ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 6 luglio 2020

Mysterium non fidei

Il mistero sulla frase del Papa cancellata all'ultimo momento

Il Papa ieri avrebbe dovuto prendere posizione su Hong Kong. Ma quella frase non è mai stata pronunciata. "Giallo" geopolitico tra le mura leonine

Il Papa ha evitato di leggere una parte di discorso che avrebbe riguardato da vicino la situazione di Hong Kong. Questo, in sintesi, è il retroscena che circola in queste ore.


La fonte che ha raccontato il tutto è Stilum Curiae, il blog gestito dal vaticanista Marco Tosatti. Il non detto di questa vicenda è chiaro: Jorge Mario Bergoglio, che è il pontefice che ha contratto un "accordo provvisorio" della durata biennale con la Repubblica popolare cinese, avrebbe scelto da che parte stare, e cioè non contro il "dragone". Ma non esiste una conferma del fatto che il Santo Padre avesse previsto di prendere posizione in merito a quello che sta accadendo nel territorio autonomo.
Il vescovo di Roma è per il multilateralismo diplomatico. E il cosiddetto "fronte tradizionale" ha spesso attaccato il pontefice argentino per la linea sulla Cina. I tradizionalisti ritengono che la Santa Sede non si sarebbe dovuta accordare con Xi Jinping. Il patto prevede però che il Papa sia riconosciuto quale autorità religiosa legittima. E Francesco, in questi primi due anni, ha potuto anche nominare vescovi ed istituire nuove diocesi. La questione è insomma molto discussa. Una delle tante che divide la Chiesa cattolica ai giorni nostri. Tra i contrari all'"accordo provvisorio", vale la pena citare il cardinale Joseph Zen, ex arcivescovo di Hong Kong. Quella del cardinale Zen è una vera e propria battaglia, con più di qualche accento sull'incompatibilità tra la dottrina cristiano-cattolica e l'ideologia comunista. Zen pensa che la Chiesa cattolica, più che stringere patti, dovrebbe confidare nella caduta del comunismo, per poter recitare in seguito un ruolo nella ricostruzione cinese. In Santa Sede, invece, hanno un'altra visione. Ma cosa avrebbe dovuto dire papa Francesco secondo il blog sopracitato?
Il blog di Marco Tosatti ha riportato un virgolettato che vale la pena citare per intero: "In questi ultimi tempi, ho seguito con particolare attenzione e non senza preoccupazione lo sviluppo della complessa situazione a Hong Kong, e desidero manifestare anzitutto la mia cordiale vicinanza a tutti gli abitanti di quel territorio. Nell’attuale contesto, le tematiche trattate sono indubbiamente delicate e toccano la vita di tutti; perciò è comprensibile che ci sia una marcata sensibilità al riguardo. Auspico pertanto che tutte le persone coinvolte sappiano affrontare i vari problemi con spirito di lungimirante saggezza e di autentico dialogo. Ciò esige coraggio, umiltà, non violenza e rispetto della dignità e dei diritti di tutti. Formulo, poi, il voto che la vita sociale, e specialmente quella religiosa, si esprimano in piena e vera libertà, come d’altronde lo prevedono vari documenti internazionali. Accompagno con la mia costante preghiera tutta la comunità cattolica e le persone di buona volontà di Hong Kong, affinché possano costruire insieme una società prospera e armoniosa". Parole che non sono state proferite durante la giornata di ieri.
Non esistono dubbi sul fatto che il Vaticano, attraverso il pontificato dell'ex arcivescovo di Buenos Aires, abbia fatto dei passi in avanti in direzione della pacificazione tra i cattolici e la Cina. La base cattolica - anche quella italiana - non è tutta concorde sulla bontà dell'operazione. Dopo due anni, le parti avevano previsto di aggiornarsi sul reale funzionamento dell'"accordo provvisorio". Ma la pandemia non ha consentito alla Santa Sede ed alla Cina di poter verificare come siano andate le cose. Circola una voce secondo cui il patto sarà tacitamente prolungato al fine di una verifica effettiva. L'interpretazione del perché Bergoglio abbia optato per saltare quel passaggio può variare, ma i conservatori sostengono che Jorge Mario Bergoglio non abbia voluto infastidire l'esecutivo cinese. Per quanto dalla Santa Sede - giusto rimarcarlo - non siano arrivate comunicazioni ufficiali sul fatto che quel virgolettato dovesse far parte del discorso domenicale del Santo Padre.
Un discorso che alcuni giornalisti avrebbero però avuto modo di leggere in anteprima, nonostante l'embargo. La lettura degli "anti-bergogliani" è chiara: Francesco ha preferito il politicamente corretto. Per tutti gli altri, questa storia può rimanere sul piano del "giallo Vaticano".
Perché il papa non vuole parlare di Hong Kong?

Talvolta le cose che non accadono sono più significative di quelle che accadono. Ieri, secondo quanto anticipato dalla Sala stampa vaticana ai giornalisti, il papa avrebbe dovuto pronunciare, nel corso del suo discorso all’Angelus queste parole:
In questi ultimi tempi, ho seguito con particolare attenzione e non senza preoccupazione lo sviluppo della complessa situazione a Hong Kong, e desidero manifestare anzitutto la mia cordiale vicinanza a tutti gli abitanti di quel territorio. Nell’attuale contesto, le tematiche trattate sono indubbiamente delicate e toccano la vita di tutti; perciò è comprensibile che ci sia una marcata sensibilità al riguardo. Auspico pertanto che tutte le persone coinvolte sappiano affrontare i vari problemi con spirito di lungimirante saggezza e di autentico dialogo. Ciò esige coraggio, umiltà, non violenza e rispetto della dignità e dei diritti di tutti. Formulo, poi, il voto che la vita sociale, e specialmente quella religiosa, si esprimano in piena e vera libertà, come d’altronde lo prevedono vari documenti internazionali. Accompagno con la mia costante preghiera tutta la comunità cattolica e le persone di buona volontà di Hong Kong, affinché possano costruire insieme una società prospera e armoniosa.
Invece non le ha dette.
Hong Kong, come entità relativamente autonoma dalla Cina, da qualche giorno non esiste più. La relativa quantità di libertà di cui godeva è stata annullata. Questo, nel quadro generale di un mondo in cui la libertà delle persone viene, in modi diversi ma oggettivamente convergenti ad un unico fine, sempre più minacciata e compressa anche in quelle aree (il cosiddetto “mondo occidentale”) in cui fino a tempi recenti essa era relativamente più tutelata. Il timore che tutto il mondo sia spinto da forze potenti e oscure verso un futuro “cinese” non è dunque irragionevole. Parlare di Hong Kong e di libertà, come quel testo mai pronunciato faceva in modo prudentissimo, è dunque necessario. Perché il papa non lo fa?
P.S.: la domanda è reale e non retorica, e desidera rimanere aperta perché sono convinto che in questo momento sia più importante continuare a fare domande, piuttosto che darsi da soli delle risposte che inevitabilmente le chiuderebbero.
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HONG KONG. SE PECHINO METTE IL BAVAGLIO AL PAPA.

5 Luglio 2020 Pubblicato da 25 Commenti


Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, questa mattina il Pontefice avrebbe dovuto pronunciare nel dopo Angelus una riflessione e un’esortazione sulla situazione di Hong Kong. Il bollettino, distribuito ai giornalisti poco dopo le 11.00, riportava queste frasi:
In questi ultimi tempi, ho seguito con particolare attenzione e non senza preoccupazione lo sviluppo della complessa situazione a Hong Kong, e desidero manifestare anzitutto la mia cordiale vicinanza a tutti gli abitanti di quel territorio. Nell’attuale contesto, le tematiche trattate sono indubbiamente delicate e toccano la vita di tutti; perciò è comprensibile che ci sia una marcata sensibilità al riguardo. Auspico pertanto che tutte le persone coinvolte sappiano affrontare i vari problemi con spirito di lungimirante saggezza e di autentico dialogo. Ciò esige coraggio, umiltà, non violenza e rispetto della dignità e dei diritti di tutti. Formulo, poi, il voto che la vita sociale, e specialmente quella religiosa, si esprimano in piena e vera libertà, come d’altronde lo prevedono vari documenti internazionali. Accompagno con la mia costante preghiera tutta la comunità cattolica e le persone di buona volontà di Hong Kong, affinché possano costruire insieme una società prospera e armoniosa.

Invece poco prima dell’apparizione alla finestra dello studio i giornalisti sono stati avvertiti che la parte relativa a Hong Kong non sarebbe stata pronunciata. Perché?
Non c’è nessuna risposta ufficiale, su questo; e teoricamente, dato che il bollettino è sotto embargo fino al momento in cui è pronunciato, e queste frasi non sono state pronunciate, ufficialmente è come se non esistessero.
Però sono state scritte, e lo si sa; non si sa invece quali pressioni abbia fatto Pechino affinché il Pontefice non ricordasse in mondovisione il dramma dell’ex colonia britannica, anche nei toni più delicati e pacifici che fosse possibile.
Questo episodio getta inoltre una luce se possibile ancora peggiore sul famoso accordo segreto siglato fra Pechino e la Santa Sede. Le cui conseguenze si stanno facendo sentire pesantemente sulla vita di molti cattolici in Cina, a dispetto della propaganda dei mezzi di comunicazione vaticana. Un accordo che rischia di costituire uno dei più clamorosi errori della diplomazia in talare, e del Pontefice che l’ha voluto e avallato, a differenza dei suoi predecessori.
Resta la domanda inevasa: di quali leve dispone Pechino, per mettere il bavaglio al Papa?

IL SITO VATICANO FA COSE STRANE. NELLA FUNZIONE RICERCA.

6 Luglio 2020 Pubblicato da  16 Commenti


Marco Tosatti

Ci sono dei problemi con il sito vaticano, e sui social c’è già chi parla di una specie di censura verso tutto quello che non appartiene al pontificato corrente.
Diverse persone mi hanno segnalato che la ricerca, su frasi e parole fa sì che sembri che molto materiale antecedente il pontificato di papa Bergoglio non sia facilmente rintracciabile. Mi dicono alcuni che il sito di recente ha avuto ristrutturazioni e semplificazioni, per rendere più facile l’uso sugli smartphones, e questo potrebbe avere creato problemi. Altri ipotizzano che proprio per queste ristrutturazioni sia stato creato un canale nuovo di ricerca parallelo al vecchio. Quello che appare certo è che esistono dei problemi e questi vanno segnalati.
Per esempio, se si cerca “Lettera alle donne”, con l’incipit de documento di Giovanni Paolo II, “A voi donne del mondo intero il mio saluto più cordiale…”, o escono documenti di papa Francesco, o c’è questa risposta: forbidden, o escono zero risultati; in un altro caso, selezionando a destra si hanno cinque documenti  ma non la lettera alle donne, e tanto meno con la frase esatta. In pratica la si trova sulla sezione di Giovanni Paolo II, ma solo se si sa dove cercarla.

E questo
Se invece si cerca “omosessuali” , esce questo
E se invece la ricerca è catechismo omosessualità, esce questo.

Altri mi dicono che per esempio è difficile trovare l’ultimo discorso di Benedetto XVI, pronunciato il 28 febbraio 2013; ci si arriva facilmente da Google, digitando data e nome, ma non dal sito vaticano…
Misteri vaticani…Magari si tratta solo di problemi legati al rimescolamento tecnico del sito, ma il clima di sospetto in cui si vive è tale da risvegliare immediatamente attenzioni e timori….

https://www.marcotosatti.com/2020/07/06/il-sito-vaticano-fa-cose-strane-nella-funzione-ricerca/

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