ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 1 maggio 2020

Il gesuitismo cinico

Cosa fare oggi in Italia di fronte alla presente tirannia ?





Un topolino ha partorito una montagna. Infatti dal modesto Coronavirus dell’autunno 2019 è nato un enorme “Nuovo Disordine Mondiale” (il quale si estende dagli Usa sino alla Russia di Putin, passando soprattutto per la povera Vecchia Europa), che in appena due mesi ha stravolto completamente le nostre vite, privandoci delle libertà naturali più elementari e della stessa possibilità di vivere, secondo natura, come “animali sociali e razionali”, poiché oramai l’uomo (in tutto il mondo) deve mantenere per legge le “distanze sociali” (anche in Siberia …), dovendo essere munito inoltre di mascherina/museruola come se fosse un animale bruto; forse tra poco saremo trattati come schiavi totali legati al guinzaglio (la “App/Immuni” da applicare al telefonino) e poi anche alle catene (il vaccino anti-Covid e la microchip sottocutanea).
Inoltre molti hanno potuto vedere, qualche giorno fa, le immagini indecorose di un militare che (in provincia di Cremona) ha cercato di interrompere ripetutamente una Messa, con prepotenza pure fisica, al fine di intimidire non solo il celebrante, ma anche i fedeli che assistevano ad essa.

Era già successo altre volte a partire dal febbraio del 2020, ma adesso i fedeli hanno reagito e hanno filmato la scena, che è stata rilanciata dai social, è diventata “virale” ed ha suscitato molte perplessità. Infatti non solo il Diritto della Chiesa e la Legge divina proibiscono tali azioni (considerate sacrileghe), ma anche il Codice di Diritto Penale Italiano, la Costituzione Italiana e il Concordato del 1983 tra Chiesa e Stato Italiano le ritengono illecite e addirittura “reati penali”.

Purtroppo anche il vescovo di Cremona ha condannato il sacerdote celebrante (come se il “reato penale” e il “sacrilegio” lo avesse compiuto lui) e il Papa non ha detto nulla in sua difesa come pure la CEI. Siamo arrivati al colmo, infatti non solo i governanti temporali, ma anche i Pastori di anime aiutano i lupi e condannano le loro pecorelle, siamo in pieno nella “grande apostasia” di cui parlava San Paolo (II Tess., II, 3).

Le parole del Pontefice fanno parte di un gioco di acrobazia illogico e per nulla divertente, degno di un gesuitismo cinico che affetta gravemente, diciamolo con sincerità nella carità, il modo di agire di Papa Bergoglio.
LA NATURA DELLA TIRANNIDE

Secondo S. TOMMASO D’AQUINO (S. Th., II-II, q. 64, a. 1, ad 5) l’essenza della tirannide si esprime nei comandi rivolti dall’Autorità ai sudditi non in quanto soggetti della Società civile bensì come schiavi.

Ora, i recenti “Decreti Legge” del Primo Ministro Giuseppe Conte (come la sentenza di condanna emessa dal vescovo di Cremona, le esternazioni di Bergoglio e i silenzi almeno iniziali della CEI) aiutano a limitare le libertà fondamentali e inalienabili (di culto, di espressione, di riunione, di circolazione…) degli Italiani rendendoli schiavi e negando la loro natura di “animali razionali e sociali”; libertà che, però, sono garantite dal Diritto naturale, dal Codice Penale Italiano, dalla Costituzione Italiana e dal Codice di Diritto Canonico, nonché dal Concordato tra la Chiesa e lo Stato ratificato nel 1983 e che sono fondate sulla natura umana come Dio l’ha creata.
Quindi, oggettivamente, ci si trova di fronte ad un regime di tirannia non solo temporale, ma anche spirituale e preternaturale anti-divina, almeno in certi casi: si veda il comportamento squallido del  vescovo di Cremona e la decisione anticristica di Bergoglio di annullare la protesta della CEI, la quale finalmente ha rotto il silenzio, il 27 aprile 2020, per poter tornare a celebrare le Messe con il concorso dei fedeli, ai quali però è stato proibito di partecipare alla Messa almeno sino all’11 maggio, proprio come vorrebbe fare l’Anticristo finale in maniera totale (cfr. II Tess., II, 3-12; I Giov., II, 18; II Giov., VII).

I commentatori dell’Angelico, ad esempio il GAETANO (1) e SUAREZ (2)  distinguono tra tiranno d’usurpazione e tiranno di governo.
1°) Il Tiranno d’usurpazione o l’usurpatore

L’usurpatore all’inizio del suo operare è senza titolo legittimo. Ora è proprio questo, attualmente, il nostro caso in Italia. Infatti è stato perpetrato una sorta golpe strisciante, nella nostra Patria, già a partire dal governo di Mario Monti nel 2008, che dura sino ad oggi con Giuseppe Conte. Purtroppo abbiamo avuto dei governanti o meglio dei tiranni d’usurpazione, che non sono stati eletti, ma ci sono stati imposti dalla sinarchia europeistica, la quale vuole distruggere l’Italia (non solo economicamente) e asservirla alla Comunità Europea di stampo kalergiano e al “Nuovo Ordine Mondiale” giudaico/massonico.
2°) Il Tiranno di governo o il governante degenerato

È un sovrano legittimo, regolarmente investito del potere. Ma egli abusa dell’autorità, non governando per il bene comune dei sudditi, bensì per il proprio.

Non è esattamente questo il caso dell’Italia odierna, i nostri tiranni odierni sono talmente appiattiti che non governano nemmeno per il loro proprio bene, ma per quello dei “poteri forti” europeistici e mondialistici: alta finanza, industria farmaceutica, banche, massoneria, ecc., i quali già nel 1991 operarono contro l’Italia, che allora era economicamente la quarta potenza mondiale, svalutando la lira grazie alla complicità di Ciampi, Prodi, Monti, Draghi ed altri simili personaggi.
TIRANNIA E LEGITTIMITÀ

Nessuna Società potrebbe sussistere senza un capo che comanda e dirige i sudditi verso il bene comune. Quindi Dio ha voluto la Società e l’autorità civile e religiosa, avendo creato l’uomo “animale sociale”. Perciò le attuali misure di “distanziamento sociale”, ledono la natura stessa dell’uomo, negando la sua socievolezza e sono quindi tiranniche.

S. AGOSTINO scriveva: “Se il popolo, depravandosi poco a poco, pone l’interesse generale della sua Patria dopo l’interesse particolare di alcuni e vende i suoi suffragi; se, corrotto dagli scellerati, consegna il suo governo a uomini viziosi e perversi [Rothschild, Rockfeller, Bill Gates, Merkel, Big-pharma …, ndr], non è forse giusto che gli uomini perbene, se ne resta uno solo che abbia qualche influenza, tolgano a costoro il potere? (De lib. arbitrio, Lib. I, cap. VI, n. 14, P. L. , t. XXXI, col. 1229)” (3).

Inoltre la missione dell’autorità è la salus populi suprema lex, come per la Chiesa la suprema lex è la salus animarum. Quindi il sacerdote ha il dovere e il diritto di dare i sacramenti ai fedeli, nonostante i soprusi di Conte, che non può e non deve mandare i carabinieri ad interrompere le Messe; così come il Primo Ministro dovrebbe governare per il bene comune temporale della sua gente e non impedirne la vita normale - proibendo, con il pretesto di non infettarsi, di uscire di casa, di circolare, di riunirsi - e svendendo la sua Patria ai poteri forti e allo strozzinaggio delle banche con il Mes.

Il ruolo del potere e la sua ragion d’essere è di spingere ognuno verso il bene comune temporale subordinato a quello spirituale. Dunque, se Bergoglio o la CEI volessero impedire ai fedeli di ricevere i sacramenti o se Conte e Ministri volessero togliere la libertà di circolazione, di culto, di riunione e di espressione ai cittadini italiani, bisognerebbe “obbedire a Dio piuttosto che agli uomini” (At., V, 29). Infatti “se l’autorità fallisce questa missione perde non soltanto il diritto di comandare, ma la ragion d’essere” (4) .
PERDITA DELLA LEGITTIMITÀ

“Gli scolastici, da S. TOMMASO a SUAREZ, non esitano a dire che la Nazione ha il diritto di destituire, di deporre, di cacciare il tiranno. Poiché esso ha perso il diritto di regnare ed è diventato illegittimo. Ma bisogna che l’abuso sia grave, permanente e universale [...]. Secondo gli scolastici, il potere del Principe decaduto ritorna al popolo o alla Nazione che glielo aveva affidato” (5).
LA RESISTENZA AL TIRANNO

Nell’XI sec., MANEGOLD DA LAUTENBACH (6), equiparava il principe-tiranno “ad un guardiano di porci; se il pastore, invece di far pascere i porci, li ruba, li uccide o li smarrisce, è giusto rifiutargli di pagargli il salario e scacciarlo ignominiosamente” (7).
I RISCHI DELLA “RIVOLTA FACILE” CONTRO IL TIRANNO

S. TOMMASO nel De regimine principum insegna che “se appartiene di diritto alla moltitudine di darsi un capo, essa può, senza ingiustizia condannare il Principe a disparire, o può mettere freno al suo potere, se ne usa tirannicamente” (8).

Tuttavia per l’ANGELICO «anche se alcuni insegnano essere lecita l’uccisione del tiranno per mano di un qualsiasi privato [...] è pericolosissimo permettere l’uccisione privata del tiranno, perché i malvagi si riterrebbero autorizzati a uccidere anche i re non tiranni, severi difensori della giustizia [...] contro i tiranni eccessivi e insopportabili si può agire solo in virtù di una pubblica autorità» (9).

La stessa dottrina è insegnata da BAÑEZ (10), BILLUART (11), BELLARMINO (12), SUAREZ (13). La tradizione scolastica è quasi unanime nel riconoscere il diritto di resistenza, che - in casi estremi - può giungere alla rivolta armata.

JUAN DE MARIANA opina che il tirannicidio sia lecito anche privata auctoritate, infatti non è da condannarsi colui che, eseguendo la comune volontà, procura di sopprimere il tiranno (14). Tuttavia, per il MARIANA, non significa che basti l’iniziativa semplicemente privata, occorre prima una condanna pubblica del tiranno e solo poi, come extrema ratio l’esecuzione può essere privata, quando non si possa raggiungere l’autorità superiore, ma fondandosi sulla condanna pubblica, senza un mandato esplicito del potere pubblico e solo con mandato interpretativo e presunto si esegue il tirannicidio (15).
IL TIRANNICIDIO

Il problema del tirannicidio - o l’uccisione del tiranno - è stato trattato sino ai nostri giorni. Nel XIX sec. da Leone XIII, nel XX sec. da Pio XI e nel sec. XXI da vari teologi o storici qualificati. LEONE XIII, nell’Enciclica Diuturnum illud del 1881, insegna che quando l’ordine del principe è contrario al diritto naturale e divino, “obbedire sarebbe criminale”. PIO XI, nell’Enciclica Firmissimam constantiam del 1937, appoggiando, i Cristeros ricorda all’Episcopato messicano che, se i poteri costituiti “attaccano apertamente la giustizia […], non si vede nessuna ragione di rimproverare i cittadini, che si uniscono per la loro difesa e a salvaguardia della nazione”, ossia è lecita una resistenza attiva ed anche armata che usi mezzi leciti.

Il padre gesuita ANDREA ODDONE ha scritto nel 1944-45 che la resistenza passiva è sempre lecita nei riguardi di una legge ingiusta. La resistenza attiva legale (si vedano la denunce sporte dall’avvocato Polacco, dall’avvocato Taormina e dal generale Pappalardo e da varie altre personalità contro Giuseppe Conte), in casi in cui la religione è messa in pericolo (quando Giuseppe Conte proibisce le Messe con “Decreti Legge” incostituzionali), è lecita, anzi, occorre “deplorare - come insegna Leone XIII in Sapientiae christianae del 1890 - l’attitudine di coloro che rifiutano di resistere per non irritare gli avversari”.

La resistenza attiva armata è legittima: ) se la tirannia è costante (nel caso nostro continua dal 2008 e peggiora sempre di più specialmente dall’inizio del 2020); ) se è manifesta o giudicata tale dalla “sanior pars” della società (molti magistrati, medici, avvocati, vescovi, sacerdoti, generali, virologi, scienziati … si sono espressi pubblicamente in questo senso); ) se le probabilità di successo sono numerose (questo nel nostro caso attuale non lo si può sapere, anzi sembrerebbe difficile ottenerlo come vedremo in seguito); ) se la situazione successiva non è peggiore dell’anteriore (16) (molto probabilmente sarebbe difficile far peggio del governo di Conte/bis; tuttavia dato il regime di attuale Mondialismo o Globalizzazione, una singola Nazione non è più padrona del proprio destino).
LA RESISTENZA PASSIVA

Essa consiste nella non esecuzione della legge ingiusta, fino a che non vi si è costretti con la forza (per esempio rifiutare la micro-chip); ma nel caso in cui la legge ingiusta comandi qualcosa di peccaminoso (se la micro-chip contiene un simbolo malvagio, peccaminoso o infernale quale il “666” che deve essere riverito come è successo con il Pachamama), “un atto intrinsecamente cattivo in sé, la resistenza non solo è permessa, ma è sempre obbligatoria; non si possono eseguire ordini criminali” (17).
LA RESISTENZA ATTIVA “VIOLENTA” E “PACIFICA”

a) Resistenza attiva “non-violenta” o “pacifica”

Essa consiste in un’opposizione positiva alla legge ingiusta, compiuta sul terreno delle leggi o con mezzi legali, per es. pubbliche riunioni, proteste, petizioni ricorso ai tribunali ecc... «occorre non rifugiarsi nell’indifferenza e nell’inerzia di coloro che non sanno o non vogliono organizzarsi e lottare per una causa nobile e giusta, per timore e viltà di affrontare i sacrifici e i maggiori doveri che questa lotta porta con sé. [...] “A chi cadrebbe in animo di tacciare i Cristiani dei primi secoli di nemici dell’Impero Romano, solo perché non si curvavano dinanzi alle prescrizioni idolatriche, ma si sforzavano di ottenerne l’abolizione?”» (LEONE XIII, Lettera Notre Consolation ai cardinali francesi, 3 maggio 1892)” (18).
b) Resistenza attiva “violenta” o “a mano armata”

Quando la legge ingiusta cerca di imporsi con la violenza e con la forza [si veda lo “Stato di polizia” instaurato attualmente in Italia, ndr], è lecito ai cittadini organizzarsi e armarsi, opporre la forza alla forza” (19). Padre REGINALDO PIZZORNI continua: “Il diritto di resistenza è generalmente ammesso, e, da S. TOMMASO in poi, salvo rare eccezioni, è stato ammesso anche da tutti i teologi come ultima ratio, come ultimo ed estremo rimedio, quando tutti gli altri mezzi previsti non sono possibili o si sono dimostrati insufficienti” (20).

Tuttavia, occorre specificare che secondo l’Angelico le condizioni richieste per la liceità della resistenza attiva a mano armata, sono quattro: ) La tirannide deve essere costante e abituale, tale da rendersi intollerabile, e ciò vale sia per il tiranno di usurpazione che per quello di governo (De regimine principum I, 7). ) La gravità della situazione deve essere manifesta, non solo a una qualsiasi persona privata, ma alla sanior pars populi. Qualora non vi sia un superiore del re, come l’imperatore, o il Papa che deponeva i tiranni, secondo S. TOMMASO è la vox populi o la multitudo, ossia la comunità che debbono farsi sentire, guidati dal consiglio degli homines virtuosi. Così “quelle persone non agirebbero più come persone private, ma come persone autorizzate dal popolo, la qual cosa è richiesta perché il punire è un atto di giurisdizione che richiede un superiore” (21). ) Ci deve essere una fondata speranza di riuscita: altrimenti non vi sarebbe ragion sufficiente di insorgere, per il pericolo di inasprire la tirannide. La resistenza armata deve perciò essere ben organizzata, ben concordata e ben condotta, ma questo terzo punto è il più difficile da risolvere nella situazione odierna. ) La caduta del tiranno non deve creare una situazione peggiore di quella in cui si stava prima; “Il cristiano non deve sempre tirarsi indietro, far la parte del moderato, del perennemente condannato alla perplessità, all’astensione e all’impotenza, lasciando così praticamente le fila del movimento della storia in mano a coloro che sono meno dotati di scrupoli; il cristiano, quindi, non deve rifiutare di usare la forza giusta, quando sia necessario in modo assoluto” (22). Anche questo quarto punto è abbastanza difficile da risolvere oggi nella situazione che stiamo vivendo con certezza.

Nell’ora presenta vige un “Potere Unico Mondiale”, lo si constata anche a partire dalla comune legislazione uniformemente applicata in quasi tutto il mondo per contrastare il coronavirus (pure nella Russia di Putin …). Perciò è difficile per un singolo popolo di una sola Nazione reagire e restaurare l’ordine, senza il consenso di tutte le altre Nazioni del mondo, che oramai formano un unico  “regno”, molto simile a quello dell’Anticristo.
LA TOLLERANZA DI UN MALE INEVITABILE

Essa è fondata sul rispetto per il bene comune della Società. Ci si astiene dall’opposizione alla legge ingiusta, perché si prevede che essa danneggerebbe più severamente il bene comune che non la tolleranza della legge ingiusta. In breve la si tollera, solo per non peggiorare la situazione; come quando si ha mal di denti, ma vi è un’infezione, si è costretti a tollerare il dente malato, sino a che l’infezione non sia stata debellata da antibiotici, e solo allora si potrà estrarre il dente cariato.
CONCLUSIONE

Ci stiamo avvicinando a passi da gigante al “Regno dell’Anticristo finale”. Una tirannia spietata è nata “democraticamente” e “farmacologicamente” nel 2020 e in pochi giorni, sotto il pretesto di garantire la buona salute di tutti gli uomini di tutto il mondo. Molti si sono lasciati sedurre ed hanno invocato l’intervento “armato”, ma indolore e dignitoso degli Stati per essere liberati dal Coronavirus. Il fine ultimo dell’uomo non è più il Paradiso, ma la salute del corpo. Ora ci ritroviamo privati delle nostre libertà più necessarie e persino di poter vivere come “animali sociali e razionali” quali siamo per natura. La Messa pubblica è stata proibita non solo dallo Stato, ma anche dal Pastore.

Di fronte ad un male così vasto, universale, profondo e preternaturale cosa possiamo fare? Umanamente poco, ma quel poco cerchiamo di farlo come abbiamo visto sopra. “Aiutati che Dio ti aiuta”. “Chi ti ha creato senza di te, non ti salverà senza di te” (S. AGOSTINO, Sermo 169, XI, PL, tomo 38, col. 93). Tuttavia penso che solo l’Onnipotenza di Dio, tramite la Sua Giustizia e la Sua Misericordia, potrà porre un rimedio efficace a un così grave disordine.

Si va verso il castigo predetto dalle Scritture e riconfermato dalla Madonna a Fatima nel 1917. È dall’Umanesimo che il mondo va verso la sua rovina. Dopo secoli di idealismo filosofico (è il pensiero dell’uomo che crea la realtà) non si poteva non arrivare a una simile follia, molto bene logicamente congegnata.

Padre Gabriele Roschini scrive: «L’età moderna, iniziatasi con l’umanesimo, è una marcia verso la conquista dell’io, che il Medio Evo aveva mortificato in omaggio a Dio. Per riconquistare quest’io, mortificato da Dio, l’uomo si mise a percorrere freneticamente le vie dell’emancipazione. Venne Lutero col Protestantesimo, e si ebbe l’emancipazione dell’io dall’autorità religiosa. Venne Cartesio e col suo famoso metodo filosofico segnò l’emancipazione dell’io dalla filosofia tradizionale, ossia dalla filosofia perenne che è l’unica vera; emancipazione filosofica poi agli ultimi termini da Kant, da Hegel, ecc… . Venne Rousseau e con i suoi principi sociali rivoluzionari segnò l’emancipazione dell’io dall’autorità civile. Questa continua, progressiva emancipazione dell’io ha poi culminato nella divinizzazione dell'io medesimo e nella conseguente umanizzazione, o meglio, distruzione di Dio. Si è  avuta così l’uccisione nicciana di Dio in omaggio all’io» (23).

Sempre padre Roschini ci porge il rimedio: «Chi potrà far uscire dalla tomba questo Lazzaro, che è l’uomo moderno il quale vi giace da quattro giorni et jam foetet, per ridargli la luce, l’amore, la letizia e la gioia di vivere? Nessun altro all’infuori di Colui che è la Via, la Verità, la Vita, ossia Cristo crocifisso» (24).

Dopo le leggi a favore dell’omosessualismo e del gender non ci si poteva spettare altro, ma il salto dalla teoria alla pratica è stato doloroso. Ce lo aspettavamo, ma ora lo viviamo come un incubo. Dio ci aiuti!


NOTE

1 - In Summ. Th., II-II, q. 64, a. 1, ad 3um.
2 - De virtutibus, disput. XIII, sect. VIII, Opera omnia, ed. Vivès, t. XII, p. 759.
3 Dictionnaire de Théologie Catholique, vol 29, col. 1950, Parigi, 1950.
4 - 
Dictionnaire de Théologie Catholique, vol 29, col. 1952, Parigi, 1950.
5 - 
Dictionnaire de Théologie Catholique, vol 29, col. 1962, Parigi, 1950.
6 - Cfr. O. CAPITANI, Papato e Impero nei secoli XI e XII, in «Storia delle idee politiche economico e sociali», diretto da L. FIRPO, vol. 2, tomo II, Il Medioevo, Utet, Torino, 1983, pagg. 141-165.
7 - Liber ad Gebehardum, cap. XXX.
8 - De regimine principum, Lib. I , cap. 6.
9 - C. GIACON, La seconda scolastica. I grandi commentatori di S. Tommaso, Milano, Bocca, 1944, pag. 98.
10 - In IIam-IIae, q. 64, a. 3, concl. 1, Opera, Salamanca, 1584-1612.
11 - De jure et justitia, Liège, 1746-51, dissert. X, a.2, ad 3um.
12 De concil. auctorit., Ingolstadt, 1586-1593, lib. II, cap. 19.
13 - Defensio fidei, lib. VI, cap IV, §15, Colonia, 1614.
14 - Cfr. De rege et de regis institutione, Toledo, 1599, lib. I, cap. VI, p. 76.
15 - Cfr. C. GIACON, op. cit., pagg. 271-272.
16 - Cfr. A. ODDONE, “La resistenza alle leggi ingiuste secondo la dottrina cattolica” in  La Civiltà Cattolica, n.  95, 1944, pp. 329-336; Ibid., n.  96, 1945, pp. 81-89.
17 - R. PIZZORNI, Diritto naturale e diritto positivo in S. Tommaso, Bologna, ESD, 2000, pag. 358.
18 - Ibidem, pag. 359.
19 - 
Ibidem, pag. 360.
20 - 
Ibidem, pag. 361.
21 
Ibidem, pag. 365.
22 - 
Ibidem, pag. 369.
23 - La Santa Messa. Breve esposizione dogmatica, II ed., Frigento (AV), CME, 2010, p. 11-13.
24 
La Santa Messa. Breve esposizione dogmatica, II ed., Frigento (AV), CME, 2010, p. 11-16 e 47.
 

di
 Don Curzio Nitoglia


Gli articoli di Don Curzio Nitoglia sono reperibili sul suo sito

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