ERETICI TEOLOGI "PROGRESSISTI"
Il 15 novembre 2020, dai microfoni della seguitissima Radio Maria (circa un milione e mezzo di ascolti medi giornalieri), la voce “storica” del suo direttore, padre Livio Fanzaga, bergamasco di Dalmine, scolopio, classe 1940, ha detto che (https://www.youtube.com/watch?v=V6W5WiKlKLs)
Questa epidemia è un progetto. È un progetto che, ovviamente, io ho sempre attribuito al demonio – sapete tutti che ho sempre detto così – e il demonio agisce attraverso gli uomini, quindi delle menti criminali hanno realizzato questo progetto. L’hanno realizzato delle menti criminali: come possiamo chiamarle diversamente? L’hanno realizzato con uno scopo ben preciso; lo scopo era creare un break, un passaggio repentino, dopo tutta la preparazione ideologica che c’era stata, e la preparazione politica, e la preparazione massmediatica, perché abbiamo visto come ormai o mass-media del mondo, quelli occidentali, obbediscono a un potere ben preciso, che non è quello politico, o se è quello politico è perché lo governano “loro”, c’erano tutti i presupposti per creare una specie di colpo di Stato sanitario, o colpo di Stato, come volte voi massmediatico. Un progetto volto a fiaccare l’umanità, metterla in ginocchio, instaurare una dittatura sanitaria, una dittatura cibernetica; creare un mondo nuovo, che non è più quello di Dio creatore, ma un altro Mondo Nuovo, con l’eliminazione di tutti quelli, ovviamente, che non dicono sì a questo progetto criminale, che io ho già descritto, in base a libri e articoli, quelli che descrivo nel “mondo nuovo”. Quindi per me quest’epidemia è un progetto criminale portato avanti dalle élite mondiali, cin la complicità, forse, di qualche Stato, non lo so. È un progetto portato avanti dalle élite mondiali per costruire un Mondo Nuovo senza Dio, per fare la “cupola”, questa cattedrale che da anni stanno costruendo, senza Dio. E il passaggio fondamentale, quello di mettere in ginocchio l’umanità, spogliandola di tutto, in pratica, e quindi senza neanche più risorse economiche, senza più il lavoro, mettendola in balia del potere, politico e massmediatico; ed eliminare tutti quelli che non stanno a questo gioco e così, diciamo, realizzare quel Mondo Nuovo che sarebbe, insomma, il mondo di satana. Perché il mondo di satana, cosa vuol dire? Cosa volete che sia il Mondo Nuovo se non il mondo di satana, dove saremo tutti in balia di queste élite perfette, che sarebbero quelli che rappresentano Dio?
Padre Livio Fanzaga, bergamasco di Dalmine voce storica di Radio Maria
Ora, con questa analisi del fenomeno pandemia si può essere d’accordo oppure no – noi lo siamo senz’altro, tanto per mettere le carte in tavola; e del resto lo abbiamo detto e scritto in tutte le salse - si può anche affermare che siano le farneticazioni di una mente sovreccitata da un momento storico molto particolare, se così onestamente si ritiene; ma di certo una cosa non si può dire: che sia difforme dalla teologia cattolica, che sia in disaccordo con gl’insegnamenti fondamentali del Vangelo, della Tradizione, del Magistero. Certo, chi segue da tempo il discorso di padre Livio ai fedeli, sia attraverso le sue pubblicazioni, sia attraverso la rubrica radiofonica Lettura cristiana della cronaca e della storia, sa che egli insite particolarmente sull’azione del Diavolo, volta a perdere le anime e a preparare l’assalto finale contro la Chiesa, la cristianità e contro l’umanità in quanto tale: ma che vi è di strano in questo? È perfettamente conforme alla dottrina cattolica e alla Scrittura. Diremo di più: una pastorale e una catechetica che non parlino del Diavolo, che passino sotto silenzio la sua opera subdola e pericolosissima di nemico dell’uomo e di nemico di Dio, sono fuori dalla vera dottrina, sono una eretica contraffazione della Rivelazione. Come si può tacere ai fedeli questo aspetto della visione cristiana del mondo, se la vita pubblica di Gesù Cristo è preceduta dalle tentazioni operate dal Diavolo nel deserto, e la Rivelazione si conclude con la descrizione dell’assalto finale del Diavolo e delle sue schiere infernali, nell’ultimo libro della Bibbia, quello dell’Apocalisse? E se gli Apostoli, come più tardi i Padri della Chiesa, non si stancano di mettere in guardia contro il pericolo mortale rappresentato dalla presenza di Satana nel mondo, lui che è il principe di questo mondo? Vaneggiava, forse, san Pietro, allorché scongiurava i fedeli, scrivendo loro (1 Pt 5,8): Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare? E vaneggiava, per caso, anche Gesù Cristo, allorché diceva allo stesso san Pietro (Lc 22,31-32): Simone, Simone, ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli?
Un buon esempio di quel che dicono e fanno i teologi modernisti ci è offerto dal caso Maggi. Intervistato sul canale youtube Gedi Visual da Pasquale Quaranta, che dopo averlo presentato come apprezzato biblista e una delle voci più autorevoli della Chiesa cattolica, gli chiedeva un commento alle affermazioni di padre Fanzaga, e in particolare perché avesse dichiarato che Radio Maria fa male a chi l’ascolta, Alberto Maggi ha risposto, col suo simpatico e inseparabile sorrisetto misericordioso e progressista stampato in viso (https://www.youtube.com/watch?v=s2936x_kKEo):
Perché Radio Maria raccoglie tutto il marciume di una teologia che si credeva ormai seppellita. E del resto bisogna tener presente che per ben millecinquecento anni la Chiesa stessa ha fatto terrorismo psicologico, per duemila anni [ha voluto] dominare e sottomettere le persone, con l’idea di un Dio spietato, un Dio che era capace di mandarti all’inferno per tutta l’eternità, quindi i castighi di Dio… Per cui adesso, capirai, con la pandemia, “questi” ci sguazzano. Quindi: non trasmettere la Buona Notizia di Gesù, ma soltanto le idee che la Chiesa ha abbandonato e ripudiato da tempo.
La Chiesa non ha “idee”, ha una Verità soprannaturale da custodire; e che se per caso essa cambiasse idea su questo o quel punto, cadrebbe ipso facto nell’eresia, perché Gesù in Persona ha detto che neppure uno iota cadrà dalla Legge, cioè dalla vera dottrina, iota unum, ossia la lettera più piccola dell’alfabeto greco.
Poi l’intervista prosegue, penosamente, su un terreno sempre più infido, col giornalista che suggerisce all’intervistato di approfondire il tema della due chiese, una brutta e cattiva, formata da reazionari e adesso anche da negazionisti (perché dire quel che ha detto padre Fanzaga evidentemente è negazionismo), e una più aperta e moderna, che viceversa si affida ai dati della scienza (vale a dire ai dati truccati, gonfiati e menzogneri, non della scienza, ma della narrazione mediatica, avallata da un certo ambito dell’establishment scientifico); ma a noi è sufficiente il brano sopra citato, e qui ci fermiamo. Dunque il signor Maggi non trova nulla di poco gentile, di poco caritatevole, di poco cristiano nel definire “marciume” la teologia di padre Fanzaga, ma trascinato dal suo stesso slancio non si accorge di essersi sbilanciato molto, ma molto oltre ciò che si può decentemente sostenere, dicendo che quella teologia è falsa e “ripudiata dalla Chiesa”, come dice lui, mentre la sua, quella progressista o addirittura modernista, è vera, buona e garantita. Innanzitutto vorremmo chiedere: dove sta scritto che la Chiesa non deve parlare più del Diavolo e dell’Inferno? Dove sta scritto che Gesù non ne parlava, e che la sua Buona Novella era fatta solo di latte e miele, e si asteneva da qualsiasi accenno ai Novissimi? Dove ha appreso, da dove gli risulta che Gesù evitasse scrupolosamente ogni discorso sulla morte e sul Giudizio, nonché sul castigo eterno delle anime malvagie? Sissignori: eterno. Chiunque abbia letto anche superficialmente i Vangeli, sa che Gesù esprimeva abitualmente proprio questo concetto (ad es. in Mt 25,41): Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Gesù dunque parlava del fuoco eterno e non ne parlava in termini scherzosi e rassicuranti, ma in maniera seria, addirittura drammatica: che vogliamo fare, cari teologi buonisti e modernisti, vogliamo censurare anche la Parola di Gesù Cristo? Certo vi piacerebbe, dato che il vostro scopo non è quello d’illustrare ai fedeli la Parola di Dio, ma di travisarla con la vostra parola, e far dire a Dio quel che voi volete dire, quel che voi pensate su tali questioni e quel che vorreste far crede ai cattolici: e in ciò appunto vi tradite e lasciate cadere la maschera. E vi lasciate vedere per quel che realmente siete: dei falsari ideologici. Certo, siete in buona compagnia: fra voi c’è Enzo Bianchi, c’è Vito Mancuso, e dietro le vostre spalle ci sono, più o meno tacitamente conniventi, i vari Walter Kasper e Bruno Forte, nonché i cardinali e lo stesso signore che siede sulla cattedra di san Pietro e si spaccia per vicario di Cristo, però senza esserlo, anzi facendo del suo meglio, o piuttosto del suo peggio, per essere un efficiente vicario del Principe di questo mondo, padre della menzogna e quindi padre suo e di tutti i suoi accoliti (cfr. Gv 8,44).
Carità e misericordia dei "teologi progressisti"? Ciò che balza all’occhio è la "contraddizione stridente" fra la pretesa di parlare a nome della Chiesa e insegnare però il contrario di ciò che la Chiesa ha per secoli insegnato !
Potremmo anche sorvolare sull’infinita rozzezza di quella introduzione: per millecinquecento anni la Chiesa ha fatto terrorismo psicologico, discorso più da osteria che da voce autorevole della Chiesa stessa. Ciò che balza all’occhio è la contraddizione stridente fra la pretesa di parlare a nome della Chiesa e insegnare però il contrario di ciò che la Chiesa ha per secoli insegnato, dicendo senza mezzi termini che la Chiesa per tutto quel tempo ha mentito e ingannato, mentre adesso, per nostra fortuna, è arrivato lui, sono arrivati loro, i teologi del Concilio e del post-concilio, e così finalmente è giunto agli uomini il vero messaggio di Cristo, non quello adulterato di una Chiesa bugiarda inveterata e strumento politico del potere. Balza all’occhio che per questo fine biblista la Chiesa è semplicemente l’insieme del clero in un dato momento storico. La dimensione soprannaturale della Chiesa, la Presenza Reale di Gesù Cristo nel Sacrificio Eucaristico, la Comunione dei Santi e l’effusione dello Spirito Santo, di queste cose non vi è la minima traccia nel suo parlare duro, irridente, sprezzante, nel sorriso ironico col quale liquida due millenni di storia e riduce tutto il passato a un tragico errore, in un perfetto stile illuminista che sarebbe piaciuto a Voltaire, Diderot e D’Holbach. Ma ciò su cui non è possibile sorvolare è il dare a intendere che la Chiesa, insegnando la realtà dell’Inferno e la sua eternità, ha semplicemente fatto del terrorismo, e non già trasmesso fedelmente l’autentico Magistero. Che poi singoli esponenti della Chiesa abbiano ecceduto nel sottolineare tale aspetto, non vogliamo negarlo; ma che averlo comunque insegnato sia stato una colpa imperdonabile, quasi che la Lieta Novella consista solo di perdono all’ingrosso e beatitudine assicurata per tutti, come nella scuola del ’68 vigeva il sei politico per il solo fatto di essere iscritti, magari senza neanche frequentare le lezioni, o frequentandole solo per fare gazzarra: questo è profondamente disonesto dal punto di vista intellettuale. E la disonestà consiste in ciò: che davanti a una realtà che ai teologi e ai sacerdoti progressisti non piace, quella dell’Inferno e della pena eterna, essi dovrebbero semplicemente staccarsi dalla Chiesa e fondare la loro setta, anzi potrebbero e dovrebbero fondarne tre, dieci, cinquanta, visto che fra di essi vigono molti e svariati pareri anche sulle cose più essenziali; ma voler restare nella Chiesa, pretendere di rappresentare la “vera” Chiesa, e gettare manciate di fango contro i cattolici che non ci stanno, come padre Fanzaga, questo è non solo disonesto, è anche profondamente vile. Si permettono questi atteggiamenti aggressivi perché sanno di avere le spalle coperte: sanno che tutta la stampa ex cattolica, da L’Avvenire a Famiglia Cristiana, per non parlare del giornale dei gesuiti, La Civiltà Cattolica, sono lì a dare loro man forte, a sostenerli in qualsiasi caso e a coprire d’insulti i loro stessi bersagli: e questa è viltà, oltre che disonestà. Non avrebbero osato parlare così prima del Concilio, anzi neppure ai tempi di Giovani Paolo II e perfino di Benedetto XVI; fino a otto anni fa non osavano dire tali cose, oppure le dicevano a mezza bocca, con tutte le astuzie del caso, sgusciando fra le calcolate ambiguità, come è sempre stato loro costume. Ma adesso hanno Bergoglio dalla loro, hanno il cardinale Marx e il cardinale Parolin dalla loro, si sentono forti e possono dire quel che vogliono, possono schizzare tutto il fango e il veleno che vogliono. Complimenti per il loro coraggio e per la loro dirittura morale. La loro ignoranza radicale traspare da espressioni come le idee che la Chiesa ha abbandonato e ripudiato da tempo, perché qualsiasi cattolico sa che la Chiesa non ha “idee”, ha una Verità soprannaturale da custodire; e che se per caso essa cambiasse idea su questo o quel punto, cadrebbe ipso facto nell’eresia, perché Gesù in Persona ha detto che neppure uno iota cadrà dalla Legge, cioè dalla vera dottrina, iota unum, ossia la lettera più piccola dell’alfabeto greco. Ma qui appunto traspare la concezione che questi signori hanno sia della dottrina, sia della Chiesa: non qualcosa che viene da Dio, ma qualcosa di umano, che può mutare a colpi di maggioranza, come un qualsiasi partito politico.
Quanto a padre Livio, pur non condividendo certi aspetti della sua catechesi, specie l’insistenza e, secondo noi, l’imprudenza di presentare le apparizioni di Medjugorje come sicuramente autentiche e altamente utili per comprendere il tempo presente, nondimeno gli tributiamo l’omaggio che spetta a chi non si lascia intimidire dalla canea della maggioranza. Comprendiamo anche certi passaggi scabrosi della vita di Radio Maria, come il licenziamento di Mario Palmaro o l’allontanamento di padre Cavalcoli perché a volte i compromessi sono inevitabili se si vuol continuare a parlare. Certo, è auspicabile che i sacerdoti parlino ancor più chiaro. Però chi voleva capire ormai di certo ha capito.
Carità e misericordia dei teologi progressisti
di Francesco Lamendola
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