Biden e gesuiti ora dialogano: il cattolicesimo verso la svolta a sinistra
Le alte gerarchie ecclesiastiche, in specie quelle che abitano in Vaticano, sembrano preferire l’opzione Biden a Trump: non è poi un mistero. Non ne esistono prove, perché la Chiesa cattolica non si schiera (la politica non è materia curiale).
Però di indizi ce ne sono parecchi, a partire dalla rinnovata volontà di edificare un dialogo. Il che significa, in via indiretta, che il mandato precedente a questo non è stato percepito come fruttuoso dai sacri palazzi. Papa Francesco, per certa narrativa, è stata la nemesi del trumpismo. Le cose sono più complicate di così, ma è vero che Bergoglio è per il multilateralismo diplomatico, l’accoglienza dei migranti e la cooperazione internazionale: tutti focus su cui Trump non concordava a pieno.
La partita non è solo geopolitica, ma anche culturale: lo scontro in atto tra cattolici tradizionalisti e cattolici progressisti può modificare il cattolicesimo per come lo abbiamo conosciuto. La dottrina, per gli uni, è immutabile, mentre per gli altri sembra possibile assecondare i tempi. Come? Ad esempio accettando il fatto che un abortista come Biden possa essere considerato un presidente degli Stati Uniti cattolico. Dipendesse dal cardinal Raymond Leo Burke agli abortisti non verrebbe concessa l’eucaristia. Ma i tempi sono quelli che sono, e il conservatorismo cattolico è in netta minoranza nelle gerarchie e nell’organizzazione ecclesiastica.
Quando Joseph Ratzinger critica gli aperturismi della Chiesa cattolica durante il 68′, il papa emerito si riferisce pure ad alcuni ambienti gesuitici e nordamericani. Quelli che hanno accolto all’epoca con maggior favore il fervente movimentismo sessantottino e le sue istanze. L’emblema delle posizioni che i conservatori non digeriscono è rappresentato dalla visione del gesuita James Martin, americano e consultore del Vaticano per la Segreteria per la Comunicazione, che, per farla breve, la pensa come i liberal di sinistra sulla questione dei “nuovi diritti”. Si tratta di una linea di separazione netta, che non può mettere d’accordo emisferi così distinti.
Esistono poi altri elementi utili a chiarire quale sia la stratigrafia del “potere” che muove le fila in questa fase storica: poiché le idee ecclesiastiche di sinistra (o di centrosinistra) sono spesso associate, almeno negli States, agli ambienti gesuitici, non bisogna stupirsi molto delle due personalità che hanno spiritualmente accompagnato il neo presidente Joe Biden durante l’insediamento presso la Casa Bianca: Kevin O’Brien, il padre gesuita che ha celebrato la Messa cui ha preso parte Biden prima del suo primo giorno da presidente, e Leo O’Donovan, il padre gesuita scelto per la cerimonia pubblica presso la White House. Sono segnali che raccontano una rinnovata prossimità tra certo cattolicesimo e certa politica. Entrambe accomunate, con buona evidenza, dal non vedere l’ora che Trump finisse fuori dai giochi.
Non si tratta di scorgere complotti dove non ce ne sono, bensì di avere chiare le dinamiche dei cosiddetti “schieramenti vaticani”: l’Ecclesia non si fidelizza a questo o a quel politico, ma le sinergie culturali della sinistra ecclesiastiche, che sta premendo anche al di la delle idee del pontefice argentino pur di riformare il cattolicesimo, non possono che propendere per il lato di Joe Biden. Così come i conservatori non potevano, e magari non potranno, che guardare con favore a Trump ed alle sue politiche pro life e pro family. L’equazione odierna però è invertita rispetto a quella di qualche mese fa.
Con la presidenza Trump, infatti, era la base a sentirsi rappresentata, mentre con Joe Biden potrebbe avvenire il contrario: la sinistra ecclesiastica potrebbe percepire di avere piena rappresentanza, mentre tanti fedeli potrebbero protestare al fine di mettere in evidenza le incoerenze di Biden in bioetica e così via. Il momento che stiamo per vivere è davvero particolare per la storia del cattolicesimo, perché molto di quello che è stato sembra essere in movimento, quanto larga parte dei fedeli non ha intenzione di assecondare i cambiamenti – si veda a titolo esemplificativo il macro tema della “ideologia gender” su cui Biden e una fetta consistente delle gerarchi ecclesiastiche sembrano possibilisti.
Francesco Boezi 26 GENNAIO 2021
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