ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 3 novembre 2020

Popoli di schiavi o popoli di morti..

EURABIA.


Con i gessetti colorati e la dannata canzonetta imagine con cui abbiamo risposto a sangue e odio. I popoli disarmati si candidano a diventare popoli di schiavi o popoli di morti.

Noi ci siamo lasciati disarmare, ci siamo lasciati disarmare da un complesso di colpa ciclopico creato dagli illuministi e dai loro pargoli bastardi.

Ringraziamo commossi gli illuministi e i loro figlioletti, marxisti prima sessantotttini dopo. L’illuminismo è stata un degenerazione, luce pochina, razzismo e antisemitismo tanto ( leggete Voltaire, cosa ha scritto su ebrei e africani), odio di sé un fiume. L’illuminista odia il cristianesimo e quindi la propria storia, cioè sè stesso.  Il marxismo è stata la degenerazione scema dell’illuminismo, che già non era un gran che e il sessantotto è stato la degenerazione scema del marxismo. Dietro gli intellettuali che odiavano l’occidente c’era l’Unione sovietica, che odia sé stesso si lascia mangiare in un boccone. Bastava poco denaro per corrompere intellettuali e burocrati, bastava corrompere pochi personaggi: gli altri si muovono per conformismo. Le scuole soprattutto sono diventate fucine di odio di sé e di farsi storici. La scuola  che avrebbe dovuto essere la strada di  culturalizzazione delle masse è diventata la fucina dell’ idiozia.

La scuola pubblica, nata come straordinario strumento per sollevare le masse dalla ignoranza, si è intestata ufficialmente il compito di assicurare l’ignoranza di massa, come scrive Elisabetta Frezza. L’ignoranza serviva per regalare un occidente imbelle e scemo all’unione sovietica, dolo la dipartita di quest’ultima serve a regalare L’Europa all’islam. L’Imperdibile libro Eurabia, di Bat ‘Ye or spieha tutti i passaggi burocratici per la distruzione dell’Europa.

Il primo gravissimo errore lo abbiamo  fatto con I versi satanici (nell’originale ingleseThe Satanic Verses) è un romanzo scritto da Salman Rushdie. È un romanzo onirico, non lineare, ma interessante, non privo di una certa grazia: il pellegrinaggio alla Mecca a piedi è un racconto notevole.

versi satanici  sono i versi 19 e 20 della sura numero 53, o della Stella, e il verso 21, non più presente, dove si accenna a tre dee pagane preislamiche  sorelle di Allāh: questo era il nome del Dio più importante dell’Olimpo arabo. Khomeini condannò a morte l’autore. La Fatwa riguardò  chi ebbe a che fare col libro, moltissimi furono minacciati, alcuni feriti, Ettore Capriolo traduttore del libro in italiano ferito a colpi di pugnale nella sua abitazione,  l’editore norvegese William Nygaard fu ferito a colpi d’arma da fuoco, mentre il traduttore giapponese, Hitoshi Igarashi, fu ucciso, crivellato di colpi nel suo ufficio.

L’errore dell’Occidente fu non schierarsi dalla parte di Salman Rushdie senza se e senza ma. Il terrore dell’accusa di colonialismo culturale paralizzò tutti. Rushdie  è stato isolato. Ci fu insolito indecente balletto sulle punte. Un po’ di gente accoltellata o abbattuta a colpi di arma da fuoco è stata considerata una folkloristica conseguenza di una grave mancanza di rispetto alla religione (quella islamica. Quella cristiana può essere presa calci anzi, se non è presa calci difficile essere considerati un vero artista, ovvero regista, ovvero cantante). Il libro I versi satanici è un buon libro dove, all’interno di una narrazione quasi fantastica, si pone il dito sulla veridicità della rivelazione di Maometto. 

Gli intellettuali hanno isolato Theo Van Gogh, secondo tragico errore. Theo Van Gogh fu assassinato, aperto come un panino per aver osato essere il regista di Submission film sul dolore della donna nell’islam, su sceneggiatura della scrittrice Somala Hirsi. L’iman della moschea che ha formato l’assassino di Theo Van Gogh ha continuato  serenamente a dire che cristiani e ebrei sono come fascine: vanno legati e buttati nel fuoco,  ma Wilders, l’uomo politico olandese che non dimentica Theo van Gogh,  subisce processi. Theo è stato  isolato.
Se tutte le televisioni, se tutte le reti avessero osato trasmettere tutti i giorni Submission, se I versi satanici fossero stati messi obbligatori come testo scolastico, il terrorismo si sarebbe fermato. Il messaggio trasmesso sarebbe stato: il terrorismo non azzittisce le voci dei dissidenti che colpisce, ma le amplifica. Noi non abbiamo paura, non sprecate tempo a terrorizzarci, perché non funziona.  Nessuna televisione ha osato trasmettere Submission. Il segnale è stato: ci sottomettiamo  per la paura, il terrorismo è vincente. Continuate a terrorizzarci.

Il Corano che raccomanda di uccidere tutti gli infedeli ovunque si trovino quindi è un esempio di pietas religiosa, ma temerlo è un esempio di razzismo. Le moschee sono costruite con denaro pubblico. I buddisti, gli induisti, i cristiani evangelici, i cattolici lefevriani si arrangiano a fare collette e a cercare di costruirsi qualcosa, altrimenti affittano un garage e lo trasformano in luogo di culto. Le moschee sono costruite con denaro pubblico e sono luoghi dove alcune volte si prepara la morte, e dove spesso si considera l’assassinio un gesto necessario ed encomiabile.
Esattamente come della moschea di Amburgo si è preparato l’11 settembre e nella moschea di Amsterdam si è preparato l’assassinio di Theo Van Gogh. Per la  moschea di Torino il nome scelto è Moschea della Misericordia, Robert Spencer e Bet Ya’ Or ci mettono in guardia alle traduzioni. In ogni lingua le parole sono diverse e non tutte hanno un corrispettivo. In arabo non esiste la parola libertà: esiste essere affrancati, che non è uguale a essere liberi. La parola martire in occidente indica un testimone disarmato, gli uomini e le donne che si stanno facendo massacrare nei paesi islamici o comunisti per la loro fede cristiana o ebraica sono martiri. In arabo il martire è colui che secondo il corano è il più caro al cuore di Allah, cioè colui che sacrifica la vita per uccidere i nemici di Allah, che sono anche civili, donne e bambini. Martire indica per noi San Pietro, per gli islamici i terroristi di Beslan, il luogo dove furono sterminati bambini, centinaia di bambini. Lo stesso problema è per la parola Misericordia. Per noi la misericordia è la compassione, nell’islam è una parte del Jihad, fare la volontà di Dio, unificare il mondo sotto l’egida di Allah, Allah il misericordioso non è uno che si china a guarire i lebbrosi, ma uno che premia chi conquista con le armi il mondo alla verità ( l’unica, quella islamica) ed alla giustizia (obbedire all’islam). In tutte le moschee del mondo senza nessuna eccezione è stato approvato (in moltissime festeggiato) l’assassinio di Theo Van Gogh, data di morte del concetto di libertà di espressione in Europa. L’assassinio di Theo Van Gogh per tutto l’islam senza un’unica eccezione è stato un atto di Misericordia. Il mio eventuale  assassinio sarà considerato un atto di misericordia. La decapitazione del professore francese è stato un atto di misericordia dal punto di vista non solo di chi lo ha commesso, ma di miriadi di siti islamici.

Poi c’è stata la catastrofe assoluta: Ratisbona, il magnifico discorso di Sua Santità Benedetto Sedicesimo, uno straordinario discorso quello di Ratisbona, che fu seguito da assassini di cristiani in terra islamica e da una Fatwa di condanna del Pontefice. L’occidente reagì accusando il Pontefice di incoscienza e razzismo, se non ricordo male si chiama criminalizzazione della vittima.  Benedetto XVI è stato  isolato.

A tale discorso non ha potuto rispondere Oriana Fallaci che, già in agonia, stava vivendo i suoi ultimi giorni, ma ha fatto eco il professor Robert Redaeker con un unico articolo su Le Figaro. Localizzato dai professionisti del cosiddetto antirazzismo, termina con cui attualmente si indica la sottomissione all’islam, in arabo dhimmitudine, il professor Redaeker e la sua famiglia da allora vivono come fantasmi. Raedeker ha perso il lavoro, la casa: il preside lo ha licenziato, i vicini di casa hanno preteso che se ne andasse. Raedeker è stato  isolato.

Per quell’ unico articolo pubblicato su le Figaro, il filosofo e storico francese Robert Redeker è stato condannato a morte da una fatwa.
La distruzione della libertà umana è irrinunciabile per l’islam. Lo stesso Taric Ramadan, il più importante portavoce dell’islam sul suolo europeo, afferma che parlare di diritti umani è un’offesa all’islam, perché l’islam non può e non deve rispettare questi diritti. L’islam e le libertà occidentali non sono compatibili. L’occidente può convivere con l’islam solo se rinuncerà a quelle libertà ed entrerà in una posizione di sottomissione, dhimmitudine. Se non conoscete questa parola, leggete l’omonimo libro di Bet ‘Ye or ( Lindau)

Il covid 19 ha chiuso le chiese, profanate da Messe interrotte brutalmente, ma nessuno ha osato disturbare la preghiera islamica.

L’assassinio di Samuel Paty è stato preceduto dal suo isolamento: preside scandalizzato, professori che storcono la bocca parlando di razzismo ed islamofobia, genitori che protestano e trovano qualcuno che li ascolta. Ora c’è il sussulto di indignazione di ordinanza, che però non porterà a nessun gesto forte, medaglia al valore, il suo nome dato al liceo, che potrebbe far pensare a una qualsiasi resistenza. Si dirà che l’assassino era un po’ pazzerello, come sempre in questi casi. La sentenza di Samuel Paty è stata scritta da ogni singola testata che ha latrato contro il Papa dopo Ratisbona. Chi semina dhimmitudine raccoglie dhimmitudine.  La Francia aveva ospitato Komeini. La sua idea era di sostenere l’Islam radicale per destabilizzare gli Stati Uniti. Lo hanno ospuitato, coccolato, e poi lo hanno mandato tra i piedi di una Persia che era una dittatrura, ma era una dittatura dove le donne non erano lapidate, perché diventasse Iran, una dittatura dove le donne sono lapidate. Chi semina integralismo raccoglie integralismo. Che semina vigliaccheria raccolte morti, chi semina gessetti colorati e la dannata canzonetta Imagine raccoglie morti.

L’immagine ricorda gli Ussari Alati di Polonia, che fermarono l’impero ottomano a Vienna.

Attentato a Vienna, islamismo all'attacco dell'Europa
È di quattro morti (compreso un terrorista) e 15 feriti gravi il bilancio del terribile attacco terroristico che ieri sera ha sconvolto il centro di Vienna. Accertata la matrice islamica dell'attacco che cade in un momento di grave tensione tra l'Austria e la Turchia. Le sconvolgenti immagini dell'attacco dovrebbero svegliare i leader europei e religiosi, che anche dopo il massacro nella cattedrale di Nizza sono stati incapaci di chiamare i terroristi con il loro nome. Qui non si tratta di invocare una guerra contro i musulmani, ma di prendere atto che una guerra è stata dichiarata ed è in corso da parte degli islamisti contro l’Occidente. Ed è ora di svegliarsi e lasciare perdere sogni e utopie.



A distanza di molte ore dal terribile attacco terroristico che ieri sera ha sconvolto Vienna, si cominciano a diradare le nebbie intorno a questo evento. In una conferenza stampa tenuta questa mattina intorno alle 5, il ministro austriaco dell’Interno Karl Nehammer ha affermato che la matrice dell’attentato è certamente islamica. Risulta infatti un islamista, «simpatizzante dello Stato islamico», uno degli attentatori che è stato ucciso dalla polizia. La sua abitazione è già stata perquisita ma alla stampa non è stato rivelato l’esito.

Gli altri dati certi, elencati in un tweet della Polizia di Vienna delle 6.30, sono: tre vittime civili (due uomini e una donna), oltre all’attentatore; 15 feriti gravi, tra cui un poliziotto; l’attacco è stato compiuto da almeno un sospetto che è stato ucciso dalla polizia nel corso della sparatoria; l’assalto ha matrice islamica; il sospetto era in possesso di un fucile d’assalto, insieme ad altre pistole; il sospetto si presentava con quella che sembrava essere una cintura esplosiva ma che alla successiva verifica si rivelava un falso; l’appartamento del sospetto è stato perquisito dalla polizia; la polizia sta visionando e valutando i numerosi filmati sull’accaduto (molti dei quali peraltro ieri sera già impazzavano sui social).

Quindi non è ancora chiaro quanti fossero i terroristi che ieri sera intorno alle 20 hanno terrorizzato i residenti nel centro di Vienna, anche se Nehammer prima della conferenza stampa ha detto che le autorità ritengono che ci sia almeno un altro sospetto in fuga e armato fino ai denti. Ragion per cui le persone sono state invitare a stare lontano dalla zona delle operazioni e le scuole a Vienna oggi resteranno chiuse.
È anche sostanzialmente tramontata l’ipotesi che obiettivo dell’attacco fosse la sinagoga vicino alla quale è iniziata la sparatoria, anche se un custode della stessa sinagoga è risultato tra i feriti: a quell’ora la sinagoga era chiusa e i testimoni hanno riferito fin dalle prime ore che gli spari erano rivolti da subito verso gli avventori di bar e ristoranti della zona, sullo stile dell’attentato del Bataclan del novembre 2015  a Parigi. Ieri sera comunque si è parlato di sparatorie in sei diversi punti del centro di Vienna, probabilmente opera dello stesso commando che si è via via spostato dalla piazza da dove tutto è cominciato.

Nelle prossime ore arriveranno certamente altri dettagli ma il punto chiaro, ineludibile, è che ancora una volta dobbiamo confrontarci con un attacco terroristico islamista nel cuore dell’Europa, a pochi giorni dall’attacco nella cattedrale di Nizza e dal barbaro assassinio di un insegnante a Parigi.

Finora l’Austria non aveva subito grossi attacchi terroristici, ma da anni il governo combatte contro una presenza radicale islamica preoccupante. Nel 2018 sono state anche chiuse sette moschee ed espulsi 60 imam, oltre ad essere stata approvata una legge che impedisce i finanziamenti esteri per la costruzione di moschee. La popolazione islamica in Austria è cresciuta rapidamente nell’ultimo decennio e ora sfiora il 10% della popolazione totale.

In questi anni l’Austria è stata anche una via di transito per i jihadisti che andavano a combattere in Siria e Iraq, ma la presenza più preoccupante è quella delle moschee e associazioni che hanno legami diretti con la Turchia. E inevitabilmente è proprio verso la Turchia che in queste ore si guarda per dare ragione dell’attacco.
C’è infatti molta tensione tra Austria e Turchia per i numerosi episodi di ingerenza turca nella vita del paese centro-europeo, soprattutto nello spionaggio dei movimenti filo-curdi che hanno trovato riparo proprio in Austria. Lo scorso giugno ci furono gravi scontri a Vienna quando elementi dell’organizzazione estremista turca Lupi Grigi attaccarono dei manifestanti curdi. In seguito a quegli incidenti le autorità austriache hanno individuato e arrestato una presunta spia turca, e hanno accusato l’intelligence turca di essere la mandante dell’assalto. Né il presidente turco Recep Tayyp Erdogan ha risparmiato parole di fuoco contro il governo austriaco fin dalla chiusura delle moschee nel 2018.

Non è ancora certo se gli attentatori di ieri sera a Vienna avessero direttamente a che fare con la tensione tra Austria e Turchia, ma non c’è dubbio che si tratta di un’altra dimostrazione della gravità del problema islamista in Europa. E la cosa ancora più grave è che i leader europei cercano di evitare in tutti i modi di confrontarsi con quella che è ben più di una minaccia.

Dopo il barbaro attacco di Nizza (e altri obiettivi francesi) abbiamo assistito da parte dei leader europei alla ridicola condanna di un terrorismo a cui non si è stati capaci di dare un nome. Dall’altra parte le condanne del mondo islamico per questo genere di attacchi sono deboli e pieni di “se” e “ma”. E addirittura fuori dall’Europa sono di segno contrario: in queste settimane si sono succedute in molti paesi islamici manifestazioni contro la Francia e l’Europa "islamofoba", e addirittura l’ex premier malese Mahatir Mohammad con un tweet nei giorni scorsi ha rivendicato la legittimità degli attacchi islamici contro i francesi, per i massacri di cui la Francia si è resa responsabile nel passato.

Qui non si tratta di invocare una guerra contro i musulmani, ma di prendere atto che una guerra è stata dichiarata ed è in corso da parte degli islamisti contro l’Occidente. Tanto è vero che nessun leader islamico, nessuna organizzazione islamica – come abbiamo già rilevato nei giorni scorsi – si muove a difesa degli Uiguri (musulmani) brutalmente perseguitati in Cina o degli islamici discriminati in India. La propaganda e la guerra sono solo contro l’Occidente e fare finta di non vedere o indulgere in antistorici sensi di colpa fa solo il gioco degli islamisti.

Ora sono arrivati a colpire Vienna, che ha anche un significato simbolico evidente: fu qui che nel 1683 fu fermata l’avanzata ottomana che avrebbe dilagato nel resto del Continente. Allora l’Europa cristiana fu salvata soprattutto dalle truppe polacche e dalla predicazione (e missione diplomatica affidatagli dal Papa) del beato Marco d’Aviano. Oggi la Polonia è emarginata e perseguitata dall’Unione Europea proprio per la sua coerenza con l’identità cristiana e quanto ai vertici della Chiesa cattolica appaiono ben lontani dalla consapevolezza della posta in gioco che avevano i loro predecessori.
Sarebbe già importante che le terribili immagini dell’attacco a Vienna svegliassero qualcuno e spingessero a prendere atto della realtà quale essa è e non quale ci piacerebbe che fosse.

Riccardo Cascioli

L’attacco a Vienna

“Rita Katz, co-fondatrice del SITE Intelligence Group , aveva precedentemente annunciato tramite Twitter che c’erano indicazioni che l’attacco a Vienna fosse un attacco di matrice islamista” (Deutsche W. Nachrichten)

Secondo Rita Katz, direttrice del Site Institute, società che si occupa di monitorare e verificare le attività online dell’Isis, l’attentato a Vienna è una rappresaglia jihadista per la partecipazione dell’Austria alla coalizione anti-Isis a guida Usa. (StartMagazine)

Secondo il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, «un movente antisemita per il momento non può essere escluso, anche alla luce del luogo dal quale l’attacco è partito», cioè nei pressi della sinagoga di Vienna– che però era chiusa..

Attentato con armi da guerra (in Europa simili armi le hanno solo gli eserciti), condotto da specialisti addestrati, e che colpisce a casaccio passanti, si chiama strategia della tensione.

Video Player
00:00
01:32

Erdogan aveva appena detto: “Se l’Europa continua così, nessun europeo in nessuna parte del mondo potrà camminare sicuro per le strade”.

Sopra:
In questo episodio del podcast del progetto Urban Warfare, @SpencerGuard è affiancato da @joe_hilbertjr per parlare di addestramento in ambiente urbano a @HohenfelsJMRC in Germania.

Sotto:

1-4 Reggimento di fanteria e l’allenatore / addestratore Panthers Observer offrono un addestramento realistico con soldati italiani  assegnati a # 1stFieldArtilleryRegiment (Montagna) durante l’addestramento antisommossa della folla al JMRC come parte dell’addestramento #KFOR .Audrequez Evans #wearenato

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.