I bambini abortiti sono martiri? L’ipotesi si fa strada
«Desideriamo sollecitare la Chiesa ad aprire un processo canonico per il riconoscimento del martirio dei bambini uccisi dall’aborto», perché «crediamo che questi bambini abbiano un ruolo importante nell’economia della salvezza». Parla alla Bussola Giovanni Antonucci, fondatore dell’Associazione per la postulazione della causa dei bimbi non nati martiri, fatta da laici e sacerdoti. Alla sua base un’ipotesi teologica che non appare in contrasto con il Magistero. Due i punti principali: il primato della grazia e l’odium fidei rinvenibile nell’ideologia del relativismo.
I bambini vittime dell’aborto volontario sono martiri? La domanda riflette un’ipotesi teologica che si va facendo strada tra i fedeli, dalle madri convertite di questi piccoli ai sacerdoti. Trattandosi di un’ipotesi, non gode chiaramente della certezza dei dogmi, ma per altro verso non vi appare nemmeno in contrasto. Nell’ambito della secolare e più generale riflessione sulla sorte dei bambini non nati e privi del Battesimo sacramentale, la Santa Chiesa sta pian piano approfondendo la questione, sapendo di trovarsi di fronte a un mistero divino su cui solo con l’aiuto dello Spirito Santo si può fare luce.
Già a inizio 2019 la Nuova Bussola rendeva conto di un opuscolo scritto da due sacerdoti e un teologo sul ruolo salvifico giocato dai bambini non nati (a causa sia di aborto procurato che spontaneo). E quest’anno si è formata, in modo indipendente da quegli autori seppur con il conforto di una sensibilità simile, l’«Associazione per la postulazione della causa dei bimbi non nati martiri» (http://www.martirinonnati.altervista.org). Costituita da Giovanni Antonucci, insegnante e postulatore delle cause dei Santi, l’associazione ha pubblicato un libretto con un punto centrale: si sottolinea che l’odium fidei - elemento necessario per il riconoscimento del martirio - è rinvenibile nell’odierna ideologia del relativismo.
Nel libretto si sostiene la plausibilità del martirio dei bambini abortiti volontariamente. E, affrontando il tema dell’accettazione volontaria del martirio, ci si chiede tra l’altro: si può pensare a un dialogo precocissimo tra l’anima del bambino non nato e il suo Creatore? L’esempio più noto e alto di questo dialogo è san Giovanni Battista che - ancora nel grembo materno - riconosce il Signore e Sua Madre, sussultando di gioia all’udire il saluto della Vergine (in quell’istante, come insegnano i Padri della Chiesa, viene liberato dal peccato originale).
Questo ci ricorda che la grazia precede i nostri meriti, è sovrabbondante (vedi san Paolo). Al riguardo non si può dimenticare poi l’esempio dei Santi Innocenti, cioè dei bambini dai due anni in giù fatti uccidere da Erode e venerati dalla Chiesa come martiri. Il loro martirio, testimonia la liturgia, «è un dono gratuito del Signore» (Messale Romano), ben espresso dal discorso di un vescovo del V secolo, san Quodvultdeus: «O meraviglioso dono della grazia! Quali meriti hanno avuto questi bambini per vincere in questo modo? Non parlano ancora e già confessano Cristo!».
Se è vero com’è vero che il sangue dei Santi Innocenti è stato versato in unione a quello di Gesù, non può valere lo stesso per i bambini abortiti che sono - per usare le parole di san Giovanni Paolo II (Evangelium Vitae, 58) - «quanto di più innocente in assoluto si possa immaginare»?
Questi, in sintesi, i presupposti su cui si fonda la richiesta dell’associazione. La Bussola ha intervistato Antonucci per saperne di più.
Giovanni Antonucci, qual è lo scopo della vostra associazione?
Lo scopo è quello di sollecitare la Chiesa ad aprire un processo canonico per il riconoscimento del martirio dei bambini uccisi dall’aborto. Di questa associazione fanno parte laici e sacerdoti. Chiunque può partecipare come persona o gruppo.
Per l’associazione questi bambini abortiti agiscono come soldati di Cristo nel combattimento spirituale contro Satana. Perché?
Crediamo che questi bambini abbiano un ruolo importante nell’economia della salvezza. Lo spirito è quello del Salmo 8: «Con la bocca dei bimbi e dei lattanti affermi la tua potenza contro i tuoi avversari, per ridurre al silenzio nemici e ribelli» (Sal 8, 3). Questo tema della forza di Dio che si serve della debolezza umana è biblico. Tutte le battaglie vinte da Israele sono state risolte per mezzo della debolezza, basti pensare a Davide contro Golia, a Giuditta contro Oloferne, o anche a Mosè, che era balbuziente. Ora, i bambini abortiti sono i più piccoli tra i piccoli. Questo tema è da affrontare e meditare in profondità. Il libretto che abbiamo pubblicato sul nostro sito riassume proprio i punti principali di questa posizione, attingendo alla Tradizione e al Magistero della Chiesa.nti principali di questa posizione, attingendo alla Tradizione e al Magistero della Chiesa.
Quali sono gli elementi necessari per poter parlare di martirio?
Come insegna la Congregazione delle Cause dei Santi, c’è bisogno di tre elementi: 1) il martirio materiale; 2) il martirio formale ex parte persecutoris; 3) il martirio formale ex parte victimae.
Iniziamo dal martirio materiale.
Il martirio materiale è evidente, parliamo di decine di milioni di bambini abortiti in tutto il mondo ogni anno. Ci troviamo di fronte a un processo particolare perché non è caratterizzato per uno specifico luogo geografico o un periodo storico. Si tratta appunto di qualcosa che avviene in tutto il mondo e che ha le dimensioni di un Olocausto, un enorme Olocausto, che continua. Il martirio materiale sta nella morte violenta di questi bambini.
Il secondo elemento riguarda invece il persecutore: si tratta cioè di dimostrare che l’aborto procurato è una forma di persecuzione?
Sì, l’individuazione del martirio ex parte persecutoris è determinante. In questo caso bisogna mettere in luce la dissimulazione diabolica che nasconde la realtà della persecuzione; è una dissimulazione talmente grande da convincere un elevato numero di persone che il male è bene, l’aborto è progresso, rispetto per la libertà dell’uomo. Qui l’elemento dell’odium fidei è legato all’ideologia del relativismo, che attenta alle verità della fede. Questa ideologia mette l’uomo al centro: è l’uomo che pone le basi morali, confondendo bene e male con ragionamenti capziosi, magari formalmente corretti ma sostanzialmente falsi. Il relativismo fa dell’uomo la misura di tutte le cose, lo mette al posto di Dio. E l’elevazione dell’aborto a diritto, come già osservava il cardinale Caffarra, attenta a una delle due colonne della Creazione, la persona umana.
Andando all’ultimo punto, il martirio formale ex parte victimae, come lo si fonda?
Dobbiamo rifarci a ciò che è l’amore, la carità, l’agape biblica, che non è uno sforzo umano, ma una partecipazione alla grazia di Dio, che ci viene comunicata. Questo vuol dire che non siamo tanto noi che amiamo - non siamo cioè la sorgente - ma possiamo divenire strumento dell’amore di Dio. Questa chiamata di Dio all’amore è una relazione. L’idea da approfondire è che anche i bambini non nati abbiano un’attività, cioè che loro possano rispondere in un modo che solo Dio sa.
Intende la possibilità che vi sia un dialogo tra il bambino nel grembo materno e Dio?
Certo. Questi piccoli sono tali non perché non hanno capacità di parlare o fare operazioni bensì perché accolgono la grazia di Dio senza porre ostacoli. Invece la persona grande, già nell’età della ragione, attraverso il peccato, pone ostacoli alla grazia di Dio. Gli innocenti, privi di peccati personali, non hanno ostacoli che impediscano che la grazia di Dio scenda su di loro. In questo senso si esprime anche un documento del 2007 della Commissione Teologica Internazionale, «La speranza della salvezza per i bambini che muoiono senza Battesimo», che mette in relazione il dolore dei bambini a quello di Gesù, e poi afferma:
«Alcuni dei bambini che soffrono e muoiono sono vittime della violenza. Nel loro caso, avendo come riferimento l’esempio dei Santi Innocenti, possiamo ravvisare una analogia con il Battesimo di sangue che reca la salvezza. Anche se inconsapevolmente, i Santi Innocenti hanno sofferto e sono morti per Cristo; i loro carnefici erano mossi dall’intento di uccidere il Bambino Gesù. Proprio come coloro che hanno tolto la vita ai Santi Innocenti erano spinti dalla paura e dall’egoismo, così la vita dei bambini di oggi, in particolar modo quelli ancora nel grembo materno, è spesso messa in pericolo dalla paura e dall’egoismo altrui. In questo senso si trovano in una condizione di solidarietà con i Santi Innocenti. Non solo, sono anche in una situazione di solidarietà con il Cristo che ha detto: “In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40)».
È una presa di posizione notevole.
Il Battesimo di sangue è un implicito riconoscimento del martirio?
Sì.
Il tema dell’accettazione volontaria del martirio, alla luce di quanto detto, sarebbe dunque una ‘difficoltà’ superabile per un’eventuale causa?
C’è appunto il precedente dei Santi Innocenti. Poi abbiamo trovato l’esempio di diversi gruppi di martiri giapponesi del XVII secolo: ci sono anche bambini di un anno, due anni. Che differenza c’è tra un bambino che ancora non ha raggiunto l’età della ragione e un bambino nel seno della madre? È chiaro che è in gioco il primato della grazia. Qualunque vescovo potrebbe aprire una causa di questo tipo. In Messico, a Guadalajara, ogni mese seppelliscono i bambini abortiti; prima fanno una Messa, presentando le piccole bare sotto il manto della Madonna. Non sono rifiuti speciali questi bambini, sono attori della Chiesa militante. C’è una fama di segni, di miracoli, un senso comune nella fede che ci conforta nel credere che questi bambini siano martiri.
Ermes Dovico
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Traffico di feti abortiti (e non solo), spunta un nuovo video
Nuovi orrori dall’industria dell’aborto negli Usa. Gli investigatori del Cmp hanno scoperto che i bambini “abortiti”, in alcuni casi, erano vivi e venivano poi uccisi per rivenderne tessuti e organi. L’ammissione - da parte di Perrin Larton dell’Abr - è contenuta in un nuovo video girato di nascosto. E trova conferma nella testimonianza sotto giuramento di Deborah Nucatola della Planned Parenthood.
Il Center for Medical Progress (CMP) è un’organizzazione pro-life divenuta nota perché tra il 2014 e il 2015, tramite videoregistrazioni realizzate sotto copertura, dimostrò che Planned Parenthood (PP), un network di cliniche abortiste attive in tutto il mondo, vendeva parti di bambini abortiti e praticava l’aborto a nascita parziale (clicca qui e qui).
Ora gli investigatori del CMP hanno scoperto che i bambini abortiti - in alcuni casi - non erano abortiti affatto, ma erano vivi e venivano poi uccisi per rivenderne tessuti e organi. Ciò si spiega perché più il feto è maturo come età gestazionale, più è formato e quindi tessuti e organi si trovano in uno stadio migliore di sviluppo. E dunque più i tessuti e gli organi sono sviluppati maggiore sarà il ricavo.
In un nuovo video, sempre girato di nascosto, gli uomini sotto copertura del CMP hanno raccolto la testimonianza di Perrin Larton, uno dei principali responsabili di Advanced Bioscience Resources Inc. Lasciamo la penna al CMP per spiegare cosa sia questa società per azioni:
«L’Advanced Bioscience Resources, Inc. (ABR) è probabilmente il più grande grossista negli Stati Uniti di parti del corpo fetale abortito. Con sede nell’area della baia est di San Francisco ad Alameda, in California, ABR, sin dalla sua fondazione nel 1989, ha svolto attività di intermediazione per decine di milioni di dollari in transazioni relative a parti del corpo di bambini appena abortiti. Le entrate annuali di ABR sono ricomprese tra 1,1 e 1,5 milioni di dollari, tutte entrate provenienti dalla vendita di organi e tessuti fetali appena abortiti. ABR guadagna raccogliendo e acquistando da cliniche per l’aborto presenti in tutto il Paese, inclusi diversi mega-centri di Planned Parenthood, minuscoli fegati, polmoni e cervelli prelevati da feti sani uccisi a 4, 5 e 6 mesi di gestazione e rivendendo le parti del corpo ai laboratori di ricerca finanziati dai contribuenti a prezzi enormi. I clienti di ABR, come Food and Drug Administration [è l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, dipendente dal Dipartimento della salute e dei servizi sociali degli Stati Uniti d’America, ndr] e gli Istituti nazionali della salute che fanno capo al Dipartimento federale della salute e dei servizi sociali, usano le parti del bambino abortito in tarda età per ogni tipo di sperimentazione demoniaca, anche trapiantando organi, tessuti e cellule in roditori per creare i cosiddetti “Topi umanizzati”».
Dunque, Perrin Larton della Advanced Bioscience Resources, nel video del CMP, ammette di essere a conoscenza di casi in cui vi erano bambini con cuore battente destinati alla dissezione. A confermare le parole di Larton, c’è anche la testimonianza sotto giuramento della dottoressa Deborah Nucatola, ex direttore senior dei servizi medici per Planned Parenthood, la quale, volendo escludere che PP uccidesse bambini nati vivi, sostiene che gli interventi abortivi venivano praticati solo su feti non “viable”, ossia che non potrebbero sopravvivere, indicando però alcuni criteri per stabilire la possibilità di sopravvivenza alquanto incerti come il peso fetale e la salute del nascituro.
Nel gennaio del 2017 il Congresso pubblicò un corposo report che forniva ampie prove che Planned Parenthood era immischiata in questa compravendita di tessuti e organi fetali. Ma la procedura per incriminare PP si arenò, a motivo dell’orientamento filo abortista di alcuni giudici. A causa di ciò nel settembre di quello stesso anno 18 parlamentari scrissero al ministro della Giustizia affinché si proseguisse nell’inchiesta giudiziaria. Poco o nulla si mosse. E allora nel giugno del 2019 ben 67 membri del Congresso scrissero una lettera al procuratore generale William Barr e al direttore dell’FBI Christopher Wray chiedendo lumi sul perché tutta la vertenza giudiziaria fosse ancora in stallo. Ma anche in questo caso nulla successe. Anzi, gli investigatori sotto copertura del CMP finirono davanti ad un giudice per rispondere dei danni causati a PP (clicca qui e qui). Tanto per comprendere come le lobby abortiste siano assai potenti e capaci di infiltrarsi nei piani più alti della magistratura statunitense.
Tommaso Scandroglio
https://lanuovabq.it/it/traffico-di-feti-abortiti-e-non-solo-spunta-un-nuovo-video
Crisi denatalità. No fede, no figli
Il rapporto Istat 2020 dipinge un quadro molto cupo dal punto di vista demografico per l'Italia. Aggravato sì dalla pandemia, ma il problema viene da molto più lontano. Non c'è dubbio che la denatalità ha accompagnato il processo di secolarizzazione. Anche la Chiesa deve capirlo: il problema è la fede, non le questioni sociali.
10.000 figli in meno. Questo il prezzo demografico che, in aggiunta a quelli sanitari ed economici, la pandemia potrebbe comportare per il nostro Paese. L’inquietante profezia si trova a pagina 261 del Rapporto annuale 2020 Istat diffuso venerdì. Si tratta di un corposo documento che va ad esplorare vari ambiti, a partire naturalmente da quelli economici e lavorativi, e che sul finire delle poco meno di 300 pagine di cui è composto contiene una previsione sull’aggravarsi della denatalità che sarebbe eufemistico definire cupa.
«Recenti simulazioni, che innanzitutto tengono conto del possibile condizionamento delle scelte riproduttive derivante dal clima di incertezza e paura associato alla pandemia in atto», si legge nel Rapporto, «evidenziano un suo primo effetto sulla riduzione delle nascite nell’immediato futuro». Questo calo, continua l’Istat, «dovrebbe mantenersi nell’ordine di poco meno di 10 mila unità, ripartite per un terzo nel 2020 e due terzi nel 2021, con un calo della natalità dello 0,84% nel 2020, rispetto al 2019, e un ulteriore calo dell’1,3% nel 2021».
Per quanto questi numeri siano esito di «simulazioni», c’è purtroppo da temerli realistici. Anche perché sono allineati ad un quadro internazionale tutt’altro che roseo: un recente rapporto del Brookings Institution, centro di ricerca con oltre un secolo di storia, ha stimato che gli Usa pagheranno demograficamente la pandemia con un calo di nascite tra le 300.000 e le 500.000 unità; in Giappone i tassi di fertilità sono precipitati al livello più basso degli ultimi 12 anni e la Corea del Sud, che pure ha gestito l’emergenza sanitaria in modo esemplare riportando finora meno di 300 vittime, si trova con un deprimente 1.1 figli per donna ad essere il Paese del globo dove la natalità è più bassa.
Ma torniamo all’Italia che, dice l’Istat, rischia di scontare un «condizionamento delle scelte riproduttive derivante dal clima di incertezza e paura associato alla pandemia in atto». Considerazioni plausibili? Probabilmente sì, nel senso che il clima di incertezza attuale di certo non favorisce progetti familiari né lascia immaginare, a breve, una nuova primavera demografica. Dunque è verosimile che in questo 2020 le culle, già semideserte, potranno ulteriormente svuotarsi. Tuttavia, ecco il punto, sarebbe troppo semplice – e anche troppo comodo – addossare la responsabilità di tutto al Covid-19.
Non possiamo infatti dimenticare quale sia la situazione dell’Italia, ovvero di un Paese sotto il decisivo tasso di sostituzione - pari a 2.1 figli per donna - dal lontano 1977, in cui dal 1993 i morti hanno superato i vivi e in cui dal 2008 al 2018 il calo delle nascite è stato di 140.000 unità, con il risultato neppure di una denatalità bensì, ormai, di un principio di spopolamento. Questo, beninteso, non significa che i 10.000 nati in meno previsti dall’Istat non ci saranno; significa però che l'«incertezza e paura associato alla pandemia in atto» c’era già da prima. Da quando? Da quando, come Paese, abbiamo imboccato la strada della secolarizzazione pagando un prezzo altissimo anche se non monetario: quello della speranza.
Lo dimostra in modo chiaro il parallelismo con il Dopoguerra, a più riprese evocato come termine di paragone con quel che ci aspetta dopo la pandemia. Ebbene, è vero: dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’Italia era in macerie e del welfare non esisteva neppure l’ombra. Eppure, nel 1946 nacquero 1.036.098 bambini, più del doppio dei 435.000 nati del 2019, quando il Covid-19 era ancora percepito come un problema cinese. Com’è possibile? Semplice: quell’Italia del 1946, benché per lo più ridotta in stracci, aveva speranza. Ed aveva speranza non perché avesse chissà quali certezze nel futuro, ma perché aveva fede.
Che le cose stiano in questi termini è dimostrato dalla differenza che ancora oggi si osserva tra famiglie religiose – quale che ne sia il credo – e unioni familiari laiche: le prime fanno più figli delle seconde, spesso anche molti di più. Ecco che allora il rimedio al clima d’«incertezza e paura associato alla pandemia in atto» - per superare il quale all’Italia serve senza dubbio un governo meno disastroso di quello in carica – non può che passare da quella riscoperta della religione di cui, a ben vedere, qualche vagito si è registrato negli ascolti televisivi record di Messe e Rosari di questa primavera.
Certo, nel frattempo la Chiesa deve fare la Chiesa. Appare infatti impensabile una rinascita religiosa se quelli che ne potrebbero essere i principali artefici seguiteranno a soffermarsi su tutt’altri temi, dalla questione migratoria a quella ambientale, dalla lotta alla povertà a quella alle mafie. Tutte questioni rilevanti, per carità. Ma l’Italia, per tornare a guardare avanti, ha bisogno anzitutto di guardare in Alto. E solo alla Chiesa spetta l’onere e l’onore di operare affinché questo accada. Perché, come gli studi demografici dimostrano, la fede non è affatto una questione solo privata. Ha riflessi sociali che riguardano tutti e che, nel caso dell’Italia, possono segnare la differenza tra l’estinzione e la rinascita.
Giuliano Guzzo
https://lanuovabq.it/it/crisi-denatalita-no-fede-no-figli
«Consacrate i bambini al Mio Cuore Immacolato»
Ci attendono tempi duri, l'umanità è sotto attacco, specialmente i bambini che sono il bersaglio preferito di questo mondo che rifiuta Dio. Ma chi ha la fede di Maria conosce la strada per la salvezza: consacrarsi a Dio attraverso Sua Madre. Così la vita si trasforma in un pezzo di Cielo e il trionfo del Suo Cuore Immacolato può iniziare già ora. Il 7 luglio parte il breve Cammino di Consacrazione dei bambini (e famiglie) al Cuore di Maria, ecco come tutti possono partecipare.
Giovedì 16 luglio, giorno della Madonna del Carmelo, si terrà una nuova Festa di Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, tutta dedicata ai bambini. L’idea, nata in un gruppo di preghiera dei piccoli in tempo di coronavirus (leggi qui), ora diventa un invito esteso a tutti i bambini, e alle famiglie, che desiderano affidarsi completamente alla Madre di Dio.
A tal proposito, l’atto di Consacrazione (16 luglio) sarà preceduto da una semplice Novena (7-15 luglio) attraverso cui i bambini saranno preparati con canti, storie e tante sorprese, ad entrare nel bellissimo Cuore di Maria, a conoscerlo e ad amarlo. Mentre il momento della Consacrazione sarà come una festa, piena di gioia, in cui la Madonna stessa accompagnerà ogni figlio a dire il proprio “Sì” a Dio.
Ma cosa significa consacrare i bambini al Cuore Immacolato di Maria e perché decidere di farlo? A ben vedere, l’idea nasce dal Cuore stesso di Maria. La Madonna, infatti, apparendo più volte sulla terra, ha messo in guarda sui tempi che verranno: “Le prove saranno sempre più dure – ha detto – e l’umanità stessa sarà in pericolo”. Allo stesso tempo però la Madre di Dio viene dal Cielo per mostrare a tutti i suoi figli la strada della salvezza: consacrare e offrire la propria vita a Dio, attraverso il Suo Cuore Immacolato.
Ebbene, chi ha la grazia di vivere vicino ai bambini si accorge, forse più degli altri, che le parole profetiche di Maria sono già realtà. Siamo in un mondo sempre più difficile, che tratta i più piccoli con crescente ostilità e che fa di tutto per allontanare l’uomo, sin da bambino, dall’incontro con la Verità.
Dalla distruzione della famiglia, al dilagare delle dipendenze tra i più piccoli, ai veri e propri scandali sulla pedofilia, i recenti fatti di cronaca (leggi qui e qui), non fanno che confermare il violento attacco che il mondo sta sferrando contro i bambini, simbolo per eccellenza dell’innocenza, nonché specchio pulitissimo del Cuore di Gesù.
Eppure, chi ha la fede di Maria ha una certezza ancor più grande: esiste una compagnia che vince ogni male, anche il peggiore, e che rende la vita un’avventura straordinariamente bella. È la compagnia reale di Gesù Cristo alla vita di ogni creatura, cioè l’inizio del Paradiso in terra!
In questo senso, l’incredibile diffusione di testimonianze di santità tra i bambini (leggi qui, qui e qui) dimostrano che i tempi di prova, per quanto duri, non limitano ma, al contrario, aumentano le vittorie e la Gloria di Dio.
Perciò, consacrare ogni bambino al Cuore Immacolato di Maria è come mettere un sigillo sopra di lui. Della Consacrazione è la Madonna stessa che dice: “Questo bambino ora è Mio, a lui ci penserò io, in tutto e per sempre!”. Attraverso la Consacrazione, la Madonna mette nelle mani dei suoi piccoli lo scudo della Fede, che è l’unica arma capace di superare ogni prova, anche la più dura, e di condurre alla Salvezza eterna.
Come ogni atto che viene dal Cielo, il miracolo che avviene durante l’atto di Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria non si può comprendere né subito né pienamente. Ma di certo, giorno dopo giorno, sarà la Madonna stessa che svelerà personalmente, ad ogni bambino consacrato, le meraviglie che Dio vuole operare nella sua vita.
La modalità di partecipazione, alla Novena e alla Consacrazione, è molto semplice, poiché prevede un breve momento di preghiera guidato e condiviso con tutti i bambini insieme, in diretta, sulla piattaforma Zoom. Il cammino si svolgerà a partire dal 7 sino al 16 luglio, giorno della Consacrazione. Ogni sera, in collegamento alle ore 20:00. Per l’iscrizione (completamente libera e gratuita), basterà mandare una mail con i nominativi dei partecipanti e il numero di cellulare di riferimento a preghiera.bambini@gmail.com
Costanza Signorelli
https://lanuovabq.it/it/consacrate-i-bambini-al-mio-cuore-immacolato
Il Cardinale Ciappi, il teologo di papi, da Pio XII a Giovanni Paolo II (all’inizio del suo pontificato): “Il Terzo Segreto dice che la grande apostasia nella Chiesa inizia dal suo vertice. La conferma ufficiale del segreto de La Salette (1846): “La Chiesa subirà una terribile crisi. Essa sarà eclissata. Roma (il Vaticano) perderà la fede e diventare la sede dell’Anticristo “.
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