ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 12 giugno 2020

La dittatura del relativismo

Così Benedetto XVI ha previsto il suicidio dell’Occidente


       

Oswald Spengler, Martin Heidegger, Emanuele Severino, Michel Houllebecq e Joseph Ratzinger: punti di partenza diversi, per conclusioni simili. L’Occidente, nell’analisi di questi pensatori, è destinato al tramonto, al nichilismo assoluto, alla sottomissione, alla scomparsa nel primato della tecnica o al suicidio relativista. Strade teoretiche ed argomentazioni che differiscono, per un avvenire comunque nefasto. La profezia di Benedetto XVI è nota: insistendo sull’imminente crisi della Chiesa cattolica, Ratzinger racconta in modo indiretto l’implosione dell’Europa.
L’Ecclesia, stando alla previsione di Benedetto XVI, è destinata a divenire minoritaria, con una riduzione significativa del potere e del numero dei fedeli cristiano-cattolici. La disamina del teologo tedesco è ancora oggi al centro di molte interpretazioni. Ratzinger aveva parlato per la prima volta di crisi ecclesiastica in tempi non sospetti, ossia nel 1969, con un’intervista rilasciata ad un’emittente radiofonica tedesca. Ma gli scritti ratzingeriani sono densi di analisi che riguardano il collasso della civiltà occidentale e non si concentrano solo sulla crisi che vive Santa Romana Chiesa.
Proprio i moti sessantottini, nella visione del Papa emerito, assumono un ruolo centrale: con la promozione dei “nuovi diritti” si è entrati in un’altra fase che mira comunque a scardinare la basi bioetico-antropologiche del giudaismo e del cristianesimo. Quei moti trovano oggi il loro compimento definitivo, con lo sdoganamento di leggi volte ad attaccare la famiglia naturale. Questo, almeno, non può non essere il punto di vista di un tipo credente che per semplificazione le cronache chiamano “conservatore”.
Anche la pandemia da Sars-Cov2 ha svelato come l’Occidente possa doversi confrontare con sfide inaspettate, finendo col porsi domande insolite: la querelle sul raggiungimento dell’immunità di gregge, con le polemiche che ne sono conseguite, è forse il simbolo più evidente della battaglia che si sta combattendo tra due visioni del mondo diametralmente opposte. Quella che vuole salvaguardare ad ogni costo il sistema economico-sociale e quella che ritiene gerarchicamente prioritaria la salvezza delle vite umane.
Nell’ultima opera del giornalista Giulio Meotti, un’opera centrata su Ratzinger che si intitola “L’ultimo Papa d’Occidente?“, questi afflati sulla catastrofe culturale del Vecchio continente sono spiegati con dovizia di particolari. Nel libro viene posto l’accento su questa capacità previsionale di Benedetto XVI, che non si è limitato ad una fotografia del momento ma che ha anche preso posizioni prospettiche non ritenute ammissibili dal politicamente corretto.
Alcuni passaggi centrali della fatica di Giulio Meotti sono stati citati sul blog di Marco Tosatti. Molto prima di essere eletto sul soglio di Pietro Ratzinger annotava quanto segue: “Si è trovato di continuo qualche sotterfugio per potersi ritirare. Ma è quasi impossibile sottrarsi al timore di essere a poco a poco sospinti nel vuoto e che arriverà il momento in cui non avremo più nulla da difendere e nulla dietro cui trincerarci”. L’imputata, ancora una volta, è la civiltà occidentale, che ha deciso di suicidarsi sposando la dittatura del relativismo.
Oggi le tesi di Ratzinger riemergono quasi in maniera esasperata: chi pensa che l‘Europa abbia ancora qualche chance di salvezza, si ancora al “diritto a non emigrare”, al valore che Ratzinger attribuiva alle mura, quindi ai confini, alla persistenza della negazione di un diritto all’aborto, di un diritto all’eutanasia e di un diritto all’eugenetica, sino alle parole che ogni tanto l’emerito sceglie di pronunciare in pubblico nonostante abbia rinunciato al papato.
La parabola ecclesiastica di Benedetto XVI diviene così una sorta di metafora di un tramonto che non riguarda la sua figura, ma quello che siamo stati e che abbiamo rappresentato, in quanto europei, sino al matrimonio col nichilismo. Anzi, la figura di Ratzinger è una delle poche, in ottica conservatrice, a potersi dire in grado di ergersi tra le rovine. Il dramma nel dramma è relativo agli avvertimenti di Benedetto XVI: non solo non sono stati ascoltati, ma sono stati direttamente rifiutati da chi gestisce i processi del mondo contemporaneo.
Francesco Boezi
https://it.insideover.com/religioni/cosi-benedetto-xvi-ha-previsto-il-suicidio-delloccidente.html?utm_source=ilGiornale&utm_medium=article&utm_campaign=article_redirect

IDEA DALLA GERMANIA: RITIRAMO LA SCOMUNICA A LUTERO!

12 Giugno 2020 Pubblicato da  32 Commenti --



Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, ci sembra interessante proporvi questo articolo, nella nostra traduzione, dall’agenzia tedesca katholisch.de, su un’iniziativa che sta cominciando a prendere piede in vari ambienti della Chiesa cattolica, e che riguarda Martin Lutero, il frate agostiniano autore del grande scisma di Occidente. Buona lettura.

§§§

La teologa Johanna Rahner si è espressa a favore della revoca della storica bolla di scomunica di papa Leone X (1513-21) contro il riformatore Martin Lutero. Il ritiro formale della scomunica di Lutero sarebbe un importante “segno ecumenico”, ha detto lunedì la docente di  dogmatica di Tubinga a katholisch.de. “Permetterebbe alla Chiesa cattolica di esprimere il suo apprezzamento per i protestanti di oggi”.
Già la domenica di Pentecoste, il “Gruppo di discussione ecumenica di Altenberg”, di cui fa parte Rahner, aveva pubblicato un comunicato in cui chiedeva la revoca della bolla di scomunica papale contro Lutero. I circa 30 teologi protestanti e cattolici si erano rivolti a papa Francesco con questo passo. Allo stesso tempo hanno fatto appello alla Federazione Mondiale Luterana (LWF) perché ritirasse la designazione luterana del Papa come “Anticristo”. Entrambe le condanne ostacolerebbero ancora un riavvicinamento ecumenico tra cattolici e protestanti, dice la dichiarazione con il titolo “Riconciliazione dopo 500 anni”.
“L’ecumenismo prospera grazie ad atti simbolici e il ritiro della bolla di scomunica contro Lutero sarebbe particolarmente significativo”, ha continuato Rahner. Certo, singoli passaggi del decreto “Unitatis redintegratio”, adottato dal Concilio Vaticano II (1962-65), che tratta dell’ecumenismo, potrebbero essere interpretati come l’abolizione della scomunica di Lutero, ha detto il teologo. Ma poiché la bolla di scomunica si riferiva ai contenuti della dottrina del riformatore, su cui si basano le chiese protestanti in parte fino ad oggi, il ritiro del documento sarebbe di grande importanza.
Rahner ha anche detto che bisognava includere la situazione personale e storica di Lutero nella valutazione del suo discorso dell'”Anticristo” nei confronti del Papa. “Lutero aveva grandi paure apocalittiche soprattutto nella sua vecchiaia”. Inoltre, termini così veementi erano dovuti allo “stile dell’epoca”. In occasione del cinquecentenario della Riforma, la LWF aveva preparato un documento di studio che criticava l’affermazione “Anticristo” di Lutero e proponeva di ritirarla, ha ricordato Rahner. Ora si potrebbe ripiegare su questo.
Rahner ha anche sostenuto lo sviluppo di una cultura della memoria per quanto riguarda la Riforma. “Siamo ancora all’indomani dell’anniversario dell’attacco delle tesi del 1517, ci saranno molti 500 anni di anniversari nei prossimi anni”. Il punto finale è innanzitutto il 2030, poiché 500 anni prima era passata la “Confessio Augustana”, che come confessione fondamentale ha fondato la fede luterana come denominazione.
Già all’inizio dell’anno, la LWF e il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani avevano annunciato che il 3 gennaio 1521 avrebbero organizzato una commemorazione congiunta del 500° anniversario della scomunica di Lutero. Secondo l’accordo, l’evento sarà tenuto da luterani e cattolici a Roma e comprenderà una funzione religiosa. Per esprimere la solidarietà ecumenica, si sarebbe svolta il 25 giugno 2021, “in previsione del 500° anniversario della Confessione di Augusta, presentata pubblicamente quel giorno nel 1530”, si è detto.

BERGOGLIO "L’USURPATORE"

    Due video molto consigliati del 10°Toro. Benedetto XVI vero e unico Papa. Ecco il documento che lo prova. L'intervista di Andrea Cionci su Libero il vero Papa è Benedetto XVI di Fra Alexis Bugnolo francescano Italo-americano. La verità viene a galla?  http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/archivi/video-del-decimo-toro/9185-video73


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