Fratel Bianchi si trasferisce a Cellole
“Quando uno inizia a mentire deve poi sempre mentire perché la menzogna é una architettura: ma se crolla un mattone tutto crolla e se si continua a costruire con la menzogna si prepara una rovina grande, grandissima!”: questo è il tweet scritto da fratel Enzo Bianchi, fondatore e già priore della Comunità di Bose, alla notizia di lasciare, entro martedì 16 febbraio, la comunità di Bose, nel biellese, e di trasferirsi a Cellole di San Gimignano, in provincia di Siena e diocesi di Volterra, in un’antica canonica trasformata alcuni anni fa nella sede toscana della stessa Bose.
Ma, per rispettare il precedente decreto pontificio che imponeva il trasferimento all’esterno di Bose, Cellole perde qualsiasi connotazione monastica ed è ceduta in comodato a Enzo Bianchi che sarà accompagnato da tre o quattro confratelli, che continueranno a essere considerati monaci, ma extra domum.
Il priore Manicardi ha parlato della chiusura della Fraternità a Cellole di San Gimignano, aperta nell’aprile 2013, come ‘passo di sofferta trepidazione e solo una ricerca di rinnovata sequela del Signore anche in questi giorni di prova motiva questa scelta dolorosa’.
Un provvedimento disciplinare pesante ma, ritiene la Segreteria di Stato vaticana, purtroppo inevitabile, visto quanto verificatosi all’interno della comunità, con una spaccatura difficilmente ricomponibile tra il fondatore, sostenuto da un gruppetto di fedelissimi, e gli altri ottanta monaci da cui era partito il grido d’aiuto rivolto proprio alla Santa Sede.
I tentativi di ricomporre in via informale le incomprensioni che si erano create tra il fondatore di Bose, il nuovo priore Luciano Manicardi e il resto della comunità erano stati avviati già da un paio d’anni. Poi, di fronte agli esiti poco efficaci di questi inviti al dialogo, la decisione di un passo formale, per imprimere una svolta a una stagnazione rischiosa per tutti.
Infatti fratel Manicardi ha sottolineato che “la Comunità ha atteso invano che fr. Enzo Bianchi obbedisse al Decreto singolare del 13 maggio, approvato in forma specifica da papa Francesco che, per il bene della Comunità, disponeva tra gli altri provvedimenti anche il suo allontanamento a tempo indeterminato da Bose e dalle sue Fraternità. In questi lunghi mesi il Delegato Pontificio p. Amedeo Cencini ha operato non pochi tentativi volti a rendere più agevole a fr. Enzo Bianchi l’esecuzione del suddetto Decreto, agendo secondo la pazienza insegnata dal Vangelo, in forza del mandato ricevuto dalla Santa Sede, nel rispetto della giustizia e, soprattutto, della sofferenza di tutte le persone coinvolte”.
Ed ha sottolineato la disponibilità della comunità di Cellole di rinunciare a vivere in quella fraternità: “Siccome tra le motivazioni addotte da fr. Enzo Bianchi per sottrarsi alla fattiva esecuzione del Decreto e spiegare il suo restare a Bose, nei medesimi locali da lui abitati da oltre un decennio, vi era l’indisponibilità a recarsi in un altro monastero e l’asserita impossibilità a trovare un altro luogo adeguato, la Comunità ha acconsentito alla richiesta suggerita dal Delegato pontificio di rinunciare alla propria Fraternità di Cellole, richiamando a Bose o in altre sue Fraternità i fratelli fino ad oggi presenti a Cellole e cedendo in comodato d’uso quegli immobili, così che fr. Enzo vi si possa trasferire prima dell’inizio della Quaresima, accompagnato da alcuni membri professi che possano rendere sostenibile la sua permanenza in quel luogo, scorporato ormai ‘da Bose e dalle sue Fraternità’. Una decisione per noi ardua e carica di sofferenza, ma purtroppo inevitabile e non ulteriormente procrastinabile”.
La storia di Bose comincia nel 1965, in pieno rinnovamento conciliare, quando Enzo Bianchi, studente di economia a Torino, si trasferisce in una cascina sulle colline di Ivrea per dare vita a un’esperienza ispirata alla tradizione del monachesimo occidentale. Arrivano altri giovani, e nasce una comunità monastica composta da uomini e donne, chierici e laici (lo stesso Bianchi non è prete), cattolici e non cattolici.
http://www.korazym.org/55924/fratel-bianchi-si-trasferisce-a-cellole-da-bose/
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