A fine settembre, un cardinale cinese di 88 anni, tale Joseph Zen, attraversa mezzo mondo per venire a Roma chiedendo di poter essere ricevuto dal Papa per una questione delicatissima, ma viene lasciato fuori della porta. È successo nella settimana in cui il Vaticano è stato sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo per l’imminente rinnovo del tanto discusso accordo (segreto!) tra Santa Sede e Cina popolare.
Cento ore erano state concesse al Cardinale in Italia, come permesso speciale per poter incontrare il Papa, e al ritorno nell’ex colonia britannica di Honk Kong dovrà farsi l’ormai classico periodo di quarantena. Uno sforzo notevole, ma a casa torna con un pugno di mosche, il Papa infatti non lo ha voluto ricevere. Joseph Zen è riuscito soltanto a consegnare una lettera a monsignor Gonzalo Aemilius, il segretario personale di Papa Francesco, in cui peraltro si legge: «Pensare di fare accordi con Pechino è folle. È come con il diavolo, non puoi dialogarci, o di qua o di là». (1)
Cosa si cela dunque dietro queste dure parole pronunciate dall’emerito Cardinale di Hong Kong in visita a Roma ? Naturalmente il rinnovo dell’accordo “fantasma” che lega la Santa Sede e la Cina, accordo che il 22 settembre, avendo compiuto due anni, ufficialmente è scaduto. Tutto quello che si sa a livello ufficiale di quell’accordo firmato nel 2018 a Pechino è che “esso tratta della nomina dei vescovi”, che è “provvisorio” e “prevede valutazioni periodiche circa la sua attuazione”. Non una parola in più sul suo contenuto.
Negli stessi giorni, a poche ore dall’arrivo a Roma del segretario di Stato Usa Mike Pompeo, Andrea Tornielli, direttore editoriale del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, annuncia pubblicamente l’intenzione di voler prorogare l’accordo.
In conferenza stampa Tornelli sottolinea che esso è «sempre stato un accordo genuinamente pastorale», cioè riguarda esclusivamente la nomina dei vescovi: quindi non politico, non diplomatico e non riguarda neppure «i rapporti tra il clero e le autorità del paese».
Ovviamente nessuno conosce il contenuto di questo accordo (scandalosamente tenuto ancora segreto) e quindi si sta alle dichiarazioni delle parti.(2)
In realtà ciò che è certo è che la situazione dei cattolici in Cina negli ultimi anni è enormemente peggiorata, la repressione si è fatta più intensa, contro le persone, contro gli edifici di culto e ogni simbolo cristiano. Il regime cinese ha di fatto usato l’accordo con la Santa Sede per avere carta bianca nella repressione dei cattolici. (3)
Oggi sono oltre ottanta le Ong per la difesa dei diritti umani in Cina che chiedono che sia reso pubblico il contenuto dell’accordo di due anni fa, “perché il Partito Comunista non lo prenda nuovamente a pretesto per continuare a esercitare le sue persecuzioni religiose” (4).
Infatti, come sostiene il giornalista Riccardo Cascioli su “La nuova bussola quotidiana”: “il Vaticano si comporta come chi per salvare un armadio in camera accetti di veder distrutta tutta la casa: un controsenso”. (5)
Tornando all’accordo “sino-vaticano”, per dimostrare quanto esso sia stato disatteso basta rilevare che in Cina ci sono oggi 135 tra diocesi e prefetture apostoliche, di queste solo 72 avevano un vescovo prima del 22 settembre 2018, poco più della metà. L’Accordo, stando a quanto affermato dalle parti, avrebbe dovuto servire proprio a colmare questo vuoto ma, ad oggi, il numero di diocesi coperte è rimasto invariato ! Le uniche due nuove ordinazioni episcopali avvenute dopo il 22 settembre 2018 – quelle di Antonio Yao Shun, ordinario della diocesi di Jining, e di Stefano Yu Hongwei, coadiutore della diocesi di Hanzhong – sono entrambe dell’aprile del 2019 ma erano state già concordate prima della firma dell’intesa. A tal proposito Andrea Tornielli, direttore editoriale del Dicastero per la comunicazione del Vaticano, nella conferenza stampa per il rinnovo dell’accordo incredibilmente, come ribadito da Joseph Zen, mente spudoratamente…(6)
Ma c’è di più: alla vigilia della stipula dell’accordo, 50 diocesi cinesi erano rette da vescovi “ufficiali”, cioè riconosciuti sia da Roma che da Pechino, e 17 da vescovi “clandestini”, cioè riconosciuti da Roma ma non dal governo cinese. Poi c’erano 7 vescovi colpiti da scomunica papale, 5 dei quali insediati ugualmente dal regime in altrettante diocesi ritenute da Roma ancora vacanti, e 2 insediati invece in diocesi già rette da vescovi legittimi agli occhi di Roma, ma clandestini per le autorità cinesi. Ebbene, all’atto della firma dell’accordo, Papa Francesco ha revocato la scomunica a quei 7 vescovi e ha assegnato a ciascuno di loro il governo delle diocesi in cui il regime li aveva collocati. (7)
Sempre a proposito di nomine vescovili, dietro la visita negata del Cardinale Zen al Papa, c’era anche la sua battaglia per la guida della diocesi di Hong Kong che, malgrado i famosi accordi, dal dicembre 2018 non ha ancora un vescovo titolare. Ormai, siamo a quasi due anni di stallo: inizialmente sembrava ovvia la nomina a vescovo di Joseph Ha Chi-shing, ma il nome era fortemente sgradito a Pechino, poichè dimostrava troppa simpatia per il movimento democratico che si ribella al colpo di mano del regime cinese, così sembra adesso quasi certa la nomina del filo-regime Mons. Choi, sebbene Josef Zen dichiara apertamente nella sua lettera al Papa che ora questa decisione rischia di far spaccare nuovamente la Chiesa di Hong Kong.
Per quanto riguarda poi la repressione e l’enorme ingerenza del regime cinese sulla comunità cristiana faccio riferimento a quanto riportato dal vaticanista Bernardo Cervellera in un recente articolo apparso su AsiaNews (8), dove si denuncia chiaramente come a tutti coloro che intendono svolgere funzione religiosa in Cina è fatto obbligo di firmare una “Lettera di impegno per i responsabili dei luoghi di culto e per le persone consacrate”. Se si firma questo documento, il sacerdote potrà essere parroco ed esercitare il suo ministero, nei limiti previsti, altrimenti rimarrà disoccupato e potrà eventualmente essere sanzionato. Lo stesso per le suore e le “persone consacrate” (in Cina il governo non permette la vita religiosa maschile).
Fra le cose che fanno più impressione in questo documento vi sono:
1) L’aderire al fatto che si deve “proibire l’ingresso nella Chiesa ai minorenni”, il “non organizzare corsi di formazioni per i minorenni”. (Come la coscienza di un parroco possa ubbidire a tale ordine è un mistero. Nel Vangelo Gesù dice ai suoi discepoli “Lasciate che i bambini vengano a me” – Matteo 19,14). Inoltre, quell’ordine è contrario anche alla costituzione cinese che garantisce la libertà religiosa senza porre alcun limite di età.
2) In nome dell’indipendenza, “boicottare consapevolmente gli interventi degli stranieri; non contattare potenze straniere, non accogliere gli stranieri, non ricevere denaro, non accettare interviste, formazioni o invito di convegni all’estero”. In pratica: è un obbligo rimanere isolati e non condividere la fede con altri cattolici sparsi nel mondo. Anche questo contravviene alle Convenzioni Onu in materia di libertà religiosa e diritti civili, che pure Pechino ha firmato il 5 ottobre 1998, ma che non ha mai ratificato.
3) Una serie di limiti all’evangelizzazione: non si può cantare senza permesso; non si possono esporre – a casa propria! – “manifesti e insegne” a “fini evangelici”; non si possono postare online argomenti religiosi…
4) Amare la Patria e amare la religione, studiare e seguire consapevolmente le politiche sugli affari religiosi del Partito e le leggi e i regolamenti dello Stato, svolgere consapevolmente le attività solo secondo le suddette leggi e regolamenti.
Quanto al punto 2, esso fa riferimento proprio all’accordo “sino-vaticano” che la Santa Sede ha provveduto a ratificare negli “Orientamenti pastorali circa la registrazione civile del clero in Cina”, pubblicati il 28 giugno 2019, a firma papale, in cui si fa esplicito riferimento all’Accordo provvisorio del 22 settembre 2018 per giustificare l’”indipendenza” della Chiesa cinese voluta dal governo di Pechino (ossia l’impossibilità della chiesa cattolica cinese ad essere “legata” ad altre sedi all’estero, Vaticano compreso..), segue l’invito della Santa Sede ai preti a registrarsi presso l’Associazione patriottica, ovvero la Chiesa ufficiale controllata dal Partito Comunista.
In una lettera scritta recentemente dall’International Religious Freedom Roundtable (IRFR) alla Santa sede si fa riferimento inoltre al fatto che le autorità cinesi hanno dichiarato di volere riscrivere i testi religiosi, compresa la Bibbia e il Corano, affinché, come ha stabilito il segretario del Partito Comunista Cinese, Xi Jin Ping, “riflettano i valori socialisti”. (9)
Come vedete, quando il Segretario di Stato Usa, Mike Pompeo – per conto del presidente Trump ( ma da cattolico osservante) – si è recentemente espresso sulla rivista First Things contro il rinnovo dell’accordo tra Vaticano e Cina dichiarando : «Due anni fa, la Santa Sede ha raggiunto un accordo con il Partito comunista cinese, sperando di aiutare i cattolici cinesi. Ma l’abuso del Pcc sui fedeli è solo peggiorato. Il Vaticano metterebbe a rischio la sua autorità morale, se rinnovasse l’accordo», beh, non ha certo dimostrato di avere tutti i torti. (10)
Pompeo ha solo messo il dito nella piaga, visto che c’è un precedente storico importante che lo dimostra: il concordato con la Germania di Hitler fu un disastro.
Almeno, allora, il segretario di Stato vaticano Pacelli denunciò apertamente il regime nazista, mentre l’odierno segretario Parolin non dimostra minimamente di voler fare altrettanto. Anzi sembra totalmente ignorare l’identità manifestamente autoritaria e atea dei loro interlocutori cinesi.(11)
Giorgio Lo Grasso
Note:
(1) https://lanuovabq.it/it/lultimo-appello-del-cardinale-zen-per-la-cina-e-hong-kong
(2)https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/laccordo-con-la-cina-pastorale
(3) https://it.bitterwinter.org/chiese-cattoliche-demolite-dal-governo-o-trasformate/
(4) https://lanuovabq.it/it/cina-vaticano-appello-al-papa-dei-dissidenti-cinesi
(5) https://lanuovabq.it/it/sulla-cina-il-vaticano-bara
(6) https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/laccordo-con-la-cina-pastorale
(7) http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2020/06/22/che-cosa-e-cambiato-in-due-anni-tra-i-vescovi-cinesi-il-fallimento-dell%e2%80%99accordo-del-2018/
(8) http://www.asianews.it/notizie-it/Soffocare-la-Chiesa-cinese-con-%E2%80%98l%E2%80%99indipendenza%E2%80%99,-mentre-si-applaude-all%E2%80%99accordo-Cina-Vaticano-47373.html
(9) https://www.irfroundtable.org/
(10) https://www.ilsole24ore.com/art/vaticano-ecco-perche-papa-non-riceve-pompeo-e-gelo-gli-usa-trump-ADQImEs
(11) https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/ecco-perche-il-papa-non-incontra-pompeo-usa
di Giorgio Lo Grasso
comedonchisciotte.org
Pubblicato da Tommesh – ComeDonChisciotte.org
https://comedonchisciotte.org/ombre-cinesi-la-chiesa-e-il-nuovo-accordo-col-diavolo/
Non per essere pignolo o pedante, ma ostinarsi a definire Papa l'impostore e rinnegato bonaerense sig. Jorge Mario Bergoglio significa avvallare quello che si sta giustamente condannando. Qui si è in Ambito di Morale Cattolica, se non di Fede, qui si fa strame, da parte dell'occupante la Sede Episcopale di Roma Fondata dallo stesso San Pietro di Cafarnao (e, appunto, di Roma), Discepolo e Apostolo di Nostro Signore, della Legge Divina e di Tutto Quello che è definibile come Davvero Cattolico, cioé Davvero Cristiano, vale a dire Tutto Quello che " da Sempre, da Tutti e Dappertutto " è stato riconosciuto e professato e insegnato come Verità di Fede, giusta la celebre definizione di " Cattolicesimo " data da San Vincenzo di Lerins, Abate e Grande Uomo di Dio e di Chiesa. Forse che in quel che Francisco Bergoglio dice o scrive o attua ( tipo l'infame accordo Vaticano-Comunismo Cinese Anticristico e perciò Anti-umano, fortemente voluto da tal Pietro Paroline?) si può ravvisare qualcosa che anche solo lontanamente ricordi la menzionata Definizione di Santa Fede Cattolica del Santo Abate Lerinense? Io, francamente, non vedo nulla. E ne traggo le razionali conseguenze!
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