Questo è uno spray che uccide tutte le zanzare che si imbattono nei suoi vapori. L’uomo degenere lo spruzza per passare giornate e notti senza grattarsi. Davvero disdicevole. Uno spray che, in proporzione, è molto più devastante dei candelotti che hanno ucciso l’elefantessa (qui e qui), che in quel momento era “un concetto antropologico” che aveva in grembo “un grumo di cellule”, ucciso anch’esso.
Per questo stavolta mi associo a un noto tuttologo di riferimento (e al 99% del pensiero unico dilagante e globalizzato) e sottoscrivo e faccio mia ogni sua parola, considerando il fatto che di questi spray e veleni se ne usano in tutto il mondo, laddove ci sono quelle dolci zanzare che regalano malaria e altri virus, infezioni e fastidi che, ovviamente, l’uomo stramerita, nel silenzio totale dei media, delle associazioni, degli amici degli animali, dei commossi da tastiera:
(se il post qui sotto di Andrea Scanzi su Facebook non si apre fare il refresh di questa pagina)
Fatico a scrivere questo post, perché sono costruito “male”: il dolore degli animali mi arriva dritto al cuore. Non sono mai riuscito a pensare che la vita di un cane (per dirne uno) valga a prescindere meno della vita di un essere umano. Sono fatto così. E mi do pure ragione da solo, se penso che tra un cane e un Gasparri non avrei certo dubbi su chi scegliere.
La storia dell’elefantessa uccisa la conoscerete ormai tutti. E purtroppo è “solo” una delle tante. Questa foto la ritrae prima di morire. Era incinta. Le hanno dato un ananas pieno di petardi. O forse ha mangiato un’esca per cinghiali, ma per me cambia poco. Ha cercato l’acqua per lenire il dolore alla bocca, e poi è morta. E il cucciolo con lei. Quanto si deve essere carogne per fare una cosa simile? Quanto devi essere cattivo, sadico e idiota? Vi auguro, un giorno non lontano, di ricevere un contrappasso adeguato.
E intanto piango, e non me ne vergogno.
E intanto piango, e non me ne vergogno.
“Fatico a scrivere questo post, perché sono costruito ‘male’: il dolore degli animali mi arriva dritto al cuore. Non sono mai riuscito a pensare che la vita di un cane (per dirne uno) valga a prescindere meno della vita di un essere umano. Sono fatto così. E mi do pure ragione da solo, se penso che tra un cane e un Gasparri non avrei certo dubbi su chi scegliere. La storia dell’elefantessa uccisa la conoscerete ormai tutti. E purtroppo è “solo” una delle tante. Era incinta. Le hanno dato un ananas pieno di petardi. O forse ha mangiato un’esca per cinghiali, ma per me cambia poco. Ha cercato l’acqua per lenire il dolore alla bocca, e poi è morta. E il cucciolo con lei. Quanto si deve essere carogne per fare una cosa simile? Quanto devi essere cattivo, sadico e idiota? Vi auguro, un giorno non lontano, di ricevere un contrappasso adeguato. E intanto piango, e non me ne vergogno”. (testo del post di Andrea Scanzi pubblicato su Facebook))
È vero carissimo, è vero, e lacrime a fiumi anche per me. Per quanto può diventare cattivo, sadico e idiota un uomo per uccidere con il forcipe altri uomini in grembo alla loro madre, e protetto, e spinto a farlo per legge, prodotte, promosse ed esportate nel mondo dagli oggi inginocchiati, e per questo buonissimi presidenti, politici, influencer d’ogni categoria di ogni dove; per come può un uomo uccidere un bimbo in grembo con soluzioni saline sino al nono mese. Il contrappasso è, purtroppo, al rovescio, la morte di tanti animali gravidi, i maltrattamenti su di essi, sono solo un’appendice rancida di un cuore infettato dal morbo satanico che fa credere l’uomo di essere dio, e poter disporre della vita di un figlio, persona, “cucciolo” in grembo. Per questo tutto è stravolto, il bene è considerato male e viceversa, a seconda dei propri mutevolissimi criteri, così spesso così poco ideali e così tanto magnerecci. Se il demonio riesce ad ingannare una madre sino a farle uccidere il figlio che porta in grembo, nulla è precluso alla malvagità dell’uomo preda della menzogna satanica (copyright Madre Teresa di Calcutta). Da questa schiavitù che, mentre illude di ispirare post di commozione e lacrime come sopra, schizza fuori il veleno dalle parole con violenza sarcastica, offendendo e deridendo una persona con nome e cognome, più o meno come un candelotto di dinamite messo in bocca al prossimo. Per dire, chi ci libererà da chi ci tiene schiavi nel male, nel peccato e nella morte facendoci credere che sia bene, virtù e vita? Chi ci libererà da questa schiavitù? Siano rese grazie a Cristo Gesù, l’unico figlio che il Padre ci ha donato, carne e sangue del suo amore che si consegna, gratuitamente, a tutti noi, per distruggere il male, perdonare i peccati e darci una vita santa e nuova nella Verità e nella libertà. Solo di fronte a Lui infatti siamo davvero liberi, di accoglierlo o di rifiutarlo, di salvarci o dannarci. Come ci annuncia oggi il Vangelo. Che la Chiesa, oggi più che mai, annunci il Vangelo senza sosta, e che gli uomini possano lasciarsi guidare dallo Spirito Santo, accogliere il Figlio per riposare nell’amore del Padre. Chi ha conosciuto questo amore vive pacificato con Dio, con se stesso, con il prossimo e l’universo intero. Diversamente solo violenza che, illusoriamente, vorrebbe cancellare altra violenza. Tertium non datur.
di Antonello Iapicca
Don Antonello Iapicca è missionario da 30 anni in Giappone. Ora opera nella città di Takamatsu.
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