Ognuno è libero di fondare una propria chiesa, per esempio una “Chiesa Wisiki” [abbreviazione di “Wir Sind Kirche”, un movimento progressista di base per la riforma della Chiesa Cattolica- N.d.T.] o una “Chiesa Maria2.0”. Le persone certamente non vi troverebbero la gioia della fede e il sostegno che cercano – Intervista con il Prof. Dr. Hubert Windisch, teologo, sul Cammino sinodale in Germania pubblicata sulla rivista Kath.net. La traduzione dal tedesco è di Alessandra Carboni Riehn.
kath.net: Professor Windisch, lei è un fermo oppositore del Cammino sinodale. Che cosa La disturba del Cammino?
Hubert Windisch: Sono un oppositore del cosiddetto Cammino sinodale. Da un lato, il costrutto “cammino sinodale” è un termine improprio: “sinodo” già significa “cammino comune”. Quindi “cammino sinodale” è un “comune cammino camminale”. Forse che questo pleonasmo non permette già in senso puramente concettuale di riconoscere in tutta l’impresa una specie di volontà di inutile rigonfiamento ecclesiastico? Dall’altro lato, tanto la nascita del processo di consultazione sinodale sotto Marx quanto il seguito della gestione di tale processo ora sotto Bätzing mostrano uno schema di base autoritario, in cui si tratta solo di derubare la Chiesa cattolica della sua sostanza strumentalizzando i casi di abuso nel clero.
kath.net: Può spiegarsi più dettagliatamente?
Hubert Windisch: La Chiesa dovrebbe essere adeguata ai tempi: è questo il tenore generale del Cammino sinodale, altrimenti essa diventerebbe irrilevante. Per tale motivo si fa dell’attuale realtà della vita delle persone una linea guida per le dichiarazioni e le direttive della Chiesa. Riconoscere i rispettivi segni dei tempi, cioè percepirli, è certamente indispensabile per un essere chiesa vitale, ma è solo una faccia della medaglia dell’autocoscienza della Chiesa e della pratica ecclesiale della fede. L’altra faccia è il confrontarsi con le circostanze dei tempi alla luce del Vangelo o alla luce della Rivelazione, come si può leggere nella Gaudium et Spes n. 4 e 11, la Costituzione pastorale del Concilio Vaticano II. È vero che in tutto ciò che accade va cercata la volontà di Dio, ma non tutto ciò che accade è identificabile con la volontà di Dio. Proprio questa equivalenza è invece, in fondo, l’agenda del Cammino sinodale. Ma il rapporto tra Chiesa e mondo è sempre e per principio, non solo negli scritti giovannei o in tutto San Paolo, un andarsi incontro e un combattersi reciproco allo stesso tempo.
La Buona Novella del Vangelo non può quindi essere sperimentata e vissuta nel rispettivo mondo senza conversione da modi di pensare e di agire che contraddicono il Vangelo. “Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a Lui gradito e perfetto”, dice Rom 12,2. Nel Cammino sinodale, invece, si ha l’impressione che la Chiesa lavori per affermare se stessa nel tempo rinunciando a se stessa rispetto agli andamenti del mondo, cosa che a volte si esprime in modo inquietante nella vuota arroganza di vescovi, teologi e funzionari laici che difendono il Cammino sinodale. In questo contesto alcuni già hanno ribattezzato il Cammino sinodale un “cammino suicidale” della Chiesa cattolica in Germania.
kath.net: Al di là di queste affermazioni ancora un po’ generiche, che riguardano soprattutto l’ambito strategico dell’essere Chiesa nel nostro tempo, sarebbe utile avere qualche indicazione in più sulla Sua critica secondo cui il Cammino sinodale distrugge la sostanza della Chiesa cattolica.
Hubert Windisch: Dal punto di vista dei contenuti, il Cammino sinodale diventa un Cammino suicidale nel momento in cui la sacramentalità della Chiesa cattolica viene aggredita nella sostanza, se non addirittura distrutta. Ciò avviene soprattutto sotto due aspetti, cioè in relazione al ministero sacramentale nella Chiesa e quindi all’Eucaristia, e in relazione alla visione e realtà sacramentale del matrimonio e della sessualità. È interessante notare che proprio questi due pilastri sacramentali furono mandati in aria dal nuovo orientamento della Chiesa durante la Riforma, non ultimo da Martin Lutero. Nelle confessioni riformate non c’è più un ministero sacramentale dell’Ordine e il matrimonio è una cosa mondana. In tal modo si apre la porta a una conformazione arbitraria della Chiesa, in quanto diventano privi di significato il ministero ordinato e il matrimonio, che il Catechismo Mondiale definisce ancora i sacramenti dell’edificazione del Popolo di Dio (cfr. n. 1534). Il Cammino sinodale mira in definitiva a realizzare un’assimilazione armonizzante tra Chiesa cattolica e Riforma, senza lottare per un’unità nella verità de fide et moribus. Un amico protestante una volta mi disse: “Perché voi cattolici volete salire a tutti i costi sull’ultimo vagone di un treno la cui locomotiva già pende sull’abisso? La locomotiva siamo noi protestanti”.
kath.net: Quanto Lei dice non promette bene e fa temere una scissione.
Hubert Windisch: Una scissione della Chiesa cattolica in Germania è de facto già in atto. Molti responsabili preoccupati nella Chiesa ora pensano di poter fermare questo disastroso sviluppo salendo sul treno sopracitato e partecipando sì al viaggio, ma seduti in modo da guardare nella direzione di marcia da loro desiderata. Si tratta di autoillusione e di autoinganno allo stesso tempo. Al contrario, dovrebbe essere possibile trovare almeno una dozzina (12!) di vescovi che si ricordino della promessa da loro fatta alla consacrazione, ovvero di trasmettere in modo puro e integrale la fede tramandata dagli apostoli, che nella Chiesa è stata sempre e ovunque conservata, per rendere esplicita e quindi anche fruttuosa questa evoluzione scismatica.
Ognuno è libero di fondare una propria chiesa, per esempio una “Chiesa Wisiki” [abbreviazione di “Wir Sind Kirche”, un movimento progressista di base per la riforma della Chiesa Cattolica- N.d.T.] o una “Chiesa Zetdeka” [ZetDeKa sono le iniziali del “Comitato dei Cattolici Tedeschi, ZdK, che afferma di rappresentare i laici cattolici in Germania – N.d.T.] o una “Chiesa Maria2.0” [Maria2.0 è un altro movimento progressista cattolico tedesco che punta all’ordinazione sacerdotale femminile e a più potere e carriera per le donne nella Chiesa cattolica – N.d.T.]. Le persone certamente non vi troverebbero la gioia della fede e il sostegno che cercano. Nel loro accanimento riformistico questi costrutti non permettono di riconoscere più alcun senso dell’umorismo cattolico, e anche questo è un segno del fatto che in questi cosiddetti “movimenti riformatori” c’è qualcosa che non va. Ma perché si vuole ad ogni costo rendere non cattolica la Chiesa cattolica? Io, ad ogni modo, lo scorso mercoledì delle Ceneri ho lanciato insieme ad altri venti primi firmatari un appello dal titolo “Noi rimaniamo cattolici” contro il cosiddetto Cammino sinodale. Finora hanno firmato quasi 10.000 cattolici. E si può ancora firmare!
Rimaniamo cattolici – Appello alla resistenza contro il Cammino sinodale: clicca qui.
Di Alessandra Carboni Riehn
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