ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 4 giugno 2020

Dall’archivio dell’aldilà..

BIANCHI, MELLONI, L’AUTOSTRADA BOLOGNA-BOSE. E IL PAPA(TO)….



Carissimi amici e nemici di Stilum Curiae, qualcuno ha avuto compassione dei nostri interrogativi e dei nostri dubbi in relazione alla singolare vicenda del fondatore di Bose, Enzo Bianchi, e soprattutto della difesa – un po’ scomposta, come avete letto, a nostro giudizio – operata nei suoi confronti dalle pagine di Repubblica (e da dove, se no?) da Alberto Melloni, questa figura così onnipresente nelle vicende della sinistra italiana di Chiesa e di Governo. Così abbiamo ricevuto questa relazione moooolto documentata proveniente dall’altra parte del Tevere (per chiarirsi: Stilum Curiae abita, ancora, nella sponda laico-piemontese del fiume). E anche non poco divertente….buona lettura. 

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L’autostrada Bologna-Bose, il soccorso rosso di Melloni e il papato (quasi) abolito.
Nota di don Egizio Salomone membro dell’Accademia dei Trapassati, dall’archivio dell’aldilà.

L’articolo di Alberto Melloni su Enzo Bianchi (Repubblica 27/05/20), come ha mostrato “Romana vulneratus curia”, è una sfida al principio di non contraddizione, e qualcuno a Repubblica se ne dev’essere accorto, perché l’ha confinato a pag. 28 della versione cartacea (letta da 3 o 4 affezionati). Ma la chicca è il tweet di Melloni del 27 maggio: «Su #EnzoBianchi si abbatte una sanzione enorme per “decreto singolare” ex art 48 CIC approvato dal papa in forma specifica; cioè una condanna senza appello e senza accuse. Cosa sia successo a Bose si capisce. Cosa sia successo a Roma si capisce». Insomma è un gomplotto segretissimo di menti raffinatissime che io ho capito. Chiaro no? Persino gli affezionati hanno replicato a Melloni di non aver capito nulla. Ma siamo sicuri che l’autore abbia capito qualcosa? A giudicare dall’articolo mica tanto. Insomma: non potendo dire che non ho capito nulla, scrivo che ho capito tutto, ma in modo che non si capisca nulla. Melloni è ordinario di storia del cristianesimo e 50 o 60 altre cose e deve per forza sapere o almeno inventarsi qualcosa. D’altra parte (oltre a essere un prodigio di stile letterario  http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2017/09/22/magnum-principium-allopera-lincredibile-credo-del-professor-melloni/ ) ha appreso il severo metodo storico di Giuseppe Alberigo, che prima di essere chiamato da Dossetti a Bologna era direttore amministrativo di un ospedale.
Ma la domanda è: perché il loico Melloni sfodera il suo severo metodo storico per correre in difesa del laico perdente? Generalmente corre in soccorso del vincitore (se ha già vinto; quando punta su chi vincerà, sbaglia: firmava per Bersani segretario http://www.pierluigibersani.it/servizi/manifestointellettuali/appello.aspxhttps://www.reggionline.com/primarie-nel-centrosinistra-ecco-i-primi-bersaniani/ e vinse Renzi; poi per il referendum di Renzi – e Renzi lo perse; poi scelse Orlando; ora per essere sicuro rilancia i tweet del Quirinale o di p. Spadaro). Di Bianchi avrebbe pronosticato che sarebbe stato fatto arcivescovo di Milano. Melloni è segretario/direttore della Fondazione per le Scienze religiose “Giovanni XXIII” di Bologna, la cosiddetta “scuola di Bologna” (fscire.it). Non è cosa da poco: tra i donatori non manca nessun ente pubblico o semi-pubblico, nessuna banca, nessuna azienda partecipata dallo stato (compresa l’ex Finmeccanica). Milioni di euro all’anno in entrata (ma di questo diremo un’altra volta). Che c’entra Enzo Bianchi? Bianchi siede nel CDA, ove è l’unico membro a vita (!). Strano è solo che non sia “membro eterno”, come in Corea del Nord (ove Kim Il-sung, morto nel 1994, è tutt’ora presidente; lui pensava invece di essere priore eterno a Bose). E che CDA! Tra i membri non eterni siedono (oltre a Melloni) Valerio Onida, Franco Bassanini (ex cassa depositi e prestiti), Piero Giarda, Piergaetano Marchetti (ex presidenti Beniamino Andreatta, Romano Prodi, Onida). Luigi Zanda si dimise a causa di perfidie giornalistiche (https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/che-gran-cuore-che-ha-luigi-zanda-tignoso-capogruppo-pd-palazzo-88245.htm). Ma Bianchi sta sopra. Infatti la FSCIRE dipende (anche) da una abbastanza misteriosa (si ignora quale attività svolga) Associazione per lo Sviluppo delle Scienze Religiose in Italia (ASSRI) che nomina 4 membri (non eterni) del CDA. Un po’ di storia, raccontata da loro: nel 1985, su consiglio di Andreatta «l’Associazione per lo sviluppo per le scienze religiose di cui era presidente Enzo Bianchi, diede vita alla Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII». Insomma Bianchi preesisteva già negli anni ‘80, nominato non si sa da chi, a presiedere questa ASSRI e nominava nel CDA pezzi grossi di questo calibro (avrà anche nominato se stesso?). Sembra che abbia presieduto l’ASSRI sino al 2000; se poi da allora ne sia ancora membro non si sa. In ogni caso il CDA, membro a vita compreso, nomina il segretario/direttore (retribuito, mentre i membri del CDA non lo sono), che dal 2007 (alla morte di Alberigo) è Melloni. Un motivo sufficiente per Melloni per sfoderare tutte le sue abilità a difesa del povero fraticello di Bose contro il misterioso complotto ordito dai superiori incogniti?
Ad uno che vuole ristabilire la Chiesa povera e si (auto)-proclama monaco non mancano i legami col potere (quello vero). Ma Bianchi, sotto la barba e le rughe, e dietro al vocione, è un ragioniere laureato in economia, che notizia è? A me, don Egizio, migrato ove quasi tutto è noto anche senza togliere la polvere agli incartamenti, queste informazioni da portineria non interessano. Non è una banale questione di interessi materiali tra CDA e Fondazioni. A differenza del lettore di Melloni, il mio lettore ha da capire. Perché Bianchi è in questa posizione apicale da 35 anni (e se era all’apice nel 1985, non avrà iniziato nel 1984)? Cos’è la Fscire per Bianchi (oltre a un imbuto milionario)? I miei corrispondenti narrano di un record di velocità Reggio Emilia – Bose, battuto da Melloni, totalizzando oltre 1.000 euro di multa per assistere a una celebrazione a Bose. E che, quando l’umile priore (già “priore” suona male quanto a umiltà: i francescani chiamano i loro capi ministri, ossia servi; sarà un lapsus freudiano) si recava a Bologna, alloggiando per umiltà in un hotel 4 stelle (non 5!), Melloni fosse alla ricerca disperata di un ristorante adeguato al fine palato del Modesto; è infatti noto che sia un cuoco sopraffino (con tanto di riconoscimenti) e usi rimproverare i migliori chef. Quindi stella Michelin e conto adeguato pagato da Melloni (o dalla FSCIRE? La FSCIRE riceve fondi dal MIUR… e dall’ex Finmeccanica: Ma Finmeccanica non fabbricava armi? E loro non erano pacifisti?). Folklore, che servirà per scrivere i Fioretti di Sant’Enzo. In queste occasioni, secondo la legenda miraculorum, Melloni avrebbe mostrato una soggezione mai avuta dinanzi a nessuno. Come uno scolaretto, il professore loico avrebbe usato mostrargli i suoi progetti, che l’Umilissimo avrebbe usato regolarmente smontare. Questa venerazione è ereditaria: negli anni ’80 Melloni era un ambizioso giovine e vedeva cosa facevano i suoi maestri. In breve, Bianchi è da 35 o 40 anni il dominusspirituale, l’ispiratore, il guru della scuola bolognese; il che spiega sia l’articolo di Melloni, sia la sua sconnessione: degli storici che si ispirano a un guru, difficilmente avranno dimestichezza col metodo storico.
Altre fonti bolognesi riferiscono (carte alla mano) che un certo barone avrebbe più volte richiesto a un (ex) rettore un posticino per qualcuno dei suoi, ma non sarebbe stato ascoltato (ah, i decennali livori tra progressisti! https://www.lanuovabq.it/it/laltro-prodi-demolisce-il-tempio-progressista ). Allorché un ecclesiastico avrebbe risolto. Ci hanno detto: crocevia vaticani. Vaticano-Bologna-Bose? Non ci esprimiamo. Certo il dott. rag. Bianchi non è potente solo a Bologna. In questi giorni a soccorrerlo si è unito dalla FSCIRE il teologo Giuseppe Ruggieri, già direttore della rivista di casa. L’intervista è sul “Fatto quotidiano” (!): https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/05/30/enzo-bianchi-cacciato-da-bose-il-teologo-ruggieri-curia-ha-voluto-normalizzare-unesperienza-che-non-rientrava-nei-ranghi/5818445/Bianchi non potrebbe essere giudicato dal Vaticano – sostiene –perché Bose è «una comunità di laici che segue soprattutto la tradizione ortodossa» (veramente anche protestante e molte altre…). Insomma non si tratterebbe di cattolici (effettivamente l’umile Bianchi mica si può accontentare di una sola religione). La sparata suona melloniana: Melloni su Repubblica scriveva che il papa avrebbe dovuto sentire prima i patriarchi ortodossi. Ruggieri è persona perbene, teologo ultraprogressista dello Studio teologico di Catania, uno che ci crede. Suo allievo è l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2015/10/30/a-bologna-e-palermo-due-nuovi-arcivescovi-della-stessa-scuola/ Lorefice ha conseguito il dottorato alla Fscire con una tesi su Dossetti. Da semplice parroco, papa Francesco nel 2015 l’ha fatto primate di Sicilia: con una doppia nomina a Bologna ha inviato come arcivescovo il santegidino Matteo Zuppi ed a Palermo il “bolognese” (di scuola) Lorefice. Nel 2015 le due menti della Fscire, Bianchi e Melloni, erano in auge presso Bergoglio, che affidava incarichi al priore e riceveva da Melloni, Onida e Ruggieri copia dei ‘Conciliorum Oecumenicorum Generaliumque Decreta’, superando le diffidenze di Benedetto XVI, espresse dall’allora numero due della Segreteria di Stato Becciu: «Non si vede la possibilità di un coinvolgimento di Sua Santità nelle menzionate iniziative (…)  permangono le riserve di carattere dottrinale»:  http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350916.html. Chissà chi avrà proposto Lorefice al papa… Tra tanti maneggi però si combinano pasticci tra arcivescovi e ministri, con Lorefice infilato in una commissione voluta dal ministro della giustizia Orlando (allora “fiamma” di Melloni https://www.youtube.com/watch?v=I8sIOt5nL-A ), costretto a dichiarare di non saper niente della relazione finale melloniana che rischiava di sottoporre le omelie al controllo statale (https://www.ilgiornale.it/news/politica/governo-vuole-controllare-anche-omelie-1492415.html ).
La reverenza per Bianchi era ed è tale che Melloni faceva tenere parecchi convegni della FSCIRE a Bose, forse per avere una Parola dal Maestro (chissà chi pagava). Nel novembre 2014 era previsto a Bose il convegno “Storicizzare l’ecumenismo” (premessa a un’opera mai realizzata), legato all’agenda per il conclave del 2013 che modestamente avevano preparato a Bologna. Bianchi era appena stato nominato (22 luglio), consultore del pontificio consiglio per l’unità dei cristiani. Una pubblica dichiarazione del priore spiega cosa lui intendesse per ecumenismo (ancora: http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350916.html) e forse spiega qualcosa della cacciata pontificia di Bianchi. Il quale parlava come se il papa fosse un suo sottoposto: «Credo (in base a cosa? N.d.r.) che papa Francesco voglia raggiungere l’unità dei cristiani anche riformando il papato. Un papato che non fa più paura, ha detto il patriarca ecumenico Bartolomeo al quale il papa è legato da amicizia. La riforma del papato significa un nuovo equilibrio tra sinodalità e primato. Questo aiuterebbe a creare un nuovo stile del primato papale e del governo dei vescovi». Traduzione per i non addetti: gli Ortodossi non accettano la riunificazione con i cattolici a causa del ruolo del papato; pertanto l’ecumenismo “visibile” va realizzato eliminando il ruolo del papato; papa Francesco sarà felicissimo di abolire l’attuale forma di papato per tornare alla pentarchia e al governo collegiale dei vescovi; non aspetta altro che auto-abolirsi. Parola di Enzo Bianchi. E di Melloni, che appunto si chiede stupito su Repubblica: Come ha osato il papa a cacciare Bianchi senza chiedere il permesso ai patriarchi ortodossi suoi pari? (nella loro testa il papato si è già auto-abolito; il – loro – problema è che ci credono!). E cos’altro significava denominare, da parte di Alberigo e Melloni, i concili ecumenici “concili ecumenici e generali” (di cui sopra): significava che i concili sono ecumenici se vi partecipano i 5 patriarcati, di cui quello di Roma è uno solo; quelli dopo il 1054 sono solo “generali” di un patriarcato (quelli senza i protestanti ancora meno http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2007/07/23/una-parola-di-troppo-tra-il-vaticano-e-la-scuola-di-bologna/ ): Ratzinger se n’era accorto subito; a Bergoglio devono averlo spiegato ora (nel 2015 non l’aveva capito). Insomma, la faccenda è più semplice del gomblotto melloniano: Bianchi voleva abolire il papa(to), ma il papa(to) ha abolito lui.
Don Egizio
2 Giugno 2020 Pubblicato da  29 Commenti --

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