A Torino arriva il Presepe con le mascherine. Chi del governo farà l'asinello?
DIEGO FUSARO https://www.youtube.com/watch?v=jLLFKyOKlUg&feature=emb_logo
Il presepe in mascherina. Che triste parodia!
È tempo di Avvento. È tempo di presepe. Negli scorsi anni ci siamo preoccupati molto – e giustamente – dei presepi proibiti, ma personalmente ho sempre pensato che ci fosse qualcosa di peggio della mancanza di questa bella tradizione della cristianità: ho sempre ritenuto più pericolosa la parodia del presepe.
Già negli scorsi anni abbiamo avuto occasione di vedere presepi “attualizzati”, diciamo così, dove al posto delle figure classiche si potevano trovare varie tipologie umane: per lo più migranti, ma anche scultorei nudi maschili, calciatori, attori. Il tutto per rendere il presepe più moderno, attuale, fantasioso e – nelle intenzioni degli autori – simpaticamente attraente.
L’ultimo grido di questa moda è il presepe in mascherina. Abbiamo visto le immagini di uno di questi, realizzato nella cattedrale di una importante diocesi del Nord Italia. Tutte le figure del presepe portano la mascherina chirurgica, di prassi e di obbligo, come sappiamo, in base alle normative governative vigenti.
Devo dire che vedere i pastori, le lavandaie, i re Magi bardati con la museruola sanitaria mi ha fatto una terribile impressione, l’impressione di una vergognosa parodia dell’Evento accaduto duemila anni fa a Betlemme.
Il presepe in maschera è anzitutto antistorico: non risulta da nessuna fonte che in quel tempo e in quei luoghi si portassero mascherine di carta. Dopo anni in cui biblisti ed esegeti ci hanno spiegato che il cristiano adulto deve attenersi alle fonti scritturistiche, il presepe sanitario non ha senso. Ma qui già immaginiamo la replica un po’ stizzita degli autori di questo spettacolo: si tratta di una scelta simbolica, per rendere il presepe “contemporaneo” e maggiormente fruibile dai visitatori. Vada per il simbolico: ma cosa simbolizza quella mascherina posta sui volti? La sicurezza sanitaria, la sottomissione del buon cittadino alle regole dello Stato. Ma è questo che dai tempi di san Francesco d’Assisi vuole rappresentare il presepe? Tutt’altro. Il presepe mostra l’adorazione di donne e uomini (e persino animali) al Dio che si è fatto carne, che è nato da una donna. Il Salvatore del mondo. Adorazione piena di gioia e di gratitudine. Adeste fideles, laeti triumphantes dice un celebre canto natalizio inglese, scritto ai tempi delle persecuzioni anticattoliche da parte del potere della Corona britannica.
I personaggi mascherati del neo-presepe pandemico non mostrano questa gioia: hanno la stessa sembianza impaurita, omologata, smarrita di tutti gli odierni frequentatori delle Messe biocompatibili, controllati all’ingresso dai miliziani in pettorina gialla dei cosiddetti “servizi d’ordine”, i quali, se potevano avere un senso nelle grandi liturgie di massa nelle piazze, sono perfettamente inutili- e spesso fastidiosi con la loro petulanza e a volte arroganza- nelle Messe con quaranta persone.
Cosa ci vuole ricordare il presepe che ossequia le disposizioni sanitarie vigenti prima che la nascita di Nostro Signore? Che dobbiamo conformarci alle leggi. Che dobbiamo adeguarci e dare il nostro consenso al nuovo ordine dispotico. E per far questo si imbavagliano simbolicamente anche donne e uomini di duemila anni fa, che mai misero la maschera, e mai l’avrebbero messa pur essendo soggiogati a un impero come quello romano.
Dicevamo che questa rappresentazione della Natività è in realtà una sua grottesca parodia, che i fedeli devono rifiutare con decisione, perché più diabolico del male è il bene apparente.
Una parodia è un rovesciamento della realtà, di quel Fatto accaduto a Betlemme.
“A Myth became Fact”, disse Tolkien all’amico Lewis, nel tentativo – poi riuscito – di convertirlo al cristianesimo. Un Fatto, una realtà incontrovertibile. Una realtà a cui il Male cerca disperatamente di opporsi. “Il diavolo è imitatore di Dio” dice Tertulliano, e l’espressione “il diavolo è scimmia di Dio” sarà in seguito presente in molti autori. Il diavolo scimmiotta il Creatore, vuole mettersi al suo posto, ma con risultati miseri e orribili.
Lo scimmiottamento del presepe, con la mascherina e l’obbedienza al Potere civile piuttosto che l’adorazione al Signore, è uno di questi esempi. Uno dei peggiori.
Paolo Gulisano
https://www.aldomariavalli.it/2020/12/07/il-presepe-in-mascherina-che-triste-parodia/
Il presepe che spiazza i fedeli: la Madonna e San Giuseppe con la mascherina
L'attualizzazione della natività fatta nel presepe del Duomo di Torino non è piaciuta a molti e ora è polemica per la mascherina ai personaggi tradizionali
L'attualizzazione della natività fatta nel presepe del Duomo di Torino non è piaciuta a molti e ora è polemica per la mascherina ai personaggi tradizionali
Quello del 2020 sarà ricordato come il Natale della pandemia di coronavirus, sperando sia l'unico.
Il governo Conte quest'anno ci sta dicendo con chi, dove e come passarlo, ci suggerisce anche dove fare gli acquisti dei regali e, soprattutto, vorrebbe far nascere Gesù bambino con il fuso orario GMT +3, alle 22 ora italiana, per rispettare il coprifuoco natalizio delle 22. Per rendere questo Natale ancora più bizzarro, ecco che anche i presepi si adattano al momento pandemico e così Maria e Giuseppe nella sacra rappresentazione del Duomo di Torino indossano la mascherina, benché siano congiunti. Ma non solo loro, tutti i protagonisti quest'anno sono stati muniti di dispositivi di protezione individuale, compresi i Re Magi e i pastori, forse per paura di essere multati.
La scelta non ha lasciato indifferenti. Probabilmente l'intento era quello di sensibilizzare all'utilizzo della mascherina anche nei giorni di festa, anche nel caso in cui si decidesse di andare a trovare i parenti, a patto che questi il 24 e il 25 dicembre, nonché il 1 gennaio, si trovino nello stesso comune e, in generale, non siano in una regione rossa o arancione. "La decisione di mettere le mascherine anche ai personaggi del presepe allestito nel Duomo di Torino manca di buonsenso", attacca l'onorevole Augusta Montaruli, parlamentare torinese di Fratelli d’Italia. La messa di mezzanotte è stata sacrificata sull'altare del coprifuoco e non sembra plausibile che possano esserci deroghe in tal senso da parte del governo. Le celebrazioni dovranno essere effettuate entro le 22. Ma c'è di più, anche le canzoni tradizionali, che sono uno dei simboli della novena e della celebrazione natalizia, sono state bandite dalle chiese per il rischio droplet.E ora, come se questo non fosse sufficiente, arriva anche il presepe mascherato a completare il quadro di un Natale dal volto nuovo.
"Sicuramente d’accordo sulla cautela e la protezione anti contagio, necessaria al superamento di questa fase difficile, ma il presepe ha valore di rievocazione, rappresentando simbolicamente la nascita di Gesù, e riportando i credenti, ad una particolare atmosfera vissuta duemila anni fa che è il perno delle nostre tradizioni immutabili anche davanti al periodo delle mascherine", prosegue l'onorevole Montaruli. Il presepe di una chiesa dovrebbe essere la ricostruzione biblicamente attendibile di quanto accaduto a Betlemme, senz'altro Covid-free al momento della nascita di Gesù. Infatti, Augusta Montaruli conclude: "Sono tante le modalità attraverso le quali si ricorda a tutti il comportamento da adottare al fine di evitare i contagi. Ma lasciare il presepe nella sua giusta collocazione temporale e con le emozioni che suscita è un modo per liberare la mente dalle preoccupazioni e dai problemi che questa pandemia sta generando, per calarsi nell’atmosfera di raccoglimento e di riflessione del Santo Natale". Forse, soprattutto all'interno di un luogo sacro e importante come il Duomo di Torino, poteva essere evitata l'attualizzazione, quasi caricaturiale, della natività di Gesù con la mascherina ai protagonisti.
di Alberto Contri
E’sabato sera: mentre nel salotto di Otto e mezzo, Lilli Gruber, Mieli, Telese, il Prof. Richeldi sembrano compite signore intente a sferruzzare intorno a un tè, una grande preoccupazione agita i social network e accende le messaggerie di molti cellulari. “Ma hai sentito il TG? La Lamorgese ha detto che metteranno in strada 70.000 agenti (c’è chi ha sentito annunciare “soldati”) per tenere a bada gli italiani propensi a violare le norme del DPCIM natalizio”. Si poteva riesumare per l’occasione il titolo di un vecchio film, Il terrore corre sul filo, tanto era diffusa la preoccupazione di vivere sempre di più in uno Stato di Polizia.
A pensarci bene, analizzando le sempre più strampalate decisioni di Conte, che è riuscito a mettere d’accordo Bonaccini (Emilia Romagna) e Fontana (Lombardia), è sempre più evidente che troppe cose non tornano, in tutta la faccenda della pandemia, se – alla fine – anche un editorialista equilibrato come Massimo Franco si lascia scappare affermazioni piuttosto pesanti: “Riaffiora l’accusa di un esecutivo bravo a chiudere tutto contro l’epidemia; ma esitante quando si tratta di agire in positivo”…“È un quadro scomposto, sul quale Conte continua a galleggiare facendosi forte dell’assenza di alternative e della necessità di evitare scossoni durante la pandemia”.
Soprattutto gli esperti di comunicazione, i docenti universitari, i sociologi si rivelano le categorie più allarmate, riscontrando troppe somiglianze tra il racconto distopico del 1984 di orwelliana memoria e la realtà italiana e internazionale.
La pandemia è stata ed è una grande occasione per dividersi a seconda di pregiudizi, sentito dire, fake news e informazione politically correct. Fioccano le accuse di complottismo se si osano mettere in dubbio le certezze di un mondo scientifico molto diviso, i cui organismi internazionali e nazionali rischiano di perdere credibilità e reputazione.
Cercando di farsi un po’ indietro per vedere le cose da un punto di vista un po’ più olistico, balza evidente che tutta la “quota di mente” del Governo e dei suoi Comitati Scientifici si è concentrata nel cercare di chiudere le stalle quando i buoi erano scappati: affermazione che potrebbe apparire ingenerosa se applicata alla prima ondata, quando si sapeva ben poco, ma oltremodo accettabile in occasione della seconda, e dopo mesi passati a non programmare nulla. Non si sa se per incompetenza collettiva (ma è mai possibile?) o per aderire ad un disegno di cui si parla da tempo (v. Bill Gates, Il Grande Reset, Il nuovo Ordine Mondiale).
Finalmente, proprio in questi giorni autorevoli personalità della medicina come il prof. Remuzzi, direttore scientifico del Mario Negri, il suo omologo prof. Ippolito, direttore dello Spallanzani, e una lista di medici di base che si allunga sempre di più, ammettono e confermano che se presa “subito, vale a dire entro 5 giorni”, anche gli anziani sopravvivono alla pandemia. A patto di usare il Nimesulide (il normalissimo Aulin!) e non il Paracetamolo (la Tachipirina, come tutti i giornali hanno detto per mesi nominando la specialità commerciale), e poi l’aspirina e altri anticoagulanti che non siano l’eparina, come è stato detto per mesi, che sarebbe utile solo dopo che si fosse avviato un processo trombotico. Altri autorevoli clinici hanno poi confermato che in diversi casi il forzato pompaggio di ossigeno ha letteralmente bruciato molti polmoni. E che comunque, una volta entrati in terapia intensiva se ne esce vivi – a essere fortunati – nel 25% dei casi. Si potrebbe continuare domandandosi come mai le autorità sanitarie non promuovano questi protocolli che hanno dimostrato di salvare tante vite evitando l’ospedalizzazione che è considerata una delle maggiori cause di contagio. La risposta ufficiosa è che non ci sono ancora studi scientifici validati sufficienti…
Già. Chissà perché poi si inseguono ipotesi di vaccinazione con molte più incognite, e che stanno emergendo in queste ore. Insomma appare che tutta la macchina venga fatta girare puntando a risolvere problemi irrisolvibili, non potendo o volendo agire sulla cosiddetta medicina del territorio (i medici di base), forse perchè richiede più formazione e meno sensazione, che invece serve a mantenere in piedi un escutivo imbelle e pericoloso. Quanti sanno ad esempio che i medici di base non dipendono formalmente dal Ministero della Sanità, ma sono dei professionisti convenzionati che non possono essere obbligati a partecipare a eventuali corsi di formazione o a seguire eventuali direttive? Come non si può rimanere colpiti dall’assurdità di norme che consentono di viaggiare fino al giorno 20, per poi impedire dal 21 il passaggio da un comune ad un altro, anche se distanti un solo km. Troppe scelte appaiono fatte senza approfondimenti, senza ascoltare le esigenze delle regioni, come dimostrano le proteste sia di Bonaccini che di Fontana, ai quali sarebbe stata data una sola ora per eventuali richieste di modifiche. Tutta l’opposizione – e non solo – ha protestato per la reiterata abitudine del presidente Conte di rivolgersi prima al popolo che alle Camere, esattamente come il Grande Fratello di Orwell. Se ci aggiungiamo altri errori clamorosi come la pessima comunicazione sulla pandemia affidata a persone senza un adeguato curriculum, e come l’accumulo di enormi responsabilità sulle braccia di un Commissario all’emergenza del tutto improbabile, che passerà alla storia per i banchi a rotelle…c’è veramente di che preoccuparsi di fronte alla notizia che per far rigare dritto gli italiani si metteranno in strada 70.000 agenti (ma dov’erano nel frattempo? Impegnati contro Mafia, Camorra, evasione fiscale? O siamo ai soliti annunci? O forse sono davvero soldati, cui è già stata affidata la gestione dei vaccini?).
Per tornare a Orwell, impareggiabili sono stati i toni melliflui di Conte e Speranza sulla volontà di non rendere obbligatori i vaccini. In sostanza hanno detto: “Noi ce la mettiamo tutta, ma se voi non fate i bravi… ci obbligate a renderli obbligatori”. Vorrei proprio vedere come si può rendere obbligatorio un vaccino che modifica il genoma umano, come quello della Pfizer, e di cui non si sa quanti richiami richiederà e per quanto tempo garantirà l’immunità. E tantomeno quali effetti potrebbe avere nel lungo periodo. Mentre si sa che ha dei costi enormi per via dell’acquisto di costosi freezer, e che hai volontari è stato fatto obbligo di avere rapporti sessuali protetti per evitare di mettere al mondo figli con possibili problemi. Talidomide docet.
Ma i politici rincorrono l’ipotesi vaccinale come unica via d’uscita perché pensano di passare alla storia, nonostante i dubbi, come coloro che hanno saputo sconfiggere il virus. Temo avranno un brutto risveglio. Credo, alla fine – rischiando le facili e sempre più insulse accuse di complottismo – che l’unica riflessione indiscutibile sia quella del “Cui prodest”.
Chi può negare il dubbio che, muovendosi in questo modo, i governi non abbiano aggravato la situazione per la classe degli ultraottantenni, “pesanti e costosi” per il welfare, aprendo inoltre la strada a ricavi mostruosi alle industrie farmaceutiche, con relative impennate di Borsa?
Guy Crittenden su Facebook – Ripubblicato da Global Research
Riprendiamo una volta di più la “vexata quaestio” delle mascherine, dopo aver pubblicato Le mascherine non fermano la diffusione di COVID-19, i risultati dello studio peer-reviewed ed altri articoli, anche questa volta lo facciamo con un altro esperto del settore. Inutile dire che questo articolo è già stato oggetto di puntuale “debunking” da vari siti “fact-checker” americani. Per integrare l’articolo, ho aggiunto in fondo un estratto tradotto dal sito della Occupation Safety and Health Administration cui l’autore fa riferimento.
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Per circa 25 anni sono stato direttore di una premiata rivista di settore, “Hazmat (*) Magazine”, e in un paio di occasioni mi è capitato di imbattermi in informazioni riguardanti l’uso delle mascherine e la sicurezza.
La rivista si occupava di argomenti come il controllo dell’inquinamento in relazione alla salute e alle disposizioni di legge sulla sicurezza. Pubblicavamo regolarmente articoli su mascherine, guanti, respiratori, e altri dispositivi personali di protezione.
Voglio quindi esprimere alcune osservazioni sull’uso delle mascherine che indossiamo. Vi chiedo altresì di notare che ciò che sto per dirvi è stato citato su “The Highwire”, nell’ultima edizione del programma di Del Bigtree, quando due esperti di mascherine facenti capo all’OSHA (Occupation Safety and Health Administration), hanno evidenziato il fatto che il tipo mascherine che indossiamo non è mai (ripeto mai) stato pensato per essere portato per lunghi periodi e che farlo rischia di essere molto dannoso.
La mascherina azzurra riportata nell’immagine contiene Teflon e altre sostanze chimiche.
Come ci ricorda il nostro amico su Facebook:
1. le mascherine sono sterilizzate con Ossido di etilene, una nota sostanza cancerogena. Molti insegnanti in diversi consigli scolastici hanno riferito di aver accusato gravi sintomi come conseguenza degli effetti di tale sostanza.
2. le mascherine contengono PTFE (non nebulizzato) un politetrafluoroetilene che, assieme ad altre sostanze chimiche compone il Teflon.
Ho trovato e ho anche pubblicato il brevetto americano che consente alle case produttrici di usare il politetrafluoroetilene come filtro nelle mascherine facciali in commercio. Respirare queste sostanze per lunghi periodi può causare il cancro ai polmoni.
Se non siete d’accordo con quanto affermato potete parlarne con gli esperti della OSHA, che è la principale agenzia americana preposta alla salute e sicurezza sul lavoro.
Questi dispositivi, pensati per essere indossati solo per brevi periodi, per esempio se state carteggiando un tavolo e non volete respirare la segatura, non servono in alcun modo ad evitare la diffusione del virus. Gli studi più recenti nel campo della virologia hanno ormai accertato che i virus non si trasmettono da persona a persona.
Mi rendo conto che ciò può sembrare assurdo, ma è la dimostrazione del fatto che il virus è nell’aria e noi lo respiriamo; non c’è modo di impedire tale passaggio, a meno di non vivere in una tenda ad ossigeno. Se avete un sistema immunitario forte ve la cavate; in caso contrario potreste avere a che fare con gli effetti del sistema immunitario che lavora per ripristinare l’equilibrio metabolico.
Poniamo quindi il caso che non indossiate una mascherina azzurra commerciale ed utilizziate invece una mascherina personale, una fatta a mano, quel tipo di mascherina di stoffa che la gente indossa sempre e tiene appesa allo specchietto retrovisore della propria auto.
Ebbene, quel dispositivo è totalmente inutile, nonché dannoso. La OSHA non indennizzerà nessuno che la indossi se non per un tempo molto breve. Respirare i propri microbi è pericoloso per la salute e la mancanza di ossigeno di cui soffrono in bambini che indossano tali dispositivi per tutto il giorno causerà loro danni cerebrali. Non sono conclusioni mie. Potreste accusarmi del fatto che non sono un medico: è vero, ma ho curato questa rivista per 25 anni, un periodo molto lungo, partecipando a svariati convegni e ascoltando esperti in materia.
Si potrebbe obiettare che medici e infermieri indossano tali mascherine tutto il giorno. No, non è così. Sono stati addestrati ad indossarle in maniera appropriata, cioè in sala operatoria e disfarsene quando ne escono.
Sapevate che le sale operatorie contengono una quantità maggiore ossigeno proprio per compensare la riduzione di flusso di ossigeno che si verifica quando si indossa la mascherina?
Per quel che mi riguarda è da criminali (e non sto esagerando) obbligare i bambini ad indossare le mascherine tutto il giorno. Tralasciando le possibili conseguenze psicologiche, avremo una generazione di bambini danneggiati a livello celebrale. Avete mai sentito l’espressione: “Non ha ricevuto abbastanza ossigeno alla nascita”? Questa è una battuta cattiva a proposito di persone con problemi mentali, ma questo è ciò che noi stiamo effettivamente facendo, e ci dicono che è “per la nostra sicurezza”. Ci viene detto da medici che non sanno nulla dei dispositivi di protezione personale e da persone comuni che non sanno di cosa parlano.
A questo punto siete liberi di credere o meno a quello che dico ma, per un quarto di secolo, sono stato il direttore di una rivista di settore specificamente impegnata in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Penso quindi di poter affermare che le mascherine attualmente indossate non garantiscono in alcun modo la sicurezza né proteggono se stessi o gli altri da qualsiasi virus. Inoltre, danneggiano chi le indossa anche solo per pochi minuti. Vi è chiaro? Ebbene, adesso vi chiedo la cortesia di condividere questo messaggio e di parlarne con i genitori. Devono immediatamente smettere di far indossare la mascherina ai propri figli. È una questione molto seria.
In aggiunta a ciò, lasciatemi anche dire che ciò non finirà con la fine del lockdown o quando tali dispositivi di protezione non saranno più obbligatori. Questa storia finirà quando tutti gli uomini al potere o i burocrati che hanno imposto questo “mascheramento”, questo crimine contro l’umanità, alla popolazione del Canada (e degli altri stati coinvolti), finiranno sul banco degli imputati e dovranno rendere conto dei loro misfatti davanti alla legge.
E per coloro che hanno imposto una mascherina ai bambini, mi ricorderò di voi, ho la memoria lunga, molto lunga.
NOTE FINALI: Il CDC (Centers for Disease Control) and la WHO (World Health Organization) hanno riconosciuto che i cosiddetti “asintomatici” non diffondono il virus, e di conseguenza indossare le mascherine per loro è irrilevante,
(*) HazMat = Hazardous Materials (per quei pochi che non lo sapessero)
https://www.globalresearch.ca/mask-giving-lung-cancer/5728541
Scelto e tradotto da Antonella Chiara per ComeDonChisciotte
Dal sito della OHSA
Rivestimenti facciali in tessuto:
Possono essere indumenti prodotti commercialmente o improvvisati (cioè fatti in casa), sciarpe, bandane, o articoli fatti con magliette o altri tessuti.
…
Non proteggono chi li indossa da agenti infettivi trasmissibili per via aerea a causa di una scarsa aderenza e della mancanza di tenuta o di una filtrazione inadeguata.
Non sono sostituti adeguati dei DPI come i respiratori (ad esempio, i respiratori N95) o le maschere facciali mediche (ad esempio, le maschere chirurgiche) nei luoghi di lavoro in cui si raccomanda o si richiede l’uso di respiratori o maschere facciali per proteggere chi li indossa.
Possono essere utilizzati da quasi tutti i lavoratori, anche se coloro che hanno difficoltà a respirare o che non sono in grado di indossare o togliere una maschera senza assistenza non dovrebbero indossarne una.
Possono essere monouso o riutilizzabili dopo un adeguato lavaggio.
Maschere chirurgiche:
Sono di norma autorizzate dalla Food and Drug Administration degli Stati Uniti come dispositivi medici (anche se non tutti i dispositivi che sembrano maschere chirurgiche sono in realtà dispositivi di tipo medico, autorizzati).
Sono utilizzate per proteggere i lavoratori da spruzzi e spruzzi (cioè goccioline) contenenti materiali potenzialmente infettivi. In questa veste, le maschere chirurgiche sono considerate DPI. Ai sensi della norma OSHA sui DPI (29 CFR 1910.132), i datori di lavoro devono fornire gratuitamente ai lavoratori tutti i DPI necessari.1
Possono essere indossati anche per contenere le gocce respiratorie di chi li indossa (ad esempio, gli operatori sanitari, come i chirurghi, li indossano per evitare di contaminare i siti chirurgici, e i dentisti e gli igienisti dentali li indossano per proteggere i pazienti).
Dovrebbero essere indossati sui soggetti malati per prevenire la trasmissione di infezioni respiratorie che si diffondono con grosse goccioline.
Non proteggono chi li indossa da agenti infettivi trasmissibili per via aerea a causa di una scarsa aderenza e della mancanza di tenuta o di un filtraggio inadeguato.
Può essere utilizzato da quasi tutti.
Deve essere smaltito correttamente dopo l’uso.
Togliete quelle mascherine dal presepe del Duomo di Torino
Nelle orecchie di ciascun cattolico non possono non risuonare con l’approssimarsi del Santo Natale le parole di Papa Benedetto XVI “Natale è festa cristiana e i suoi simboli – tra questi specialmente il presepe e l’albero addobbato di doni – costituiscono importanti riferimenti al grande mistero dell’Incarnazione e della Nascita di Gesù, che la liturgia del tempo dell’Avvento e del Natale costantemente rievoca”. Il richiamo ai simboli del Natale ed in particolare al presepe era sottolineato da Papa Ratzinger per il quale “il presepe ci aiuta a contemplare il mistero dell’amore di Dio che si è rivelato nella povertà e nella semplicità della grotta di Betlemme”.
Con gli insegnamenti del Santo Padre nel cuore ci indigniamo davanti all’uso commerciale di una iconografia cristiana che diventa folklore. Tuttavia quel gusto un po’ trendy che ha visto le statuine prendere le forme di calciatori, cantanti e persino politici ci avrà pure fatto sorridere con toni compiacenti verso chi produce statuine, propone le “novità dell’anno”, le vende e sbarca il lunario.
Se nel presepe di qualche famiglia sono così comparsi Ronaldo o Vasco Rossi lo possiamo imputare allo sfortunato incontro tra la superficialità di qualche genitore, i capricci di qualche bambino e l’intraprendenza di qualche venditore di statuine. Nessun sacerdote o religioso l’avrebbe condannato ma di sicuro nessuno di loro lo avrebbe proposto in qualche chiesa o in qualche oratorio.
Ci tornano in mente le parole di Papa Benedetto XVI “l’albero e il presepio sono elementi di quel clima tipico del Natale che fa parte del patrimonio spirituale delle nostre comunità. È un clima soffuso di religiosità e di intimità familiare, che dobbiamo conservare anche nelle odierne società, dove talora sembrano prevalere la corsa al consumismo e la ricerca dei soli beni materiali”.
Per queste ragioni in tanti oggi inorridiscono per la rappresentazione della Natività nel Duomo di Torino con la Madonna e San Giuseppe imbavagliati da grezze mascherine. Gesù è nato nella povertà, sicuramente in condizioni igieniche precarie ed improponibili, per mandare un messaggio di umiltà all’intera umanità. A nessuno verrebbe in mente di rappresentare la nascita del figlio di Dio in una sala parto asettica tra medici e infermieri avvolti in camici sterilizzati.
Chi ha messo quelle mascherine dia una spiegazione o le rimuova. Se voleva essere una raccomandazione per l’uso delle mascherine da parte dei fedeli gli ricordiamo che basta un cartello. Non serve scomodare la Santa Natività quasi fosse lo scenario ideale per uno spot di “pubblicità progresso”. Il presepio nei luoghi religiosi è un simbolo sacro, una rappresentazione di valori e non certamente la cornice per messaggi di altro genere. L’inquietante mascherina se non fosse un appello alla prudenza come speriamo volesse maldestramente essere, potrebbe sembrare un drammatico richiamo al silenzio. E di silenzio il mondo cattolico non crediamo ne voglia più sapere; in tanti vorrebbero dire o urlare qualcosa ai politici che spostano l’orario della messa di mezzanotte come fosse il cenone di capodanno di Fantozzi. Togliamo quindi quelle mascherine alle statuine del presepio, indossiamole piuttosto noi tutti all’insegna della massima prudenza e andiamo a messa invocando con i nostri sacerdoti quella benedizione delle quali mai come adesso abbiamo davvero bisogno.
https://culturaidentita.it/togliete-quelle-mascherine-dal-presepe-del-duomo-di-torino/
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