De Palo Luigi, presidente del Forum delle Associazioni Familiari

di Sabino Paciolla

Gigi De Palo è il presidente del Forum delle Associazioni Familiari, un’associazione di associazioni di orientamento cattolico a carattere nazionale, che si propone la promozione di politiche familiari secondo quanto indicato dalla Carta dei diritti della famiglia della Santa Sede.
Me lo ricordo, quando, poco dopo la sua elezione a presidente del Forum, nel gennaio 2016, rilasciò una intervista a Vita.it in cui disse: “Il Family day (del 2007, ndr) è stato uno dei più grandi fallimenti che abbia visto”. E poco prima aveva detto: “La famiglia è un fatto concreto, non un’idea. Ed è stato un errore trasformarla in un concetto astratto, ideologico, identitario”.
Lui al Family day del 2007 aveva preso parte, ma secondo lui quell’adunanza non aveva prodotto nulla, occorreva dunque uscire dalle battaglie “ideologiche” ed essere concreti. Per questo, in quella intervista cambiò la celeberrima frase dostoevskiana “La bellezza salverà il mondo“ in  “la concretezza salverà il mondo”, sottolineando che quella era stata la bussola della sua vita. E già questo mi fece rabbrividire.   Inoltre, per una questione di chiarezza, bisogna ricordare a De Palo che il primo Family day del 2007 fu organizzato principalmente contro i DICO (una specie di legge Cirinnà, ma più debole), cioè cibtro il disegno di legge presentato dal Governo Prodi II l’8 febbraio 2007. E quelli non passarono.  
Quella intervista, che all’epoca criticai sul mio profilo Facebook, mi è venuta in mente quando ho letto la sua intervista apparsa ieri su Avvenire, nella quale esordisce dicendo che “E’ stata scritta una pagina storica della politica italiana. Per la prima volta il dibattito parlamentare sulla famiglia non ha assunto toni ideologici”. Si riferiva alla discussione attorno al ddl Delrio-Lepri, quella sul Family act, una legge delega che per diventare operativa dovrà attendere i decreti attuativi che dovranno essere approvati entro i 12-24 mesi e che prevede, tra l’altro, un assegno per ogni figlio dell’importo al momento imprecisato. 
Come vedete, ancora una volta ha parlato di assenza di “toni ideologici”, e ciò, almeno a prima vista, potrebbe essere considerata una cosa positiva. 
Purtroppo, le cose non stanno così perché è da circa un mese che osservo il sito del Forum delle famiglie e le loro pagine Facebook (nazionali e regionali, ove presenti) e la cosa che mi ha colpito è stata la totale assenza di qualsiasi cenno alla questione della legge sulla omofobia. Un fugace cenno lo troviamo solo sulla pagina facebook del Forum della Puglia, ma sembra quasi un minimo sindacale, un atto dovuto, qualcosa per mettersi la coscienza a posto. 
Probabilmente pensano che la questione della omofobia sia un affare “ideologico”, impostato sullo scontro tra posizioni identitarie, e non sul dialogo, una lotta basata su concetti astratti, e che dunque sia molto più produttivo operare sulla concretezza, portando a casa cose tangibili come aiuti per la famiglia. 
Ora, che grazie alla loro attività in questi anni si sia portato qualcosa di significativo a favore della famiglia è cosa opinabile. Dati i risultati, a me sembra più un atteggiamento da mosca cocchiera che altro. Ma quand’anche fosse vero, ciò non giustificherebbe affatto un silenzio totale sulla questione critica e delicata della legge sull’omofobia che costituisce un momento delicato della vita democratica del nostro paese, visto che con essa si introdurrebbero elementi da regime dittatoriale
Tra l’altro, nel consiglio direttivo del Forum delle Famiglie è presente un componente in rappresentanza della CEI. Nonostante questo, non si comprende la contraddizione tra il vertice della CEI che, preoccupato, emette un comunicato forte e chiaro contro il Ddl Zan sull’omofobia, parlando addirittura di “derive liberticide”, ed un forum delle famiglie che snobba totalmente la questione. 
A De Palo e co. sfugge completamente il semplice fatto che se pure il governo Conte dovesse approvare un assegno per mio figlio, non sarei affatto contento se, allo stesso tempo, fossi in galera perché condannato per la legge sulla omofobia approvata da quello stesso governo. A De Palo e co. sfugge totalmente il fatto che gli aiuti alla famiglia sono necessari, ma ancora più necessario è che la famiglia, meglio, la persona, sia un soggetto libero e vitale, perché solo un soggetto libero e vitale genera una società libera e vitale. E con la legge Zan la persona e la famiglia non sarebbero più libere come lo sono oggi. 
A ben vedere, questo atteggiamento “dialogoso” del Forum delle famiglie, che ha avuto la sua massima espressione nel rifiuto di partecipare ai due Family day del 2105 e 2016 perché, dicevano, la piazza è divisiva, ha dato il suo indiretto, forse non voluto, contribuito all’approvazione della legge Cirinnà che istituisce le unioni civili, cioè il “matrimonio” gay sotto mentite spoglie. Allo stesso modo oggi, rifiutando di occuparsi del Ddl Zan sull’omofobia, perché, sempre secondo loro, è una questione ideologica e non di rischio concreto, il Forum potrebbe ottenere il significato risultato, se così si può dire, di contribuire, sempre indirettamente, all’approvazione della legge disumana sull’omofobia.
Come Forum che gravita direttamente o indirettamente all’ombra della CEI e che ha come obiettivo statutario quello di promuovere e tutelare la famiglia naturale secondo la Carta dei diritti della famiglia della Santa Sede sarebbe un bel risultato….concreto! 
D’altra parte, se il Forum delle famiglie avesse a cuore la libertà democratica di espressione del pensiero, se avesse a cuore la concreta libertà di educazione delle famiglie (con la legge Zan non vi sarebbe), se avesse a cuore la libertà di associazione (proprio il Forum che è un’associazione di associazioni), se avesse a cuore la libertà religiosa (proprio il Forum che vive all’ombra della CEI), se avesse a cuore la libertà di stampa, cose che con la legge Zan scomparirebbero, allora sui loro siti web istituzionali, sulle loro pagine Facebook avrebbero pubblicato giornalmente quintalate di articoli, avrebbero alzato la voce, avrebbero organizzato incontri tra i loro associati, avrebbero ….e  invece niente!!! Niente di niente.  
Il nostro Gigi De palo oggi è contentissimo perché “E’ stata scritta una pagina storica della politica italiana. Per la prima volta il dibattito parlamentare sulla famiglia non ha assunto toni ideologici”. Non si accorge il De Palo che stiamo annegando nella ideologia, prova ne sia l’approvazione della legge Cirinnà, della legge sul fine vita ed ora la proposta di legge Zan sull’omofobia. Verrebbe da dire: ma dove vive? 
E invece, De Palo dovrebbe spiegare come mai oggi la grave questione della legge sull’omofobia è così assente dalla sua agenda quando fu proprio lui il principale promotore, negli stessi giorni della neonata Manif pour Tous Italia, cioè nel luglio 2013, di un flash mob davanti a Montecitorio, contro la legge Scalfarotto sull’omofobia. Dovrebbe spiegare come mai proprio oggi che Zan ed i suoi amici e colleghi propongono una delle peggiori leggi antidemocratiche ed incostituzionali della storia della nostra Repubblica i suoi siti pubblicano di tutto tranne che tale questione. Cosa è cambiato da quei primi mesi del 2013 ad oggi? 
Il Forum delle famiglie sembra essersi ridotto al “sindacato delle famiglie”, all’attività di mera richiesta del sussidio, della prebenda, dell’aiutino, tutte cose necessarie s’intende, ma dimenticando la questione centrale e fondamentale che è culturale, una questione che è anche educativa, una questione che discende direttamente dalla antropologia cristiana, che è ciò che ci distingue, o ci dovrebbe distinguere dagli altri. Al contrario, il rischio sarebbe quello di una pura omologazione.
Se si è così focalizzati sull’ottenere qualcosa per le famiglie dal governo Conte, dimenticando il resto, si corre il rischio di mettersi volontariamente la mordacchia e tacere su cose importanti come il rischio di perdere la libertà, rischiando così di cadere in una logica di puro scambio di basso profilo. Cosa che non vorremmo accadesse mai. Perché se così fosse, significherebbe cedere sul bene per un misero piatto di lenticchie.  

OMOTRANSFOBIA: ANCHE RUINI CRITICA L’AMBIGUITÀ DI AVVENIRE.

3 Luglio 2020 Pubblicato da  Lascia il tuo commento --


Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, ieri sera, come vi avevamo annunciato, su @ilpensierocattolico si è svolto un dibattito a cui hanno partecipato oltre a mons. Nicola Bux il cardinale Camillo Ruini e il senatore Gaetano Quagliariello. Vi consigliamo di andare su questo collegamento per seguire il dibattito, veramente appassionante. Ci sembra interessante però estrapolare due brani relativi al Disegno di Legge Zan sull’omotransfobia – qualunque cosa essa possa essere – del senatore Quagliariello e del card. Ruini. Buona lettura. 

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Quagliariello: Penso che su questo tema sarebbe importante organizzare una battaglia. A diversi livelli: giuridico, in Parlamento e anche con momenti di mobilitazione. Credo che quel DDl abbia a che fare con il tema della verità e del politicamente corretto. Non si ha il coraggio, da parte dello stesso estensore, di ammettere ciò che quel disegno di legge contiene. Non si tratta di colpire chi fa uso di violenza, sia pure violenza verbale. Quel disegno di legge prevede un reato di opinione. Determinate opinioni possono essere punite penalmente. Sotto questo aspetto alcuni contenuti di quel disegno di legge avrebbero potuto essere ospitate dal Codice Rocco, espressione di regimi autoritari, se non totalitari, passati ai raggi X del politicamente corretto. Ma sempre reati di opinione rimangono. Su questo dovremmo impostare la nostra opposizione al DDL, e su questo si può suscitare sdegno.Quello che è veramente grave è che chi esprime un’opinione senza usare violenza on offendere può essere incriminato. E avere anche in teoria una condanna a molti anni.
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Ruini: Questo è un tipico esempio di dittatura del relativismo. Cioè, in nome di alcune idee si ritiene non solo di poterle affermare, ma di criminalizzare idee diverse. E quindi un relativismo che diventa in realtà un assolutismo. E qui noi dobbiamo difendere la libertà di espressione, guai se cediamo su questo. E devo dire che in questo caso la CEI i è espressa in maniera tempestiva e chiara; però che cosa è accaduto? Che i giornali cattolici continuano a essere piuttosto ambigui, a dire, sì, è così, sotto un certo aspetto, però ci sono anche altre interpretazioni possibili. E non si dice invece come ha detto giustamente il prof. Quagliariello che se concediamo questa possibilità di censurare giuridicamente penalmente non delle offese, non delle istigazioni a colpire, ma semplicemente delle valutazioni di ordine antropologico e morale, allora veramente la libertà è in pericolo. E su questo credo anch’io che si possano ottenere vastissimi consensi; è ridicolo che la differenza fra uomo e donna possa venire alla fine criminalizzata.