ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 24 dicembre 2020

Quella statuina del presepe con le braccine spalancate

MODERNISMO

A Natale la Chiesa sta perdendo la retta ragione

Non solo l’incertezza su questioni dottrinali, ma anche il diminuito uso della ragione. La filosofia contemporanea, che ha portato a considerare il cristianesimo e il Natale come mere sovrastrutture sociali, sta diventando tipica anche dei pastori.

Il presepio di San Pietro

Un aspetto colpisce della Chiesa di oggi. Non solo l’incertezza su questioni dottrinali – il che certamente non è cosa da poco – ma anche il diminuito uso della ragione. La crisi attuale è crisi di fede, ma nello stesso tempo molti uomini di Chiesa sembrano fare a gara per non rispettare nemmeno le regole della ragione, né si impegnano ad educare i fedeli a farlo. 

La cosa sembra evidente anche nelle piccole cose, che sono sempre le più indicative dei cambiamenti in corso. Si accettano disposizioni sanitarie illogiche e prive di senso. Un vescovo americano proibisce illecitamente di ricevere la comunione in bocca e il Vaticano lo difende, ben sapendo che quella sarebbe invece la regola. Si dà la possibilità di assoluzioni collettive senza che ve ne sia alcuna necessità. Si allestisce in piazza San Pietro un Presepio assurdo. Vescovi argentini si dicono “emozionati” per la vittoria (disastrosa per il futuro) di Biden. Intere conferenze episcopali sposano l’ideologia del vaccino e invitano a vaccinarsi con il prodotto Pfizer come atto di amore per il prossimo. Singoli vescovi si fanno perfino riprendere con l’ago infilato nell’avambraccio. La Chiesa sta perdendo l’uso della ragione? 

Eppure la ragione era stata alla base della critica al cristianesimo. Basta vedere come Georg Wilhelm Friedrich Hegel parla del Natale nella sua Vita di Gesù del 1795: “La ragione pura, che non tollera alcun limite, è la stessa divinità”. Cristo si è acquistato merito “per il miglioramento delle massime corrotte degli uomini, per la conoscenza dell’autentica moralità e dell’illuminata adorazione di Dio. Il luogo in cui nacque era il villaggio di Betlemme in Giudea; i suoi genitori Giuseppe e Maria, il primo dei quali faceva discendere la sua stirpe da Davide … Della sua educazione non si sa niente, tranne che ben presto “mostrò” i segni di una non comune intelligenza e che si interessò a questioni religiose”.

Il Natale cristiano è ridotto a dei contenuti di ragione a cui sarebbero stati sovrapposti dei racconti mitici sicché il risultato è stato un “prodotto teologico artificiale”, come poi avrebbe detto Bruno Bauer. Nella descrizione del Natale di Hegel, adorare Gesù vuol dire adorare i lumi della ragione dato che Egli è derubricato ad un uomo, figlio di Giuseppe e Maria, di intelligenza non comune e interessato a questioni religiose. Niente di più. Il Natale, con i suoi racconti di angeli e pastori, si riduce a dei significati utili per la vita degli uomini. Anche per Kant, nell’operetta La religione nei limiti della sola ragione del 1793, il contenuto della religione era solo razionale: una serie di buoni principi di una morale umana.

Dopo Hegel, pian piano, il piano inclinato fece sentire ulteriori effetti sul Natale. Per Strauss, che nel 1835 scrive, come Hegel, una Vita di Gesù, la religione cristiana è una dottrina etica umanistica ispirata religiosamente: il cristianesimo si perfeziona nell’umanesimo e “L’Uomo-Dio è l’Umanità”. Per Feuerbach Dio non è altro che l’essenza umana “contemplata e venerata”, e per Bakunin Gesù invita a “disperare filosoficamente del Cielo per sperare storicamente in Terra”. Con Marx, infine, la critica diventa “liberazione completa dalla religione”: se la religione è un racconto mitico, una favola  che si sovrappone ad un contenuto umano, perché questo nucleo si circonda di un guscio ad esso estraneo? Capire questo significa aver capito l’origine della religione e aver trovato così il segreto per renderla impossibile. Marx mira ad una vita in cui la religione sarebbe diventata inessenziale perché la sua base terrena non avrebbe più avuto motivi per costruire sopra di sé un mondo diverso da quello terreno.

La ragione che critica il cristianesimo nelle forme ora viste, è una ragione atea, non più naturalmente orientata a Dio, ma che ha già fatto la scelta di non voler e di non potere dire nulla su Dio. L’unica cosa che questa ragione può fare è portare alla luce, sotto l’involucro del mito, le basi solo umane e materiali del Natale. E purtroppo questo sta influenzando anche la Chiesa. A sentire molte omelie di questi tempi, sembra che il Natale serva a darci serenità, rassicurazione e conforto nella pandemia e a farci sopportare meglio le restrizioni governative. Buoni principi morali, quindi, un nuovo umanesimo, un servizio alla natura umana universale. Per questo motivo diventa urgente vedere nel Natale un annuncio capace anche di rinnovare la ragione, oltre che la fede. Il Bambinello è il Salvatore sia della fede che della ragione perché anche la ragione ha bisogno di essere salvata dall’ ateismo filosofico.

Ecco perché si rimane delusi quando la gerarchia della Chiesa non insegna più ad adoperare la ragione. La critica filosofica alla religione è condotta con una ragione atea, che il Natale del Bambinello viene a convertire. Chi, di fronte alla Grotta di Betlemme, si converte per fede, converte anche la propria ragione.

Stefano Fontana

https://lanuovabq.it/it/a-natale-la-chiesa-sta-perdendo-la-retta-ragione

Buon Natale a tutti i Bussolotti

Ad Antonia che ha perso il suo Giovanni, a Piero che fa il ladro ma ora è disoccupato, a Paola asintomatica nella fede e ora positiva all’amore di Dio, al Covid che ha fatto capire che la medicina è una scienza esatta come la meteorologia, a Speranza, Conte e perfino a Biden con cui l’aborto rappresenterà la libera decisione del nascituro di non venire alla luce e al Natale 2020, forse il migliore di sempre, perché...



Buon Natale alla signora Antonia che ha perso il suo Giovanni di recente, ma non la fede, e buon Natale anche a Giovanni che ha spiccato il volo verso il Cielo con il fiat stampato sulle labbra. Buon Natale a Stefano, che ha dovuto chiudere l’azienda, e a Claudio, Barbara e Andrea, i suoi più cari amici, che gli hanno aperto il cuore e spalancato le braccia. Buon Natale a Piero che fa il ladro, ma ora è disoccupato perché la gente sta sempre in casa e andare a rubare nelle aziende di notte non si può perché c’è il coprifuoco. Buon Natale ad Anna che va all’asilo e ha capito che l’ultimo carnevale è tuttora in corso dato che tutti sono ancora in giro con la mascherina. Buon Natale a Paola, asintomatica nella fede per una vita, ma, toccata da vicino dalla morte, diventata positiva all’amore di Dio.

Buon Natale ai membri del Comitato Scientifico nella speranza che Gesù Bambino regali loro scarpe da runner e fiato da vendere perché appena gli italiani potranno muoversi liberamente dovranno dare prova di far meglio di Usain Bolt. Buon Natale al Ministro Speranza il cui nome è la prova provata che le nostre speranze dobbiamo riporle non negli uomini, ma in Dio. Buon Natale al premier Conte che ha scritto una letterina a forma di Dpcm a Babbo Natale chiedendogli di portare i regali entro le 22 e volendo come dono per sè una qualsiasi altra emergenza, così da rimanere al governo tanto quanto la Regina Elisabetta.

Buon Natale al Covid che, pensando di essere Noè, ha creduto che fosse rivolto a lui il comando di Dio di crescere, moltiplicarsi e riempire la terra. Buon Natale Covid, perché hai svuotato le chiese da chi non credeva e le menti da pensieri inutili, e poi perché hai fatto capire che la medicina è una scienza esatta come la meteorologia e che, parafrasando Don Abbondio al contrario, la fede, uno, se non ce l’ha certo se la può dare. Buon Natale mascherina che non sei stata la nostra divisa militare in questa guerra, bensì un simbolo di questi tempi in cui ti tappano la bocca se non parli fluentemente il politicamente corretto e in cui le persone diventano tanto anonime quanto la loro fede quando si stinge negli inutili affanni del quotidiano. Buon Natale all’autocertificazione che, con una buona dose di immaginazione, ci ha ricordato che ogni nostra più piccola azione deve avere uno scopo necessario, la nostra salvezza.

Buon Natale a Joe Biden che non è il neo presidente USA, ma il Re Mida degli Stati Uniti nel Politicamente Corretto: sotto di lui il Coronavirus diventerà letale come un micetto, il movimento Black Lives Matter si trasformerà in un fan club dei Puffi, le guerre diventeranno iniziative di aiuti umanitari, il muro al confine con il Messico sarà trasformato in porzioni di mura per le case dei clandestini, l’aborto rappresenterà la libera decisione del nascituro di non venire alla luce e finalmente i gay potranno concepire un bambino. Buon Natale a Greta Thunberg, che Gesù Bambino le regali un pianeta tutto suo con temperatura stabile su cui trasferirsi a vita e lasci a noi questo, forse un po’ sporco ma sicuramente più bello dei migliori mondi possibili pensati dagli ambientalisti che vogliono un pianeta più verde e parimenti lasciare al verde i suoi abitanti. Buon Natale al Ddl Zan, così simile al coronavirus perché quest’ultimo ci ha tolto la libertà di movimento e lui la libertà di parola. Buon Natale poi allo stesso on. Zan, a cui auguriamo, perché faccia ritorno alla realtà delle cose, che trovi sotto l’albero di Natale le radici e solo quelle.

Buon Natale a Don Franco che nella notte santa ricorderà che il vaccino che ci rende immuni dalla dannazione eterna è stato messo a punto 2.000 anni fa presso i laboratori del Golgota, è efficace al 100% e non dà effetti collaterali. Buon Natale a suor Beatrice, sepolta nel suo monastero come un seme nella terra, che prega Gesù Bambino come una mamma che canta una ninnananna al suo piccolo e, scandalo per chi non crede, ha ringraziato per questo anno che va a morire. Buon Natale a padre Agostino che ha tempestato di domande, suppliche, preghiere il suo superiore con cui ha anche discusso, litigato, quasi venuto alle mani perché facesse finire questa epidemia e lui, il superiore, ha risposto dalla croce dell’altar maggiore con il suo eloquente silenzio. Buon Natale al vescovo Gustavo che, rispettoso della salute eterna dei suoi fedeli, ha chiamato uno ad uno i suoi preti, li ha guardati negli occhi come fa un padre con il figlio e li ha mandati nelle case di chi soffre nel corpo e nello spirito, perché se i soldati non hanno paura di morire per la patria anche i soldati di Cristo non devono aver paura di morire per la patria celeste. Buon Natale al Papa perché è un sorvegliato speciale di Dio e perché ha una grazia di stato così elevata che se fosse talento calcistico Pelè sembrerebbe una schiappa.

Buon Natale al Natale 2020, forse il miglior Natale di sempre, perché avendo noi tutti dovuto rinunciare a cene con i colleghi e cenoni, agli aperitivi per farsi gli auguri tra amici, a maratone tra i negozi, ai numerosi e affettuosi assembramenti parentali, ci è rimasta solo quella statuina del presepe con le braccine spalancate.

Buon Natale, Bussolotti.

Tommaso Scandroglio

https://lanuovabq.it/it/buon-natale-a-tutti-i-bussolotti

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