ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 8 luglio 2020

Educative in che senso?

“E’ l’ora di dire che le foglie sono verdi.” Lettera aperta al Direttore di “Avvenire”
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Spettabile Direttore,
l’articolo di Luciano Moia del 1 luglio corrente (cfr qui) mi aggredisce sia personalmente sia come membro di una comunità cattolica, e offende tanto la mia intelligenza quanto la mia morale.
Il suo sostegno alla legge in fase di varo contro la “transomofobia” è un’aggressione alla mia libertà di espressione e addirittura alla mia libertà di sentimento (diventa reato “odiare il peccato”, frase che tanti Santi hanno adoperato con vigore) e un tentativo scoperto di perseguitare la Chiesa, incriminando quei ministri che doverosamente continueranno a condannare l’omosessualità ricordando anche che è un peccato che “grida vendetta al cospetto di Dio”.

Non ripeto ovvietà morali, che certo non piacciono a quella “lobby omosessuale entro la Chiesa” già denunciata da papa Francesco, ma che restano in vigore finché non “passeranno i cieli e la terra”.
Invece mi soffermo un attimo sull’offesa alla mia intelligenza.
Moia ha il coraggio di scrivere che le nuove norme con una gestione equilibrata e senza estremismi potrebbero rivelarsi anche ottime occasioni educative.
Educative in che senso? Come i campi di rieducazione di Pol Pot?
E le questioni centrali?
Mi riferisco all’evidenza per cui, esistendo già il reato di istigazione a delinquere, l’unico significato che assume la nuova legge è quello di fornire il giudice malevolo di uno strumento discrezionale per perseguitare chi osa criticare la nuova cultura luciferina.
Mi riferisco alla seconda evidenza per cui, creando super tutele dedicate a minoranze politicamente non-significative (perché i gruppi formati in base alle preferenze sessuali individuali hanno la stessa rilevanza politica dei gruppi formati in base alle preferenze calcistiche o all’identità di segno zodiacale) si vogliono in realtà calpestare i diritti delle maggioranze (frase del grande statista Vladimir Putin).
E terza questione centrale, che riguarda il suo giornale e la cultura in generale più che la nuova orrenda e deprecabile legge, è che di fronte ai continui, ripetuti e spudorati attacchi alla verità palese (la cui negazione è “bestemmia contro lo Spirito Santo”), contro la legge di Cristo e contro il modello di vita che promuove la felicità delle persone, non si risponde con  sottigliezze e distinguo, né con un atteggiamento di servile piaggeria al potere.
Se c’è un elefante imbizzarrito in casa mia che sta distruggendo tutto, non discuto né della lunghezza della sua coda, né del colore del suo pelame e neppure del fatto che sia stato un topolino a spaventarlo, ovviamente mi preoccupo di come espellerlo.
Allo stesso modo, di fronte al divorzio non si cerchino giustificazioni del tipo che “i matrimoni saranno più responsabili” o, di fronte all’aborto, che “i figli sopravvissuti saranno più amati” né, di fronte allo pseudo-reato di omofobia, che i cristiani impareranno a usare argute perifrasi e quelli incarcerati potranno godere della beatitudine della persecuzione.
Diceva Chesterton che verranno giorni in cui sciabole verranno sguainate per affermare che le foglie d’estate sono verdi.
Bene, quei giorni sono arrivati e sono questi in cui viviamo.
Se non se ne è ancora accorto, signor Direttore, vuol dire che ha dimenticato di puntare la sveglia ed è ancora nel mondo dei sogni.
Quanto ad Avvenire, senza una chiara svolta (e dicendo chiara affermo che la toppa del 2 luglio, sempre di Moia, è del tutto insufficiente) diventa buono per accendere il fuoco o pulire i vetri.
Purtroppo a casa mia il riscaldamento funziona a gas e i vetri sono abbastanza puliti, per cui non rinnoveremo l’abbonamento, e le assicuro che sono in buona e numerosa compagnia.
Distinti saluti.
Andrea Cavalleri
Milano, 7 luglio 2020
 8 luglio, 2020

3 commenti:

  1. Condivido in toto le argomentazioni di Andrea Cavallari;solo un dubbio mi resta:in quale circostanza e occasione il cardinal Bergoglio,che lui chiama papa Francesco,avrebbe denunciato la presenza di una lobby omosessuale all'interno della Chiesa,visto che uno dei personaggi da lui più stimati è un certo padre Martin e visto che lo slogan più famoso accreditato all'argentino è la frase"chi sono io per giudicare"proprio riferita all' "amore omosessuale"?
    Credo che gli farà un gran bene non rinnovare l'abbonamento al" il sol dell'Avvenire"...chissà che riesca ad accorgersi anche che Bergoglio "non è Francesco"!
    Perchè sono tante le foglie che d'estate sono verdi e di piante più svariate!

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    1. Condivido il pensiero di Innominato anche nelle virgole.

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  2. Bravo I nominato, sacrosante parole.

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