AstraZeneca sospende i test clinici per una reazione sospetta
È di poche ore fa la notizia che il gruppo farmaceutico AstraZeneca ha annunciato una sospensione globale dei test clinici per il suo vaccino sperimentale contro il covid-19, vista la comparsa di complicazioni in un partecipante al programma. Il gruppo, associato all’Università di Oxford, ha fatto sapere che il blocco è scattato di fronte a una reazione avversa seria e non spiegabile. La segnalazione riguarda un paziente che avrebbe manifestato una mielite trasversa, cioè una infiammazione acuta della sostanza grigia e della sostanza bianca in uno o più segmenti adiacenti del midollo spinale.
Il blocco della sperimentazione serve a verificare se questa infiammazione sia da attribuire effettivamente al vaccino o a condizioni pregresse del soggetto che si è sottoposto alla sperimentazione. Lo stop potrebbe durare dai 6 agli 8 mesi e il tutto dipenderà dai risultati. Potrebbero essere anche inferiori se il problema dovesse essere facilmente individuato.
Questo sospensione raffredda notevolmente le speranze di coloro che vedevano questo vaccino come uno tra i principali candidati ad entrare sul mercato già entro l’anno. Infatti, circa una settimana fa è stato sottoscritto un accordo tra la società e la Commissione Europea nel quale, come ha ribadito il ministro della Salute Roberto Speranza, «c’è scritto che le prime dosi, se il vaccino dovesse essere confermato come sicuro, saranno già disponibili entro la fine del 2020».
Certamente non è uno stop alla ricerca sul vaccino ma una semplice sospensione soggetta ad una verifica. Ma, come dice, Andrea Crisanti, professore ordinario di microbiologia all’Università di Padova, “non è mai stato sviluppato un vaccino in un anno, ci vogliono in genere più di tre anni”. In verità, per sviluppare un vaccino normalmente ci vogliono di norma 4-5 anni, mentre per quello contro il Covid si vorrebbero accorciare i tempi a un anno.
E allora perché tutta questa corsa? Perché tutta questa pressione sulle autorità di controllo da parte di media, politici, mondo della ricerca e della produzione perché si arrivi ad una approvazione accelerata di un vaccino? Il caso da indagare avrebbe potuto anche non essersi presentato, ma ciò non esclude che avrebbe potuto presentarsi nella fase successiva alla chiusura della fase 3 di sperimentazione, soprattutto quando questa fosse indebitamente accorciata. Infatti, tanti vorrebbero vedere una fase 3 breve per diversi motivi o interessi: chi per “meriti” politici, chi per lustro di ricerca, chi per interessi economici. C’è però un piccolo problema: la salute dei cittadini sulla quale potrebbero riversarsi effetti indesiderati, anche gravi, non evidenziatisi nel periodo di una fase 3 temporalmente ridotta.
In un nostro precedente articolo, riportavamo l’allarme di Holden Thorp, direttore della stimata rivista Science, che diceva:
“C’è stata una corsa pericolosa per arrivare per primi al traguardo del vaccino. In una corsa di proporzioni “Sputnik” (come dice Putin), per ‘vincere’ è necessaria una rapida approvazione da parte delle agenzie di regolamentazione. Questo è un pensiero pericoloso, guidato da obiettivi politici e gratificazione immediata: Le scorciatoie nei test per la sicurezza e l’efficacia dei vaccini mettono in pericolo milioni di vite umane nel breve termine e danneggeranno la fiducia del pubblico nei vaccini e nella scienza per molto tempo ancora.
[Per il completamento della fase 3] “È impossibile prevedere quanto tempo ci vorrà.”
La U.S. Food and Drug Administration (FDA) ha un Comitato Consultivo per i Vaccini e i Prodotti Biologici Correlati (Vaccines and Related Biological Products Advisory Committee) che si consulta sull’approvazione dei vaccini e sulle relative autorizzazioni per l’uso d’emergenza. Ci sono richieste di assicurazioni che non ci sarà alcuna autorizzazione di questo tipo per COVID-19; l’unica autorizzazione d’emergenza mai concessa per un vaccino è stata quella contro l’antrace a causa della presunta minaccia di guerra biologica che coinvolge questo agente.”
Chiaro dunque, bisogna essere molto prudenti e rigorosi nelle fasi di ricerca. Pertanto, ribadiamo a gran voce che siano rispettati rigorosamente i tempi per l’ottenimento di un vaccino che sia sicuro dal punto di vista dei parametri normalmente ed ordinariamente previsti dai protocolli ufficiali per le autorizzazioni alle somministrazioni di vaccini su larga scala nella popolazione.
di Sabino Paciolla
È di poche ore fa la notizia che il gruppo farmaceutico AstraZeneca ha annunciato una sospensione globale dei test clinici per il suo vaccino sperimentale contro il covid-19, vista la comparsa di complicazioni in un partecipante al programma. Il gruppo, associato all’Università di Oxford, ha fatto sapere che il blocco è scattato di fronte a una reazione avversa seria e non spiegabile. La segnalazione riguarda un paziente che avrebbe manifestato una mielite trasversa, cioè una infiammazione acuta della sostanza grigia e della sostanza bianca in uno o più segmenti adiacenti del midollo spinale.
Il blocco della sperimentazione serve a verificare se questa infiammazione sia da attribuire effettivamente al vaccino o a condizioni pregresse del soggetto che si è sottoposto alla sperimentazione. Lo stop potrebbe durare dai 6 agli 8 mesi e il tutto dipenderà dai risultati. Potrebbero essere anche inferiori se il problema dovesse essere facilmente individuato.
Questo sospensione raffredda notevolmente le speranze di coloro che vedevano questo vaccino come uno tra i principali candidati ad entrare sul mercato già entro l’anno. Infatti, circa una settimana fa è stato sottoscritto un accordo tra la società e la Commissione Europea nel quale, come ha ribadito il ministro della Salute Roberto Speranza, «c’è scritto che le prime dosi, se il vaccino dovesse essere confermato come sicuro, saranno già disponibili entro la fine del 2020».
Certamente non è uno stop alla ricerca sul vaccino ma una semplice sospensione soggetta ad una verifica. Ma, come dice, Andrea Crisanti, professore ordinario di microbiologia all’Università di Padova, “non è mai stato sviluppato un vaccino in un anno, ci vogliono in genere più di tre anni”. In verità, per sviluppare un vaccino normalmente ci vogliono di norma 4-5 anni, mentre per quello contro il Covid si vorrebbero accorciare i tempi a un anno.
E allora perché tutta questa corsa? Perché tutta questa pressione sulle autorità di controllo da parte di media, politici, mondo della ricerca e della produzione perché si arrivi ad una approvazione accelerata di un vaccino? Il caso da indagare avrebbe potuto anche non essersi presentato, ma ciò non esclude che avrebbe potuto presentarsi nella fase successiva alla chiusura della fase 3 di sperimentazione, soprattutto quando questa fosse indebitamente accorciata. Infatti, tanti vorrebbero vedere una fase 3 breve per diversi motivi o interessi: chi per “meriti” politici, chi per lustro di ricerca, chi per interessi economici. C’è però un piccolo problema: la salute dei cittadini sulla quale potrebbero riversarsi effetti indesiderati, anche gravi, non evidenziatisi nel periodo di una fase 3 temporalmente ridotta.
In un nostro precedente articolo, riportavamo l’allarme di Holden Thorp, direttore della stimata rivista Science, che diceva:
“C’è stata una corsa pericolosa per arrivare per primi al traguardo del vaccino. In una corsa di proporzioni “Sputnik” (come dice Putin), per ‘vincere’ è necessaria una rapida approvazione da parte delle agenzie di regolamentazione. Questo è un pensiero pericoloso, guidato da obiettivi politici e gratificazione immediata: Le scorciatoie nei test per la sicurezza e l’efficacia dei vaccini mettono in pericolo milioni di vite umane nel breve termine e danneggeranno la fiducia del pubblico nei vaccini e nella scienza per molto tempo ancora.
[Per il completamento della fase 3] “È impossibile prevedere quanto tempo ci vorrà.”
La U.S. Food and Drug Administration (FDA) ha un Comitato Consultivo per i Vaccini e i Prodotti Biologici Correlati (Vaccines and Related Biological Products Advisory Committee) che si consulta sull’approvazione dei vaccini e sulle relative autorizzazioni per l’uso d’emergenza. Ci sono richieste di assicurazioni che non ci sarà alcuna autorizzazione di questo tipo per COVID-19; l’unica autorizzazione d’emergenza mai concessa per un vaccino è stata quella contro l’antrace a causa della presunta minaccia di guerra biologica che coinvolge questo agente.”
Chiaro dunque, bisogna essere molto prudenti e rigorosi nelle fasi di ricerca. Pertanto, ribadiamo a gran voce che siano rispettati rigorosamente i tempi per l’ottenimento di un vaccino che sia sicuro dal punto di vista dei parametri normalmente ed ordinariamente previsti dai protocolli ufficiali per le autorizzazioni alle somministrazioni di vaccini su larga scala nella popolazione.
di Sabino Paciolla
PERCHÉ IL PAPA DOVREBBE PARLARE SUI VACCINI. CHIARAMENTE.
Nei prossimi mesi la Chiesa, anche in Italia, potrebbe trovarsi ad affrontare un problema morale non piccolo. E noto che il Governo italiano sarebbe pronto a acquistare, e usare il vaccino anti-Covid prodotto a Oxford, dall’azienda farmaceutica AstraZeneca. Ora, a parte ogni altro problema – l’azienda ha avuto problemi in passato, l’affidabilità di un vaccino si misura normalmente nell’arco di qualche anno, non di qualche mese, le possibili controindicazioni sono reali e significative, e proprio è di oggi la notizia che a causa di reazioni avverse il processo ha avuto una battuta di arresto – resta il fatto che nella produzione del vaccino vengono usate linee cellulari provenienti da feti abortiti volontariamente. Detto in altre parole: se uso quel vaccino alimento il mercato dell’uso di feti abortiti, e di conseguenza me ne rendo moralmente complice.
Qui da noi non ho visto reazioni, a questo problema. Ma uno dei leader religiosi più anziani dell’Australia dice che probabilmente boicotterà il vaccino COVID-19 sviluppato dall’Università di Oxford per motivi etici. L’arcivescovo anglicano di Sydney ha scritto a al Primo ministro australiano, Scott Morrison esprimendo tutte le sue preoccupazioni.
Il governo federale ha firmato un accordo internazionale che garantirebbe a tutti gli australiani l’accesso gratuito al vaccino britannico, su cui stanno lavorando gli scienziati di Oxford e l’azienda farmaceutica AstraZeneca, se il vaccino sarà approvato per l’uso.
Ma l’arcivescovo anglicano di Sydney Glenn Davies ha detto che ci sono questioni etiche sul potenziale vaccino, “Usare quel tessuto per la scienza è riprovevole”, ha detto il dottor Davies.
Le sue preoccupazioni sono condivise dai leader cattolici e greco-ortodossi, che hanno scritto una lettera congiunta al primo ministro Scott Morrison.
Il dottor Davies ha detto che avrebbe “dovuto pensare molto seriamente” se usare il vaccino COVID-19 se fosse arrivato dall’Università di Oxford. “Dipenderà dalla natura dello sviluppo di altri vaccini”, ha detto.
Invece l’arcivescovo cattolico di Sydney, Anthony Fisher, ha detto al giornale del Catholic Weekly che non credeva che sarebbe stato immorale usare il vaccino di Oxford se fosse stata l’unica opzione. “Ma sono profondamente turbato da questo”, ha detto.
Morrison deve ancora rispondere formalmente alla lettera dei leader religiosi e un portavoce dell’arcivescovo greco-ortodosso d’Australia ha detto che Sua Eminenza Makarios Griniezakis non parlerà prima di aver ricevuto una risposta.
Un portavoce di Catholic Health Australia, che gestisce 75 ospedali e 550 servizi di assistenza per anziani residenziali e comunitari, ha detto che l’organizzazione sperava che ci fossero opzioni diverse di vaccinazione.
“Noi sosteniamo la ricerca basata sui più alti standard etici e di conseguenza speriamo in una ricerca che non comprometta gli standard etici di nessun australiano”, ha detto il portavoce.
“Dove questi standard sono compromessi, abbiamo il dovere morale di cercare delle alternative”.
“Se, tuttavia, non ci sono alternative, abbiamo il dovere di preoccuparci di tutti gli australiani di lavorare per il bene comune”.
Attualmente, secondo quanto riportano fonti australiane, sarebbero circa 167 i vaccini in lavorazione per contrastare il Covid-19. E molti di essi non usano linee cellulari di feti abortiti. Forse sarebbe opportuno che qualche Autorità Morale parlasse forte e chiaro per mettere in evidenza che per molti cattolici esiste un problema morale. Speriamo che accada…
Marco Tosatti
9 Settembre 2020 19 Commenti
https://www.marcotosatti.com/2020/09/09/perche-il-papa-dovrebbe-parlare-sui-vaccini-chiaramente/
Papa Francesco complottista sul coronavirus: "Chi fomenta il popolo. Il vaccino? C'è chi vuole venderlo agli amici"
"Sul vaccino emergono interessi di parte".
Così Papa Francesco all’Udienza Generale che si è tenuta nella mattinata di mercoledì 9 settembre nel Cortile di San Damaso del Palazzo Apostolico Vaticano. "La crisi che stiamo vivendo a causa della pandemia colpisce tutti", ha detto il Santo Padre, "possiamo uscirne migliori se cerchiamo tutti insieme il bene comune. Purtroppo", ha aggiunto, "assistiamo all’emergere di interessi di parte. Per esempio, c’è chi vorrebbe appropriarsi di possibili soluzioni, come nel caso dei vaccini e poi venderli agli altri. Alcuni approfittano della situazione per fomentare divisioni: per cercare vantaggi economici o politici, generando o aumentando conflitti. Altri semplicemente non si interessano della sofferenza altrui, passano oltre e vanno per la loro strada".
Secondo il Papa, in particolare "la salute, oltre che individuale, è anche un bene pubblico. Una società sana è quella che si prende cura della salute di tutti. Un virus che non conosce barriere, frontiere o distinzioni culturali e politiche deve essere affrontato con un amore senza barriere, frontiere o distinzioni" e a questo debbono contribuire i cristiani, portatori di un amore che "può generare strutture sociali che ci incoraggiano a condividere piuttosto che a competere, che ci permettono di includere i più vulnerabili e non di scartarli, e che ci aiutano ad esprimere il meglio della nostra natura umana e non il peggio. Il vero amore non conosce la cultura dello scarto".
A un certo punto, poi, si è rivolto ai fedeli: "Non ammucchiatevi, evitiamo il contagio", ha detto invitandoli, nel cortile di San Damaso del palazzo apostolico vaticano, a mantenere la distanza di sicurezza. "Ognuno ha la sua sedia", ha detto il pontefice con il sorriso a quanti si erano posizionati a ridosso delle transenne.
Un monito quello del Papa già espresso tre settimane quando fece appello affinché il vaccino non "diventasse proprietà di qualche nazione e non di tutte. E che scandalo sarebbe se tutta l'assistenza economica che stiamo osservando, la maggior parte con denaro pubblico, si concentrasse nel riscattare industrie che non si interessano agli ultimi".
https://www.liberoquotidiano.it/news/italia/24474682/coronavirus-papa-francesco-politica-fomenta-popolo-vaccino-chi-vuole-venderlo-amici.html
Papa Francesco complottista sul coronavirus: "Chi fomenta il popolo. Il vaccino? C'è chi vuole venderlo agli amici"
"Sul vaccino emergono interessi di parte".
Così Papa Francesco all’Udienza Generale che si è tenuta nella mattinata di mercoledì 9 settembre nel Cortile di San Damaso del Palazzo Apostolico Vaticano. "La crisi che stiamo vivendo a causa della pandemia colpisce tutti", ha detto il Santo Padre, "possiamo uscirne migliori se cerchiamo tutti insieme il bene comune. Purtroppo", ha aggiunto, "assistiamo all’emergere di interessi di parte. Per esempio, c’è chi vorrebbe appropriarsi di possibili soluzioni, come nel caso dei vaccini e poi venderli agli altri. Alcuni approfittano della situazione per fomentare divisioni: per cercare vantaggi economici o politici, generando o aumentando conflitti. Altri semplicemente non si interessano della sofferenza altrui, passano oltre e vanno per la loro strada".
Secondo il Papa, in particolare "la salute, oltre che individuale, è anche un bene pubblico. Una società sana è quella che si prende cura della salute di tutti. Un virus che non conosce barriere, frontiere o distinzioni culturali e politiche deve essere affrontato con un amore senza barriere, frontiere o distinzioni" e a questo debbono contribuire i cristiani, portatori di un amore che "può generare strutture sociali che ci incoraggiano a condividere piuttosto che a competere, che ci permettono di includere i più vulnerabili e non di scartarli, e che ci aiutano ad esprimere il meglio della nostra natura umana e non il peggio. Il vero amore non conosce la cultura dello scarto".
A un certo punto, poi, si è rivolto ai fedeli: "Non ammucchiatevi, evitiamo il contagio", ha detto invitandoli, nel cortile di San Damaso del palazzo apostolico vaticano, a mantenere la distanza di sicurezza. "Ognuno ha la sua sedia", ha detto il pontefice con il sorriso a quanti si erano posizionati a ridosso delle transenne.
Un monito quello del Papa già espresso tre settimane quando fece appello affinché il vaccino non "diventasse proprietà di qualche nazione e non di tutte. E che scandalo sarebbe se tutta l'assistenza economica che stiamo osservando, la maggior parte con denaro pubblico, si concentrasse nel riscattare industrie che non si interessano agli ultimi".
https://www.liberoquotidiano.it/news/italia/24474682/coronavirus-papa-francesco-politica-fomenta-popolo-vaccino-chi-vuole-venderlo-amici.html
Cosa è successo al volontario che ha preso il vaccino
Il ministro britannico ha parlato di "un'imprevista reazione avversa", che ha portato allo stop delle sperimentazioni sul vaccino anti-Covid. Secondo alcune indiscrezioni si tratterebbe di una mielite trasversa. Ecco cosa potrebbe aver scatenato il vaccino
Il ministro britannico ha parlato di "un'imprevista reazione avversa", che ha portato allo stop delle sperimentazioni sul vaccino anti-Covid. Secondo alcune indiscrezioni si tratterebbe di una mielite trasversa. Ecco cosa potrebbe aver scatenato il vaccino
La sperimentazione del vaccino contro il Covid-19, sviluppato da AstraZeneca in collaborazione con l'università di Oxford, ha subito uno stop.
Secondo quanto ha dichiarato il ministro della Salute britannico, Matt Hancock, la pausa è dovuta ad un'imprevista reazione avversa in uno dei volontari a cui era stato somministrato l'antidoto, arrivato all'ultima fase della sperimentazione. Sui sintomi del paziente sta indagando un team di investigatori, che cercherà di capire l'eventuale correlazione tra il vaccino e la reazione imprevista nel volontario.
Le indiscrezioni
Il ministro non ha fatto cenno al tipo di problema causato al volontario, ma già nelle prime ore dopo la notizia dello stop hanno iniziato a diffondersi alcune indiscrezioni. Stando a quanto rivelato da una fonte anonima del New York Times, il partecipante alla sperimentazione, arruolato in uno studio con sede nel Regno Unito, avrebbe ricevuto una diagnosi di mielite trasversa, una sindrome infiammatoria che colpisce il midollo spinale e che spesso viene innescata da infezioni virali. Il quotidiano ha provato a chiedere ad AstraZeneca che, però, avrebbe rifiutato di commentare la situazione del volontario della sperimentazione, senza confermare la diagnosi di mielite trasversa. "L'evento è oggetto di indagine da parte di un comitato indipendente- ha spiegato la società- ed è troppo presto per concludere la diagnosi specifica".
La mielite trasversa
Se le indiscrezioni sull'infiammazione scatenata dal vaccino si rivelassero veritiere, il volontario avrebbe sviluppato la mielite trasversa. Come ha spiegato ad Agi il genetista Giuseppe Novelli, dell'Università Tor Vergata di Roma e della Fondazione Lorenzini, la mielite è "una infiammazione acuta della sostanza grigia e della sostanza bianca in uno o più segmenti adiacenti del midollo spinale, generalmente a livello toracico". Si tratta, cioè, di un'infiammazione al sistema nervoso spinale che, a seconda dell'aggressività con cui emerge, può portare anche a gravi conseguenze, come disfunzioni motorie e sensoriali o paresi.
Non è ancora noto cosa possa causare questa malattia, ma il sospetto è che derivi da una reazione autoimmune, quando cioè il sistema immunitario si scatena contro i tessuti corporei, perché li percepisce come una minaccia. Nel caso della mielite, i tessuti danneggiati sono quelli del midollo spinale. Il vaccino dell'Università di Oxford potrebbe aver scatenato questo meccanismo, dato che si basa su un adenovirus di scimmia modificato per trasportare alcuni geni del coronavirus e quindi stimolare la risposta immunitaria contro il virus. "Gli adenovirus- spiega Novelli-possono innescare le proprie risposte immunitarie, che potrebbero danneggiare il paziente senza generare la forma di protezione prevista". Secondo la neurologa dell'ospedale di Yale, New Haven, "la mielite trasversa può derivare da una serie di cause che provocano le risposte infiammatorie del corpo, comprese le infezioni virali. Ma la condizione è spesso curabile con gli steroidi".
Cosa succede ora
Per il momento, in ogni caso, si tratta di ipotesi, non confermate da alcuna diagnosi certa. Inoltre, non è detto che l'"imprevista reazione avversa" sia stata scatenata dal vaccino. "In questa fase, non sappiamo se gli eventi che hanno innescato la sospensione siano legati alla vaccinazione- ha spiegato la dottoressa Luciana Borio- Ma è importante che vengano indagati a fondo". Inoltre, gli esperti hanno definito come "fisiologica" la pausa alla sperimentazione del vaccino, un evento da tenere presente in questo ambito, data la delicatezza della situazione e la necessità di curare e controllare ogni aspetto delle varie fasi. "L'interruzione della sperimentazione dopo la segnalazione di un evento avverso di tipo grave è una procedura prevista- specifica Novelli- richiede un necessario approfondimento per poter stabilire se esista una causalità diretta del vaccino o indiretta, prima di continuare". per il momento, però, non è possibile sapere quanto tempo servirà per controllare l'efficacia del vaccino.
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Vaccino, è bufera su Speranza. La virologa Capua: "Ecco fatto"
Primo stop al vaccino annunciato da Speranza per la fine dell'anno. E il ministro finisce nel mirino: "Non ha considerato che i problemi possono capitare". Il mondo scientifico: "Non è una bocciatura del vaccino"
Primo stop al vaccino annunciato da Speranza per la fine dell'anno. E il ministro finisce nel mirino: "Non ha considerato che i problemi possono capitare". Il mondo scientifico: "Non è una bocciatura del vaccino"
"Se dovesse andare bene le prime dosi ci saranno consegnate già alla fine dell'anno". Così, il ministro della Salute, Roberto Speranza, annunciava in moto ottimistico l'arrivo del vaccino contro il nuovo coronavirus, messo a punto dall'Università di Oxford, per essere prodotto dal gruppo farmaceuto Astrazeneca.
Ma, nella notte, è arrivata la doccia fredda, con il primo stop delle sperimentazioni a livello mondiale, deciso per analizzare un possibile effetto collaterale grave, riscontrato in alcuni pazienti volontari del Regno Unito. I test erano arrivati alla fase 3 e lo stop, ha spiegato Astrazeneca, è stato stabilito dal "processo di revisione standard per consentire la revisione dei dati sulla sicurezza".
Così, dopo l'annuncio dell'arrivo del vaccino, arriva la battuta d'arresto e il ministro Roberto Speranza finisce nel mirino. L'immunologa Antonella Viola ha commentato su Facebook: "Avevo scetticamente scosso la testa quando il ministro Speranza aveva annunciato le prime dosi per novembre e purtroppo avevo ragione. I tempi si allungano". Una tirata d'orecchie per il ministro della Salute arriva anche da Marco Cappato, tesoriere dell'associazione Luca Coscioni: "Chi ha sparato date a casaccio tipo 'avremo il vaccino entro...' non ha considerato che dei problemi possono sempre capitare, perché è così che funziona la ricerca scientifica". "Gli annunci sensazionalistici di una soluzione dietro l'angolo non hanno alcun solido fondamento", anche a detta dell'immunologo Alberto Mantovani, direttore scientifico dell'Istituto clinico Humanitas di Rozzano (Milano). "Ecco fatto", ha commentato invece la virologa Ilaria Capua, scrivendo su Twitter, riferendosi alla sospensione del vaccino.
Sui social spuntano anche diversi commenti degli utenti, che criticano il ministro, per aver annunciato l'arrivo dell'antidoto, senza tener conto delle fasi di sperimentazione e dei possibili problemi. Un utente ricorda che l'antidoto che ha subito la battuta d'arresto è "il vaccino strombazzato da Speranza che ha firmato un contratto per 400 milioni di dosi a partire da fine anno". A commentare la notizia c'è anche chi evidenzia con sarcasmo che "non vale, Speranza l'ha già venduto", mentre qualcuno fa notare come fossero "avventate" le previsioni del ministro della Salute.
Il mondo scientifico è intervenuto anche per spiegare le implicazione di questa battuta d'arresto. "La notizia della interruzione della sperimentazione del vaccino sviluppato a Oxford conferma che bisogna in questa materia essere molto prudenti- ha spiegato il direttore sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia- perchè si tratta della salute pubblica di miliardi di persone, perchè parliamo appunto di una pandemia. Ci dice anche che non bisogna avere fretta e che la fase della sicurezza è delicatissima". Approvata, quindi, la sospensione della sperimentazione. Parere positivo allo stop anche da parte dell'infettivologo dell'ospedale Policlinico San Martino di Genova, Matteo Bassetti, secondo cui la pausa "è il segnale che le aziende stanno lavorando con serietà, trasparenza e controllando i dati. Questo è l'argomento più forte che noi possiamo avere nei confronti dei detrattori dei vaccini e dei no-vax che hanno attaccato dicendo che sarebbe stato messo in commercio senza fare i controlli. Ecco, questa è la risposta migliore che si poteva dare loro". Bassetti spiega che "c'è stato un problema e l'azienda non ha avuto nessuna vergogna a dire stoppiano e verifichiamo cosa è accaduto".
La "battuta di arresto del vaccino AstraZeneca di Oxford è fisiologica e normale" anche per Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all'Università di Padova, che ha specificato a 24Mattino su Radio24: "Non è uno stop, ma una fase di valutazione, non è mai stato sviluppato un vaccino in un anno". Per arrivare al vaccino, infatti, bisogna affrontare un processo lungo e complesso, "che coinvolge circa 100mila persone, lo sviluppo di un vaccino dura circa 5 anni: ci vuole tempo".
"L'importante non è arrivare primi, ma arrivare bene nella produzione dei vaccini", anche a detta dell'immunologo Alberto Mantovani, direttore scientifico dell'Istituto clinico Humanitas di Rozzano (Milano). "Lo stop potrebbe essere dovuto ad una possibile risposta infiammatoria in uno dei soggetti sottoposti al test- ha spiegato Mantovani- Speranza e cautela sono i due vettori che devono guidare la ricerca del nuovo vaccino".
Silvio Garattini, presidente dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, spiega che la sospensione "non è una bocciatura", perché "se c'è un caso sospetto ci si ferma per capire se è dovuto al prodotto o a situazioni che riguardano i pazienti". Si tratta di una fase delicata e, per questo, "ora bisogna evitare il più possibile di entrare nei piccoli dettagli e aspettare di vedere quando lo studio sulla sperimentazione sarà completo". Non si può dire quanto tempo ci vorrà e se questa pausa potrebbe pregiudicare l'intera sperimentazione ma, conclude Garattini, "dobbiamo essere fiduciosi".
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