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giovedì 25 marzo 2021

L’assalto finale

 LA STRATEGIA DEL DIAVOLO

    Per battere la strategia del diavolo bisogna capirla. Si suole dire che il diavolo è il nemico dell’uomo e che il suo scopo è portarlo alla dannazione: ma quale è la sua vera strategia? Dal timor di Dio al timore della pandemia                                                                                           di Francesco Lamendola  

 

 

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Che cosa è venuto a fare Gesù Cristo, sulla terra? Risponde l’apostolo san Giovanni nella prima epistola che porta il suo nome (3, 8): Gesù, il Figlio di Dio, è venuto proprio per distruggere le opere del diavolo. E il diavolo, lui, che cosa fa per danneggiare l’uomo, qual è la sua strategia fondamentale nei confronti dell’uomo? 


Troviamo la risposta nella parabola del seminatore riferita dai Vangeli sinottici, ad esempio dal Vangelo di Matteo (13,18-19):

Voi dunque intendete la parabola del seminatore: tutte le volte che uno ascolta la parola del regno e non la comprende, viene il maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. 

Si suole dire che il diavolo è il nemico dell’uomo e che il suo scopo è portarlo alla dannazione: ma quale è la sua vera strategia? Non basta dire che consiste nel farlo cadere in tentazione, sollecitandolo ad assecondare i suoi peggiori istinti: è troppo generico e si resta ancora in superficie. Per sconfiggerlo, per respingere vittoriosamente i suoi assalti e far fallire i suoi disegni, è necessario un passo ulteriore: bisogna riconoscere l’idea fondamentale della sua strategia.

Scrive Benito Marconcini nel volume collettaneo Angeli e demoni. Il dramma della storia tra il bene e il male (vol. 11 del Corso di teologia sistematica diretto da Carlo Rocchetta, Bologna, Edizioni Dehoniane1991, pp. 222-223):

C’è una sostanziale concordanza tra i sinottici che riportano un dato tradizionale (anteriore alla redazione di Marco, di poco prima del 70) e c’è identità tra satana (Marco), il malvagio (Matteo) e il diavolo (Luca). Marco sottolinea la celerità dell’azione diabolica che toglie “subito” la parola, non permettendo che attecchisca e cresca “presso” gli uomini o “in” loro. All’ascolto segue immediatamente l’asportazione della parola: seminare e ascoltare si riferiscono alla stessa realtà vista rispettivamente da parte di Dio e da parte degli uomini.  È una costante nella concezione di Paolo vedere in satana un nemico a dell’annuncio e della missione (1 Ts2,18; 3,5; 2 Cor 11,3). Per Matteo il malvagio agisce con più violenza (“rapisce”) nella pare decisionale dell’uomo (“cuore”; cf Dt 30,14). L’azione del diavolo è facilitata dall’uomo stesso che non si decide a passare dall’”ascolto” alla “comprensione”, dalla conoscenza cioè della rivelazione alla decisione di adeguare la vita a quanto conosciuto: ne consegue la mancata costruzione del regno, cui è finalizzata la Parola.

L’azione del malvagio si porta sulla singola persona, concepita in tutt’uno con il seme. Il maligno distrugge così contemporaneamente l’uomo e il dono di Dio in un’estensione i cui confini sono il mondo: il “campo” è qui tutta l’umanità (cf. Mt 13,38). Il testo lucano che segue Marco nel conservare la distinzione tra seme e uomini e si accorda con Matteo nel precisare che l’azione di struggitrice penetra nel cuore umano, è il più chiaro nel rivelare l’intenzione dell’azione diabolica: «perché incominciando a credere non siano salvati. L’ascolto non è ancora fede, ma tende infallibilmente a produrla:l’azione del diavolo è direttamente contraria all’opera di Cristo che Matteo chiama “basileía” (regno)»e Luca “sotería” (salvezza).

Questa figura di struggitrice non può essere considerata un simbolo degli ostacoli incontrati dalla Parola, spiegati poi con le difficoltà provenienti dall’esterno della comunità (“tribolazioni o persecuzioni della parola”) o interne al gruppo (“preoccupazioni del mondo, seduzioni della ricchezza, piacere”) a causa del parallelo con la parabola. Satana è un ostacolo reale come la persecuzione e la ricchezza: la presenza dell’articolo in tutti i sinottici orienta a vedervi qualcosa di concreto ere di reale, non un simbolo da decifrare. È il primo ostacolo che rivela un’intenzionalità precisa che scompare con le altre cause.

 

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Per battere la strategia del diavolo bisogna capirla!

 

Il diavolo dunque è colui che ruba la Parola di Cristo, che è il seme da Lui sparso per la salvezza degli uomini mediante la Buona Novella: perché se il fatto di udire la parola di Cristo non genera automaticamente la fede, è tuttavia la premessa fondamentale che la rende possibile, e, con la fede, la salvezza dell’anima. Ma il diavolo, che odia gli uomini perché ne è sommamente invidioso, e al tempo stesso li disprezza, perché essi hanno un corpo che li rende soggetti a tutte e debolezze e a tutte le tentazioni, mentre lui è puro spirito ed è stato creato come essere luminoso, si getta come un ladro sulla Parola di Cristo e fa in modo di nasconderla: è suo interesse e suo scopo preciso quello d’impedire che l’ascoltino, perché da essa, e solamente da essa, può venire la loro salvezza. Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna (Gv 6,68), dice san Pietro, quando Gesù chiede agli Apostoli se vogliono andarsene anche loro. Ed è Gesù stesso a paragonare la sua Parola a una sorgente di vita eterna, parlando alla donna samaritana dai sette mariti (Gv 4,13-14):

Rispose Gesù: «Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna»..

Poiché odia l’uomo, del quale è invidioso, e odia anche Dio, che ha creato l’uomo più perfetto dei puri spiriti perché, pur essendo limitato dal peso della carne, possiede il dono infinito della libertà, il diavolo fa di tutto affinché l’uomo non oda la Parla di Gesù, la Parola che salva, o affinché, pur udendola, non la comprenda, ed essa gli scivoli via senza che lui ne abbia afferrato il vero significato e tutte le implicazioni che porta con sé. In questa sordità, in questa cecità di chi ode la Parola di Gesù Cristo, ma lascia che essa gli scorra via senza lasciare traccia, vi è un mistero insondabile, il mysterium iniquitatis. Il diavolo vi concorre per la sua parte, giacché egli sta sempre sull’avviso per cogliere ogni occasione di debolezza dell’uomo e aprirsi un varco nella sua coscienza ferita dalle conseguenze del Peccato originale; ma anche l’uomo vi concorre, perché potrebbe sottrarsi alle male arti del suo nemico e invece troppo spesso le asseconda, così come fece il progenitore Adamo nel Giardino Terrestre, allorché ascoltò, per il tramite di Eva, le lusinghe menzognere del malefico serpente.

 

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Il Diavolo dopo aver creato il vuoto nelle anime disperdendo o travisando la Parola di Cristo, ha sferrato l’assalto finale contro di esse, sostituendo al timor di Dio il timore della pandemia, e al culto di Dio il culto del vaccino!

 

Ma c’è anche un altro modo, una strategia parallela, con cui il diavolo opera affinché gli uomini non possano godere i benefici della parola divina e porsi così nella giusta disposizione di spirito per ricevere la grazia e salvarsi per la vita eterna. Quando non può impedire che la Parola arrivi al cuore degli uomini, egli suscita la superbia intellettuale di alcuni sciagurati e li induce a stravolgerne e pervertirne il significato, facendosi poi a loro volta maestri di errori: sono gli eretici, dietro i quali c’è sicuramente la mente dell’antico avversario. Così come bisogna sospettare la presenza di una ispirazione diabolica dietro le decisioni di certi sovrani e di certi governi per fermare la diffusione della Parola di Cristo – ad esempio, la persecuzione scatenata dagli imperatori romani, o più tardi quella decisa dall’imperatore del Giappone, coi famosi martiri di Nagasaki – bisogna del pari sospettare che dietro la perfida azione dei grandi eresiarchi vi sia il suggerimento del demonio, il quale, conoscendo tutte le umane debolezze, sa su quali aspetti fare leva per seminare la sua infernale zizzania. Da Ario, Pelagio e Nestorio, su, su fino a Lutero, Zwingli e Calvino, coloro che alterano la Parola di Dio per farne da strumento di salvezza, strumento di confusione e di perdizione, è possibile seguire l’opera nascosta di satana, ma tremendamente efficace, rivolta al male degli uomini. Se non può fermare la diffusione della Buona Novella, egli fa in modo che sia inquinata e adulterata e che perda il suo potere salvifico. Ciò, a nostro giudizio, è sicuramente avvenuto all’epoca del Concilio Vaticano II, anche se non arriviamo a pensare che tutto il Concilio sia stato ispirato dal demonio. In esso, però, sicuramente alcune cose sono state da lui suggerite, e sempre per il solito mezzo: la superbia di alcuni teologi e l’ambizione mondana di alcuni vescovi, decisi a primeggiare e ad imporre alla Chiesa intera i loro soggettivi punti di vista e la loro smania di protagonismo. Così come è difficile non vedere quel malefico suggeritore d’inganni dietro alcune delle più sciagurate decisioni dei pontefici post-conciliari, dal cosiddetto Incontro interreligioso di Assisi ad alcuni gesti spettacolari, come il bacio del Corano o il bacio dell’anello dei rabbini, da parte di tali pontefici: gesti di una gravità inaudita proprio per il loro valore simbolico, coi quali è  come se ai fedeli fosse stato insegnato che non esiste la sola Verità di Cristo, ma che esistono molte verità, e che ciascuna di esse è in sé buona e legittima e tutte conducono al medesimo Dio, tutte conducono alla salvezza eterna dell’anima. Questa invece è un’atroce menzogna, perché la Verità è una; e chi è fuori dalla Verità non può giungere alla salvezza, per la contradizion che nol consente, come direbbe il padre Dante. E anche il fatto che da parecchi anni moltissimi vescovi e sacerdoti abbiano smesso di parlare della grazia e del peccato, che abbiano smesso di parlare dei Novissimi (morte, giudizio, inferno e paradiso): anche questo è il frutto di un’ispirazione diabolica, perché in tal modo i fedeli vengono distratti da ciò che è essenziale, e intanto li si incanta con cose afferenti la vita materiale, neanche lontanamente paragonabili al destino definitivo dell’anima umana. Perciò quei vescovi e quei sacerdoti che hanno sempre i migranti, il clima e l’ambiente sulla bocca, ma non parlano mai della grazia e del peccato, né parlano dei Novissimi, che lo sappiano o meno, sono oggettivamente degli strumenti del demonio. Alcuni lo sono anche soggettivamente, poiché è noto che un certo numero di consacrati, specie vescovi e cardinali, divorati dall’orgoglio e da una smodata ambizione, sono giunti a un tal punto di perversità da aderire alla massoneria e/o di entrare nelle congreghe di satanisti che imperversano ovunque, perfino in Vaticano, coi loro riti esecrabili e l’infame messa nera, nel corso della quale si sacrifica una vita innocente e si profana orrendamente l’Ostia consacrata. Riceveranno il premio dovuto alla loro scelleratezza e non vi sarà scampo per essi, se non si pentono con tutto il cuore e non cercano di rimediare ed espiare il male incalcolabile che hanno fatto, agendo sia nella sfera naturale, con il traviamento delle anime, sia in quella soprannaturale, profanando il Corpo di Cristo. A ben guardare, poi, è una sola operazione quella che essi compiono: ferire il Corpo di Cristo presente nel sacrificio Eucaristico e ferire il suo Corpo Mistico, che costituisce la Chiesa da Lui fondata, sono due facce della stessa cosa e rivelano una stessa intenzione, infinitamente malvagia e quindi difficilmente concepibile da una mente che sia soltanto umana. L’uomo infatti, sia nel male che nel bene, non è capace di azioni che superino la portata del suo statuto ontologico; quando ciò avviene, vi è certamente un concorso soprannaturale, o dal basso o dall’alto.

 

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La storia non è uno scenario neutro, ma si deve scegliere: o si sta con Cristo, oppure con il suo nemico.

 

Ed ora uno sguardo al presente. La globalizzazione ha reso mondiali tutti i fenomeni; è quindi perfettamente logico che il solo, vero nemico totale dell’umanità, l’antico serpente, che ha funestato tutta la storia fin dagli inizi, abbia colto l’occasione e sfruttato tutti gli strumenti - tecnologici e finanziari, oltre che psicologici e culturali - che la situazione odierna gli mette a disposizione. Dopo aver creato il vuoto nelle anime disperdendo o travisando la Parola di Cristo, ha sferrato l’assalto finale contro di esse, sostituendo al timor di Dio il timore della pandemia, e al culto di Dio il culto del vaccino. In tal modo l’umanità, avvilita da generazioni di materialismo e di ateismo, è arrivata al punto di invocare la propria salvezza facendosi imprimere nel corpo il marchio della Bestia (numero in codice del microchip col vaccino è 666; che coincidenza, vero?), un intruglio fatto anche con linee cellulari di feti abortiti. Ciò rende l’intera umanità, anche quella parte di essa che ha subito, senza approvarle, le scellerate leggi sull’aborto volontario, complice e partecipe di un gigantesco sacrificio di vite innocenti, il più ampio e gradito omaggio che il diavolo potesse desiderare per sé da parte degli uomini. Lui, il principe della morte, ha ricevuto l’omaggio di milioni di feti e si è preso la soddisfazione di far sì che folle sterminate di uomini, impauriti e spiritualmente svuotati, si rendessero complici della loro soppressione per ricevere in cambio una speranza di salvezza sul piano della vita materiale (oltretutto illusoria, sia perché la pandemia è stata una diabolica invenzione di pochi malvagi, sia perché il cosiddetto vaccino non salva nessuno, semmai aumenta il numero dei decessi). Il passo successivo sarà l’instaurazione della religione unica e del governo mondiale: il prossimo sabba infernale di Astana nel Kazakistan e il Great Reset tuttora in corso vanno esattamente in questa direzione. A quanto pare, ci eravamo scordati che la storia non è uno scenario neutro, ma si deve scegliere: o si sta con Cristo, oppure con il suo nemico. 

 

Per battere la strategia del diavolo bisogna capirla 

di Francesco Lamendola 

 

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