ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 26 dicembre 2020

La spaccatura è netta

Stati Uniti / E se la secessione fosse la strada giusta, specie per i cattolici?


Anche se il prossimo 20 gennaio sarà effettivamente Joe Biden a prestare giuramento come nuovo presidente degli Stati Uniti, le vicende degli ultimi mesi hanno dimostrato che i cittadini americani non sono mai stati così divisi. La spaccatura è netta e gli appartenenti alle due parti hanno preso strade che appaiono del tutto inconciliabili. Ecco perché una parola che sembrava sparita dal vocabolario americano è tornata ultimamente alla ribalta: secessione.

Occupandosi della questione su Crisis Magazine Eric Sammons scrive che nella mente della maggior parte degli americani la secessione evoca immagini della guerra civile, della schiavitù e del razzismo. Rappresenta l’ora più buia e sanguinosa nella storia della nazione, un’epoca in cui le famiglie erano divise e il fratello combatteva contro il fratello. Proprio perché la parola è legata a una guerra lunga, sanguinosa e fratricida, la sola idea di secessione per lungo tempo ha suscitato repulsione. Inoltre, il mito ideologico secondo cui gli Stati Uniti hanno la missione di estendere libertà e democrazia a tutto il mondo subirebbe un colpo mortale da un processo di secessione.

Tuttavia, ora la gente ne parla, e la possibilità della secessione non sembra più un tabù. La causa prossima sta nei brogli elettorali che secondo molti americani hanno segnato l’ultima elezione presidenziale, tanto che un gran numero di cittadini ritiene che il candidato che probabilmente presterà giuramento il 20 gennaio 2021 è arrivato alla Casa Bianca con la frode. Ma la vicenda elettorale non è che il frutto di un sistema politico che, afferma Sammons, è ormai rotto. Non a caso, un numero crescente di americani mette in dubbio che sia il caso di continuare la farsa di un paese unito.

Ma la secessione è tecnicamente possibile?

Il giudice Antonin Scalia (1936 – 2016), avvocato e magistrato statunitense, giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti (su nomina del presidente Reagan) dal 1986 fino al momento della morte, diceva che non esiste un diritto alla secessione e che la questione è stata risolta dall’esito della guerra civile. Ma, osserva Sammons, con tutto il rispetto per il giudice Scalia, è evidente che quando una comunità decide di separarsi non riconosce più le leggi della nazione dalla quale si stacca. Chiedere se la secessione sia legalmente possibile, quindi, non ha senso, perché chi si separa non riconosce più le leggi del paese dal quale si allontana.

Ma, ponendo che sia legale, la secessione è anche morale? Poiché molti americani ritengono che una secessione sfocerebbe automaticamente in un conflitto, pensano che non sia morale farvi ricorso, perché si causerebbe troppa violenza e si metterebbero a repentaglio troppe vite. Tuttavia, fa notare Sammons, la storia recente dimostra che ci possono anche essere successioni incruente, com’è avvenuto all’inizio degli anni Novanta, quando quindici repubbliche si separarono dall’Unione Sovietica senza spargimento di sangue. E, prima ancora, si può ricordare il caso di Singapore, che si separò dalla Malesia senza violenze.

Stabilito, dunque, che la secessione può essere pacifica, come può essere vista dai cattolici?

I benefici di una secessione americana, osserva Sammons, per i cattolici includerebbero certamente alcuni significativi benefici. Una secessione operata da chi non si sente più rappresentato da un governo troppo sbilanciato a sinistra fornirebbe certamente migliori prospettive a proposito di due questioni che per i cattolici sono di primaria importanza: diritto alla vita e difesa della famiglia. Per esempio, se uno Stato come il Texas fosse indipendente, nulla gli impedirebbe di vietare l’aborto e di dichiarare il matrimonio omosessuale fuorilegge.

La secessione, in questo modo, porterebbe a un minor conflitto culturale e politico. Una volta verificato che la visione del mondo prevalente in un certo Stato è incompatibile con quella di un altro Stato, perché pretendere che continui a esserci un’unità che, a quel punto, è soltanto formale? Una separazione pacifica consentirebbe a tutti di vivere e governare secondo la propria visione. Sempre meglio, scrive Sammons, di ciò che vediamo oggi, con un’oligarchia che pretende di imporre a tutti la propria ideologia.

Nel corso del Novecento, osserva Sammons, si è avuto un grande rafforzamento del potere federale a scapito dell’autonomia dei singoli Stati. Tutti gli americani, dal contadino dell’Iowa all’attore di Hollywood, devono conformarsi a ciò che le élite e le loro armate burocratiche di stanza a Washington dicono loro di fare. Ciò crea un sistema intrinsecamente ingiusto e contrario al principio cattolico di sussidiarietà. Il pensiero politico cattolico riconosce che chi si trova più vicino a una situazione spesso è meglio equipaggiato per gestirla. Una secessione di alcuni Stati nazione dagli enormi Stati Uniti comporterebbe un significativo impulso alla sussidiarietà, aumentando la probabilità di leggi più giuste in molti di quei nuovi Stati nazione.

Un problema pratico riguarderebbe il modo di dividere la nazione. Anche se ormai è comune parlare di Stati “rossi” e Stati “blu”, la realtà è che la vera divisione è più tra l’America rurale e l’America urbana. Quindi, come procedere?

Probabilmente, dice Sammons, un processo di secessione dovrebbe mettere nel conto il trasferimento di parti della popolazione, così da riunirsi con chi ha la stessa visione del mondo.

Poi c’è la questione della politica estera. Gli oppositori della secessione ritengono che un’America ufficialmente divisa farebbe venir meno l’egemonia americana nel mondo ed esporrebbe il paese al rischio di essere invaso dalla Cina o dalla Russia.

A questa obiezione Sammons risponde che non c’è motivo per cui un’America divisa potrebbe restare di fatto una confederazione quando si tratta della difesa militare, così che un attacco a un qualsiasi nuovo Stato nazione americano potrebbe essere considerato un attacco a tutti gli Stati.

Senza contare che i decenni in cui gli Usa sono stati i poliziotti del mondo, osserva Sammons, hanno comportato per il paese moltissime conseguenze negative. Dunque, se un’America divisa fosse meno coinvolta in missioni estere non sarebbe necessariamente un male. È chiaro poi che la maggior parte dei conflitti in cui si sono impegnati gli Stati Uniti è stata contraria al principio cattolico della guerra giusta. Dunque, anche dal punto di vista cattolico non ci sarebbero grandi problemi. Non dimentichiamo che i “valori americani” che gli Usa esportano attraverso la loro potenza militare e la loro influenza culturale sono sempre più antitetici alla morale cattolica.

Insomma, una secessione americana è realistica? O è solo il pio desiderio di pochi individui illusi?

Non c’è dubbio, conclude Sammons, che un movimento di secessione dovrebbe affrontare molti ostacoli difficili da superare. “Tuttavia, mentre il nostro Paese si allontana sempre più dai suoi storici valori giudaico-cristiani, i cattolici dovrebbero pensare seriamente a come superare pacificamente questi ostacoli se vogliono preservare la libertà religiosa e la giustizia almeno in alcuni luoghi di questo continente”.

Una volta stabilito che la secessione sia inevitabile, “più a lungo viene rimandata, più è probabile che il conflitto violento sarà l’unica opzione”. Quando l’alternativa è usare la forza dello Stato per tenere insieme le persone che vogliono andare per strade diverse, “la secessione potrebbe essere il mezzo più pacifico per andare avanti”.

A.M.V.

Fonte: Eric Sammons, The Catholic Case for Secession?

Svizzera Connection: il coinvolgimento della Svizzera nella frode elettorale americana



Neal Sutz è un cittadino svizzero e americano. Con ogni probabilità, non avrebbe mai immaginato di diventare famoso, ma il destino lo ha messo al centro di un intrigo internazionale. In pratica, Sutz ha avuto un ruolo decisivo nel denunciare il coinvolgimento della Svizzera nella frode elettorale americana.

Fino ad ora la pista svizzera ha ricevuto molta poca attenzione, ma questo piccolo Paese nel cuore delle Alpi potrebbe essere il pezzo mancante del puzzle che ha dato vita al colpo di Stato internazionale contro Trump.

Le macchine elettroniche di Dominion, il server legato a Soros e Clinton, che ha spostato migliaia di voti da Trump a Biden sono direttamente legate a Scytl, un software il cui codice sorgente è stato comprato dalle poste svizzere, di proprietà dello Stato elvetico.

La Svizzera non ha informato Trump e la sua amministrazione dei difetti di Scytl, che erano già ampiamente noti al governo.

Sutz dichiara di avere le prove inconfutabili di questa frode, ovvero il codice sorgente che adesso è nelle mani della squadra legale di Trump. Il fratello del generale Flynn, che è uomo molto vicino a Trump, Joseph, ha pubblicamente ringraziato Sutz su Twitter rassicurandolo che le prove adesso sono in “buone mani”.

I media internazionali hanno completamente ignorato la denuncia di Sutz. Solo alcuni media non legati al mainstream lo hanno intervistato fino ad ora.

Dopo la consegna delle prove, alcune persone a Sutz sono state aggredite e minacciate.

La cabala mondialista sta cercando di mettere a tacere coloro che hanno esposto la frode, ma Sutz ha avuto il coraggio di denunciare tutto e di mostrare le prove del golpe internazionale contro Trump.

C’è molto di più in ballo che il risultato di una elezione. Questa è una battaglia tra bene e male e il destino dell’umanità è la posta in palio.

Neal Sutz ha già fatto la sua scelta. Qui c’è la sua storia e la verità del golpe internazionale pianificato dal mondialismo per rovesciare Trump.

d) Sutz, lei è recentemente emerso all’attenzione dell’opinione pubblica per la sua denuncia della frode elettorale riportata nel suo sito web, mettendo soprattutto in luce i legami della società coinvolta nel broglio, Scytl, e le poste svizzere di proprietà del governo elvetico. Potrebbe dire di più sulla sua storia e perché si è fatto avanti?

r) La mia storia è alquanto diversa. Sono un cittadino svizzero e americano, nato a New York nel 1970. Sono un autore, un regista, un consulente d’affari e un attivista per la verità. Ho deciso di farmi avanti per la semplice ragione che le informazioni che ho ricevuto hanno stimolato la mia curiosità, ed ero determinato a comprendere la situazione per intero.

Quando ho scoperto che la Svizzera, in particolare le poste, di proprietà del governo, hanno non solo sviluppato il software di Scytl, che ha sede a Barcellona, ma ha comprato i diritt esclusivi del codice sorgente di Scytl quando questa era in bancarotta, ho deciso di approfondire la mia indagine.

d) Può spiegare come la Svizzera è coinvolta nella frode e che ruolo Scytl ha avuto nelle elezioni americane?

r) La Svizzera è chiaramente coinvolta in molti aspetti delle elezioni USA, anche a partire dal fatto che è uno dei finanziatori principali di CITCO, una società vicina a Smartmatics, legata a sua volta a Dominion che è al centro della frode elettorale. Questi finanziamenti provengono dalla Sandoz Family Foundation. C’è un coinvolgimento anche di Novartis, una casa farmaceutica svizzera molto interessata alla situazione relativa al Covid.

La Svizzera è legata sotto numerosi aspetti finanziari alle elezioni anche per un altro elemento importante. Società cinesi possiedono il 75% della banca svizzera UBS che ha finanziato con 400 milioni di dollari Dominion, la società appunto che ha un ruolo chiavo nei brogli elettronici. Questo piccolo Paese, ma immensamente potente che è la Svizzera, ha un ruolo enorme in questa vicenda.

Questi sono fatti incontestabili. Non rappresentano in nessun modo le mie teorie.

d) La Svizzera ha risposto ufficialmente sui difetti di Scytl e sulle ragioni per le quali non è stato informato il governo americano riguardo al malfunzionamento del programma?

r) La Svizzera ha risposto 24 ore dopo con un tweet. Ha riconosciuto di aver acquistato i diritti esclusivi di Scytl, ma nessun rappresentante governativo, né svizzero né americano, ha cercato in alcun modo di mettere in dubbio gli interrogativi o le prove che ho presentato.

E’ certamente fuori discussione che il codice sorgente del software di Scytl è una sorta di meccanismo di sicurezza legato a Dominion e che la Svizzera ha un ruolo fondamentale nelle elezione americane.

Posso pensare che la Svizzera non abbia informato gli USA perché c’è un tentativo in corso di trasformare di rovesciare Donald Trump che vuole mantenere libera e indipendente l’America.

d) Recentemente, lei ha detto che ha preso dei rischi enormi per denunciare i legami tra la Svizzera e Scytl consegnando prove incontrovertibili della frode nelle mani dell’amministrazione Trump. Si riferiva al codice sorgente? Può spiegare in questo caso perché il codice sorgente è così importante?

r) Ciò che sono stato in grado di consegnare con successo alla squadra legale di Trump è effettivamente il codice sorgente. Il codice sorgente è fondamentale perché dirige ogni tipo di programma, a prescindere dal suo scopo o funzione.

Chiunque da ogni parte del mondo che abbia il codice sorgente di un programma, in questo caso si parla di un programma che conta i voti di una elezione, può controllare e manipolare il suo funzionamento.

d) In uno dei suo tweet, ha dichiarato di aver ricevuto conferma scritta che le prove sono state consegnate ad un rappresentante del gruppo di legali di Trump. Può dire di più al riguardo?

r) L’intero dossier che ho preparato e raccolto per la squadra legale del presidente Trump è stato ricevuto e mi è stata data conferma attraverso messaggi di testo e poi dopo anche pubblicamente.

Ho anche informato l’amministrazione Trump della situazione che riguarda i miei due figli, cittadini americani, che sono stati presi in custodia illegalmente dai servizi sociali svizzeri. I miei figli sono stati vittime di abusi e torture da parte del governo e questa storia è strettamente legata alla frode elettorale in America perché vede coinvolti soggetti quali i leader dei mormoni e vari politici che hanno avuto un ruolo sia nell’allontanamento dei miei figli sia nei brogli.

d) Il fratello del generale Flynn, Joseph Flynn, l’ha pubblicamente ringraziata e rassicurata che ora le prove sono in buone mani. Trump ha quindi la prova definitiva della frode?

r) Ci sono molte prove per smascherare la frode e l’intreccio Scytl-Svizzera è sicuramente una di quelle. Mi è stato detto dal team legale di Trump che ci sono decisive e uniche informazioni che io ho messo a disposizione, e che saranno usate da Trump per provare la frode nelle numerose cause in corso.

Ciò che ho dato rafforza ulteriormente il quadro probatorio che gli uomini di Trump avevano già in mano.

d) Il governo svizzero sa cosa ha fatto? La stanno cercando in qualche modo?

r) Il governo sa perfettamente cosa ho fatto. Ho ricevuto visite da ogni parte del mondo sul mio sito, incluse Ginevra e Zurigo. Sono stato fermato dalla polizia innumerevoli volte, prima e dopo il mio ruolo nelle denuncia della frode elettorale che vede coinvolta la Svizzera. I servizi sociali non mi fanno parlare con i miei figli, e ci sono stati numerosi attacchi nei confronti di persone che mi sono vicine.

d) Qualche partito svizzero ha mostrato interesse nel suo caso? Il governo sta usando la vicenda dei suoi figli come ritorsione contro di lei?

r) Un partito conservatore mi ha contattato e mi ha chiesto più informazioni sul sistema di voto elettronico in Svizzera. Non c’è dubbio che il governo stia usando il caso dei miei figli come ritorsione contro di me per aver denunciato il ruolo della Svizzera nella frode.

d) In un tweet recente, ha scritto che persone vicine a lei sono state attaccate e aggredite. Crede che il governo svizzero sia coinvolto?

r) Una mia cara amica in Arizona è stata aggredita fisicamente tre settimane fa circa. L’ufficio elettorale di Josh Barnett, il candidato al Congresso per l’Arizona che ha chiesto il rilascio immediato e incondizionato dei miei figli al presidente svizzero Simonetta Sommaruga, è stato messo a soqquadro e trafugato.

Non so se il governo svizzero sia coinvolto, ma credo che le persone che vogliono coprire il caso dei miei figli siano le stesse che hanno fatto irruzione nell’ufficio di Barnett. Le persone che ho denunciato sono coinvolte in un giro di pedofilia, pornografia infantile e traffico di bambini. Sono tra i leader dei mormoni.

d) Gli USA hanno messo la Svizzera nella lista dei Paesi manipolatori di valuta. Sa se questa decisione è legata allo scandalo della frode elettorale?

r) Non posso dirlo con certezza, ma se si guarda a quella lista è molto corta. Ci sono solo Cina e Vietnam.

Non credo comunque che tutto questo sia una mera coincidenza.

d) La Corte Suprema ha respinto la causa del Texas contro i quattro stati che hanno violato la costituzione americane per un cavillo giuridico. Crede che l’amministrazione Trump possa vincere ancora la sua battaglia legale e che chi ha pianificato il golpe venga processato?

r) Sì, credo che Trump possa vincere ancora la sua battaglia legale di fronte alla Corte Supreme e ad altre corti statali se queste corti sono disposte a guardare alle prove inconfutabili presentate da Trump. Spero davvero che la verità possa trionfare. Il mondo ha bisogno di un cambiamento per il meglio. Siamo nel mezzo di una battaglia spirituale e sta a noi decidere se siamo disposti o meno ad agire per il bene, perché mi sembra chiaro che coloro che hanno scelto il male non hanno alcuna intenzione di fermarsi.

di Cesare Sacchetti

https://lacrunadellago.net/2020/12/24/svizzera-connection-il-coinvolgimento-della-svizzera-nella-frode-elettorale-americana/

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