Poliziotti inglesi e LGBT
di Gianni Silvestri
La recente crisi Covid ha evidenziato la possibilità che uno Stato travalichi le proprie normali competenze, con il rischio di un eccesso di limiti alla nostra libertà di movimento (persino  religiosa). 

Per fare un esempio attuale, lo Stato per mesi ha unilateralmente deciso:
1) di tenere aperti i tabacchini (di solito ambienti chiusi, piccoli e pericolosi);
2) di vietare al contrario le attività all’aperto di ranner e ciclisti, criminalizzandoli quando il contagio era concentrato negli Ospedali, in genere nei luoghi chiusi, nelle Residenze per anziani (quelle invece drammaticamente abbandonate, come tante persone a casa).
3) di vietare persino le Messe nelle Chiese dove sarebbe invece stato possibile rispettare il distanziamento  (di solito sono ambienti ben più vasti ed alti ad esempio dei tabacchini).
4) di decidere irrazionalmente su questioni non proprie: permettendo con 15 persone le Messe di esequie funebri e vietandole in modalità “ordinaria” con le stesse 15 persone.
La stessa C.E.I. dopo settimane di costrizioni, ha emanato il 4 Maggio una nota di dura protesta verso lo Stato, per la violazione dei diritti di libertà religiosa. (qui).  E’ bene dunque riflettere sul pericolo di uno Stato che travalica i normali compiti statali “ di regolatore della convivenza” per decidere al posto del singolo cittadino ciò che sia bene o male, ciò che sia moralmente giusto o ingiusto e non solo ciò che sia lecito o illecito (trasformandosi in uno “Stato Etico”).
Basti osservare che in questa “modalità invasiva” si sono comportate le dittature nazifasciste e comuniste del ‘900, e tutt’ora si comportano ad esempio le attuali dittature comuniste (in Cina, Corea del Nord, ecc.) o gli Stati islamici accomunati dalla pretesa di decidere – al posto del popolo- ciò che è giusto pensare e fare.
Questi Stati etici presentano alcuni elementi comuni:
A) l’adozione di una precisa ideologia di Stato (che nelle prevalenti esperienze precedenti era invece “eticamente neutro”);
B) la soppressione o il controllo dei corpi intermedi della società quali associazioni, sindacati, partiti, autonomie locali;
C) l’uso della scuola e dei media (ora anche del web e dei social) come strumenti di trasmissione della ideologia statale alle nuove generazioni;
D) la concezione dello Stato non a servizio della persona umana, ma come ente superiore che può disporre persino della vita dei propri cittadini (es campi di rieducazione o “concentramento”).
E) la previsione sempre maggiore di “reati di opinione”, (vedi oggi l’ampia categoria delle “discriminazioni”,  dell’omofobia, dei reati d’odio ecc., con il rischio di punire i sentimenti, le opinioni, prima ancora che le azioni).
F) il contrasto alla Chiesa Cattolica per i suoi valori di libertà, fratellanza, limite allo strapotere statale (Hitler pianificò il rapimento di Papa PIO XII che si opponeva al nazismo).

Finita la II guerra mondiale e visti gli orrori di questi pericolosi stati etici (sia di destra che di sinistra), gran parte degli Stati del mondo diedero vita all’ONU ed alla successiva “dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo” nel 1948 (vita, salute, educazione, famiglia, libertà anche religiosa ecc.). Forse, non è un caso che gli stati islamici non firmarono tale dichiarazione?  (qui)
Dello stesso tenore la dichiarazione Europea dei diritti dell’uomo del 1950 nel riconoscimento di quei sani valori laici originati dalla civiltà cristiana, che ha forgiato i popoli europei per secoli.
Ma la UE  ha rinnegato le sue radici cristiane ed i relativi diritti naturali rifiutandosi di inserirli  nella sua Costituzione (nonostante le richieste dello stesso San Giovanni Paolo). Questo disconoscimento della stessa storia del nostro continente è segno della trasformazione dell’originario Stato liberale, aperto alle varie identità, in uno Stato etico-laicista con una sua precisa ideologia libertaria che vorrebbe controllare gli stessi diritti naturali (della persona, della famiglia, della salute, della vita, persino dei modi di pensare, ecc.). Questa trasformazione in senso “laicista-libertario” è stata colta dagli studiosi più accorti: persino Benedetto XVI, il maggior teologo vivente, ha ripetutamente messo in guardia dal pericolo di assuefarsi all’idea, e tollerare, che lo Stato voglia imporci una nuova religione laicista, con la forza delle legge. Egli ha evidenziato alcune tendenze ed alcuni pericoli:
1) la sostituzione della nostra identità  storica misconoscendo l’importanza della chiesa e della fede nella stessa storia europea, in nome di nuovi modi di pensare. “Nella realtà determinati modi di agire e di pensare vengono presentati come gli unici ragionevoli e quindi come gli unici a misura d’uomo. Il Cristianesimo si vede allora esposto ad una pressione d’intolleranza la quale, in un primo momento, si esercita presentandolo quale modo di pensare alla rovescia, sbagliato, e si tende a ridicolizzarlo; per poi, in nome di un’apparente ragionevolezza, mirare a privarlo dello spazio per vivere”  ( Benedetto XVI Luce del Mondo, LEV, 2010, p. 83).
2) Lo Stato etico modifica i principali valori di riferimento: ad esempio nel fondamentale tema della sessualità. Secondo un laico “principio di realtà”, la sessualità per secoli è stata considerata secondo la sua naturalità, cioè collegata sia all’affettività, sia alla procreazione. Invece questa “nuova religione laicista” ha abbandonato questo principio di realtà e considera la sessualità come occasione di piacere, senza implicazioni sentimentali e familiari. Tale riduzione e mercificazione ha portato alla concezione della donna-merce, oggetto della pornografia più velenosa per le nuove generazioni o di violenze nella vita quotidiana. E guai a voler ricordare il diverso e più grande significato della sessualità che valorizza la grandezza della donna: si è tacciati come retrogradi, bacchettoni, fuori del tempo.
3) Con la logica della “libertà senza limiti” si giustifica persino l’aborto delle proprie creature, non certo estranei piovuti dal cielo, ma frutto dei propri comportamenti personali (“come pagare un Killer per uccidere qualcuno “ ricordava Papa Francesco) (QUI). L’aborto è stato banalizzato e promosso persino con pillole vendute liberamente in farmacia (senza certificato medico e persino alle minorenni), diventando la prima causa di morte nel mondo. E guai a chiedere un aiuto ed un’alternativa meno disumana per le donne: si è violentemente zittiti e – prima ancora di ragionare – scattano insulti privati e pubbliche manifestazioni  al grido: “la pancia è mia….”.
Persino le campagne informative e di sensibilizzazione sul tema aborto sono state vietate, quando invece risultano ammesse ogni tipo di immagini e di campagne alternative, con una precisa scelta ideologica, di campo, propria di uno stato etico (qui) che non dà spazio ad ogni diversa posizione.
4) Di recente la nuova “ideologia Gender” pretende di modificare la stessa natura biologica dell’essere umano, ritenendola un dato psicologico, variabile a piacimento e non invece una realtà biologica naturale, (“uno sbaglio della mente umana”, “una bomba atomica contro la famiglia” “un pericolo per l’umanità” ha  ricordato da Papa Francesco) (QUI).  Alle proteste di famiglie e associazioni sul pericolo di tale ideologica diffusa in alcune scuole, è scattata violenta la censura: in Italia è stata persino impedita la circolazione in città del bus della libertà con una frase non offensiva ma di buon senso: “I bambini sono maschi, le bambine sono femmine, la natura non si sceglie, Stop gender nelle scuole”      

Bus della libertà arancione
Bus della libertà
In nome della tolleranza, nasce una nuova intolleranza ed in nome della libertà non si ha più la libertà di esprimere le proprie idee, se non adeguate al pensiero dominante.
5) Ed ancora in forza di questa “religione laica e tollerante”, non si tollerano più i presepi di  Natale, o la Croce in classe o in altri luoghi pubblici, mentre  negli stessi luoghi chiunque può affiggere manifesti pubblicitari con donne sempre più “scollacciate” (offese nella loro dignità).
“La vera minaccia di fronte alla quale ci troviamo è che la tolleranza venga abolita in nome della tolleranza stessa… Credo necessario denunciare con forza questa minaccia. Nessuno deve essere costretto a vivere secondo la nuova religione, come fosse l’unica e vera, vincolante per tutta l’umanità
 (Benedetto XVI Ivi, pp. 82-83).
6) E per rendere vincolanti queste nuove idee si usa e stravolge il concetto di discriminazione per giustificare ogni scelta e tacitare o impaurire chi la pensa diversamente: “Il concetto di discriminazione viene sempre più allargato, e così il divieto di discriminazione può trasformarsi sempre di più in una limitazione della libertà di opinione e della libertà religiosa. Ben presto non si potrà più affermare che l’omosessualità, come insegna la Chiesa cattolica, costituisce un obiettivo disordine nello strutturarsi dell’esistenza. E il fatto che la Chiesa è convinta di non avere il diritto di dare l’ordinazione sacerdotale alle donne viene considerato, da alcuni, fin d’ora inconciliabile con lo spirito della Costituzione europea” (L’Europa di Benedetto nella crisi delle culture, Cantagalli, Siena 2005, p. 42).
7) Nella laicista Francia sono stati vietati persino i simboli religiosi che devono restare nascosti e non esibiti in parlamento, nelle scuole, nelle gite scolastiche ecc. in quanto considerati “segni divisivi” (qui).  Perché invece non sono considerati divisivi anche i simboli dei partiti? Oppure i simboli sportivi della propria squadra (quanti scontri avvengono  tra opposte “tifoserie politiche o sportive?). Eppure si colpisce solo la libertà religiosa. Anche in Italia inizia questo processo alle identità e si è tanto polemizzato su una giornalista del TG2 che porta -anche nel suo lavoro in TV- una collana con crocifisso. Tutto in nome della laicità (che è invece pericoloso laicismo). Oggi infatti in TV ci si può  azzuffare nei vari talk show, dire ogni volgarità nei vari “grandi fratello ed isole dei famosi”, esibire nudità ovunque e nessuno protesta  in nome della libertà di opinione, ma… questa libertà non vale solo verso i simboli religiosi. Perchè?
8) Per diffondere e controllare la diffusione di queste nuove idee si usa il discredito sociale se non la censura :  Persino nei social (Facebook in testa) si arriva a censurare e cancellare migliaia di persone che manifestano idee “non conformi o non gradite”. Questa nuova censura è ancora più pericolosa in quanto non è dello Stato, ma di anonimi funzionari che seguono le decisioni di stravaganti miliardari condizionando la libertà di opinione (terreno fertile per i servizi segreti e per chi voglia manipolare l’opinione pubblica: è già successo con lo scandalo Analitika- Facebook…).
9) Di recente anche sul tema dell’omosessualità si vuole imporre una visione precisa. Esso storicamente, in base al principio di realtà, era considerato “contro natura”, sia per la privazione della complementarietà del genere maschile e femminile, sia per la mancanza del fine procreativo. Oggi – anche su pressioni della fortissima “Lobby gay e di un apparato mass mediatico, si vuole capovolgere questo assunto, persino con la forza della legge. Benedetto XVI con la sua consueta lucidità aveva affermato: “Quando ad esempio, in nome della non discriminazione si vuole costringere la Chiesa cattolica a cambiare la propria posizione riguardo all’omosessualità o all’ordinazione sacerdotale delle donne, questo significa che non le è più consentito di vivere la propria identità, ergendo invece una astratta religione negativa a tirannico criterio ultimo, al quale tutti devono piegarsi. (Ibidem).
10) Una conferma di questo stato etico in costruzione?  In queste settimane la maggioranza sta lavorando per l’approvazione di una legge limitativa della libertà di espressione: il famigerato progetto Zan, che rafforza il precedente “Scalfarotto”, naufragato nella scorsa legislatura per l’opposizione sociale dei cattolici e politica del centrodestra. Si rischia il carcere ad esprimere la propria opinione o a decidere che tipo di educazione riservare ai propri figli (parola dell’Avv. Simone Budelli Presidente dei Giuristi Cattolici di Perugia  (qui) o dell’avv. Gianfranco Amato Presidente dei Giuristi per la vita, ascoltato sul tema dalla Commissione della Camera (qui)
Di fronte ai pericoli di questo “pensiero unico”,  che ci vuole solo cittadini allineati e consumatori obbedienti, è necessario tornare a limitare i compiti dello Stato: per semplificare esso deve solo assicurare le condizioni esterne della vita  (ordine, salute, sicurezza, difesa dalle prevaricazioni e dai potentati economici e simili) permettendo che si svolgano nella libertà dei rapporti personali e sociali. Lo Stato non può ingerirsi sui contenuti del vivere, “sulle valutazioni interne alla esistenza”. Lo Stato è la cornice, ma non la tela del quadro (per usare un esempio semplice e chiaro). Non spetta cioè allo Stato (o alle sue organizzazioni sovranazionali) sostituirsi alle famiglie, alle associazioni, alle Chiese, ai sindacati, ai partiti ecc. e decidere i contenuti delle loro attività, in quanto queste scelte sono di esclusiva competenza di ognuno di noi. L’uomo e le sue formazioni sociali devono restare liberi nei diritti naturali inviolabili che l’art. 2 della Costituzione “riconoscere e garantisce”, non limita (tra questi la libertà e nello specifico quella di opinione di cui all’art. 21 Costituzione: “ Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.  La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censura”).
IN CONCLUSIONE, visti i pericoli sempre più minacciosi all’orizzonte di uno “Stato Etico invadente”, possiamo e dobbiamo difendere le nostre scelte, la nostra libertà ed identità:
A) Prendendo coscienza di queste minacce, riconoscendole e denunciandole come attacco ai diritti personali, per evitare una lenta assuefazione (ricordiamo il rischio della rana nella pentola…).
B) Resistendo allo stato Etico-laicista ed al pericoloso principio: di norma tutto è vietato o sottoposta al controllo dello Stato, salvo ciò che è permesso dalla legge, unica fonte di liceità  (Kelsen docet) e persino di moralità.
C) Rivendicare uno stato laico che abbia il principio opposto: tutto è permesso perché il cittadino nasce libero e come tale deve poter esprimere ed organizzare senza limiti il proprio pensiero, la propria religione, le proprie associazioni, i propri sindacati, partiti, chiese ecc.  senza alcuna valutazione di tali scelte da parte dello Stato che non può decidere ciò che è vero o falso, ciò che è bene e ciò che è male. Tutte le scelte, morali, religiose, sociali (persino politiche) della vita umana sono esclusivamente nostre e così l’educazione dei figli è responsabilità della famiglia e non certo dello Stato, che ha solo il compito di organizzare e proteggere il nostro autonomo e libero cammino, non certo di sostituirsi a noi e decidere, al posto nostro, dove dobbiamo andare.
In pace
Di Sabino Paciolla