ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 2 novembre 2020

La Fede cambia senza fare troppo rumore?

Il trucco c'è ma...si vede. Una fede che cambia con la scusa della pastorale


Da un po' di tempo in qua la fede ha assunto un nuovo volto: a volte quello della misericordia, a volte quello della pastorale, a volte quello della spontaneità, ma di fatto un volto altro da sé. Un volto che cambia perché i tempi sono diversi, la cultura si trasforma, le persone camminano nel tempo. E per correre dietro al tempo e alle persone, anche la fede deve cambiare. Ma senza disturbare la dottrina, in modo soft, con l'escamotage secondo cui la pastorale sarebbe un invito a cambiare, trovando soluzioni più adatte al tempo. In realtà, la pastorale non si distacca mai dalla dottrina della fede; in essa trova la sua ragion d'essere. La dottrina, invece, la sua espressione e incarnazione in un corretto approccio pastorale. Dottrina e pastorale, come verità e amore, vanno sempre insieme. La loro separazione è la ragione della gran parte degli errori di oggi.

P. Serafino M. Lanzetta https://www.youtube.com/watch?v=od0AgtwSpWE


La Segreteria di Stato del Vaticano chiarisce il contesto delle affermazioni di Papa Francesco sulle unioni civili omosessuali

Ecco un articolo pubblicato dallo staff del Catholic News Agency che riprende la comunicazione della Segreteria di Stato Vaticano sulle parole di supporto di Papa Francesco alle unioni civili omosessuali dette nel docufilm “francesco”. 

Di seguito l’articolo nella mia traduzione. 

Papa Francesco e il Card. Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano

Papa Francesco e il Card. Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano
La Segreteria di Stato del Vaticano ha chiesto ai rappresentanti pontifici di condividere con i vescovi alcuni chiarimenti sui commenti sulle unioni civili fatti da papa Francesco in un documentario recentemente pubblicato, secondo il nunzio apostolico in Messico.

I chiarimenti spiegano che i commenti del papa non riguardano la dottrina cattolica sulla natura del matrimonio come unione tra un uomo e una donna, ma i provvedimenti del diritto civile.

Alcune affermazioni, contenute nel documentario ‘Francesco’ dello sceneggiatore Evgeny Afineevsky, hanno suscitato, nei giorni scorsi, varie reazioni e interpretazioni. Vengono quindi offerti alcuni spunti utili, con il desiderio di presentare un’adeguata comprensione delle parole del Santo Padre”, ha affermato l’arcivescovo Franco Coppola, nunzio apostolico, in post pubblicato su Facebook il 30 ottobre.

Il nunzio ha detto all’ACI Prensa, l’agenzia di stampa in lingua spagnola della CNA, che il contenuto del suo post è stato fornito dalla Segreteria di Stato vaticana alle nunziature apostoliche, per essere condiviso con i vescovi.

Il post spiega che in un’intervista del 2019, di cui alcune parti inedite sono andate in onda nel recente documentario, il papa ha commentato in tempi diversi su due questioni distinte: che i bambini non devono essere esclusi dalle loro famiglie a causa del loro orientamento sessuale, e sulle unioni civili, nel frangente della discussione di un disegno di legge sul matrimonio omosessuale del 2010 nella legislatura argentina, a cui si oppose papa Francesco, allora arcivescovo di Buenos Aires.

La domanda dell’intervista che ha suscitato l’osservazione sulle unioni civili era “inerente a una legge locale di dieci anni fa in Argentina sui ‘matrimoni paritari di coppie dello stesso sesso’ e all’opposizione dell’allora arcivescovo di Buenos Aires a questo proposito”. A questo proposito, papa Francesco ha affermato che “è un’incongruenza parlare di matrimonio omosessuale”, aggiungendo, nello stesso contesto, che aveva parlato del diritto di queste persone ad avere una certa copertura legale: “quello che dobbiamo fare è una legge sulla unione civile; hanno il diritto di essere coperti legalmente. Io l’ho difesa”, ha postato Coppolo su Facebook.

“Il Santo Padre si era espresso così in un’intervista del 2014: Il matrimonio è tra un uomo e una donna. Gli Stati laici vogliono giustificare le unioni civili per regolamentare varie situazioni di convivenza, mossi dalla richiesta di regolamentare gli aspetti economici tra le persone, come la garanzia dell’assistenza sanitaria. Si tratta di patti di convivenza di natura diversa, di cui non saprei dare l’elenco delle diverse forme. È necessario vedere i vari casi e valutarli nella loro varietà”, ha aggiunto il post.

“È quindi evidente che papa Francesco ha fatto riferimento ad alcune disposizioni statali, non certo alla dottrina della Chiesa, riaffermate più volte nel corso degli anni”, si legge nella dichiarazione.

La dichiarazione della Segreteria di Stato è coerente con le recenti dichiarazioni pubbliche di due vescovi argentini: L’arcivescovo Hector Aguer  e l’arcivescovo Victor Manuel Fernandezarcivescovo emerito e attuale arcivescovo di La Plata, Argentina, e con un ulteriore resoconto sul contesto delle osservazioni del Papa.

Il 21 ottobre Fernandez ha postato su Facebook che prima di diventare papa, l’allora cardinale Bergoglio “ha sempre riconosciuto che, senza chiamarlo ‘matrimonio’, in realtà esistono unioni molto strette tra persone dello stesso sesso, che non implicano di per sé relazioni sessuali, ma un’alleanza molto intensa e stabile”.

“Si conoscono a fondo, condividono lo stesso tetto da molti anni, si prendono cura l’uno dell’altro, si sacrificano l’uno per l’altro. Allora può succedere che preferiscano che in un caso estremo o in una malattia non consultino i loro parenti, ma quella persona che conosce a fondo le loro intenzioni. E per lo stesso motivo preferiscono che sia quella persona ad ereditare tutti i loro beni, ecc.”

“Questo può essere contemplato nella legge e si chiama ‘unione civile’ [unión civil] o ‘legge di convivenza civile’ [ley de convivencia civil], non matrimonio”.

“Quello che il Papa ha detto a questo proposito è quello che ha sostenuto anche quando era arcivescovo di Buenos Aires”, ha aggiunto Fernández.

“Per lui, l’espressione ‘matrimonio’ ha un significato preciso e si applica solo a un’unione stabile tra un uomo e una donna aperta a comunicare la vita… c’è una parola, ‘matrimonio’, che si applica solo a quella realtà. Qualsiasi altra unione simile richiede un altro nome”, ha spiegato l’arcivescovo.

La settimana scorsa, Aguer ha detto all’ACI Prensa che nel 2010, “il cardinale Bergoglio, allora arcivescovo di Buenos Aires, propose in un’assemblea plenaria della Conferenza episcopale argentina di sostenere la legalità delle unioni civili di persone omosessuali da parte dello Stato, come possibile alternativa a quella che è stata chiamata – e si chiama – ‘uguaglianza matrimoniale’”.

“All’epoca, l’argomento che veniva opposto (al cardinale Bergoglio, ndr) era che non si trattava di una questione meramente politica o sociologica, ma di un giudizio morale; di conseguenza, non si poteva promuovere  l’autorizzazione delle leggi civili contrarie all’ordine naturale. Fu anche fatto notare che questo insegnamento è stato ripetutamente affermato nei documenti del Concilio Vaticano II. La conferenza plenaria dei vescovi argentini respinse questa proposta (del cardinale Bergoglio, ndr) e votò contro”, ha detto Aguer.

America Magazine ha pubblicato il 24 ottobre il contesto apparente dell’osservazione del papa sulle unioni civili.

Durante una discussione sull’opposizione del papa a una proposta di matrimonio tra persone dello stesso sesso quando era arcivescovo in Argentina, Alazraki chiese a papa Francesco se avesse adottato posizioni più liberali dopo essere diventato papa e, in caso affermativo, se ciò fosse attribuibile allo Spirito Santo.

Alazraki chiese: “Lei ha condotto un’intera battaglia contro i matrimoni egualitari, di coppie dello stesso sesso in Argentina. E poi dicono che Lei è arrivato qui, l’hanno eletto papa ed è apparso molto più liberale di quello che era in Argentina. Si riconosce in questa descrizione che fanno alcune persone che La conoscevano prima, ed è stata la grazia dello Spirito Santo che Le ha dato una spinta? (ride)”.

Secondo America Magazine, il papa ha risposto: “La grazia dello Spirito Santo esiste certamente. Ho sempre difeso la dottrina. Ed è curioso che nella legge sul matrimonio omosessuale…. È un’incongruenza parlare di matrimonio omosessuale. Ma quello che dobbiamo avere è una legge dell’unione civile (ley de convivencia civil), quindi hanno il diritto di essere legalmente coperti”.

L’ultima frase è stata omessa quando l’intervista di Alazraki è stata trasmessa nel 2019.

La dichiarazione della Segreteria di Stato sembra confermare che il papa ha detto “mi sono battuto per questo”, subito dopo le sue altre osservazioni sulle unioni civili, un fatto che prima non era stato chiarito.

Di Sabino Paciolla

https://www.sabinopaciolla.com/la-segreteria-di-stato-del-vaticano-chiarisce-il-contesto-delle-affermazioni-di-papa-francesco-sulle-unioni-civili-omosessuali/

Dopo le parole del Papa di sostegno alle unioni civili omosessuali, grande è la confusione sotto il cielo

Papa Francesco Vincenzo Pinto/AFP via Getty Images
Papa Francesco Vincenzo Pinto/AFP via Getty Images

 di Sabino Paciolla

 Dopo le parole dette dal Papa nel docufilm “Francesco”, che sostengono le unioni civili omosessuali, per le quali dice di essersi battuto, come era prevedibile, la confusione nella Chiesa sta facendo passi da gigante. Gli esiti nefasti di questa babele non potranno che abbattersi rovinosamente sul popolo dei fedeli, in particolare su coloro che sono i più semplici, su coloro cioè che non hanno i mezzi o gli attrezzi culturali per capire certe sottigliezze. 

A tal proposito, in questi giorni sono tanti gli episodi che destano molta preoccupazione. 

Cominciamo con l’arcivescovo Bernard A. Hebda di Saint Paul and Minneapolis, Minnesota, USA, il quale ha emesso un breve comunicato che fa strabuzzare gli occhi. Ve lo riporto nella mia traduzione:

Le osservazioni di Papa Francesco che danno un sostegno qualificato alle unioni civili di coppie dello stesso sesso non sono le sue prime come Papa. Pur affermando l’insegnamento della Chiesa che il matrimonio può essere solo tra un uomo e una donna (Intervista 2019), egli, insieme ad altri che difendono il matrimonio tradizionale, ha mostrato apertura alle unioni civili come una sorta di via di mezzo che permetterebbe alle persone dello stesso sesso in relazioni di lungo termine di avere benefici legali senza una ridefinizione civile del matrimonio stesso. Mentre l’insegnamento della Chiesa sul matrimonio è chiaro e irreformabile, il confronto deve continuare sui modi migliori per portare grande rispetto alla dignità di coloro che hanno relazioni omosessuali in modo che non siano soggetti ad alcuna ingiusta discriminazione (Catechismo della Chiesa Cattolica 2358). Il Papa sembra sottolineare che siamo chiamati a trovare il modo di estendere il vero senso della famiglia a coloro che si trovano ai margini, affinché possano sperimentare la sicurezza dell’appartenenza e la gioia di incontrare la misericordia di Gesù Cristo che cambia la vita. (grassetto mio)

Ora, che si debba portare rispetto per la dignità delle singole persone che sperimentano una attrazione per lo stesso sesso, come per qualsiasi altra persona, proprio in quanto persona, è assolutamente fuor di dubbio. Altra cosa è parlare di relazioni omosessuali. E che siano di breve o lungo termine non fa alcuna differenza. Sempre di atti “intrinsecamente disordinati”, come li definisce il Catechismo al 2357, si tratta. Questo sembra sfuggire ad alcuni parroci, vescovi e pure cardinali. 

Ma la cosa raccapricciante è che un vescovo della Chiesa cattolica, facendo leva sulle parole di Papa Francesco, parli di “trovare il modo di estendere il vero senso della famiglia”. E che significa? Non sa forse che la famiglia naturale è una sola, ed è quella formata da un uomo ed una donna, che formano una unione naturale e sacramentale nel matrimonio, aperta alla vita, disegnata sapientemente da Dio creatore nostro Padre? Ogni nostra altra “estensione” del senso della famiglia finalizzata ad includere le coppie omosessuali si rivela frutto di ideologia che, come tutte le ideologie, è fonte di violenza perché priva i figli, per sempre, di una delle due figure genitoriali, la mamma o il papà, cui hanno diritto. Per un bambino a cui venga negata per sempre la figura della mamma o del papà si potrà mai parlare di “vero senso della famiglia”?

Questo concetto dovrebbe essere chiaro a chiunque, in particolare quando si tratti di un vescovo. Eppure sembra che non sia così.

Ma continuiamo.

“…le unioni civili non sono altro che una versione “latte scremato” del matrimonio.”

Alla voce del vescovo, si aggiunqe quella del gesuita padre James Martin che, come noto, è molto stimato da Papa Francesco. Padre Martin e Alphonso David, capo della più potente lobby americana del mondo LGBT, la Human Rights Campaignhanno vergato un editoriale su Religion News Service in cui, tra le altre cose, scrivono: 

In un passo significativo per la Chiesa cattolica, Papa Francesco ha segnalato il suo sostegno alle unioni civili per le coppie dello stesso sesso in un documentario uscito la settimana scorsa. Questa è la prima volta che Papa Francesco ha riconosciuto così chiaramente e pubblicamente il valore delle protezioni legali civili per le coppie dello stesso sesso.

E poi: 

Come arcivescovo di Buenos Aires, Francesco (allora Jorge Mario Bergoglio) fece dichiarazioni simili in privato. Più tardi, come papa, ha menzionato queste protezioni legali in modo sottile nei libri, nelle interviste e nelle conferenze stampa, ma mai in modo così chiaro come nel nuovo documentario “Francesco”, che include commenti sulle unioni civili tratti da un’intervista a una giornalista messicana dell’anno scorso (leggi anche qui).

E ancora: 

Molte persone LGBTQ oggi sarebbero d’accordo con il famoso commento del giudice Ruth Bader Ginsburg (icona liberal, abortista, deceduta da poco e qualche giorno fa sostituita dalla cattolica pro-life Amy Coney Barrett, ndr) che le unioni civili non sono altro che una versione “latte scremato” del matrimonio. Ma, per quanto piccolo, questo passo del papa aiuta a stabilire un terreno comune tra il movimento LGBTQ e la chiesa, per quanto tenue.

Proseguono:

Il sostegno alla protezione civile [di Papa Francesco] non è altro che un’estensione del suo ministero pastorale generale alle persone LGBTQ, che sta cercando di conciliare l’insegnamento della Chiesa sulla dignità umana e la non discriminazione con la pratica della Chiesa.

E infine, dopo aver detto che “Vale la pena notare che questo è il primo papa in assoluto ad usare pubblicamente la parola ‘gay’”, i due concludono: 

“..il movimento LGBTQ e il Papa possono trovare un terreno comune. I leader all’interno di tutte le chiese e nella piazza pubblica possono vedere nelle parole di Francesco un invito a difendere i diritti e la dignità della comunità LGBTQ…”

Come si vede, il padre gesuita si associa con una delle potenze del mondo LGBT per sostenere la normalizzazione dell’omosessualità e del transgenderismo all’interno della Chiesa. In questa sua “missione” trova molto gradite e utili alla sua causa le parole del Papa. Padre Martin è colui che alla espressione di tristezza di un omosessuale che al momento dello scambio della pace durante la celebrazione della messa trovava difficile abbracciarsi e baciarsi con il suo compagno come fanno gli altri risponde: Spero che tra dieci anni riuscirai a baciare il tuo partner o, lo sai, presto anche tuo marito. Perché no? 

Padre James Martin è anche colui che ha pregato per la vittoria di Biden e Kamala Harris alla convention democratica per la sfida contro Trump e Pence. 

Joe Biden, che si dichiara cattolico, è favorevole e acceso sostenitore dell’aborto fino al nono mese. Mentre Kamala Harris è campione di settarismo anticattolico.

Per inciso, Biden è anche colui che si è vantato di aver ricevuto in precedenza la Comunione da Papa Francesco quando gli è stata negata da uno sconosciuto giovane sacerdote a causa del suo sostegno all’aborto. Inoltre, qualche giorno fa, proprio per guadagnarsi i voti dei cattolici, ha detto che la sua carriera politica giocato la carta del Papa citando “Fratelli tutti”, l’ultima enciclica. Biden ha detto: “Pensando al futuro, in certi giorni le domande devono essere: “A che scopo? Verso dove sto puntando realmente?”.… Francesco ha fatto domande cui chiunque cerca di guidare questa grande Nazione dovrebbe rispondere”.

https://www.sabinopaciolla.com/dopo-le-parole-del-papa-di-sostegno-alle-unioni-civili-omosessuali-grande-e-la-confusione-sotto-il-cielo/

Arciv. Aguer: “Il card. Bergoglio propose alla conferenza episcopale argentina di sostenere la legalità delle unioni civili di persone omosessuali”

“Il cardinale Bergoglio, allora arcivescovo di Buenos Aires, propose in un’assemblea plenaria della conferenza episcopale argentina di sostenere la legalità delle unioni civili di persone omosessuali da parte dello Stato, come possibile alternativa a quella che è stata chiamata – e si chiama – ‘uguaglianza matrimoniale’ (matrimonio omosessuale, ndr)”.

Un articolo scritto dallo staff del Catholic News Agency, nella mia traduzione.  

Arcivescovo Hector Aguer
Arcivescovo Hector Aguer

Dopo le osservazioni contenute in un documentario di Papa Francesco sulle unioni civili, l’arcivescovo emerito di La Plata, Argentina, ha offerto il suo ricordo di un dibattito del 2010 sulle unioni civili che si è svolto nell’ambito della Conferenza episcopale argentina, mentre la legislatura del Paese si stava preparando ad approvare un progetto di legge sul matrimonio tra persone dello stesso sesso.

Nei commenti inviati all’ACI Prensa, il partner di lingua spagnola della CNA, l’arcivescovo Héctor Aguer ha osservato che “la recente dichiarazione del Sommo Pontefice che promuove le unioni civili tra persone dello stesso sesso ha suscitato scalpore, nella Chiesa e fuori di essa; cioè, proponendo che venga loro concesso un quadro giuridico”.

L’arcivescovo ha fatto riferimento ai commenti pubblicati nel film “Francesco”, un documentario che è stato presentato per la prima volta a Roma la settimana scorsa(l’altra settimana, ndr), in cui Papa Francesco si vede chiedere una legislazione sulle unioni civili. Le osservazioni inedite del papa sono state trovate in un’intervista del 2019 condotta dalla rete televisiva messicana Televisa.

Da allora è stato ampiamente riportato che Papa Francesco ha sostenuto l’idea di una legislazione sulle unioni civili quando era arcivescovo di Buenos Aires, come compromesso durante il dibattito del 2010 in Argentina sul matrimonio omosessuale.

La settimana scorsa, l’arcivescovo Victor Manuel Fernandez, l’attuale arcivescovo di La Plata, ha postato su Facebook che “Quello che il papa ha detto su questo argomento è quello che ha sostenuto anche quando era arcivescovo di Buenos Aires“.

L’arcivescovo ha aggiunto che prima di diventare papa, l’allora cardinale Bergoglio “ha sempre riconosciuto che, senza chiamarle ‘matrimonio’, in realtà esistono unioni molto strette tra persone dello stesso sesso, che non implicano di per sé rapporti sessuali, ma un’alleanza molto intensa e stabile”.

“Questo può essere contemplato nella legge e si chiama ‘unione civile’ [unión civil] o ‘legge di convivenza civile’ [ley de convivencia civil], non matrimonio”, scriveva Fernandez.

L’arcivescovo Aguer, che ha guidato l’arcidiocesi di La Plata dal 2000 al 2018, ha ricordato il dibattito del 2010 sulle unioni civili.

“Il cardinale Bergoglio, allora arcivescovo di Buenos Aires, propose in un’assemblea plenaria della conferenza episcopale argentina di sostenere la legalità delle unioni civili di persone omosessuali da parte dello Stato, come possibile alternativa a quella che è stata chiamata – e si chiama – ‘uguaglianza matrimoniale’ (matrimonio omosessuale, ndr)”.

“All’epoca, l’argomento che veniva opposto (al cardinale Bergoglio, ndr) era che non si trattava di una questione meramente politica o sociologica, ma di un giudizio morale; di conseguenza, non si poteva promuovere  l’autorizzazione delle leggi civili contrarie all’ordine naturale. Fu anche fatto notare che questo insegnamento è stato ripetutamente affermato nei documenti del Concilio Vaticano II. La conferenza plenaria dei vescovi argentini respinse questa proposta (del cardinale Bergoglio, ndr) e votò contro”, ha detto Aguer.

L’arcivescovo ha aggiunto che “nel 2003 la Congregazione per la Dottrina della Fede ha dichiarato che ‘il rispetto per le persone omosessuali non può portare in alcun modo all’approvazione di comportamenti omosessuali o al riconoscimento legale delle unioni omosessuali’. Non è irragionevole pensare che tali unioni, alle quali si propone di concedere il riconoscimento legale, non siano ‘platoniche’; pertanto, sarebbe implicito approvare la copertura dell’attività omosessuale nella legge”.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica insegna che chi si identifica come LGBT “deve essere accettato con rispetto, compassione e sensibilità. Ogni segno di ingiusta discriminazione nei loro confronti deve essere evitato. Queste persone sono chiamate a compiere la volontà di Dio nella loro vita e, se sono cristiani, ad unirsi al sacrificio della Croce del Signore per le difficoltà che possono incontrare a causa della loro condizione”.

Il Catechismo approfondisce che le inclinazioni omosessuali sono “oggettivamente disordinate”, gli atti omosessuali sono “contrari alla legge naturale”, e coloro che si identificano come lesbiche e gay, come tutte le persone, sono chiamati alla virtù della castità, e chiamati alla santità.

L’arcivescovo ha detto che, a suo avviso, il Catechismo propone “un cammino di miglioramento spirituale orientato al raggiungimento della castità, attraverso la pratica delle ‘virtù del dominio di sé che insegnano loro la libertà interiore’, la preghiera e la grazia sacramentale”.

Per Aguer, “l’approvazione ecclesiastica delle ‘unioni civili’ porterebbe alla scristianizzazione e alla disumanizzazione della società”.

L’arcivescovo ha affermato il suo rispetto per il papa, ma ha detto che, a suo avviso, le osservazioni del papa nel documentario “non hanno un carattere magisteriale”.

“Le paragono alle conversazioni che i papi fanno durante i loro viaggi con i giornalisti nel viaggio dell’aereo; possono essere interessanti, ma mancano delle caratteristiche proprie del genere magisteriale; anche se emesse da una personalità rilevante, non sono altro che opinioni private”.

Inoltre, ha detto Aguer, “nel caso di una questione sulla quale esiste un certo insegnamento cattolico, se il Santo Padre avesse l’intenzione di introdurre un cambiamento, la cosa ragionevole è sostenere che lo affermerebbe espressamente con autorità e buoni argomenti”.

L’arcivescovo ha messo in guardia contro una tendenza che ha chiamato “papolatria”, tra alcuni cattolici, dicendo che “non è un comportamento sano”. Ha osservato che “le ripercussioni iniziali” delle parole del papa “hanno già provocato reazioni contrastanti, il che fa temere un allargamento delle divisioni tra i fedeli, un approfondimento della ‘spaccatura’ ecclesiale che esiste innegabilmente”.

“Spero che teologi, cardinali e vescovi con maggiore saggezza e autorità di me, possano portare un po’ di luce in questi momenti bui”, ha detto.

Per Aguer, “è molto doloroso pensare ai danni spirituali che subiranno i fedeli che soffrono a causa della loro disordinata inclinazione, se la Chiesa dovesse sostenere il riconoscimento delle unioni civili, sancito dallo Stato come diritto ad avere una famiglia; ciò costituirebbe un ostacolo al possibile processo di guarigione descritto nel Catechismo”.

“Perché la misericordia della verità è dovuta a queste persone”, ha detto.

L’arcivescovo ha esortato i cattolici alla preghiera, e li ha esortati alla “speranza, che accende i soli nella nostra notte”.

Di Sabino Paciolla

https://www.sabinopaciolla.com/arciv-aguer-il-card-bergoglio-propose-alla-conferenza-episcopale-argentina-di-sostenere-la-legalita-delle-unioni-civili-di-persone-omosessuali/

Unione civili, ora il Vaticano chiarisce a metà

Il Vaticano invia una nota ai nunzi apostolici sulle frasi del Papa sulle unioni civili, ma non c'è un chiarimento sulla modifica dottrinale. Benedetto XVI e San Giovanni Paolo II erano contrari

Il Vaticano ha in qualche modo replicato alle interpretazioni date da alcuni organi di stampa sull'apertura di papa Francesco alle unioni civili. Nel corso di questi giorni, infatti, la segreteria di Stato ha inoltrato una nota di chiarimento ai nunzi della Santa Sede.

Il fine sembra essere quello di fornire gli strumenti per poter dibattere dell'argomento di discussione, comprendendo quale sia la vera ratio delle parole di Jorge Mario Bergoglio.

L'interpretazione dei più è chiara: l'ex arcivescovo di Buenos Aires, mediante quella intervista, che era tuttavia datata, ha di fatto modificato la dottrina di San Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI. Il silenzio della Sala Stampa dopo la diffusione della notizia poteva aver suscitato un po' di stupore. E i sacri palazzi hanno scelto questo periodo per intervenire.

La nota inviata dalla segreteria di Stato sembra essere balzata agli onori delle cronache - come riporta l'Agi - per via della decisione di una singola persona. Una scelta - questa di pubblicarla - che è stata del nunzio apostolico in Messico, che è l'italiano Franco Coppola. Molto di questa storia - com'è noto - deriva dal documentario "Francesco", opera di Evgeny Afineevsky trasmessa di recente al Festival del Cinema di Roma.

Alcuni hanno fatto notare come Bergoglio, dopo la messa in onda, abbia voluto festeggiare con il regista. Il che, la mattinata successiva alla " bufera" mediatica, ha in qualche modo alimentato le critiche della base composta dai conservatori, che hanno visto in quel festeggiamento la conferma della loro versione. Quella per cui l'ex arcivescovo di Buenos Aires avrebbe davvero aperto alle "unioni civili". Cosa afferma, però, la nota della segreteria di Stato del Vaticano?

Stando al testo diffuso in queste ore da vari organi di stampa, la nota riporta il seguente chiarimento: "Più di un anno fa, durante un'intervista, papa Francesco ha risposto a due domande diverse in due momenti diversi che, nel suddetto documentario, sono state modificate e pubblicate come una sola risposta senza la dovuta contestualizzazione, il che ha generato confusione". E ancora: "Il Santo Padre aveva fatto in primo luogo un riferimento pastorale sulla necessità che, in seno alla famiglia, il figlio o la figlia con orientamento omosessuale non vengano mai discriminati. A loro si riferiscono le parole: ' le persone omosessuali hanno il diritto di stare in famiglia; sono figli di Dio, hanno diritto a una famiglia. Non si può cacciare dalla famiglia nessuno e rendere la vita impossibile per questò".

Quello che i conservatori contestano, però, è soprattutto il passaggio relativo alla legge sulla "convivencia civil", che nei sistemi giuridici sudamericani significa in sintesi proprio legge sulle "unioni civili". E su questo punto che, nel corso dell'intervista, papa Francesco si è espresso in maniera favorevole, scandalizzando, per così dire, chi ricorda il "no" fermo di Benedetto XVI e San Giovanni Paolo II. Il primo Papa gesuita della storia, nel documentario, afferma di essersi battuto per leggi di quel tipo negli anni in cui è stato incaricato in Argentina.

Lo scritto del cardinale e segretario di Stato Pietro Parolin tende a chiarire un assunto già certo: quello secondo cui, per la dottrina cristiano-cattolica, il matrimonio sia soltanto uno, e cioè quello tra un uomo ed una donna. La difesa verte insomma sullo sgombrare il campo da chi pensa che Francesco possa aver operato mediante un'equiparazione tra il matrimonio cristiano e le unioni civili. Ma la polemica non riguardava tanto questo aspetto, quanto appunto la questione della concessione di diritti di "copertura legale" alle coppie Lgbt. Se non altro perché Joseph Ratzinger e il papa polacco erano apparsi indisponibili in materia. Ecco, la nota diramata in queste ore dal Vaticano, secondo pure quanto ripercorso da IlMessaggero, non fornirebbe ulteriori indicazioni su questi aspetti.

La sensazione comune è che papa Francesco sia favorevole alle unioni civili. Una posizione che non è condivisa dalla pastorale e dalle impronte dottrinali lasciate dai suoi due predecessori.

 

https://www.ilgiornale.it/news/cronache/unione-civili-ora-vaticano-chiarisce-met-1900556.html

1 commento:

  1. Ai vescovi che si stanno arrampicando sui vetri insaponati per tirare insieme un'improbabilissima e incredibile giustificazione alle parole di papa Bergoglio sulle unioni civili omosessuali:
    "Ma fatela finita! Abbiate rispetto per il Popolo di Dio!" (detto con tutto il rispetto ammissibile).

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