Athanasius Schneider, vescovo
 1. Covid-19: castigo, “coincidenza” o esperimento del Nuovo Ordine Mondiale?

Mons. Schneider: Non è stato ancora realizzato un esame obiettivo delle origini del Covid-19. Esistono varie opinioni in proposito: secondo alcune il virus è stato fabbricato in laboratorio, secondo altre ha origini naturali. Lo si scoprirà nel futuro. La situazione oggettiva del confino di quasi tutta la popolazione del pianeta è un fatto unico e dalle proporzioni senza precedenti nella Storia. Il confino radicale sta causando nel settore dell’economia conseguenze disastrose comparabili a quelle provocate da una guerra mondiale. L’economia privata è stata seriamente pregiudicata. A quanto pare, dopo la crisi provocata dal Covid-19, lo Stato avrà un’influenza maggiore nella direzione della vita economica e nel possesso di proprietà. Esiste il rischio che venga instaurata una forma di comunismo di Stato. Un’altra conseguenza nefasta di questa crisi e del confinamento è il manifesto e crescente controllo dello Stato sulla vita privata dei cittadini. Vi sono prove di dichiarazioni di politici di vari paesi sull’introduzione di un vaccino obbligatorio per tutti i cittadini. Tuttavia, la conseguenza più dolorosa è la proibizione del culto cattolico pubblico. Le drastiche misure di sicurezza sanitaria sono evidentemente sproporzionate, dato che il tasso di mortalità di questo virus è paragonabile alle forme forti di epidemia influenzale che si sono verificate periodicamente negli ultimi anni. In molti paesi il tasso di mortalità del Covid-19 è inferiore a quello dell’influenza stagionale. In Kazakistan, per esempio, abbiamo avuto sinora solamente 32 casi di decessi causati dal Covid-19, su una popolazione totale di 18 milioni di persone; la maggioranza delle vittime erano persone anziane o con malattie croniche preesistenti. Il personale medico è stato anche testimone di casi di falsificazione del numero di persone infette dal Covid-19. Alcuni esempi: secondo i dati ufficiali del governo tedesco, durante l’epidemia di influenza cronica del 2017-2018 si sono registrati 25.000 decessi in 4 mesi, mentre il numero di decessi per Covid-19 è arrivato a 6.800 in 3 mesi; se aggiungiamo un altro mese, la cifra potrebbe arrivare a un massimo di 8.000. Secondo i dati ufficiali, in Germania il tasso di mortalità del Covid-19 è solo un terzo di quello dell’influenza di tre anni fa. Questi dati dimostrano da soli che le misure adottate sono sproporzionate. È sospetta anche l’orchestrazione della paura e del panico pubblici attraverso i mezzi di comunicazione, messa in atto con una strategia unificata in sintonia col pensiero unico, eliminando le voci dissidenti come in un’autentica dittatura. Il linguaggio dell’informazione è chiaramente allarmista e rivela un carattere propagandistico. I metodi e i contenuti usati nella redazione di notizie sul Covid-19 e le misure di contenimento sono stati omogenei persino nei loro più piccoli dettagli nella maggioranza dei paesi del mondo, come se fossero stati organizzati da un organismo centrale. Tutti questi elementi così evidenti mostrano in modo più che sufficiente che in molti paesi le proporzioni di casi di decessi provocati dal Covid-19 non superano il panorama che offrirebbe una forma cronica di influenza stagionale, e che questa situazione viene utilizzata come strumento per propositi più ampli, senza poter escludere la possibilità dell’instaurazione di un Nuovo Ordine Mondiale diretto da strutture ideologiche centrali.

2. Si era mai immaginato che un giorno avrebbe vissuto una situazione come questa? E non ci riferiamo solo al Covid-19, ma anche all’atteggiamento del mondo e dei cattolici di fronte ad essa.
Mons. Schneider: Credo che nessuno di noi avrebbe mai potuto immaginare di vivere in un confinamento così drastico sotto il controllo e la supervisione totali, come all’interno di un vero e proprio Stato di polizia, di uno Stato di terrore sanitario. È impressionante il fatto che la maggioranza della popolazione accetti senza resistenza l’inizio del controllo totale dei cittadini. Si dovrebbe almeno aprire un dibattito scientifico e politico serio e pacifico sulle cause, sul rischio di contagio e di mortalità del Covid-19. Sembra che finora un dibattito di questo tipo sia stato scartato dalla nomenklatura politica e dai mezzi di comunicazione. In epoche di totalitarismo, le voci dei dissidenti non si ascoltano. Ci si può chiedere se la situazione attuale sia un castigo divino. Tutte le catastrofi, le infermità naturali e persino la morte sono la conseguenza del peccato originale e, pertanto, sono anche un castigo divino. Tuttavia, Dio ha stabilito i castighi col proposito positivo di far espiare agli uomini i loro peccati. Il castigo divino è anche un avvertimento per far svegliare gli uomini dalla sonnolenza del peccato e dell’indifferenza nei confronti delle realtà eterne. In questo senso, anche la situazione provocata dal Covid-19 può essere interpretata come un castigo divino, principalmente per il peccato dell’aborto — il grande allestyimento dell’assassinio in massa di bambini non nati — e anche per il peccato della perversione e della distruzione del matrimonio e della famiglia da parte dell’ideologia del gender. Tuttavia, tutti gli eventi storici sono in mano alla Divina Provvidenza, e nulla sfugge dalle mani di Dio. Dio permette anche che dal male presente provocato dal Covid-19 Egli possa far scaturire un bene maggiore.

3. In molti luoghi del mondo i vescovi hanno sospeso l’amministrazione pubblica dei sacramenti e hanno persino ammonito quei sacerdoti e laici che hanno agito contro questa disposizione. Crede che questi ultimi abbiano disobbedito ingiustamente?
Mons. Schneider: La mia impressione generale è che la maggioranza dei vescovi abbia reagito in modo impulsivo e in preda al panico proibendo tutte le messe pubbliche e ordinando — in modo ancor più incomprensibile — la chiusura delle chiese. Tali vescovi hanno agito più come burocrati civili che come pastori. Concentrandosi esclusivamente su tutte le misure di protezione igienica hanno perso la visione sovrannaturale e abbandonato il primato del bene eterno delle anime. Se i supermercati sono aperti e accessibili e la gente ha accesso ai trasporti pubblici, non c’è alcuna ragione plausibile per proibire che il popolo assista alla Santa Messa in una chiesa, dove si potrebbero garantire le stesse misure di protezione igienica, se non addirittura migliori. I sacerdoti devono ricordare di essere innanzitutto pastori di anime immortali. Devono imitare Cristo, Che ha detto: “Io Sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io Sono il buon pastore, conosco le Mie pecore e le Mie pecore conoscono Me” (Gv 10, 11-14). Se un sacerdote osserva in modo ragionevole tutte le precauzioni necessarie di carattere sanitario ed è prudente, non deve obbedire alle istruzioni di sospendere la messa per i fedeli. Misure del genere sono mera legge umana, mentre la legge suprema della Chiesa è la salvezza delle anime. I sacerdoti che si trovano in questa situazione devono essere estremamente creativi per permettere che anche solo un piccolo gruppo di fedeli assista alla Santa Messa e acceda ai sacramenti. Questo è stato il comportamento pastorale di tutti i sacerdoti martiri e confessori in epoche di persecuzione. Se un’autorità ecclesiastica proibisce a un sacerdote di visitare gli infermi e i moribondi, egli non può obbedire. Una proibizione del genere è un abuso di potere. Cristo non ha dato ai vescovi il potere di proibire a un sacerdote di visitare gli infermi e i moribondi. Un vero sacerdote farà tutto il possibile per visitare un moribondo. Molti sacerdoti lo hanno fatto anche quando ciò implicava rischiare la propria vita, sia in caso di persecuzione, sia in caso di epidemia. Abbiamo molti esempi di sacerdoti di questo tipo nella storia della Chiesa. San Carlo Borromeo, per esempio, dette con le proprie mani la Santa Comunione sulla lingua dei moribondi contagiati dalla peste. Un esempio eroico e luminoso è San Damiano de Veuster, che dedicò la sua vita alla cura pastorale dei lebbrosi di Molokai [nelle Hawaii, N.d.T.] e che contrasse la lebbra. Il Mahatma Gandhi affermò un giorno che nel mondo ci sono pochi eroi comparabili al Padre Damiano di Molokai. Il Belgio, che è il suo paese natale, lo ha proclamato il personaggio più importante della sua storia. Negli ultimi decenni molti membri della gerarchia ecclesiastica si sono visti immersi soprattutto in questioni secolari e temporali, rimanendo ciechi alle realtà sovrannaturali ed eterne. I loro occhi erano pieni della polvere delle occupazioni terrene, come affermò San Gregorio Magno (cfr. Regula Pastoralis II, 7). La loro reazione nell’affrontare l’epidemia di coronavirus ha rivelato che essi danno più importanza al corpo mortale che all’anima immortale degli uomini, dimenticando le parole di Nostro Signore: “A che serve all’uomo guadagnare il mondo intero e perdere la sua anima?” (Mc 8, 36). Gli stessi vescovi che ora cercano di proteggere (a volte con misure sproporzionate) i corpi dei loro fedeli dalla contaminazione di un virus materiale hanno permesso che il virus velenoso degli insegnamenti e delle pratiche eretiche si diffondesse all’interno del loro gregge.

4. La contrizione perfetta e la comunione spirituale sono sufficienti o sono necessarie la confessione e la comunione?
Mons. Schneider: Dio stesso ha stabilito i sacramenti come mezzi ordinari di salvezza. In casi estremi, quando non c’è la possibilità fisica di ricevere i sacramenti del battesimo, della penitenza e dell’Eucarestia, esiste il percorso straordinario del desiderio del sacramento, chiamato dai termini tecnici della teologia “votum sacramenti”. Così, la Chiesa insegna che il battesimo di desiderio è valido e dà la salvezza alla persona non battezzata che desidera il battesimo. Lo stesso succede col sacramento della penitenza. La Chiesa insegna che l’atto di contrizione perfetta o amorosa, insieme al desiderio di ricevere l’assoluzione sacramentale, perdona i peccati. La comunione spirituale appartiene alla pratica costante della Chiesa e alla vita dei santi. Molti santi hanno praticato la comunione spirituale e hanno consigliato di farla. Nell’atto di comunione spirituale il credente deve avere un cuore contrito e desiderare la venuta di Cristo nella sua anima, con tutte le grazie che Cristo concede con la ricezione sacramentale della Santissima Eucarestia. Si tratta di percorsi straordinari, ma dobbiamo fare tutto il possibile per tornare alle forme ordinarie dei sacramenti stabilite da Cristo nella Sua Chiesa. È per questo che Dio si è fatto carne, si è fatto uomo, si è reso visibile: per aprirci un cammino di salvezza visibile e sicuro.

5. Molti cattolici non hanno sentito nemmeno la mancanza dei sacramenti; altri ne sono rimasti addolorati. Perché crede che ciò succeda? Non Le pare che vi siano molte “chiese” all’interno della Chiesa?
Mons. Schneider: Le reazioni differenti alla situazione di trovarsi privati dei sacramenti mostra lo stato mentale e la fede dei membri della Chiesa e della gerarchia. Speriamo che quando terminerà l’epidemia di coronavirus nasca nei fedeli una nuova fame di Eucarestia. È un fenomeno umano comune il fatto che la privazione prolungata di una realtà importante infiammi i cuori di quanti la desiderano. Ovviamente, questo vale per coloro che credono realmente e amano veramente l’Eucarestia. Quest’esperienza aiuta anche a riflettere più profondamente sul significato e sul valore della Santa Eucarestia. Può darsi che quei cattolici che erano così abituati a ricevere il Santissimo Sacramento da considerarlo qualcosa di comune sperimentino una conversione spirituale e concepiscano e trattino la Santa Eucarestia come qualcosa di straordinario e sublime.

6. Cosa si deve fare se poco a poco ricomincia il culto e si viene obbligati a ricevere la comunione nella mano? Dobbiamo fare la comunione o no?
Mons. Schneider: Secondo le opinioni di esperti nel campo della medicina e della chimica, la ricezione della Comunione in bocca non è in se stessa pericolosa, non di più di quanto lo sia il riceverla sulla mano. Recentemente, sul sito italiano La Nuova Bussola Quotidiana, un medico che lavora coi pazienti del Covid-19 ha affermato:
“SIAMO ARRIVATI ALLE SEGUENTI CONCLUSIONI, BASATE SULLA LETTERATURA SCIENTIFICA: IL CORONAVIRUS, A DIFFERENZA DI ALTRI VIRUS, ATTACCA LE MEMBRANE MUCOSE DEL TRATTO RESPIRATORIO SUPERIORE (NASO, FARINGE E LARINGE) E INFERIORE (BRONCHI) DIRETTAMENTE NEI SUOI RICETTORI, SENZA PASSARE ATTRAVERSO LE VIE LINFATICHE E SANGUIGNE COME FANNO ALTRI VIRUS. SIAMO STATI SPESSO ATTACCATI PER IL CASO DI GALILEO, QUANDO IL PADRE GESUITA GRASSI VOLEVA IMPORRE UNA FALSA TEORIA SCIENTIFICA (CHE SOPRAVVISSE PER DUE SECOLI!) SOLO PER DIFENDERE LE SUE CONVINZIONI, CHE NON ERANO NEMMENO TEOLOGICHE MA CLERICALI: MI PIACEREBBE CHE SI EVITASSE CHE COSE DEL GENERE SI RIPETANO. COSÌ COME LA TERRA CONTINUA A GIRARE INTORNO AL SOLE INDIPENDENTEMENTE DALLE IDEE DEI GESUITI, IL CORONAVIRUS FA LA STESSA COSA E INFETTA SOLAMENTE PER VIA AEREA, INDIPENDENTEMENTE DA CHI SIA A FAVORE O SIA CONTRARIO ALLA COMUNIONE SULLA BOCCA O SULLA MANO. POTREMMO AFFERMARE CHE IL COVID-19 SI DIFFONDE SOLO PER VIA AEREA, MA NON SI DIFFONDE ATTRAVERSO LA SALIVA FINTANTOCHÉ QUEST’ULTIMA RIMANE NELLA BOCCA IN FORMA LIQUIDA. LE PALME DELLE MANI E LE PUNTE DELLE DITA, COME LA SALIVA, SONO I VETTORI PRINCIPALI DEL CORONAVIRUS, MA È DIFFICILE CHE POSSANO PROPAGARE L’INFEZIONE SE NON CONTENGONO IL VIRUS SOTTO FORMA DI GOCCE O DI AEROSOL: INFATTI, IL CORONAVIRUS DEVE ‘VOLARE’ PER INFETTARE. SE LA SALIVA NON PASSA DALLO STATO LIQUIDO — CHE È QUELLO IN CUI SI TROVA NORMALMENTE NELLA BOCCA — ALLO STATO DI GOCCE O AEROSOL, È POTENZIALMENTE INOFFENSIVA. NONOSTANTE CONTENGA IL VIRUS, LA SALIVA NON PUÒ CONTAGIARE FINCHÉ RIMANE ALLO STATO LIQUIDO NELLA BOCCA E NON PASSA A UNO STATO SIMILE A QUELLO DELL’ARIA. INOLTRE, LA SALIVA CONTIENE IL LISOZIMA, CHE È UN DISINFETTANTE NATURALE EFFICACE ANCHE CONTRO I VIRUS: ORA ANCHE IL LISOZIMA SI USA COME RIMEDIO CONTRO IL CORONAVIRUS. IN CONCLUSIONE, A MIO AVVISO È INDIFFERENTE IN CHE MODO SI RICEVA LA COMUNIONE: ENTRAMBI I METODI SONO POTENZIALMENTE INOFFENSIVI PER QUANTO RIGUARDA IL RISCHIO DI CONTAGIO DI CORONAVIRUS”.
Questa è la testimonianza del dottor Fabio Sansonna. Stiamo attualmente osservando la manovra dell’imposizione generale della comunione sulla mano, col pretesto dell’igiene. Speriamo che la Congregazione per il Culto Divino emetta norme che garantiscano ai fedeli il diritto di ricevere la Comunione in bocca. Si possono fornire le stesse garanzie igieniche tanto per la Comunione in bocca come per quella sulla mano. Nel caso in cui la propria coscienza proibisca a un fedele di ricevere la Comunione sulla mano, egli può fare la Comunione spirituale. Una soluzione estrema sarebbe quella di permettere ad ogni credente di possedere un piccolo pezzo di tela bianca, un corporale, che egli possa porre sulla sua mano destra mentre riceve la Comunione in ginocchio, prendendo l’ostia consacrata direttamente con la bocca, senza toccarla con le dita; in seguito egli può piegare questo piccolo pezzo di tela o corporale e purificarlo dopo la Messa nell’eventualità che contenga piccoli frammenti dell’ostia. Ma molti sacerdoti non accetteranno nemmeno questo metodo, perché vogliono imporre per forza la comunione sulla mano. La generalizzazione della Comunione sulla mano aggraverà ancor di più la dissacrazione della Santa Eucarestia. La sospensione della Santa Messa pubblica e della Comunione sacramentale è un evento così unico e grave che dietro ad esso si può trovare un significato più profondo. Si verifica infatti circa cinquant’anni dopo l’introduzione della Comunione sulla mano (nel 1969) e della riforma radicale del rito della Messa (nel 1969-1970) coi suoi elementi protestanteggianti (le preghiere dell’Offertorio) e il suo stile orizzontale e istruttivo (momenti rituali di stile libero, celebrazione all’interno di un circolo chiuso) [vedi]. Negli ultimi cinquant’anni la pratica della Comunione sulla mano ha condotto a profanazioni — a volte involontarie, a volte volontarie — del Corpo eucaristico di Cristo di una scala senza precedenti. Per più di cinquant’anni il Corpo di Cristo è stato calpestato (nella maggior parte dei casi involontariamente) dal clero e dai laici nelle chiese cattoliche di tutto il mondo. Anche il furto delle ostie consacrate è aumentato a ritmi allarmanti. La pratica della ricezione della Santa Comunione direttamente sulla mano somiglia sempre di più al gesto che si fa quando si mangia un cibo comune. In molti cattolici tale pratica ha indebolito la fede nella Presenza Reale, nella transustanziazione e nel carattere divino e sublime dell’Ostia consacrata. Col tempo, per questi fedeli la presenza eucaristica di Cristo si è trasformata in modo inconscio in una specie di pane sacro o di simbolo. Credo che se la Chiesa non ritornerà alla forma più riverente e sicura di ricevere il Corpo Eucaristico di Cristo — ossia in ginocchio e direttamente in bocca — Dio potrà mandare un castigo ancor più forte per purificarla. Se viene loro imposta la Comunione sulla mano, credo che i fedeli dovrebbero avere la possibilità di ricevere, almeno periodicamente, la Comunione in bocca durante Messe celebrate da sacerdoti fedeli in circostanze — per così dire — clandestine o tipiche delle catacombe. Le catacombe hanno sempre portato molti frutti spirituali alla vita della Chiesa.

7. Non ha mai pensato alla possibilità di fondare un seminario internazionale per la formazione di buoni sacerdoti?
Mons. Schneider: In realtà non ho mai pensato di organizzare io stesso un seminario internazionale. In primo luogo, perché ciò è canonicamente impossibile. I seminari internazionali possono essere fondati solo dalla Santa Sede. Vi sono anche seminari internazionali per ordini, congregazioni e società che hanno la liturgia tradizionale. Ma ho pensato che ciò di cui ha bisogno la Chiesa oggi è un seminario internazionale con la formazione e l’integrità della dottrina cattolica, con la liturgia tradizionale, con la vita spirituale e ascetica tradizionali per i seminaristi diocesani. Un siffatto seminario dovrebbe essere creato dalla Santa Sede. Credo che ciò lo potrà fare in futuro un papa che abbia uno spirito di tradizione cattolica. Tuttavia, in un seminario internazionale tradizionale si dovrà effettuare una selezione rigorosa di candidati, escludendo categoricamente quelli con tendenze omosessuali, quelli con problemi psicopatologici e quelli con ambizioni carrieristiche. Dovranno essere accettati solo i candidati con una psiche sana e con motivazioni pure e sincere, imbevuti di zelo apostolico per la salvezza delle anime. Anche se per tale motivo un siffatto seminario avesse meno candidati, ne varrebbe la pena. Negli ultimi decenni la Chiesa ha pagato uno scotto troppo alto a causa di sacerdoti inadeguati, omosessuali, pederasti, con uno spirito mondano e ambizioni carrieristiche che hanno pregiudicato seriamente l’azione missionaria e la reputazione del sacerdozio. È meglio che ci siano meno sacerdoti, purché siano uomini totalmente apostolici e cattolici tanto nella dottrina come nella vita morale. Questo è il tipo di sacerdoti di cui ha bisogno la Chiesa oggi: uomini eucaristici, uomini pienamente cattolici, uomini totalmente apostolici.

8. La Chiesa è sempre stata in crisi, ma a quanto pare la crisi che stiamo vivendo attualmente coinvolge persino le sfere più alte: crede che — come afferma qualcuno — si stiano avvicinando gli ultimi tempi profetizzati nelle Sacre Scritture? E se è così, come dovremmo reagire?
Mons. Schneider: La situazione attuale offre sufficienti ragioni plausibili per pensare di trovarsi agli inizi di un’epoca apocalittica che comprende castighi divini. Nostro Signore si riferì alla profezia di Daniele quando disse: “Quando dunque vedrete l’abominio della desolazione, di cui parlò il profeta Daniele, stare nel luogo santo — chi legge comprenda —” (Mt 24:15). Il libro dell’Apocalisse afferma che la Chiesa dovrà fuggire nel deserto per alcun tempo (cfr. Ap 12, 14). La cessazione quasi generale del sacrificio pubblico della Messa potrebbe essere interpretato come una fuga verso un deserto spirituale. Ciò che è biasimevole nella nostra situazione è il fatto che molti membri della gerarchia ecclesiastica non la vedono nemmeno come una tribolazione, come un castigo divino, vale a dire come una “visita divina” in senso biblico. Anche queste altre parole del Signore si possono applicare a molti membri del clero nel contesto dell’attuale epidemia fisica e spirituale: “perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata” (Lc 19, 44). La situazione attuale, contraddistinta dall’“incendio della persecuzione” (cfr. 1 Pt 4, 12), dev’essere presa sul serio dal papa e dai vescovi per realizzare una conversione profonda di tutta la Chiesa. Credo che in futuro le dimensioni e l’influenza sociale diretta della Chiesa diminuiranno. Sarà ancor più disprezzata e discriminata dal mondo. Non escludo l’eventualità che in futuro, in alcune parti del mondo, la Chiesa avrà una vita semiclandestina. In una situazione del genere, Dio effonderà grazie speciali di fortezza nella fede, di purezza nella vita e di bellezza nella liturgia. Soprattutto credo che in tale situazione Dio darà di nuovo alla Sua Chiesa papi coraggiosi, confessori della fede e forse anche martiri. Siamo autorizzati a credere che il trionfo del Cuore Immacolato annunciato da Nostra Signora a Fatima sarà preceduto e preparato da un periodo di purificazione della Chiesa attraverso la persecuzione. Il trionfo di Cristo attraverso il Cuore Immacolato di Maria vedrà sicuramente un periodo del genere. È per questo che, anche nel mezzo dell’attuale tribolazione, dobbiamo vivere con grande speranza e fiducia. Abbiamo Dio, abbiamo Gesù nell’Eucarestia, e quindi abbiamo tutto.

9. È possibile vedere nell’impossibilità attuale di celebrare la Santa Messa in pubblico (perlomeno in certi luoghi) l’inizio del compimento della profezia di Daniele della soppressione del Sacrificio perpetuo?
Mons. Schneider: In un certo qual modo, la situazione attuale si può comparare anche con la cessazione dell’adorazione sacrificale nel Tempio di Gerusalemme durante l’esilio babilonese del popolo eletto di Dio. Nella Bibbia il castigo divino è considerato una grazia; per esempio: “Felice l’uomo che è corretto da Dio: perciò tu non sdegnare la correzione dell’Onnipotente, perché Egli fa la piaga e la fascia, ferisce e la Sua mano risana” (Gb 5, 17-18) e “Io tutti quelli che amo li rimprovero e li castigo. Mostrati dunque zelante e ravvediti” (Ap 3, 19). L’unica risposta adeguata alle tribolazioni, alle catastrofi, alle epidemie e a tutte le situazioni ad esse analoghe — che sono strumenti nelle mani della Divina Provvidenza per svegliare gli uomini dal sonno del peccato e dell’indifferenza nei confronti dei comandamenti di Dio e della vita eterna — è la penitenza e la conversione sincera a Dio. Nella seguente preghiera, il profeta Daniele offre ai fedeli di tutti i tempi un esempio della mentalità autentica che dovrebbero avere e di come dovrebbero comportarsi e pregare in epoche di tribolazione: “Tutto Israele ha trasgredito la Tua legge, s’è allontanato per non ascoltare la Tua voce […]. Porgi l’orecchio, mio Dio, e ascolta: apri gli occhi e guarda le nostre desolazioni e la città sulla quale è stato invocato il Tuo Nome! Non presentiamo le nostre suppliche davanti a Te, basate sulla nostra giustizia, ma sulla Tua grande misericordia. Signore, ascolta; Signore, perdona; Signore, guarda e agisci senza indugio, per amore di Te Stesso, mio Dio, poiché il Tuo Nome è stato invocato sulla Tua città e sul Tuo popolo” (Dn 9, 11.18-19). Tanto gli innocenti quanto i colpevoli sopportano la tribolazione, perché nel mistero della Chiesa tutti sono uniti come suoi membri: “Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme” (1 Cor 12, 26). L’attuale cessazione della Messa e della Comunione pubbliche potrebbe essere interpretato dal papa e dai vescovi come un castigo divino per le blasfemie e per le banalizzazioni eucaristiche verificatesi negli ultimi cinquant’anni e — allo stesso tempo — come un appello misericordioso alla conversione autentica di tutta la Chiesa. Che lo Spirito Santo tocchi il cuore del papa e dei vescovi e li stimoli a emanare norme liturgiche concrete affinché il culto eucaristico di tutta la Chiesa si purifichi e si volga di nuovo al Signore. Si potrebbe suggerire che il papa, insieme ai cardinali e ai vescovi, compia a Roma un atto pubblico di riparazione per i peccati contro la Santa Eucarestia e per il peccato degli atti di venerazione religiosa delle statue della Pachamama [vedi e qui – qui]. Una volta terminata l’attuale tribolazione, il papa dovrà emanare norme liturgiche concrete in cui inviti tutta la Chiesa a volgersi di nuovo al Signore sotto forma di celebrazione, vale a dire, col celebrante e i fedeli che si volgono nella stessa direzione durante la preghiera eucaristica. Il papa dovrà inoltre proibire la pratica della comunione sulla mano, poiché la Chiesa non può continuare a trattare il Santo dei Santi presente nella piccola Ostia consacrata in un modo così minimalista e imprudente senza essere castigata. La seguente preghiera di Azaria nella fornace, che ogni sacerdote recita durante il rito dell’Offertorio della Messa, potrà ispirare il papa e i vescovo ad assumere iniziative concrete per riparare e restaurare la gloria del sacrificio eucaristico e del Corpo eucaristico del Signore: “Potessimo esser accolti con il cuore contrito e con lo spirito umiliato, come olocausti di montoni e di tori, come migliaia di grassi agnelli. Tale sia oggi il nostro sacrificio davanti a Te e Ti sia gradito, perché non c’è confusione per coloro che confidano in Te. Ora Ti seguiamo con tutto il cuore, Ti temiamo e cerchiamo il Tuo volto. Fa’ con noi secondo la Tua clemenza, trattaci secondo la Tua benevolenza, secondo la grandezza della Tua misericordia. Salvaci con i Tuoi prodigi, da’ gloria, Signore, al Tuo Nome” (Dn 3, 39-43).


[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio di Antonio Marcantonio] 
Di Sabino Paciolla