L’intendimento espresso dall’Accademia dei Lincei, che va a rafforzare l’accorato consiglio di rallentare la riapertura del Paese, rimane una speculazione tra altre in assenza di tamponi ed esami sierologici affidabili per trovare gli anticorpi fatti all’intera popolazione. Nemmeno è adamantina l’affidabilità di questi esami al momento. Si continua ad avanzare a carponi, nella semi oscurità, tastando il terreno con le mani. L’Università della California ha messo in risalto che ad oggi sul mercato esistono un centinaio di differenti esami sierologici che nella quasi totalità dànno sovente falsi risultati, perfino nella misura di uno su due. Sugli asintomatici un relativo silenzio colmo di disagio rimane, con qualche notevole eccezione. Ognuno formula le sue ipotesi. In Francia sono state esibite prove che il nuovo coronavirus aveva già infettato individui a metà Novembre 2019, in Svezia gli epidemiologi tacciati di eresia tendono a pensare ad Ottobre, mentre in USA pare acclarato che il Sars Cov 2 fosse già diffuso da Gennaio dell’anno corrente. Altri studi in merito oltre gli angusti confini italici non sono mancati. Piccolo ma significativo esempio: uno studio a tappeto in una prigione del Tennessee ha mostrato che su circa 1300 individui, il 98% ha contratto il virus ed è asintomatico. Zero i morti. Ma si sa ormai da mesi è passata la narrazione che ci siamo trovati a fronteggiare un’epidemia terribile, che non si aveva altra scelta e che senza le misure restrittive prese non avremmo saputo dove mettere i morti. Disgraziatamente i morti ci sono stati, ma basterebbe verificare quelli per cancro dell’anno passato, in media giornaliera, per identificare forse qualcosa di inaspettato: 485 morti al giorno in Italia. Il cancro è valutato determinare il 27% della mortalità complessiva annuale. Senza voler poi mettere il dito nella piaga degli infarti, circa 120 mila all’anno in Italia, 25 mila dei quali causano la morte prima dell’arrivo in ospedale. Come dire ovviamente che la morte fa parte della vita. Molti conti non tornano per coloro che abbiano il lume della ragione. La reale letalità percentuale del nuovo virus è ancora ad oggi sconosciuta. Mera statistica di fronte al dolore reale qualcuno potrà inavvertitamente dire, ma non dovrebbe mancare l’evidenza che la medicina scientifica è basata anche, se non fondamentalmente, sulla statistica. Che l’uomo dotato di buona volontà eserciti lo spirito critico, confrontando i tanti dati mondiali accessibili in varie lingue, e la narrazione del Governo patrio non potrà che vacillare enormemente. Lo sbandamento mi pare essere quello di aver potuto credere che l’andamento del contagio sarebbe proseguito esponenzialmente ad libitum, nella relativa consapevolezza che troppo poco ancora si conosceva del virus, sottovalutando la portata del danno economico causato dalle scelte governative, che avrà drammatiche ripercussioni anche nel tempo a venire. A oggi i dati confortati dalla scelta svedese dicono altro, che plausibilmente il virus col tempo tende ad adattarsi all’ospite, come hanno fatto nei millenni altri virus. Ricordiamo la lezione dell’influenza Spagnola del 1918, che si diffuse mortalmente in tre differenti ondate, la più ferocemente consistente la seconda, ma continuò, con una carica virale di molto attenuata, ad infettare persone fino al 1957. Convivenza con il virus, qualcuno dice giustamente. Le misure restrittive prese si è sempre detto che sono state basate sulle evidenze portate dal comitato scientifico nazionale. Tradotto significa sull’interpretazione dei dati insufficienti ad oggi disponibili. Nulla sfugge all’interpretazione, nemmeno la medicina. Con queste premesse sarebbe possibile anche mettere in discussione tutte le misure riproposte nella fase 2 e spacciate come inalienabili, dal distanziamento fisico e sociale, all’uso di mascherine, fino al divieto di assembramento. Purtroppo all’orizzonte del Governo, fosse anche solo per opportunità politica, ovvero per non perdere la faccia, pare ormai inevitabile proseguire nella direzione di favorire la cautela sacrificando la libertà, libertà costituzionalmente sancita che chi ci governa continuerà a concederci per gradi, man mano che le terapie intensive dedicate al covid-19 si svuoteranno, rientrando nella disponibilità per eventuali nuovi casi gravi che potranno verificarsi. Nel frattempo a noi sudditi non resta che subire e fare buon viso a cattivo gioco. La mascherina è il simbolo inquietante di questi mesi, un bavaglio, l’uomo che perde i connotati della sua individualità. Ma vedete comunque la si voglia intendere, nella Natura, e a fortiori nel suo aspetto di Natura Naturans di scolastica memoria, le leggi del caos sono primordiali, perpetue, creative, riverberano su ogni piano dell’esistenza, e nessun controllo razionale esercitato dall’uomo potrà mai vincerle definitivamente.
P.A.
Il nostro tempo senza Tempo
Avete notato i nomi dei decreti Conte? Provate a rigirarli all'incontrario e sarete sulla buona strada. Si chiama Cura Italia? Allora leggete "Ammorba Italia". Si chiama come l'ultimo, decreto Rilancio? Allora leggete decreto Sprofondamento. E così via, secondo la logica orwelliana per cui il Miniver (Ministero della Verità) era in realtà quello della falsa propaganda oppressiva del regime. Durante i 70 giorni di confinamento sono sempre uscita con una scusa o con l'altra, convinta che poi qualche sciocco medicastro, solo a reclusione compiuta, avrebbe fatto la scoperta dell'acqua calda e lo avesse dichiarato alla stampa: il sole fa bene, i raggi ultravioletti sono un ottimo antidoto antiCovid e il movimento giova alle articolazioni, al cuore e sprigiona endorfine necessarie al buonumore. Meglio la vitamina D assunta naturalmente che ingollarla per sintesi sotto forma di pasticca. Così è stato puntualmente. Ora aspettiamoci la stessa cosa sulle mascherine. In questo momento si rischiano multe per non indossarle o metterle male. Tra qualche tempo qualche Solone della Scienza dirà che la mascherina non facilita la respirazione, fa trangugiare anidride carbonica di ritorno, crea allergie col suo tessuto sintetico, inquina l'ambiente perché non è biodegradabile, e tante altre controindicazioni. E' evidente che anche le mascherine facciano parte della programmazione del paesaggio distopico del "nuovo mondo". Basta guardare questo video giratomi dall'amico Cangrande:
https://youtu.be/-ieATrIU4Oo
Le piscine non si aprono perché sono fonte di contagio? Palle spaziali anche quelle, dato che il cloro delle piscine uccide i virus, compreso anche il corona. Per questo non aprono, non sia mai che qualcuno guarisca nuotando in piscina. La cosa sconfortante di questo periodo (fase 1 e fase 2) sono le code con tanto di mascherina e distanziamento. Le avete viste le facce dei clienti anche se nascosti sotto la maschera? Notate la postura del corpo ciondolante, rattrappita, intristita e ingobbita. Gli occhi da cane bastonato persi nel vuoto che scrutano un orizzonte che non c'è, occhi che sbucano fuori dalla museruola. Le ho viste coi miei occhi durante un mio viaggio nel paesi dell'Est quando c'era il cosiddetto "realsocialismo". Curiosamente invece i cani, grazie ai Talebani dell'animalismo, si sono emancipati e la museruola non la portano più. Code davanti alla farmacia, davanti ai supermercati, davanti ai negozietti al dettaglio, davanti a una gelateria per il gelato d'asporto. Davanti alla caffetteria per un caffè confezionato al cartoccio per l'asporto. Sono riusciti a toglierci pure il piacere del consumo. I rapporti con gli altri sono interdetti per via del "distanziamento". Anzi, il prossimo ci appare persino noioso: è colui che sta dentro il negozio troppo tempo impedendomi di entrare, facendomi fare anticamera. E quello che si trasforma in neo-poliziotto perché si sente investito dell'autorità sanitaria di ricordare a chi cala la mascherina sul mento, di metterla su bene. E' il potenziale nemico perché durante l'obbligo di reclusione, telefonava ai carabinieri se vedeva un passeggiatore solitario o un runner. Oppure un piccolo meeting nel giardino del vicino. Siamo improvvisamente precipitati in un universo di androidi sociopatici telecomandati che non si sopportano l'un l'altro, poiché l'altro è un "untore", un "asintomatico" portatore sano di virus. Insomma, un alieno da "tenere a distanza" in ogni modo.
Ma la cosa desolante è il tempo che ha perduto la sua piena circolarità per diventare rettilineo, una lunga linea grigia priva di vera progettualità. Un tempo vuoto, senza Tempo. Che ore sono? Si guarda il cellulare per saperlo.Che si fa tra una settimana? Tra un mese? Quest'estate? tra un anno? Boh? Potrò andare nella mia casa in montagna? O al mare? La tua seconda casa? Stai scherzando? Ma di cosa ti lamenti!? Conte e i rossi della sua coalizione hanno sospeso perfino la proprietà privata. Ma non lo sai che ci sarà chi perderà il lavoro? e che c'è chi non possiede nemmeno la prima casa? Nella dittatura comunista non è così che si ragiona. E tutto questo mentre qualche filosofo saccente continua a discettare col ditino alzato di "neoliberismo". Quale liberismo? Quello che ti impedisce di andare nella casa che ti sei pagato profumatamente e di cui paghi pure esose tasse immobiliari allo stato? Quello che impedisce ai genitori di trasmettere i propri beni ai figli, dove oltretutto devi pagare anche una valanga di tasse di successione? Quello che ora vorrebbe distanziare i bambini dai genitori, dopo averlo già sperimentato coi nonni, per creare tante Bibbiano chiamate eufemisticamente "case-famiglia"? Ce lo dice l'OMS oltre alla solita Ue. Si prega i filosofi marxisti di "registrare l'analisi".
Yuri Zivago non poté tornare a Varykino nella sua dimora in campagna con la sua famiglia, perché i commissari del popolo gli inchiodarono e sigillarono la porta di casa con due assi incrociate e il cartello "Proprietà dei Soviet". I bolscevichi del resto gli impedirono di vedere Lara, la donna amata, perché era curato a vista dalle guardie rosse che sbucarono d'improvviso fuori dai boschi, lo prelevarono e lo arruolarono forzosamente nei loro ranghi "Hai una moglie in campagna e un'amante in città", gli dissero col moralismo tipico del comunismo. "E la poesia è un lusso borghese". La "causa rossa" aveva bisogno di un dottore non di un poeta, pertanto se lo portarono via. Oggi con la tecnologia questi "guardoni del Sociale" sarebbero assai più facilitati. E difatti lo sono.
Non ci è dato di sapere che estate avremo, se anche il mare diventerà "contingentato" e "monitorato", per farci sentire meno liberi davanti a una sconfinata distesa azzurra, simbolo stesso di Libertà.
Progettare, significa gettasi per, verso qualcosa. Ma ora i nostri progetti sono stati sequestrati dalle mani sporche di Conte e dei suoi DPCM (non firmati da Mattarella per non sporcarsi le sue, ma nei fatti da lui tacitamente avallati), del suo stato di emergenza via via sempre più procrastinato. Dello stato di diritto sospeso e delle garanzie costituzionali calpestate (ben 8 articoli violati). Di tutte le notizie date alla sua ultima comparsata televisiva, quello che nessuno ha sottolineato è che ha prolungato lo stato emergenziale fino al 31 GENNAIO 2021, per rimanere ancora in sella. Questo inqualificabile pessimo figuro, ogni volta allunga sempre più lo stato d'eccezione senza, però, dichiararlo ufficialmente. Con l'aiuto dell'Uomo del Colle che si comporta come Hitchcock (senza ovviamente averne il talento creativo) nei suoi film: si mette in scena passando inosservato. In ogni caso è a lui che si deve la regia di questo disastro. E quel che viviamo è il pessimo copione di un film da incubo dal quale vorremmo svegliarci.
Cercare poi di impedire il movimento e la circolazione degli individui assoggettandoli alla "curva del contagio" e al suo andamento è l'ennesima dimostrazione che stiamo vivendo un pericoloso totalitarismo sanitario di tipo falso-terapeutico.
La Coda di Sundukov |
Falso, perché non ci vogliono guarire, al contrario, ci vogliono fare ammalare fisicamente e psichicamente. E ce lo dicono senza mezzi termini. Lo ha detto un sottosegretario piddino, un tal Davide Baruffi della regione Emilia-Romagna; "Abbiamo proibito l’attività fisica non perché sia la situazione più a rischio ma perché volevamo dare il senso di regime molto stringente“. Capito? Volete svegliarvi ora? L'Italia è al centro di un progetto di ingegneria sociale in stile Pol Pot. O se preferite un altro totalitarismo, su modello cinese. Quello che, oltre il virus, ci attacca anche il suo terrifico modello di società.
Durante il giorno della Pasquetta, gli elicotteri ronzavano come in assetto di guerra, preoccupati che gli Italiani respirassero una boccata d'aria fresca. Vietato anche respirare. Ho indossato un paio di pantaloni mimetici da cacciatore di mio marito per non farmi scorgere dall'alto in quei giorni orribili (dopotutto ci hanno dichiarato guerra) e sono andata nei boschi sul lago, mentre gli elicotteri volavano sopra la mia testa avanti e indietro. I poliziotti presidiavano la pista ciclabile su e giù in bicicletta a caccia di eventuali ciclisti solitari, di passeggiatori superstiti atterriti da multare (loro però, intanto, la passeggiatina ecologica con la scusa del controllo, se la facevano).
Avevamo un cane, un bel setter irlandese che è rimasto con noi per 14 anni. Lui era un vero folletto rosso tra i boschi e mi indicava sempre "i fuori pista" tra la sterpaglia. Imboccai uno di questi fuori pista del mio cane (morto già da qualche anno) e a costo di strappare i miei indumenti di rovi, la mia passeggiata solitaria di Pasquetta la feci lo stesso. Il bosco era uno smeraldo verde, le acque, mai così limpide, i prati tappezzati di fiori gialli e bianchi. C'era un elegante airone cenerino tra le canne, per nulla intimidito dalla mia presenza. Sul prato, una coppia di fagiani hanno preso il volo con uno stridio non appena sono passata nei pressi. Un vero Eden che forse mai più rivedrò.
Ma anche questo Eden mi pareva una prigione a cielo aperto, sempre nell'ansia di venir "beccata" dai poliziotti ciclisti o peggio, dall'elicottero dall'alto. Mi sono sentita un po' come Rambert, il giornalista ribelle del romanzo "La Peste" di Camus, romanzo che ho qui recensito. Rambert passa il suo tempo a escogitare vie di fuga, ma quando la trova non parte, poiché si rende conto che la libertà tanto agognata, alla fine non vale un granché se non puoi condividerla coi tuoi simili, e si trasforma ben presto in una sterile torre d'avorio. E perché gli esseri umani sono "animali sociali" checché vogliano architettare i sociopatici del distanziamento misantropico e della riduzione della popolazione sul Pianeta. Questo sarà dunque il nuovo inizio del nostro tempo ritrovato ed è per questo che dovremo resistere e combattere.
giorno di S. Ubaldo da Gubbio
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