ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 30 aprile 2020

Noi c’eravamo

E' ANCORA LA CHIESA DI CRISTO?


È ancora la Chiesa di Gesù Cristo, questa chiesa? E la Madonna è ancora "corredentrice"? Attraverso la tecnica della “finestra di Overton” dopo alcuni decenni di piccoli cambiamenti l'hanno completamente "stravolta": ecco come! 
di Francesco Lamendola  


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Vorrebbero farci credere che la religione cattolica è rimasta sempre la stessa, prima e dopo il 1965; che la Chiesa è sempre la stessa; che il Magistero è sempre quello. Ammettono soltanto, e del resto lo dichiararono sin dal principio, che c’è stato un “rinnovamento pastorale”, accompagnato da una serie di “riforme liturgiche”: ma che la dottrina, quella no, quella non l’hanno toccata né la toccheranno mai. Dicono solo che sono cambiati i modelli d’interpretazione, e questo per rendere i contenuti della Verità, che sono fermi e immutabili, adatti ai bisogni e alla mentalità degli uomini moderni; come dire che fino al 1965 quei modelli erano antichi e sorpassati. Benissimo: li prendiamo in parola e andiamo a controllare. 

Noi c’eravamo, anche se appena bambini; noi l'abbiamo vista la Chiesa di prima del Concilio, abbiamo partecipato alla vecchia Messa Tridentina e l’abbiamo servita come chierichetti, anzi, proprio con essa abbiamo ricevuto la Prima Comunione e la Cresima; e ricordiamo benissimo quel che ci veniva insegnato al catechismo e ciò che era scritto in quel libro, che ci venne fatto imparare a memoria. E a proposito, grazie don Giuseppe; grazie monsignor Riccardo: se non ci aveste fatto imparare a memoria le domande e le risposte del Catechismo di Pio X, forse adesso anche noi saremmo caduti nell’inganno, e anche noi piglieremmo per buona la merce fasulla della falsa chiesa bergogliana.

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Chiesa di Cristo o chiesa di Pachamama?

Dunque, prendiamo qualche testo a caso; ma proprio a caso, perché basta prenderne uno qualsiasi e confrontarlo con ciò che oggi viene spacciato per magistero, e le conclusioni balzano evidenti da se stesse. E prima di andare avanti, specifichiamo che la cosa significativa non è il mutare della forma e dell’impostazione generale didattica, perché quelli, è naturale e lo riconosciamo volentieri anche noi, non possono che avere un’evoluzione, nel corso degli anni e dei decenni: dopotutto, parliamo di almeno mezzo secolo, il che, specie nella società moderna, fa molta differenza. L’evoluzione, però, non può e non deve equivalere a una trasformazione e meno ancora a uno stravolgimento. Qui non stiamo parlando, infatti, di una verità umana e di un’istituzione umana; stiamo parlando della Verità che è Dio stesso, secondo le Sue Parole: Io sono la Via, la Verità e la Vita; e di un’istituzione, la Chiesa cattolica, che è stata fondata da Dio stesso e che, per la sua parte soprannaturale e invisibile, non potrebbe modificare la propria dottrina neppure d’uno iota, senza divenire per ciò stesso eretica e apostatica.

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Gesù Cristo, che è Dio è stato di una chiarezza cristallina e le Sue Parole sono state: "Io sono la Via, la Verità e la Vita!" e ancora: "Andate in tutto il mondo a predicare il Vangelo". 

Non ci faremo alcuna meraviglia, pertanto, nel vedere che certe forme espressive, certi orientamenti educativi, certe modalità comunicative non sono più quelli: il tempo non può fermarsi, non può pietrificarsi. Beninteso, non ci faremo meraviglia se i mutamenti saranno solo formali e se saranno contenuti entro certi limiti: perché quando la quantità oltrepassa un certo limite, intacca anche la qualità di una determinata cosa. Vale a dire che un piccolo cambiamento non cambia la sostanza di una certa cosa, in questo caso di una dottrina; e neppure due o tre. Tuttavia mille, diecimila piccoli cambiamenti equivalgono a una modifica di quella cosa proprio nella sua sostanza: pertanto si può immaginare che un nemico subdolo e astuto, agendo con cautela e perfidia, possa procedere a una serie di piccoli cambiamenti, uno oggi, un altro domani, pazientemente, tenacemente, per un certo lasso di tempo, facendo sempre in modo che ogni cambiamento, anche se in se stesso non spettacolare, implichi comunque una situazione di non ritorno, così da imprimere una direzione irreversibile al nuovo corso che vuole introdurre; e che, se saprà agire con sufficiente abilità e perseveranza, alla fine, dopo alcuni decenni, i piccoli cambiamenti avranno determinato un cambiamento complessivo addirittura radicale.

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Noi c’eravamo, noi l'abbiamo vista la Chiesa di prima del Concilio e ricordiamo benissimo quel che ci veniva insegnato al catechismo. E a proposito, grazie don Giuseppe; grazie monsignor Riccardo: se non ci aveste fatto imparare a memoria le domande e le risposte del Catechismo di Pio X, forse adesso anche noi saremmo caduti nell’inganno, e anche noi piglieremmo per buona la merce fasulla della falsa chiesa bergogliana!

Oggi gli esperti chiamano questa tecnica la “finestra di Overton”, ma il concetto è semplicissimo e intuitivo e tutti lo abbiamo sempre saputo: se ci si muove un centimetro alla volta, si può dar quasi l’impressione, specie se si è osservati da una certa distanza, di essere sempre fermi, mentre si stava avanzando. È come se una, due, tre generazioni di architetti decidessero, una dopo l’altra, in base a un piano originario, di approntare dei cambiamenti sulla facciata di una cattedrale: uno oggi, uno domani; dapprima restando nello stesso stile della situazione originale, poi, un po’ alla volta, spingendosi verso soluzioni formali sempre più audaci e sempre più lontane dal modello originario. Alla fine, giungerà il momento in cui quella facciata sarà irriconoscibile, non sembrerà neppure la facciata di una chiesa ma sembrerà quella di un palazzetto dello sport, di una banca commerciale o magari un cinema, o di una discoteca. Dopotutto, questa chiesa che si autodefinisce “in uscita” vuole andare incontro soprattutto ai giovani, ai loro gusti e alle loro aspettative; vuol dialogare coi non credenti e coi seguaci delle altre fedi, non è vero? E non è per questo che alcune chiese hanno fatto sparire la croce dalla facciata, appunto per non creare divisioni e favorire tutto quello che unisce gli uomini; e che ormai la gran parte dei sacerdoti se ne va attorno in borghese, perfettamente mimetizzata nella folla, senza esibire neppure un piccolo crocifisso sul maglione o sul bavero della giacca?

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È ancora la Chiesa di Gesù Cristo, questa chiesa? E la Madonna è ancora "corredentrice"? Attraverso la tecnica della “finestra di Overton” dopo alcuni decenni di piccoli cambiamenti l'hanno completamente "stravolta"!

Cominciamo dunque con la letteratura per la gioventù, e precisamente con quella che veniva definita “apologetica”. Qui c’è subito una difficoltà, perché la letteratura per i giovanissimi oggi è ridotta a ben poca e misera cosa, e inoltre si è ristretta alla sfera profana, essendo pressoché sparita quella religiosa; quanto al genere edificante e apologetico, se n’è smarrito perfino il ricordo, dato che l’avvento del falso ecumenismo conciliare e del cosiddetto dialogo interreligioso ha fatto sì che la conoscenza appropriata e la giusta fierezza nei confronti della propria identità e della propria storia vengano considerate poco meno che un peccato di superbia e di disprezzo degli altri. Sia come sia, immaginiamo di prendere un libro a caso dallo scaffale, allora assai fornito, di una qualsiasi libreria paolina, avendo intenzione di fare un dono a un bambino di sette o otto anni, diciamo un bambino che si prepara alla Prima Comunione. Eccoci fra le mani un piccolo volume illustrato dal titolo L’amoroso scrigno, dedicato alla storia di San Tarcisio. È stato stampato a Roma dalle Edizioni S.A.S., Società Apostolato Stampa, il 30 ottobre 1944, in piena Seconda guerra mondiale, con la capitale che era appena passata di mano dai tedeschi agli angloamericani, i sedicenti liberatori che prima di liberarla l’avevano ben bene bombardata, ammazzando centinaia di persone inermi e lasciandone senza un tetto parecchie migliaia. L’autore non si sa chi sia, perché si è firmato con lo pseudonimo di Tristano; fatto significativo: per uno scrittore cattolico, probabilmente un sacerdote, che vuole avvicinare i piccoli alle verità cristiane nelle forme garbate di un romanzo edificante, quel che conta è l’efficacia del messaggio, non la vanità di veder stampato il proprio nome e cognome in copertina e poi ricevere, magari, le lodi di qualche recensore sulla stampa cattolica (cosa oggi un po’ difficile perché di questi tempi è più facile che L’Avvenire, debitamente illustrato dal vignettista Staino che si fa beffe di Dio, di Gesù Cristo e della Vergine Maria, recensisca favorevolmente un romanzo pornografico di Alberto Moravia o di Aldo Busi, piuttosto che un romanzo d’ispirazione cattolica con finalità educative; e chissà quante ne direbbe sul conto dell’autore di un’opera che si ponesse nell’ottica dei Promessi Sposi).

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L’avvento del falso ecumenismo conciliare e del cosiddetto dialogo interreligioso ha fatto sì che la conoscenza appropriata e la giusta fierezza nei confronti della propria identità e della propria storia vengano considerate poco meno che un peccato di superbia e di disprezzo degli altri!

A parte la solida rilegatura, il comodo formato tascabile e le graziose e commoventi illustrazioni di M. Piraine (un altro sconosciuto), quel che colpisce è il nome stesso della casa editrice: Società Apostolato Stampa, un ramo delle Pia Società San Paolo. Apostolato? Prendiamo l’intervista di Bergoglio a Scalfari, nella quale definisce il proselitismo una solenne sciocchezza; o l’udienza generale in cui, sempre nel 2013, ha introdotto un’inedita distinzione fra proselitismo e missione. Ma apostolato e proselitismo non sono la stessa cosa, nella sostanza? E visto che Bergoglio è così attento alla filologia da aver cambiato perfino le parole del Padre nostro, fatto di per sé inaudito e altamente significativo circa il nostro discorso, come non vedere che denigrare il proselitismo è come denigrare l’apostolato, perché entrambe le parole indicano lo stesso concetto, la fedeltà all’ordine di Gesù: Andate in tutto il mondo a predicare il Vangelo? Dunque, un libro come quello oggi non andrebbe bene, non sarebbe gradito alle case editrici cattoliche, non incontrerebbe il favore del clero, né verrebbe consigliato ai genitori quale regalo per la Prima Comunione (del resto, oggi le famiglie si sono adeguate ai gusti del mondo e si guardano bene dal far regali che abbiano attinenza con la fede); e non perché la sua impostazione educativa è “superata”, ma proprio per la sua prospettiva di fondo: l’annuncio chiaro e intransigente della Verità, la sola Verità possibile per un cattolico, a esclusione delle altre. Bocciato perché divisivo; e tanto peggio per san Tarcisio e  tutti i martiri del passato (e del presente, come in Cina; ma quelli sono addirittura ignorati).

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Bergoglio è così attento alla filologia da aver cambiato perfino le parole del Padre nostro, fatto di per sé inaudito e altamente significativo!

Passiamo a un testo di religione per la scuola media: scegliamo Gesù il Cristo di monsignor Grazioso Ceriani (1906-1974, un parroco milanese fondatore del C.O.P., Centro di Orientamento Pastorale; Edizioni Scolastiche Mondadori, 1955, 1966, vol. 3, La dottrina del Cristo, pp. 115); vi si afferma senza esitazioni che Maria è corredentrice:
La Chiesa per mezzo del Papa (soprattutto Pio X, Benedetto XV, Pio XI, Pio XII, gli ultimi Papi, insomma) afferma che Maria non solo è Madre di Gesù, ma partecipa insieme con Lui in modo squisito e profondo al suo sacrificio sulla Croce, che ebbe (…) valore di Redenzione per tutti gli uomini. Così Maria – ed è una conclusione importantissima – entra nel piano divino della nostra salvezza, partecipando al sacrificio di Croce che fu il sacrificio della nostra salvezza.
Come fa la Chiesa a dire questo. 
Essa – come sempre – si basa su due fonti: la Scrittura e la Tradizione. 
a) Maria divenne Madre di Dio pronunziando il “Fiat”, il “sì” nell’Annunciazione dell’Angelo. Disse di sì: volle essere la Madre di Gesù redentore. Da allora accompagnò Gesù fino al Calvario in un profondo itinerario interiore di cui i Vangeli indicano qualche tratto esteriore. (…)
b) I Padri nella Tradizione fanno un parallelo fra Eva e Maria: Eva, madre degli uomini, col peccato produsse la morte spirituale: Maria, Madre di Gesù Redentore, fu causa della nostra salvezza, contribuendo a pagare il prezzo della Redenzione.

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L’amoroso scrigno, dedicato alla storia di San Tarcisio e stampato a Roma dalle Edizioni S.A.S., Società Apostolato Stampa, il 30 ottobre 1944 di Tristano e Gesù il Cristo di monsignor Grazioso Ceriani.

È ancora la Chiesa di Gesù Cristo, questa chiesa?
di Francesco Lamendola

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