dimostrarono che erano da Dio inspirati. Imperciocchè Dio solo è autore dei veri miracoli, nè li può fare, o concedere che altri li faccia in prova dell'errore o della menzogna. Gli uni e gli altri confermarono questa rivelazione con profezie, cioè con predizioni riguardanti avvenire, che esattamente si avverarono: solamente Iddio sa l'avvenire, e può rivelarlo agli uomini.
II. Una sola è la vera Religione.
D. Le varie religioni, che si praticano nel mondo, possono essere egualmente vere?
R. No certamente, perchè la verità è sempre una sola.
D. Ci sono i Maomettani, i Protestanti, cioè i Calvinisti ed i Luterani, ed havvi la Chiesa Cattolica Romana; in quale di queste società noi possiamo con certezza trovare la vera religione? {10 [172]}
R. Noi possiamo solamente trovare la vera religione nella Chiesa Cattolica Romana, perchè essa sola conserva intatta la divina rivelazione, essa sola fu fondata da Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo, propagata dagli Apostoli, e dai loro successori sino ai nostri giorni; motivo per cui essa sola presenta i veri caratteri della divinità.
D. Quali sono cotesti caratteri che dimostrano la divinità della Chiesa Cattolica Romana, mediante i quali noi possiamo con certezza conoscere che essa sola sia la vera Chiesa di Gesù Cristo?
R. I caratteri che ci fanno con certezza conoscere la divinità della vera Chiesa, sono quattro, cioè ella debbe essere: Una, Santa, Cattolica, Apostolica.
La vera Chiesa deve essere Una, perchè essendoci un solo vero Dio, una sola fede, un solo battesimo, non può esserci che una sola vera Chiesa. Santa, perchè deve essere fondata e governata da Dio, fonte di ogni santità, insegnare cose sante per condurre gli uomini alla santità ed alla salvezza eterna. Cattolica, ossia universale, perchè, secondo le parole di Gesù. Cristo, deve dilatarsi in tutto il mondo, e durare visibile sino alla consumazione {11 [173]} de' secoli. Apostolica: vale a dire, insegnare e credere tutto ciò che hanno insegnato e creduto gli Apostoli da Gesù Cristo inviati a predicare il Vangelo a tutte le creature. La Chiesa che ha questi quattro caratteri, è senza dubbio la Chiesa di Gesù Cristo.
D. La Chiesa Romana presenta questi quattro caratteri della divinità?
R. La Chiesa Romana è la sola che possa con certezza presentare questi caratteri della divinità. Imperciocchè essa sola
1° E Una, perchè tutti i veri cattolici, anche sparsi nelle varie parti del mondo, professano una medesima fede, una medesima dottrina, e dipendono tutti da un solo capo, che è il Romano Pontefice, il quale, a guisa di padre universale, regola e governa tutta la cattolica famiglia.
2° E Santa per la santità del suo capo e suo fondatore, che è Gesù Cristo; è santa la fede e la legge che professa; santi i Sacramenti che pratica; molti Santi con luminosi miracoli la illustrarono in ogni tempo; più milioni di martiri, da Dio confortati, sparsero il loro sangue in testimonianza della divinità di questa medesima Chiesa. {12 [174]}
3° La Chiesa Romana è Cattolica, cioè universale, perchè si estende a tutti i luoghi ed a tutti i tempi. Gesù Cristo promise che il suo Vangelo sarebbe predicato per tutta la terra. e noi vediamo che la Romana Chiesa in tutte le parti del mondo ha dei figli, i quali, strettamente uniti col Papa, professano la dottrina di Gesù Cristo, che si predicò e si va predicando per tutta la terra.
La medesima Romana Chiesa si estende a tutti i tempi, perchè in tutti i tempi, in mezzo alle più sanguinose persecuzioni, fu sempre veduta a guisa di società visibile de' fedeli riuniti nella medesima fede, sotto alla condotta di un medesimo capo, il Romano Pontefice, il quale, come padre di una gran famiglia, guidò pel passato, e guiderà per l'avvenire tutti i buoni credenti suoi figli pel sentiero della verità sino alla fine dei secoli.
4° La Chiesa Romana è Apostolica, perchè crede ed insegna tutto ciò che gli Apostoli hanno creduto ed insegnato. La testimonianza di diciannove secoli mostra ad evidenza, che Gesù Cristo ha stabilito S. Pietro capo della Chiesa, ed egli cogli altri Apostoli hanno propagata la {13 [175]} dottrina del Vangelo per tutto il mondo. A S. Pietro succedettero altri Sommi Pontefici, i quali senza interruzione governarono la Chiesa fino ai nostri giorni. Agli altri Apostoli succedettero i Vescovi, i quali in ogni tempo ed' in ogni luogo formarono un solo ovile, riconoscendo solo Gesù Cristo per pastore supremo e capo invisibile, ed il Pontefice di Roma per supremo pastore e capo visibile. Questa prerogativa della Romana Chiesa è consolantissima per noi Cattolici. Imperocchè la sola nostra Chiesa, cominciando dal regnante Pio IX, rimonta da un Papa all'altro senza alcuna interruzione sino a S. Pietro, stabilito Principe degli Apostoli, e Capo della Chiesa stabilita da Gesù Cristo medesimo.
III. Le Chiese degli Eretici non hanno i caratteri della Divinità.
D. Le Chiese de' Valdesi e de' Protestanti non possono avere i caratteri della vera Chiesa?
R. Le Chiese de' Valdesi e de' Protestanti {14 [176]} e di tutti gli altri eretici non hanno i caratteri della vera Chiesa.
1° Non sono una, perchè non hanno la medesima fede, nè la medesima dottrina, nè uno stesso capo. Anzi è difficile trovar due ministri di una medesima setta eretica, i quali. vadano d'accordo sopra i punti principali di loro credenza. Quindi ne avvengono continue divisioni in cose di massima importanza. La sola Chiesa protestante, non molto dopo la sua fondazione, era già divisa in più di dugento sette. Dove possono mai avere unità di fede?
2° Non sono sante, perchè rigettano tutti od in parte i Sacramenti, da cui solo deriva la vera santità; professano più cose contrarie al Vangelo, ripugnanti a Dio medesimo. In tutte le vite degli eretici, degli increduli, degli apostati, non si può citare un Santo, neppure un miracolo. Che anzi i principali autori delle sette si deturparono con vizi e delitti. Calvino e Lutero asserivano fin da' loro tempi che i cattolici erano assai migliori dei riformati. Ed Erasmo, caldo promotore del protestantismo, ebbe a dire che tutti gli uomini illustri della Riforma, ben lungi dal far miracoli, non hanno nemmeno potuto guarire un sol cavallo zoppo. {15 [177]}
3° Non sono cattoliche, perchè sono ristrette in alcuni luoghi, ed in questi luoghi medesimi cangiano la loro dottrina a seconda dei tempi. Neppure sono cattoliche riguardo al tempo, giacchè, paragonate alla Religione Cattolica, contano pochi secoli di esistenza, non oltrepassano l'epoca de' loro fondatori, niuna si estende fino a Gesù Cristo.
4° Non sono apostoliche, perchè non professano, anzi rigettano molte cose dagli Apostoli credute ed insegnale. Niuna delle società eretiche può vantare i suoi antecessori fano agli Apostoli. Finalmente non sono unite al Romano Pontefice che è successore di S. Pietro, Capo e Principe degli Apostoli.
D. Non c' è diversità tra la dottrina della Chiesa Cattolica d'oggidì, e la dottrina da Gesù Cristo e dagli Apostoli predicata?
R. No: perchè le medesime verità del Vangelo predicate da Gesù Cristo e dagli Apostoli sono quelle stesse che si predicarono in tutti i tempi, e si predicano presentemente nella Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana.
D. Fuori della Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana, si può aver salute? {16 [178]}
R. No: fuori di questa Chiesa niuno può salvarsi. Nella maniera, che quelli i quali non furono nell'arca di Noè, perivano nel diluvio, così perisce inevitabilmente colui che muore separato dalla Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana, unica Chiesa di Gesù Cristo, sola conservatrice della vera religione.
IV. Nella Chiesa degli Eretici non c'è la Chiesa di Gesù Cristo.
D. Non può darsi che gli Ebrei, i Maomettani, i Valdesi, i Protestanti, cioè i Calvinisti ed i Luterani, e simili, quantunque non siano nella Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana, tuttavia abbiano la vera religione di Gesù Cristo?
R. Tutti costoro non hanno la vera religione, perchè non la ricevono dalla Chiesa Cattolica, sola vera Chiesa di Gesù Cristo, unica depositaria e legittima interprete della dottrina del suo divin Maestro.
D. Qual è il più grande errore degli Ebrei? {17 [179]}
R. Il più grande errore degli Ebrei consiste in ciò che essi, aspettando ancora la venuta del Messia, non credono a Gesù Cristo, nè al santo Vangelo.
D. Che cosa devono fare gli Ebrei a fine di potersi salvare?
R. Gli Ebrei a fine di potersi salvare devono riconoscere Gesù Cristo per vero Messia, ricevere il Santo Battesimo, quindi osservare i Comandamenti di Dio e della Chiesa.
D. Chi è il capo della religione Maomettana?
R. Maometto, il quale disseminò i suoi errori sul principio del secolo settimo dell'èra cristiana.
D. Chi è il capo dei Valdesi, i quali in gran numero vivono nella valle di Luserna vicino a Pinerolo?
R. Il capo dei Valdesi è Pietro Valdo, negoziante di Lione. Egli diede principio alla erronea sua dottrina verso la metà del secolo decimoterzo.
D. Chi sono i capi de' Protestanti?
R. I capi de' Protestanti sono Calvino e Lutero, vissuti alla metà del secolo decimosesto. Calvino, cherico Simoniaco, fu condannato a grave pena per un delitto ignominioso. Lutero, frate apostata che {18 [180]} uscì dal convento, commise i più gravi disordini, fra cui quello di prendersi a moglie una monaca.
D. Questi uomini, Maometto, Pietro Valdo, Calvino e Lutero, diedero segni di essere da Dio mandati?
R. Costoro erano uomini non mandati da Dio, non fecero alcun miracolo, nè in loro si avverò alcuna profezia. Propagarono i loro errori e le loro superstizioni colla violenza e col libertinaggio. Religione, che scioglie il freno a tutti i vizi, apre la strada a tutti i disordini.
D. Dunque costoro non sono nella Chiesa di Gesù Cristo?
R. Costoro non avendo per Capo Gesù Cristo, non possono appartenere alla sua Chiesa, onde non sono nella Chiesa di Gesù Cristo, ma, come dice S. Girolamo, sono nella sinagoga dell'Anticristo, cioè in una Chiesa opposta a quella di Gesù Cristo. {19 [181]}
V. Una risposta ai Protestanti.
D. Che cosa rispondere quando i Protestanti dicono: Noi crediamo a Cristo ed al Vangelo, perciò siamo nella vera Chiesa?
R. Quando i Protestanti parlano così, noi dobbiamo loro rispondere: Voi dite di credere a Cristo ed al Vangelo, ma non è vero, perchè non credete a tutto quello che c'insegna Gesù Cristo nel Vangelo, e rigettate molte altre verità, le quali, sebbene non registrate nel Vangelo, furono d'ordine di lui predicate da' Santi Apostoli, e si devono credere da tutti per potersi salvare. Non credete alla sua Chiesa, non credete al Pontefice Romano, stato dallo stesso Gesù Cristo stabilito per governare la sua Chiesa. Inoltre, permettendo voi ad ognuno la libera interpretazione del Vangelo di Gesù Cristo, aprite con ciò una larga via all'errore, nel quale l'uomo cade inevitabilmente, se è guidato solo dal proprio lume. Perciò voi, o Protestanti, siete come rami tagliati dall'albero, come membri d' un corpo senza capo, come pecorelle senza pastore, come {20 [182]} discepoli senza maestro, e per colmo di vostra sventura siete separati dal fonte della vita, che è Gesù Cristo.
D. I Protestanti che cosa devono fare per salvarsi?
R. Devono rinunziare ai loro errori, entrare nella Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana, da cui un tempo si separarono, unirsi al Vicario di Gesù Cristo, che è il Papa, da cui chi si ostina di vivere separato, perisce eternamente.
VI. I Protestanti convengono che i Cattolici sono nella vera Chiesa.
D. Che cosa dicono di particolare i Protestanti intorno alla Cattolica nostra Religione?
R. I protestanti dicono che nella Chiesa Cattolica vissero gran Santi, i quali operarono luminosi miracoli, e che noi vivendo secondo i precetti della Chiesa Cattolica possiamo salvarci.
D. Noi Cattolici, che cosa diciamo della setta Protestante?
R. Noi Cattolica, seguendo la dottrina infallibile della Chiesa Cattolica, diciamo {21 [183]} che i Protestanti se non fanno ritorno alla Chiesa di Gesù Cristo, nella loro setta non possono salvarsi.
D. Dunque?
R. Dunque i Protestanti convenendo con noi, che la Cattolica Religione è vera, dichiarano che la loro è falsa.
D. Non ci sarebbe qualche esempio a questo riguardo?
R. Ne abbiamo molti;.eccone uno bellissimo, ricavato dalla Storia Ecclesiastica. Enrico IV, Re di Francia, era capo del partito dei Calvinisti quando salì sul trono; ma Iddio lo illuminò col fargli conoscere la vera Religione. Da prima procurò d'instruirsi rettamente nei dogmi della Cattolica Religione; poscia fece venire alla sua presenza i ministri protestanti, e toro dimandò se credevano che egli si potesse salvare nella Chiesa Romana. Dopo seria riflessione risposero di sì. Allora il Re saviamente ripigliò: Perchè dunque voi l'avete abbandonata? I Cattolici affermano che niuno può ottener salute nella vostra setta; voi convenite che si può avere nella loro; ragion vuole che io mi attenga alla via più sicura, e preferisca quella Religione in cui per comun sentimento io mi posso salvare. {22 [184]} Quindi il Re rinunziò all'eresia, e rientrò nel seno della Cattolica Religione.
D. Che cosa presenta di singolare la Chiesa Cattolica nel suo rapporto colle società eretiche?
R. La Chiesa Cattolica ha questo di singolare nel suo rapporto colle eretiche società, che:
1° Sebbene ella sia stata in ogni tempo perseguitata dagli Ebrei, dai gentili, dagli eretici e dai cattivi cattolici, riportò compiuto trionfo di tutti gli attacchi, conservandosi pura e inalterabile, quale fu da Dio fondata, senzachè abbia ad altri mossa la minima persecuzione. I nemici della nostra Religione si sforzano di addurre alcuni fatti, come sarebbe: la guerra contro gli Albigesi, la giornata di S. Bartolommeo; e con questi fatti vorrebbero provare che la Chiesa Cattolica ha talvolta mosso persecuzioni. Ma costoro sono in errore, perciocchè tali fatti non furono mai dalla Chiesa nè comandati, nè approvati.
2° Che non si legge che alcuno, consapevole di se stesso, in punto di morte abbia abbandonato la Chiesa Cattolica per abbracciare qualche religione. Al contrario le storie sono ripiene di fatti di uomini, {23 [185]} i quali in punto di morte rinunciarono alle credenze eretiche per morire nel seno della Santa Romana Chiesa. Molti e luminosi fatti riguardanti a distinti personaggi che in vita, e in punto di morte abbandonarono l' errore per vivere e morire nella Cattolica Religione, si possono leggere nelle opere: Storia del Giacobinismo dell' abate Barruel. - Miscenata di Filosofi. Parigi, 1808.
3° Che niuno mai abbandonò la Cattolica Religione per condurre una vita più virtuosa. Per l'opposto sappiamo dalla storia che tutti quelli, i quali l'hanno abbandonata per abbracciare qualche altra credenza religiosa, ciò fecero per condurre una vita più libera e disordinata; segno evidente che a ciò erano mossi non dalla cognizione della verità, tua dal desiderio di una religione più tassa e più favorevole alle malnate loro passioni.
D. Che cosa dobbiamo fare noi Cattolici?
R. Noi Cattolici dobbiamo 1° Ringraziar Dio d'averci creati in quella Religione che unica può condurci a salvamento; 2° Pregar di cuore il Signore perchè ci conservi fedeli alla sua grazia, e nel suo santo servizio, e pregarlo pure {24 [186]} per tutti coloro che vivono da lui lontani, e separati dalla sua S. Chiesa, onde li illumini, e li conduca da buon Pastore al suo ovile. Ma insieme dobbiamo in 3° luogo guardarci bene dai Protestanti, e da que' cattivi Cattolici che disprezzano i precetti della Chiesa, che sparlano del Vicario di Gesù Cristo, e degli altri suoi ministri per trascinarci all'errore; 4i° Essere grati a Dio colla fermezza nella fede, coll'osservanza esatta dei suoi precetti, e di quelli della stia S. Chiesa.
VII. Tre particolari ricordi alla gioventù.
D. Come deve regolarsi un giovine cattolico in questi tempi per non essere ingannato in fatto di Religione?
R. Credo che voi, giovane cattolico, non sarete ingannato in fatto di Religione se metterete in pratica i tre seguenti avvisi:
1 ° Fuggire per quanto è possibile la compagnia di coloro che parlano di cose immodeste, o cercano di deridere la nostra Santa Religione;
2° Se per motivo di studio, di professione, {25 [187]} o di parentela vi toccherà trattare con costoro, non entrate mai in discussione in fatto di Religione, e se cercano di farvi difficoltà a questo riguardo, dite loro semplicemente: quando sia infermo andrò dal medico, se ho liti vado dall'avvocato o dal procuratore, se ho bisogno di rimedi vado dal farmacista, in fatto poi di Religione vado dai preti, come quelli che di proposito studiarono le cose di Religione;
3° Non leggete mai e poi mai libri o giornali cattivi. Se per avventura taluno vi offerisse libri o giornali irreligiosi, abborriteli e rigettateli da voi con quell'orrore e disprezzo che rifiutereste un tazza piena di veleno. Se a caso ne aveste qualcuno presso di voi, consegnatelo al fuoco. E meglio che bruci libro e giornale nel fuoco di questo mondo, che andare l'anima vostra a bruciare per sempre nelle fiamme dell'inferno.
D. E quando siamo burlati perchè pratichiamo la nostra Religione?
R. In questo caso dovete vincere ogni rispetto umano, e dire schiettamente che col Signore non si burla, perciò nemmeno si deve burlare quello che riguarda al suo culto. Anzi egli dice, che chiunque {26 [188]} in alcuna maniera si lascia far paura, e a tempo debito non si manifesta per buon cristiano, sarà svergognato da G. C. medesimo quando si presenterà al suo divin tribunale. Laonde, lasciate dire chi vuole, purchè facciate il bene.
D. E quando dicono che siamo in tempo di libertà, perciò ognuno può vivere come vuole?
R. Noi dobbiamo dire che questa libertà non è data da Dio ma dadi uomini, che perciò non si deve mischiare per nulla nelle cose di Religione; oppure rispondere che se siamo in tempo di libertà, ci lascino vivere in fatto di Religione, come a noi piace.
Egli è poco tempo che un giovinotto ben educato fu da alcuni suoi compagni deriso perchè andava a confessarsi e si asteneva dalle carni il venerdì e sabbato, adducendo, che in questi tempi tutto era permesso. Allora l'accorto giovine ingegnosamente rispose: se tutto è permesso, sarà anche permesso a me il praticare la mia Religione,e voi, se siete stati ben educati, dovreste lasciarmi in libertà di osservarne le pratiche.
D. La Chiesa di Gesù Cristo non verrà meno per le persecuzioni? {27 [189]}
R. No certamente; anzi più sarà dagli uomini perseguitata, più trionferà, perché la Chiesa è fondata da Gesù Cristo sopra una pietra contro cui niente varranno tutti gli sforzi dell'inferno. Onde tutti quelli che perseguitarono la Chiesa nei tempi passati, non esistono più, e la Chiesa di Gesù Cristo tuttora esiste; tutti quelli che la perseguitano presentemente, da qui a qualche tempo non ci saranno più, ma la Chiesa di Gesù Cristo sarà sempre la stessa, perchè Iddio ha impegnato la sua parola di proteggerla, e di essere sempre con lei, e vuole che duri fino alla fine del mondo, per unire la Chiesa militante alla Chiesa trionfante, e formare poi di tutti i buoni un solo regno nella patria dei beati in Cielo. Cosi sia.
Passeranno cielo e terra, ma le parole del Signore non cangeranno mai. (Nel Vangelo.)
Chi persevera nel servizio del Signore sino alla fine della vita, egli sarà salvo. (Nel Vangelo.)
Chi prega, certamente si salva, chi non prega, certamente si danna. (S. Alfonso, Del grata mezzo della preghiera.)
Chi non ha la Chiesa per madre, non {28 [190]} può avere Dio per padre. (S. Cipriano.)
Chiunque si separa dalla Chiesa Cattolica, sia pur buona la vita di lui, non possederà mai la vita eterna, ma la collera di Dio verrà sopra di lui pel solo delitto di essere separato dall' unità di Gesù Cristo. Questa bontà e probità,• che non è sommessa alla Chiesa, è un' ipocrisia sottile e perniciosa. (S. Agostino.) {29 [191]} {30 [192]}
Breve analisi della situazione attuale;privazioni delle libertà civili:se esci di casa per andare a lavorare devi avere il tesserino del datore di lavoro,se no una autocertificazione che giustifichi(???)l'uscita(arresti domiciliari?)!Mascherina e guanti comunque,bollettino dei "morti e feriti"giornalieri...terrorismo assoluto,paura incontrollata inculcata nell'animo di ogni cittadino italiano,diffidenza nei confronti di tutto e di tutti,ognuno potenziale "bomba atomica virale"che potrebbe,causa irresponsabilità,essere artefice dello stermino dell'umanità(altrochè le testate nucleari!!)Privazione della libertà religiosa:niente messe,niente sacramenti,niente confessioni,niente funerali per mesi,all'orizzonte funzioni religiose con limitazioni"sanitarie"assurde,illogiche,prive di ogni fondamento scientifico,sacerdoti trasformati in operatori sanitari,che non si devono più preoccupare della salute dell'anima,ma solo esclusivamente di quella del corpo!! Un uomo vestito di bianco NEGATORE esplicito dei dogmi mariani,che manda immediatamente il suo tirapiedi a rimpinguare di soldi i travestiti,in quanto causa epidemia(????)covid,vedono ridotti gli introiti che ottengono,commettendo ed inducendo al peccato,che grida vendetta al cospetto di DIO!Il cattolico completamente abbandonato a se stesso in balia del nemico di Cristo nei tempi più bui della storia della salvezza, in quanto, chi dovrebbe prendersi cura delle anime, si preoccupa esclusivamente di "salvarsi la pelle"dal mostro corona!L'Italia, politicamente parlando, in mano ad una banda di criminali(pool tecnico scientifico INDEFINITO) chiaramente massoni asserviti a satana che, per compiacere coloro che puntano al un nuovo ordine mondiale, la stanno portando alla rovina;la Chiesa romana ,idem,dove al posto dei politici si deve sostituire cardinali e vescovi(con tutte le loro deviazioni e perversioni già dimenticate nei tempi del corona..);un popolo sempre più lontano da Dio ,la cui unica preoccupazione è e restarà quella di "tornare a godersela" come nel periodo a.c.(avanti covid..il solito metodo di satana per scimmiottare DIO ,avanti covid e dopo covid,A.C D.C)e non di riconcigliarsi con il Suo Creatore,almeno se non per Amore,per evitare castighi ben più terribili!!Ma tutto questo è niente in confronto al vero pericolo,il più grave pericolo,la vera minaccia dell'umanità:DON MINUTELLA!Il terrore dei sette mari,l'uomo che in breve tempo è riuscito a costruirsi un pericolosissimo esercito sparso non solo in Italia ma in tutto il mondo!Ogni membro di questa terribile armata,grazie al" suo capo" che le tiene "ben oliate",detiene armi di "distruzione di massa":FEDE, SPERANZA E CARITA'!!Ma la più sofisticata e temibile fra tutte è quella che il "guerrafondaio"padre Minutella usa ed incoraggia spudoratamente ad "abusare", contro ogni "convenzione di Ginevra":il SANTO ROSARIO,che"spavaldamente"quasi fosse il dittatore della Corea del Nord,invita tutti(nessuno escluso badate bene...anche coloro che non lo seguono,pensate che sfacciatagine)a recitare ogni santo giorno e tutte le tre corone!!!ROBA DA MATTI!Si dice in giro che abbia un' Alleata Invincibile che solo a nominarla ed a invocarla getti panico e terrore tra le fila dei nemici(tutti i demoni in terra e all'inferno!sia quelli spirituali che dotati di anima e corpo):La Madre Dio,Maria Santissima, La Regina del Cielo e della Terra,la Regina della Pace!
RispondiEliminaE' una"grazia di Dio"che esistano giornalisti come quelli di "corrispondenza romana"...questi professionisti uscendo con tali articoli fanno capire anche a chi è ottuso come il sottoscritto,cosa non deve leggere,ma chi deve seguire se vuole salvarsi l'anima!Grazie Trinità Santissima,Grazie Maria,Grazie don Minutella!Sia lodato Gesù Cristo!
Sottoscrivo ogni parola. Don Minutella è un dono del Cielo.
EliminaMinutella è praticamente un protestante, ed anche più rumoroso e chiassoso. Il suo schema segue tutto ciò che la nascita di comunità protestanti e settarie hanno sempre fatto.
EliminaD'altro canto, sarebbe molto più coerente se fosse dichiaratamente protestante.