ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 19 dicembre 2020

Si oscurino loro gli occhi perché non vedano

Nonostante tutto, è Natale!


http://restingaleracaino.blogspot.com/2012/11/il-bue-e-lasinello-di-2012-anni-fa.html(immagine aggiunta)

Ierusalem, cito veniet salus tua: quare maerore consumeris? numquid consiliarius non est tibi, quia innovavit te dolor? Salvabo te, et liberabo te, noli timere. Ego enim sum Dominus, Deus tuus, Sanctus Israel, Redemptor tuus (dall’Ufficio Divino; cf. Mi 4, 9; Is 41, 14).

Ancora una volta la liturgia ci soccorre con parole piene di speranza e di consolazione. Parlo – com’è ormai assodato – di quella che ci è stata consegnata dall’Antichità cristiana, non di quella ricostituita a tavolino in base al progetto eversivo con cui si è trasformata la Chiesa visibile in un organismo geneticamente modificato. 

L’immensa operazione mistificatrice non ha risparmiato neanche il Natale: si è preteso che la sua data fosse stata scelta per cristianizzare la festa del Sol invictus, quando invece essa è già attestata dalla Traditio apostolica, attribuita a sant’Ippolito e redatta intorno al 215, mentre la ricorrenza pagana acquisì carattere pubblico solo sotto Valeriano, imperatore dal 253 al 260, che con ciò intese probabilmente offuscare proprio quella cristiana. Oltretutto il solstizio d’inverno, come tutti sanno, non cade il 25 dicembre, mentre i calendari dei turni sacerdotali rinvenuti a Qumran ci informano che la classe di Zaccaria officiava nel tempio nella seconda metà di settembre: egli ricevette quindi l’annuncio nove mesi prima della data in cui si festeggia la Natività di san Giovanni Battista, seguita di sei mesi da quella del Salvatore (cf. Lc 1, 13.36).

Questo è soltanto un esempio, per quanto notevole, di manipolazione della realtà. Anche l’orario della Messa di mezzanotte – ci dicono – sarebbe una convenzione legata al fatto che a quell’ora inizia il giorno di Natale. Il fatto è che gli antichi (compresi gli ebrei) facevano cominciare il giorno al tramonto del sole; ancora il Manzoni, nei Promessi sposi, scriverà le ventitré per dire un’ora prima del tramonto. Perché allora celebrare solennemente nel cuore della notte? Evidentemente perché quello è l’orario trasmesso dalla Tradizione, la quale, non a caso, applica alla nascita di Cristo un testo della Sapienza che si riferisce a tutt’altro: «Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose e la notte era a metà del suo rapido corso, la tua parola onnipotente dal cielo, dal tuo trono regale…» (Sap 18, 14-15). Qui l’antifona liturgica arresta la citazione quasi letterale e conclude con venne, alleluia, mentre il testo biblico prosegue: «… quale guerriero implacabile, si lanciò in mezzo a quella terra di sterminio, portando, come spada affilata, il tuo decreto irrevocabile e, fermatasi, riempì tutto di morte» (Sap 18, 15-16). L’originale si riferisce ai primogeniti egiziani; l’unico elemento di raccordo con il Natale, dunque, è che il Verbo è sceso sulla terra a metà della notte.

Anche il bue e l’asinello che mettete nel presepe – ci hanno insegnato – deriverebbero da una lettura cristologica di un celebre passo di Isaia: «Il bue conosce il suo proprietario e l’asino la greppia del suo signore, ma Israele non mi conosce e il mio popolo non comprende» (Is 1, 3). Secondo il senso letterale, il popolo incredulo e ribelle, nei confronti di Dio, è incapace di quel legame che perfino gli animali sono in grado di stabilire con chi li possiede. Qual è allora l’elemento del testo che giustifica la sua applicazione alla nascita di Gesù Cristo? L’unico è l’effettiva presenza di un asino e di un bue nel ricovero che accolse Giuseppe e Maria al momento del parto. Chi, quella notte, può aver notato la singolare coincidenza tra la situazione contingente e l’antica profezia? Colei che era cresciuta nel tempio fin dalla più tenera età e aveva una conoscenza straordinaria della Scrittura, come dimostra il Magnificat. Poiché era fortemente messa alla prova la Sua fede nel divino Messia, che stava venendo al mondo in circostanze così abiette, il Cielo diede un’eloquente conferma alla Vergine avvezza a raccogliere e meditare nel cuore ogni minimo detto e fatto di cui era testimone (cf. Lc 2, 19.51): il neonato era dunque davvero il Figlio di Dio.

Proprio Maria santissima, come canta l’Ufficio Divino, è Colei che da sola ha distrutto tutte le eresie nel mondo intero. I dogmi mariani sono effettivamente la cartina di tornasole che rileva in modo infallibile e immediato qualsiasi dottrina eterodossa. Non per nulla, sulla scia del Vaticano II, la mariologia è stata messa in discussione come disciplina teologica autonoma e, il più delle volte, eliminata con il suo assorbimento nella cristologia o nell’ecclesiologia. Il fondamento di tale scelta rovinosa è la decisione conciliare di non dedicare alla Madonna un’apposita costituzione dogmatica, come inizialmente previsto, ma di inserire la trattazione, a mo’ di appendice, in quella sulla Chiesa, fatto che decretò – secondo l’allora cardinal Ratzinger – la fine della mariologia. A partire da quel momento, come chiunque può osservare, l’eresia ha dilagato nella Chiesa Cattolica: sarà un caso? Invece i teologi che hanno una dottrina mariana solida e sana sono perfettamente ortodossi; vanno fuori strada soltanto quelli che esagerano le prerogative della Vergine facendone quasi una quarta persona della Trinità – cosa che dimostra che la loro dottrina non è né sana né solida.

Alla teologia inconsistente e mistificatoria che ci han fatto studiare si somma la corruzione morale del clero. L’inaudita tolleranza usata nei confronti di chierici e seminaristi che praticano la sodomia è quantomeno sospetta: qualora non fosse bastato liquefare le menti con gli studi, si è provveduto a diffondere un vizio che, oltre ad essere sacrilego (nel caso di consacrati), inebetisce l’intelletto e schiavizza la volontà, finendo, a lungo andare, con l’annullare la coscienza. Ciò che viene offuscato non sono le conoscenze tecniche, bensì la consapevolezza dei principi fondamentali che regolano la ragione e il giudizio etico. Dai pervertiti si può quindi pretendere qualunque prestazione, non solo perché sono ricattabili, ma anche perché nulla, in loro, si oppone più al male e sono perciò disposti alle peggiori nefandezze. Pensate agli uomini scelti dai poteri occulti per governare il nostro Paese o a quelli che a ogni costo stan cercando di rimettere alla guida degli Stati Uniti… ma guardate pure ai personaggi di cui si è circondato “Francesco”, nonché alla sua vergognosa approvazione delle cosiddette unioni civili, e tutto vi sarà chiaro.

Obscurentur oculi eorum ne videant, et dorsum eorum semper incurva (Si oscurino loro gli occhi perché non vedano e incurva sempre la loro schiena; Sal 68, 24): più che una richiesta, in questo caso, è una costatazione. I cultori di Lucifero ci hanno messo sopra la testa, sia nello Stato che nella Chiesa, pupazzi manovrabili a piacimento, che non intendono correttamente e si piegano a qualsiasi cosa. Il loro scopo è trasformare in quel senso tutta la società e la cristianità; dopo aver alterato le menti, mirano a modificare, con i vaccini, finanche il patrimonio genetico, così da ridurre a perfetti ebeti schiavi i sopravvissuti a malattie indotte e alla sterilizzazione forzata. Gli otto anni di questo pontificato, per rimanere nell’ambito religioso, hanno già causato danni incalcolabili alle anime, in gran numero convinte in buona fede, ormai, della liceità dei peccati più abominevoli e della bontà di scelte gravemente contrarie alla legge divina, compresa la somministrazione di farmaci contenenti materiale biologico ricavato da feti abortiti. Il Redentore nascituro non può tuttavia tollerare ancora a lungo che l’istituzione da Lui fondata con il Suo Sangue per la salvezza degli uomini sia messa al servizio della loro perdizione.

Gerusalemme, presto verrà la tua salvezza: perché ti consumi dalla tristezza? Non hai forse un consigliere, visto che il dolore ti ha cambiata? Ti salverò e ti libererò, non temere. Io, infatti, sono il Signore, tuo Dio, il Santo d’Israele, il tuo Redentore.

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