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lunedì 6 luglio 2020

L’anticamera di una nuova dittatura

Ddl omofobia, parla Meluzzi: “Attenti, dopo il Covid rischiamo un’altra dittatura”

Rilancio una interessante intervista di Americo Mascarucci al professor Alessandro Meluzzi, psichiatra, scrittore e opinionista televisivo, apparsa su Lo Speciale.
                      psichiatra, scrittore e opinionista televisivo
psichiatra, scrittore e opinionista televisivo
Il popolo del Family Day è pronto a scendere in piazza contro il Ddl Zan-Scalfarotto proprio come fece contro il Ddl Cirinnà sulle unioni civili. Anche secondo lei questa legge è l’anticamera di una nuova dittatura?
“Ritengo sempre molto pericolosa l’introduzione di leggi che vanno a punire i reati di opinione, perché non si può processare il libero pensiero nelle aule dei tribunali. Ancora di più quando ci si trova di fronte a questioni che per natura comportano divergenze di vedute e di opinione. Ora, pensare che la famiglia naturale sia una sicurezza per i bambini, o pensare che al contrario sia un danno, sono due posizioni antitetiche che non possono essere ricondotte ad un’unica visione. Pensare di punire tutti coloro che considerano la famiglia formata da un padre e una madre un bene per i figli e si battono contro l’affermazione di diverse forme di unione, è una cosa aberrante. Sebbene il diritto positivo ci abbia giustamente insegnato a separare le questioni di fede dal campo della giurisdizione pubblica, è però altrettanto vero che continua a persistere un diritto naturale che da sempre regola l’umanità, secondo il quale c’è una vita che si genera dall’incontro di due persone di sesso diverso. Pensare di sanzionare la difesa di un principio naturale prima ancora che etico, è un qualcosa che forse non si è visto neanche nei regimi totalitari. Siamo di fronte ad una questione che riguarda la civiltà del diritto, il bene stesso dell’umanità, dello Stato e della legge, e quindi credo che sia necessaria una mobilitazione democratica”.
Che tipo di mentalità riscontra da psichiatra dietro questa volontà di punire chi non accetta l’ideologia gender?
“Parlerei di una mentalità totalitaria da parte di minoranze che in quanto tali pretendono di imporre le loro opinioni con il ricorso ad esperienze storiche del passato. Ci vedo dietro la teoria delle minoranze attive, che fu anche alla base del fascismo, e che trae origine dal principio di Pareto, secondo il quale il 20% delle cause provoca l’80% degli effetti. In questo caso però direi che l’affermazione di dette teorie è soprattutto favorita da una colpevole inerzia culturale delle società liberali che non sono state capaci di resistere abbastanza”.
Bisognava intervenire prima? Ci sono responsabilità circa una sottovalutazione del pericolo?
“Ci sono responsabilità intellettuali evidenti, ma anche una certa arrendevolezza da parte delle istituzioni di carattere morale come la Chiesa, oltre ad una debolezza del mondo delle famiglie che si sono troppo spesso piegate ad una dittatura delle minoranze. Poi vedo colpe gravissime in alcune istituzioni dello Stato, nei partiti, ma non tutto è perduto. Penso anzi che la battaglia, quella vera, cominci adesso”.
Come si può reagire arrivati a questo punto?
“Dobbiamo arrivare, se necessario, al boicottaggio degli atti amministrativi, alla disobbedienza civile, a tutte quelle forme che fanno parte di una resistenza gandhiana al male”.
Anche a forme estreme come farsi arrestare disobbedendo civilmente?
“Esattamente, ma non solo: se necessario, per difendere la propria libertà di pensiero, io sarei pronto anche a forme ancora più estreme tipo quelle praticate dai bonzi birmani, come quelle dei cecoslovacchi a Praga, come quelle messe in atto da tutti coloro che si sono battuti contro il nazismo, il comunismo e i totalitarismi della storia. Altro che antifa, il vero antifascismo oggi passa da qui”.
Non è un paradosso che si debba minacciare il ricorso a forme estreme di resistenza contro una legge che nasce con il pretesto di combattere delle presunte discriminazioni?
“Qui non si combatte nessuna discriminazione, perché le discriminazioni sono già punite dal codice penale che prevede una serie infinita di reati contro chi discrimina sotto varie forme. Con questo Ddl si vogliono punire le opinioni contrarie e la possibilità di esprimersi. Si viene ad aprire una deriva dagli esiti inimmaginabili, rischiamo davvero di ritrovarci in una società degli incubi dove il concetto di democrazia diventa l’arma per imporre forme di dittatura. Una di quelle buone intenzioni di cui è lastricata la via che conduce a Satana”.
Siamo appena usciti da due mesi e mezzo di quarantena obbligatoria. Qualcuno ha detto che si rischia di passare dalla dittatura anti-Covid alla dittatura pro gender. E’ d’accordo?
“Secondo me il coronavirus e le restrizioni sanitarie sono servite a preparare il terreno per cambiare la società con l’arma della paura. Le dico la verità, quando nel ’68 stavo in piazza a tirare le pietre e a contestare il sistema, non avrei mai immaginato che un domani lo Stato sarebbe arrivato ad imporre le mascherine a milioni di persone. Invece oggi abbiamo la prova che le dittature possono manifestarsi sotto varie e diverse forme e in maniera del tutto imprevedibile ed inaspettata”.
Di Comelli Lucia
“Papa Francesco indagato con Ddl Zan”/ Socci “non potrà dire ‘no gay in seminario’”

Antonio Socci “se passa il Ddl Zan, anche Papa Francesco rischia di essere indagato”: le frasi “incriminate” su gender, Lgbt, gay del Santo Padre


Papa Francesco (LaPresse, 2020)

«Se passa il Ddl Zan, la legge contro l’omotrasnfobia, Papa Francesco rischia di essere indagato»: a tuonare dalle colonne di Libero Quotidiano è Antonio Socci, giornalista cattolico spesso in polemica con il Pontificato di Bergoglio ma oggi intento a sottolineare tutti i rischi e i pericoli per la libertà di espressione«C’è chi in Vaticano si pone con inquietudine una domanda: perfino il Papa potrebbe domani essere inquisito – in via di principio – in base alla legge appena presentata in Parlamento sull’omotransfobia?». Non solo, per Socci il rischio vi sarebbe anche per preti, vescovi e fedeli che ne riportino il magistero: il Governo sostiene che non vi sono timori per la libertà di parola, eppure il Cardinal Ruini e il Senatore Quagliariello sostengono il contrario, «nel Ddl Zan chi esprime un’opoinione senza usare violenza e offendere può essere incriminato […] è un tipico esempio di dittatura del relativismo», spiega il cardinale citando Papa Ratzinger.


Secondo il giornalista di Libero, «la fattispecie dei reati, in questo Ddl, è così generica che la critica – per esempio – al matrimonio omosessuale o alla teoria del genere o ad altre richieste Lgbt, potrebbe domani essere impugnata e giudicata come “discriminazione” o “istigazione all’odio”». Tra i punti maggiormente delicati (e criticati) dall’opposizione riguarda il carcere per le discriminazioni e anche, in caso di messa alla prova dell’imputato, che il lavoro di pubblica utilità «potrà essere svolto presso associazioni Lgbt».

LE FRASI “INCRIMINATE” DEL PAPA

Secondo Socci il forte timore è che non sia chiaro dover inizi la libertà di critica e dove invece sia istigazione all’odio: secondo il relatore della legge anti-omofobia Alessandro Zan quel limite non è a rischio, per Ruini e Socci invece è proprio quello il punto nodale. E così il giornalista ex Sabato pubblica su Libero diverse frasi dette da Papa Francesco lungo il corso del Pontificato dal 2013 ad oggi sui temi “delicati” e normati dalla prossima legge Zan: «La Chiesa, pur rispettando le persone in questione, non può ammettere al seminario e agli ordini sacri coloro che praticano l’omosessualità, presentano tendenze omosessuali profondamente radicate o sostengono la cosiddetta cultura gay», spiegava il Pontefice, ribadendo poi all’assemblea generale della Cei il 23 maggio 2018 «Se c’è il dubbio di omosessualità, meglio non far entrare un ragazzo in seminario. Se avete anche il minimo dubbio, è meglio non farli entrare».
Per Socci altre frasi secondo cui il Papa “rischia” di essere intaccato dalla legge in discussione in Parlamento riguardano ancora l’ordinazione sacerdotale: «Sarebbe gravemente disonesto che un candidato occultasse l a propria omosessualità per accedere, nonostante tutto all’ordinazione. Un atteggiamento così inautentico non corrisponde allo spirito di verità, di lealtà, e di disponibilità che deve caratterizzare la personalità di colui che ritiene di essere chiamato a servire Cristo». Nell’Amoris Laetitia il Papa infine scriveva «Un’altra sfida emerge da varie forme di un’ideologia, genericamente chiamata gender, che nega la differenza e la reciprocità naturale di uomo e donna. Essa prospetta una società senza differenze di sesso, e svuota la base antropologica della famiglia. Questa ideologia induce progetti educativi e orientamenti legislativi che promuovono un’identità personale e un’intimità affettiva radicalmente svincolate dalla diversità biologica fra maschio e femmina». Ecco, conclude Socci, d’ora in poi «si potranno dire ancora queste cose?».

S.E. Mons. Crepaldi: «La legge contro omofobia mette a rischio la libertà di espressione»

S.E. Mons. Giampaolo Crepaldi, vescovo di Trieste
S.E. Mons. Giampaolo Crepaldi, vescovo di Trieste

Di seguito il testo della nota letta dall’Arcivescovo mons. Giampaolo Crepaldi al termine della Santa Messa celebrata oggi nella chiesa di Nostra Signora di Sion:
Dopo un periodo di calma relativa, in questi ultimi giorni sono tornati a crescere i contagi da COVID-19 nella nostra Città di Trieste. Avverto il dovere di un richiamo a comportamenti responsabili nel rispetto di se stessi e degli altri con l’osservanza di quelle norme igienico-sanitarie che tutti conosciamo. 
In ricordo delle vittime di COVID-19 della nostra Città si terrà nella Cattedrale di San Giusto il 15 di luglio alle ore 21 un Concerto con l’esecuzione della partitura Le ultime Sette parole di Cristo sulla croce di Franz Joseph Haydn eseguita dall’Orchestra da Camera del Friuli Venezia Giulia diretta dal M° Romolo Gessi. Vi attendo per questo momento che vuole essere anche di preghiera. 
Desidero esprimere tutta la mia preoccupazione a riguardo del Disegno di Legge di contrasto all’omofobia e alla transfobia, fortemente criticato dalla CEI in maniera tempestiva e chiara, ma anche da altri tra cui conosciute femministe, perché si tratta di un’iniziativa legislativa che mette a rischio la libertà di espressione. In nome di alcune idee si ritiene di criminalizzare idee diverse. Se si concede la possibilità di censurare giuridicamente e penalmente non delle offese, ma semplicemente delle opinioni e delle verità di ordine antropologico e morale diverse da quelle dei proponenti il Disegno di legge, come per esempio la differenza fra uomo e donna, allora veramente la nostra libertà  – quella di tutti, non solo quella dei cattolici – è in pericolo. Si tratta di un disegno pretestuoso che va contrastato con forza.
Esprimo tutta la mia personale soddisfazione per come si è positivamente risolta la questione che riguardava il Presidente dell’Autorità Portuale che ora, tornato al suo posto, può riprendere con rinnovato impegno il suo lavoro tanto prezioso e importante per lo sviluppo presente e futuro della nostra Trieste.
Ritengo di interpretare l’amarezza di tantissime persone quando hanno saputo dagli stessi genitori che continua a sfumare in un mare di colpevoli ombre la verità sulla morte di Giulio Regeni, un ragazzo che studiò nel nostro liceo Petrarca. Ai genitori va l’assicurazione della nostra solidale vicinanza e della nostra preghiera.
+Giampaolo Crepaldi
5 luglio 2020
Di Annarosa Rossetto

ARTICOLO 26 per la libertà di pensiero e di educazione: NO al Ddl Zan-Scalfarotto

Associazione Articolo 26 logo
Articolo 26, associazione nazionale di genitori a sostegno del ruolo educativo della famiglia, aderisce alla mobilitazione #Restiamoliberi che nei prossimi giorni vedrà presenti in molte piazze italiane migliaia di persone in dissenso verso la proposta di legge Zan-Scalfarotto, il cui testo depositato non lascia dubbi sulla concreta minaccia per le libertà di pensiero, di espressione e di educazione che questa legge, se approvata, rappresenterebbe.
Poiché qualsiasi tipo di violenza verso chiunque è già sanzionata dal Codice Penale, che prevede anche circostanze aggravanti, l’introduzione della punibilità fino alla detenzione per chi istiga a commettere o commette atti di discriminazione fondati sul genere, sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere – concetti su cui è in essere un serio dibattito scientifico e culturale – introdurrebbe di fatto un vero e proprio reato di opinione, esponendo al rischio di essere denunciati e sottoposti a processo genitori, insegnanti, psicologi e pedagogisti che solo ritenessero fondamentale per i bambini il riferimento alla differenza tra uomo e donna e la presenza di un padre e di una madre.
Per una sana educazione il pluralismo va difeso, non annichilito attraverso l’introduzione di un clima di sospetto e la conseguente paura di esprimere le proprie opinioni. Ricordiamo ai nostri politici che la libertà di educazione dei genitori è un diritto fondamentale riconosciuto dalla Dichiarazione dei Diritti Umani, nata sulla cenere dei più terribili totalitarismi.
Come genitori e cittadini chiediamo che la politica prenda coscienza dei pericolosissimi risvolti di questa proposta di legge che ci auguriamo il Parlamento non approvi. Per questo manifesteremo pubblicamente nelle piazze organizzate nei prossimi giorni il nostro civile dissenso, per garantire le libertà fondamentali di tutti, anche di chi non la pensa come noi.
Di Comelli Lucia

PER LA VOSTRA E LA NOSTRA LIBERTÀ. CONTRO IL DDL LIBERTICIDA ZAN.

6 Luglio 2020 Pubblicato da  


Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, ci sembra giusto e utile tenere viva l’attenzione sul Disegno di Legge liberticida in discussione in Parlamento, il DDL San-Scalfarotto-Boldrini contro – dicono – l’omotransfobia e il misoginismo, cioè delle specie giuridiche così vaghe e inafferrabili che possono essere di pretesto per colpire chiunque e qualunque affermazione. Ieri ne ha parlato in un comunicato un vescovo che come sapete apprezziamo molto, mons. Crepaldi di Trieste, che in una nota pubblicata sul sito della diocesi ha scritto fra l’altro: 
Desidero esprimere tutta la mia preoccupazione a riguardo del Disegno di Legge di contrasto all’omofobia e alla transfobia, fortemente criticato dalla CEI in maniera tempestiva e chiara, ma anche da altri tra cui conosciute femministe, perché si tratta di un’iniziativa legislativa che mette a rischio la libertà di espressione. In nome di alcune idee si ritiene di criminalizzare idee diverse. Se si concede la possibilità di censurare giuridicamente e penalmente non delle offese, ma semplicemente delle opinioni e delle verità di ordine antropologico e morale diverse da quelle dei proponenti il Disegno di legge, come per esempio la differenza fra uomo e donna, allora veramente la nostra libertà  – quella di tutti, non solo quella dei cattolici – è in pericolo. Si tratta di un disegno pretestuoso che va contrastato con forza.

***

 Da ProVita e Famiglia, di Antonio Brandi e Jacopo Coghe, riceviamo queste righe che condividiamo: 
Tra alcuni giorni scenderemo in piazza per dire “No” al progetto di legge liberticida sull’omotransfobia in discussione al Parlamento. Migliaia di persone in tutta Italia si uniranno alla campagna #restiamoliberi, mobilitandosi in 100 città diverse.

Elenco città – luoghi e orari

Queste manifestazioni sono diventate ancora più urgenti dopo che – pochi giorni fa – è stato presentato alla Commissione Giustizia della Camera il testo unificato delle proposte di legge contro l’omotransfobia. Il progetto conferma e aggrava tutti i timori già espressi: punirebbe le idee e le iniziative per la famiglia naturale e obbligherebbe i bambini nelle scuole (perfino all’asilo e alle elementari!) a celebrare il transgenderismo e le teoria di genere…
Le manifestazioni sono aperte a tutti i cittadini: trova la tua città (o quella più vicina) insieme al luogo e all’orario della manifestazione in questo elenco delle città.
 (Ti consigliamo di consultare la lista frequentemente perché le iniziative sono in continuo aggiornamento)
Segnaliamo che il luogo e la data della manifestazione di Roma sono cambiati: la mobilitazione avrà luogo in Piazza Montecitorio, giovedì 16 luglio alle ore 17.
 Per essere aggiornato sulla campagna e per maggiori informazioni sulle manifestazioni in tutta Italia ti invitiamo a visitare il sito: Restiamoliberi.it
Ti ricordiamo che i progetti di legge anti omotransfobia intendono costringerci a riconoscere come “donna” o “uomo” chiunque affermi di “sentirsi” donna o uomo (“identità di genere”) nonostante qualsiasi evidenza biologica contraria. Una donna che si opponesse all’ingresso di maschi transgender negli spogliatoi femminili potrebbe essere condannata per discriminazione o istigazione alla discriminazione fondata sull’identità di genere (transfobica).
Ieri la Senatrice Maiorino, in un’intervista rilasciata proprio sulle leggi anti omotransfobia, ha qualificato come “propaganda d’odio” un manifesto di Pro Vita & Famiglia contro l’utero in affitto su cui era scritto “Due uomini non fanno una madre”. Ti rendi conto? Se una frase in difesa della famiglia naturale è “propaganda d’odio” per i promotori delle leggi anti omotransfobia, cosa potrà essere interpretato come “istigazione alla discriminazione”? In verità, in un reato così ampio si può far rientrare qualsiasi comportamento o espressione sgradita all’ideologia dominante.
Manifesta anche tu per la libertà: non vogliamo una dittatura arcobaleno! #RestiamoLiberi!

***

Intanto Jacopo Coghe ci informa su Facebook che
Con il flashmob di ieri è inziata la campagna #Restiamoliberi che nel mese di luglio vedrà scendere in piazza 100 città in tutta Italia contro la deriva liberticida della proposta di legge Zan sull’omotransfobia.
Restiamo liberi di esprimerci
Restiamo liberi di educare
Restiamo liberi di pensare
Cerca la piazza più vicina a te su www.restiamoliberi.it
P.s. A Roma scenderemo in piazza il 16 luglio alle 17 in Piazza Montecitorio

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