Ratzinger parla ancora: ecco chi sono i "lupi" del suo pontificato
Nell'ultima biografia relativa alla sua storia, Joseph Ratzinger spiega chi sono i "lupi" da cui ha chiesto di essere messo al riparo
Nell'ultima biografia relativa alla sua storia, Joseph Ratzinger spiega chi sono i "lupi" da cui ha chiesto di essere messo al riparo
Joseph Ratinger è tornato in qualche modo a dire la sua. Il papa emerito è il protagonista di un'opera biografica di Peter Seewald, il giornalista che aveva già intervistato l'ex pontefice in Ultime conversazioni.
Un libro chiave per comprendere anche la visione geopolitica ratzingeriana.
Qualcuno ci ha letto un indizio sul perché Bendetto XVI abbia rinunciato al soglio di Pietro. Ratzinger aveva degli avversari interni? Qualcuno, da dentro la Curia, ha lavorato affinché il teologo tedesco "dimettesse"? Queste ed altre domande accompagnano la cronaca vaticana sin dalla notizia della rinuncia dell'ex vescovo di Roma bavarese. Ma non hanno mai trovato una risposta piena.
Bene, in Ein Leben, Joseph Ratzinger chiarisce sul punto. Il giornalista domanda all'emerito del perché di quella frase. Quella sui lupi, appunto. Nella ricostruzione letterale di Lifesite News, che è stata riportata in italiano sul blog di Sabino Paciolla, si legge quanto segue: "Anche qui - osserva Benedetto XVI, rispetto alla questione dei lupi - devo dire che si tende a ridurre troppo la dimensione di quanto può incutere paura a un Papa. Naturalmente questioni come i 'Vatileaks' sono incresciose e, soprattutto, non comprensibili e causa di grande turbamento per gli uomini del nostro grande mondo". Ma il focus dell'emerito non è questo. I lupi sono altro.
Ratzinger prosegue nel ragionamento: "Ma la vera minaccia per la Chiesa e quindi per il ministero petrino non risiede in queste cose, bensì nella dittatura mondiale di ideologie apparentemente umanistiche, contraddicendo le quali si resta esclusi dal consenso sociale di fondo". Per lupo, insomma, bisognerebbe intendere il trionfo della ideologia relativista, che tende ad escludere chi ha una concezione diversa da quella dominante.
L'emerito continua. Le sue riflessioni diventano cristalline:"Ancora cento anni fa, tutti avrebbero considerato assurdo parlare di matrimonio omosessuale. Oggi chi vi si opponga viene scomunicato dalla società. Similmente stanno le cose per l’aborto e la produzione di esseri umani in laboratorio". La rivoluzione bioetica in chiave laicista - come si può dedurre con facilità - rappresenta, e rappresentava, il cuore delle preoccupazioni dell'ex papa della Chiesa cattolica. Poi il passaggio decisivo: "La società moderna sta formulando una fede anticristica, cui non ci si può opporre senza essere puniti con la scomunica sociale".
Benedetto XVI, insomma, aveva contezza di come i suoi messaggi sarebbero stati recepiti, e cioè in modo scomodo. "Lupi" sono soprattutto le ideologie del contemporaneo. Quelle che la dottrina cristiano-cattolica, anche con Papa Francesco, che ha spesso parlato di "colonialismo ideologico" in relazione a questi temi, continua a contrastare. Ratzinger era dunque invisto tanto quanto lo è la Chiesa cattolica al pensiero considerato prevalente nella nostra epoca.
Lì, all'interno di quel paniere ideologico, potrebbero risidere i "lupi" nominati da Ratzinger nel 2005.
di Sabino Paciolla
Papa Benedetto XVI in una nuova biografia di prossima pubblicazione (in italiano qui) parla esplicitamente del “potere spirituale dell’Anti-Cristo” presente in una certa mentalità molto diffusa nella nostra società.
Maike Hickson, parla di questa nuova biografia nel suo articolo pubblicato su Lifesitenews da cui riprendiamo e traduciamo un passo dalla pagina 1074 la cui foto trovate piu sotto:
Domanda: Una frase della Sua predica durante la messa per l’inizio del pontificato è rimasta particolarmente impressa nella memoria: «Pregate per me, perché non fugga davanti ai lupi.» Aveva previsto tutto quello che avrebbe dovuto affrontare?Benedetto XVI: Anche qui devo dire che si tende a ridurre troppo la dimensione di quanto può incutere paura a un Papa. Naturalmente questioni come i «Vatileaks» sono incresciose e, soprattutto, non comprensibili e causa di grande turbamento per gli uomini del nostro grande mondo. Ma la vera minaccia per la Chiesa e quindi per il ministero petrino non risiede in queste cose, bensì nella dittatura mondiale di ideologie apparentemente umanistiche, contraddicendo le quali si resta esclusi dal consenso sociale di fondo. Ancora cento anni fa, tutti avrebbero considerato assurdo parlare di matrimonio omosessuale. Oggi chi vi si opponga viene scomunicato dalla società. Similmente stanno le cose per l’aborto e la produzione di esseri umani in laboratorio. La società moderna sta formulando una fede anticristica, cui non ci si può opporre senza essere puniti con la scomunica sociale. È quindi più che naturale avere paura di questa forza spirituale dell’Anticristo e ci vuole davvero l’aiuto della preghiera di un’intera diocesi e della Chiesa universale per opporvi resistenza.Da: “Benedetto XVI: Ein Leben” [Benedetto XVI: una vita], pag. 1074 versione originale (traduzione dal tedesco di questo passo a cura di Alessandra Carboni Riehn)
La giornalista riprende poi alcuni passi che si soffermano sugli intralci che Benedetto XVI ha dovuto affrontare.
“L’ostruzionismo veniva più dall’esterno che dalla Curia. Non volevo semplicemente promuovere prima di tutto la purificazione nel piccolo mondo della Curia, ma nella Chiesa nel suo insieme”. Spiegando ulteriormente il suo pensiero, ha aggiunto che “nel frattempo gli eventi hanno dimostrato che la crisi della Fede ha portato anche e soprattutto a una crisi dell’esistenza cristiana”. Questo, ha continuato, è ciò che “il Papa deve avere davanti ai suoi occhi”.
La Chiesa cattolica insegna che prima della gloriosa seconda venuta di Cristo, la Chiesa passerà attraverso una “prova finale” che “scuoterà la fede di molti credenti”.
“Prima della venuta di Cristo, la Chiesa deve passare attraverso una prova finale che scuoterà la fede di molti credenti. La persecuzione che accompagna il suo pellegrinaggio sulla terra svelerà il « mistero di iniquità » sotto la forma di una impostura religiosa che offre agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo dell’apostasia dalla verità. La massima impostura religiosa è quella dell’Anti-Cristo, cioè di uno pseudo-messianismo in cui l’uomo glorifica se stesso al posto di Dio e del suo Messia venuto nella carne.”, afferma il Catechismo della Chiesa cattolica al n. 675.
Tanti hanno parlato della figura dell’Anti-Cristo, tra questi il beato arcivescovo Fulton Sheen, nei suoi libri e sermoni, uno di questi ripreso dalla radio nel 1947. Ma anche il Card. Giacomo Biffi in una sua notevole relazione che tenne al Meeting di Rimini il 28 agosto 1991, e che vi consiglio assolutamente di vedere (qui e leggere la trascrizione che ho fatto).
A tal proposito, Fulton Sheen dice:
L’Anti-Cristo non sarà così chiamato, altrimenti non avrebbe seguaci. Non indosserà collant rossi, né vomiterà zolfo, né porterà un tridente né agiterà una coda frecciata come Mefistofele in Faust. Questa mascherata ha aiutato il Diavolo a convincere gli uomini che non esiste. Quando nessun uomo lo riconosce, più potere esercita.Da nessuna parte della Sacra Scrittura troviamo garanzie per il mito popolare del Diavolo come un buffone che è vestito tutto di “rosso”. Piuttosto è descritto come un angelo caduto dal cielo, come “il principe di questo mondo”, il cui compito è quello di dirci che non c’è nessun altro mondo.La logica di Satana è semplice: se non c’è cielo non c’è inferno; se non c’è inferno, allora non c’è peccato; se non c’è peccato, allora non c’è giudice, e se non c’è giudizio allora il male è bene e il bene è male. Ma al di sopra di tutte queste descrizioni, Nostro Signore ci dice che sarà così simile a Lui stesso che ingannerebbe anche gli eletti – e certamente nessun diavolo mai visto nei libri illustrati potrebbe ingannare anche gli eletti.Come verrà in questa nuova era per conquistare seguaci alla sua religione? La credenza russa pre-comunista è che verrà travestito da Grande Umanitario; parlerà di pace, prosperità e abbondanza non come mezzo per condurci a Dio, ma come fine a se stessi.Questa è la tentazione di avere una nuova religione senza la croce, una liturgia senza un mondo a venire, una religione per distruggere una religione, o una politica che è una religione, che rende a Cesare anche le cose che sono di Dio. In mezzo a tutto il suo apparente amore per l’umanità e al suo glorioso parlare di libertà e di uguaglianza, avrà un grande segreto che non dirà a nessuno: non crederà in Dio.Poiché la sua religione sarà la fratellanza dell’Uomo senza la paternità di Dio, ingannerà anche gli eletti. Egli creerà una contro-chiesa che sarà la scimmia della Chiesa, perché lui, il Diavolo, è la scimmia di Dio. Avrà tutte le note e le caratteristiche della Chiesa, ma al contrario e svuotato del suo contenuto divino. Sarà un corpo mistico dell’Anti-Cristo che assomiglierà in tutti gli esterni al corpo mistico di Cristo. . . .
Inoltre, l’Anti-Cristo:
Spiegherà il senso di colpa psicologicamente come sesso represso, farà sì che gli uomini si vergognino se i loro simili dicono di non essere di larghe vedute e liberali.
Identificherà la tolleranza con l’indifferenza per il bene e il male.
Favorirà più divorzi sotto il travestimento che un altro partner è “vitale”.
Egli aumenterà l’amore per l’amore e diminuirà l’amore per le persone.
Egli invocherà la religione per distruggere la religione.
Parlerà persino di Cristo e dirà che è stato il più grande uomo mai vissuto.
La sua missione, dirà, sarà quella di liberare gli uomini dalle servitù della superstizione e del fascismo, che non definirà mai.
In mezzo a tutto il suo apparente amore per l’umanità e al suo parlare di libertà e di uguaglianza, egli avrà un grande segreto che non dirà a nessuno; non crede in Dio. E poiché la sua religione sarà la fratellanza senza la paternità di Dio, ingannerà anche gli eletti.
Nel disperato bisogno di Dio, egli indurrà l’uomo moderno, nella sua solitudine e frustrazione, ad avere sempre più fame di appartenenza alla sua comunità che darà all’uomo l’allargamento dei suoi scopi, senza bisogno di una correzione personale e senza l’ammissione di colpe personali. Sono giorni in cui al diavolo è stata data una corda particolarmente lunga.
LA VERITÀ SUL CONCLAVE DEL 2005. MARTINI, RATZINGER, BERGOGLIO
2 Maggio 2020 16 Commenti --
Marco Tosatti
Carissimi Stilumcuriali, un nuovo libro di Peter Seewald, un autorevole biografia di Joseph Ratzinger di più di mille pagine uscirà lunedì prossimo, 4 maggio. Il libro si intitola “Ein Leben”, “Una vita”. Ne parla Maike Hickson, la collega di origine tedesca di LifeSiteNews, in due anticipazioni.
Seewald dice nel suo saggio che Benedetto ha risposto negli anni a molte domande – “anche le più strane” – per questo nuovo libro e che il segretario pontificio Georg Gaenswein gli ha spiegato “con impressionante onestà” e generosamente molte circostanze e background.
Uno di questi elementi ricorda come il cardinale gesuita Carlo Maria Martini cercò inutilmente di bloccare l’elezione di Joseph Ratzinger; una precisazione interessante, perché negli anni passati c’è stato il tentativo, da parte di alcuni, di alimentare la leggenda secondo cui Martini avrebbe deciso a un certo punto di favorire il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Invece…ma leggiamo che cosa scrive Hickson:
<Seewald riassume così la situazione dopo il primo scrutinio del 28 aprile 2005: “Il risultato più importante, però, sono stati i cattivi risultati per l’ala ‘progressista’ del Collegio cardinalizio. Anche il Diario proibito [un diario del Conclave scritto e pubblicato da un cardinale partecipante] descrive come informazione essenziale il tentativo del “Gruppo di San Gallo” intorno a Martini, Danneels, Lehmann e Kasper di stabilire un candidato rivale. Il preteso piano avrebbe aperto la ricerca di un ‘candidato di compromesso’ bloccando Ratzinger”.
Al secondo scrutinio del giorno 2 del conclave, i voti che in origine erano andati al cardinale Camillo Ruini sono stati aggiunti a quelli di Ratzinger in un successivo scrutinio, mentre i voti del cardinale Carlo Maria Martini sono andati a Jorge Bergoglio. Ratzinger aveva 65 voti, Bergoglio 35. Come dice Seewald: “Quando alle 11 del mattino è iniziato il terzo scrutinio, era diventato chiaro che si trattava di una competizione tra due candidati favoriti: Joseph Ratzinger e Jorge Bergoglio”.
È qui che entra in gioco Martini. È stato allora, secondo la ricerca di Seewald, che Martini “sparse la voce” che Ratzinger non era “in grado” di trovare un consenso sufficiente. Se il suo successo non fosse diventato presto chiaro, si sarebbe sicuramente ritirato da solo, per non bloccare il conclave, e allora si sarebbe potuto trovare un candidato di compromesso sperato.
Dopo che Ratzinger ha aumentato i suoi voti a 72 al terzo scrutinio (con Bergoglio che ne ha ricevuti 40), è apparso chiaro che Bergoglio stesso poteva bloccare l’elezione di Ratzinger, dato che deteneva voti sufficienti a bloccare una maggioranza di due terzi per Ratzinger. Qui, ancora una volta, le cose sembravano essere aperte. “Martini appartiene a coloro – cita ancora una volta Seewald nel Diario proibito – che prevedono per il giorno successivo un cambio completo dei candidati”.
“Ma allora non è stato Ratzinger a cominciare a esitare, ma l’argentino”, commenta Seewald. Come dirà poi papa Francesco in pubblico, a un certo punto chiese ai suoi sostenitori di votare per Ratzinger, aggiungendo che vedeva che i tempi non erano “ancora maturi” per un Papa latinoamericano.
Così, durante la pausa pranzo di quel giorno, il 19 aprile, divenne chiaro che Ratzinger sarebbe stato eletto Papa. Seewald – che conosce bene e da vicino Benedetto XVI – descrive come il cardinale fosse in difficoltà con se stesso per questa prospettiva, poiché pensava di aver compiuto “l’opera della sua vita”. Pensava che ci fossero candidati più giovani e migliori.
Ma poi il cardinale Ratzinger si ricordò di una nota che aveva ricevuto poco prima del conclave dall’allora novantatreenne cardinale tedesco Augustin Mayer – “mi è caduta nel cuore”.
In quella nota il cardinale Mayer aveva detto a Ratzinger: “Se il Signore ora vi dicesse: Seguimi”, allora ricordate ciò che avete predicato. Non rifiutate! Siate obbedienti, come l’avete detto a proposito del grande Papa defunto”.
Arriva il pomeriggio e con esso il quarto scrutinio. Il cardinale Ratzinger viene eletto Papa. “Mi sono coperto il viso”, dirà più tardi il cardinale Joachim Meisner. “Mi sono commosso fino alle lacrime. E non ero l’unico”.
Il tentativo del cardinale Martini di bloccare l’elezione di Ratzinger era fallito>.
Come ha detto in un’intervista a LifeSiteNews Paul Badde, corrispondente tedesco di Roma per la EWTN, il Cardinale Meisner ha avuto un ruolo cruciale nell’ostacolare i piani del Gruppo di San Gallo. Aveva appreso da Badde l’agenda e i nomi del Gruppo di San Gallo prima del conclave, ed era riuscito a diffondere questa informazione durante il conclave.
Come Badde ha detto a LifeSite: “Il 17 aprile 2005, però, un prelato del Vaticano mi ha chiamato e mi ha informato di avere le prove di una cospirazione di cardinali che avevano cercato di impedire l’elezione di Joseph Ratzinger a prossimo Papa. Si trattava del cosiddetto Gruppo di San Gallo, come ora so, e il prelato mi ha dato anche una lista con i loro nomi, tra cui il cardinale Achille Silvestrini, il cardinale Walter Kasper, il cardinale Karl Lehmann, il cardinale Godfried Danneels, il cardinale Murphy-O’Connor, il cardinale Audrys Juozas Bačkis e il cardinale Carlo Martini. Nel pomeriggio ho chiamato il Cardinale Meisner e gli ho chiesto cosa fare in modo responsabile, perché non volevo creare uno scandalo. Si è infuriato, ma mi ha detto con calma: “Segui la tua coscienza”>.
Badde ha poi pubblicato, il primo giorno del conclave, un articolo di giornale su questo complotto contro l’elezione di Ratzinger. Lo stesso Meisner portò con sé quell’articolo al conclave insieme a un’immagine del Volto Santo di Manoppello, che aveva visitato qualche settimana prima, insieme a Paul Badde. Quell’immagine è il volto di Nostro Signore che è stato impresso in modo miracoloso su un pezzo di stoffa di seta. Badde racconta come Meisner abbia preso nel conclave “quel mio articolo e abbia combattuto come un leone contro questa cospirazione, per quanto fosse solo, e nonostante il suo italiano limitato”. È stato il giorno più difficile della mia vita” mi disse più tardi, senza però menzionare altri dettagli”.
“Ma quando il conclave finì”, concluse Badde, “divenne chiaro che Meisner era diventato il king maker, o più precisamente, il pope maker”.
Come ha mostrato Gerald O’Connell nel suo libro del 2019, alcuni dei “re-maker” di Papa Francesco al Conclave 2013 sono stati i cardinali Cormac Murphy-O’Connor, Walter Kasper e Oscar Maradiaga.
Uno dei loro compagni, il cardinale Godfried Danneels, più tardi chiamerà questo gruppo di prelati “mafiosi di San Gallo”. Nel 2015, ha dichiarato: “Il gruppo Sankt-Gallen è una sorta di nome elegante. Ma in realtà abbiamo detto di noi stessi, e di quel gruppo: ‘La mafia’”.
Di sicuro l'Anticristo incarna le politiche economiche di tutti i partiti ispirate da Ayn Rand. Si impossessa della Chiesa,al fine di distruggere la religione,ma anche dello Stato. Piuttosto che Cesare è Ayn Rand travestita da Cesare.
RispondiElimina...per comprendere le politiche economiche di quella che ben si potrebbe definire come una falsa destra ed un falso populismo,bisogna comprendere la figura di questa Ayn Rand. E' la destra falsamente populista e plutocratica,così come la vuole il sistema,anche più voluta di un "male minore",e che,seguendo la filosofia di Ayn Rand,ha avvantaggiato la sinistra atea e plutocratica in seno al problema partitocratico,in cui versa l'Occidente,gli USA ed in particolare l'Italia. Come scrivono anche in USA,Ayn Rand simboleggia l'Anticristo ed ogni cristiano dovrebbe stare alla larga dal sostenere partiti che si rifanno ad Ayn Rand. Nella parte finale della Spe Salvi,Ratzinger parla del divario che si è costruito tra l'agiato ed il povero. E' meglio che ne parli o ne scriva Ratzinger,non Bergoglio,il quale,come direbbe anche Santa Caterina da Siena,farebbe bene a dimettersi.Per capire questo,bisogna capire Ayn Rand e mirare contro determinate politiche economiche e fiscali dei cosiddetti "liberali".
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