Vaccino
È di poche ore fa la notizia che il gruppo farmaceutico AstraZeneca ha annunciato una sospensione globale dei test clinici per il suo vaccino sperimentale contro il covid-19, vista la comparsa di complicazioni in un partecipante al programma. Il gruppo, associato all’Università di Oxford, ha fatto sapere che il blocco è scattato di fronte a una reazione avversa seria e non spiegabile. La segnalazione riguarda un paziente che avrebbe manifestato una mielite trasversa, cioè una infiammazione acuta della sostanza grigia e della sostanza bianca in uno o più segmenti adiacenti del midollo spinale.

Il blocco della sperimentazione serve a verificare se questa infiammazione sia da attribuire effettivamente al vaccino o a condizioni pregresse del soggetto che si è sottoposto alla sperimentazione. Lo stop potrebbe durare dai 6 agli 8 mesi e il tutto dipenderà dai risultati. Potrebbero essere anche inferiori se il problema dovesse essere facilmente individuato.
Questo sospensione raffredda notevolmente le speranze di coloro che vedevano questo vaccino come uno tra i principali candidati ad entrare sul mercato già entro l’anno. Infatti, circa una settimana fa è stato sottoscritto un accordo tra la società e la Commissione Europea nel quale, come ha ribadito il ministro della Salute Roberto Speranza, «c’è scritto che le prime dosi, se il vaccino dovesse essere confermato come sicuro, saranno già disponibili entro la fine del 2020». 
Certamente non è uno stop alla ricerca sul vaccino ma una semplice sospensione soggetta ad una verifica. Ma, come dice, Andrea Crisanti, professore ordinario di microbiologia all’Università di Padova, “non è mai stato sviluppato un vaccino in un anno, ci vogliono in genere più di tre anni”. In verità, per sviluppare un vaccino normalmente ci vogliono di norma 4-5 anni, mentre per quello contro il Covid si vorrebbero accorciare i tempi a un anno.
E allora perché tutta questa corsa? Perché tutta questa pressione sulle autorità di controllo da parte di media, politici, mondo della ricerca e della produzione perché si arrivi ad una approvazione accelerata di un vaccino? Il caso da indagare avrebbe potuto anche non essersi presentato, ma ciò non esclude che avrebbe potuto presentarsi nella fase successiva alla chiusura della fase 3 di sperimentazione, soprattutto quando questa fosse indebitamente accorciata. Infatti, tanti vorrebbero vedere una fase 3 breve per diversi motivi o interessi: chi per “meriti” politici, chi per lustro di ricerca, chi per interessi economici. C’è però un piccolo problema: la salute dei cittadini sulla quale potrebbero riversarsi effetti indesiderati, anche gravi, non evidenziatisi nel periodo di una fase 3 temporalmente ridotta.
In un nostro precedente articolo, riportavamo l’allarme di Holden Thorp, direttore della stimata rivista Science, che diceva: 
“C’è stata una corsa pericolosa per arrivare per primi al traguardo del vaccino. In una corsa di proporzioni “Sputnik” (come dice Putin), per ‘vincere’ è necessaria una rapida approvazione da parte delle agenzie di regolamentazione. Questo è un pensiero pericoloso, guidato da obiettivi politici e gratificazione immediata: Le scorciatoie nei test per la sicurezza e l’efficacia dei vaccini mettono in pericolo milioni di vite umane nel breve termine e danneggeranno la fiducia del pubblico nei vaccini e nella scienza per molto tempo ancora.
[Per il completamento della fase 3] “È impossibile prevedere quanto tempo ci vorrà.”
La U.S. Food and Drug Administration (FDA) ha un Comitato Consultivo per i Vaccini e i Prodotti Biologici Correlati (Vaccines and Related Biological Products Advisory Committee) che si consulta sull’approvazione dei vaccini e sulle relative autorizzazioni per l’uso d’emergenza. Ci sono richieste di assicurazioni che non ci sarà alcuna autorizzazione di questo tipo per COVID-19; l’unica autorizzazione d’emergenza mai concessa per un vaccino è stata quella contro l’antrace a causa della presunta minaccia di guerra biologica che coinvolge questo agente.”
Chiaro dunque, bisogna essere molto prudenti e rigorosi nelle fasi di ricerca. Pertanto, ribadiamo a gran voce che siano rispettati rigorosamente i tempi per l’ottenimento di un vaccino che sia sicuro dal punto di vista dei parametri normalmente ed ordinariamente previsti dai protocolli ufficiali per le autorizzazioni alle somministrazioni di vaccini su larga scala nella popolazione.

di 
Sabino Paciolla